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Raoul Dufy – Arabesque
Rassegna espositiva di disegni, tempere, empreints del maestro Raoul Dufy. Presentate per l’occasione in un evento che racchiude trent’anni di lavoro dal 1905 al 1930.
Comunicato stampa
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È il 1928 quando Raoul Dufy, decide di abbandonare le officine Bianchini-Férier di Tournon in Ardèche, località nei pressi della Provenza (Francia). L’esclusivo sodalizio tra questo poliedrico artista e la celebre industria tessile d’inizio ‘900 durò ben sedici anni. Egli realizzò numerosi tessuti e stoffe in questo periodo e così contribuì all’affermazione nel panorama artistico europeo della pittura d’avanguardia.
Dufy proprio con le sue creazioni in tessuto si fece avanti, tra le molte correnti espressive in ascesa, perché propose uno stile nuovo di breve durata che fu apostrofato con il dispregiativo fauvismo dal critico d’arte Vauxcelles, il quale presentò la mostra al Salon d’Automne nel 1905. Tra i partecipanti all’esposizione parigina, egli si distinse, in maniera originale, per i suoi segni arabescati e per la pittura molto istintiva e spontanea. La fama di Raoul Dufy “pittore delle classi agiate”, così come fu definito, non ebbe alcun rapporto con la sua personalità.
Si risolse infatti in appena due anni, anche a causa del dirompente movimento del cubismo picassiano che coinvolse pochissimi artisti.
Questa rassegna di opere, ordinata da Salvatore Falbo e Paolo Pocchini presso la galleria Donec Capiam Studio, farà rivivere, seppur in minima parte, le varie fasi della creatività del maestro di Le Havre. Dagli aristocratici ippodromi, brulicanti di rampanti ronzini, agli aggraziati e serpeggianti nudi femminili, fino alla sua vena creativa di straordinario pittore dopo, cosa che gli consentì di traslare le sue esperienze nel campo della creazione di tessuti.
I variegati disegni e le gouache realizzati come bozzetti per i setaioli di Lione, testimoniano un tocco vibrante ed energico allo stesso tempo.
Le sue opere appaiono allo spettatore come esagerazione della realtà rappresentata: “La natura non è che un’ipotesi” aveva affermato, dopo essere stato accusato di prendersi troppa libertà nelle sue raffigurazioni. Dufy infatti fu il primo pittore ad aver assimilato, nei suoi quadri, i caratteri fondamentali dell’incalzante industrializzazione di fine Ottocento. Ne aveva acquisite le note dominanti per adottarle nelle arti applicate.
Le sue opere lasciano intuire un carattere tenero e sensibile, di gusto tipicamente francese; per la sua singolare sobrietà. E la mostra vuole essere un omaggio al suo lavoro attraverso alcuni disegni, tempere ed empreints, che presentano, con il loro sapore istantaneo e fugace, tagli compositivi repentini. In ogni caso “l’arabesque” è il segno predominante, esaltato inconfondibilmente nella serie dei fiori e delle fluttuanti calligrafiche chine, orchestrati su incastri di volumi bidimensionali.
L’estrema semplificazione del tratto ci appare predominante nelle figure femminili e nei paddock esposti, dove la struttura compositiva è scevra da ogni accademismo tradizionale.
Le opere presentate per l’occasione, riuniscono in un’unica compagine rappresentativa, i lavori di circa venticinque anni, spaziando dal fauvismo alla produzione Bianchini-Férier, con la serie di studi per tessuti ed inediti disegni.
Dufy proprio con le sue creazioni in tessuto si fece avanti, tra le molte correnti espressive in ascesa, perché propose uno stile nuovo di breve durata che fu apostrofato con il dispregiativo fauvismo dal critico d’arte Vauxcelles, il quale presentò la mostra al Salon d’Automne nel 1905. Tra i partecipanti all’esposizione parigina, egli si distinse, in maniera originale, per i suoi segni arabescati e per la pittura molto istintiva e spontanea. La fama di Raoul Dufy “pittore delle classi agiate”, così come fu definito, non ebbe alcun rapporto con la sua personalità.
Si risolse infatti in appena due anni, anche a causa del dirompente movimento del cubismo picassiano che coinvolse pochissimi artisti.
Questa rassegna di opere, ordinata da Salvatore Falbo e Paolo Pocchini presso la galleria Donec Capiam Studio, farà rivivere, seppur in minima parte, le varie fasi della creatività del maestro di Le Havre. Dagli aristocratici ippodromi, brulicanti di rampanti ronzini, agli aggraziati e serpeggianti nudi femminili, fino alla sua vena creativa di straordinario pittore dopo, cosa che gli consentì di traslare le sue esperienze nel campo della creazione di tessuti.
I variegati disegni e le gouache realizzati come bozzetti per i setaioli di Lione, testimoniano un tocco vibrante ed energico allo stesso tempo.
Le sue opere appaiono allo spettatore come esagerazione della realtà rappresentata: “La natura non è che un’ipotesi” aveva affermato, dopo essere stato accusato di prendersi troppa libertà nelle sue raffigurazioni. Dufy infatti fu il primo pittore ad aver assimilato, nei suoi quadri, i caratteri fondamentali dell’incalzante industrializzazione di fine Ottocento. Ne aveva acquisite le note dominanti per adottarle nelle arti applicate.
Le sue opere lasciano intuire un carattere tenero e sensibile, di gusto tipicamente francese; per la sua singolare sobrietà. E la mostra vuole essere un omaggio al suo lavoro attraverso alcuni disegni, tempere ed empreints, che presentano, con il loro sapore istantaneo e fugace, tagli compositivi repentini. In ogni caso “l’arabesque” è il segno predominante, esaltato inconfondibilmente nella serie dei fiori e delle fluttuanti calligrafiche chine, orchestrati su incastri di volumi bidimensionali.
L’estrema semplificazione del tratto ci appare predominante nelle figure femminili e nei paddock esposti, dove la struttura compositiva è scevra da ogni accademismo tradizionale.
Le opere presentate per l’occasione, riuniscono in un’unica compagine rappresentativa, i lavori di circa venticinque anni, spaziando dal fauvismo alla produzione Bianchini-Férier, con la serie di studi per tessuti ed inediti disegni.
02
dicembre 2010
Raoul Dufy – Arabesque
Dal 02 al 30 dicembre 2010
arte contemporanea
disegno e grafica
arti decorative e industriali
disegno e grafica
arti decorative e industriali
Location
DONEC CAPIAM STUDIO
Milano, Via Del Carmine, 9/a, (Milano)
Milano, Via Del Carmine, 9/a, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 10.30 - 12.30 e 16.30 - 19.30
Vernissage
2 Dicembre 2010, ore 18.30
Autore
Curatore