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Trailer Park
La rassegna presenterà opere oltre venti artisti italiani e stranieri, che il noto critico tedesco Joerg Heiser (co-editor della rivista Frieze, Londra) ha selezionato dalla collezione della prestigiosa Fondazione Morra Greco di Napoli.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Artisti. Özlem Altin, Christian Andersson, Giovanni Anselmo, Candice Breitz, Simon Denny, Jimmy Durham, Isa Genzken, Rodney Graham, Georg Herold, Jonathan Horowitz, Julius Koller, Jiri Kovanda, Marko Lulic, Steve McQueen, Henrik Olesen, Seb Patane, Manfred Pernice, Kirsten Pieroth, Giulia Piscitelli, Michael Sailstorfer, Lorenzo Scotto di Luzio, Katerina Seda, Eric Wesley, Cathy Wilkes
Inaugurazione: sabato 4 dicembre, ore 19.30
TRAILER PARK è la nuova mostra di arte contemporanea che animerà dal 4 dicembre 2010 il Teatro Margherita di Bari. La rassegna presenterà opere oltre venti artisti italiani e stranieri, che il noto critico tedesco Joerg Heiser (co-editor della rivista Frieze, Londra) ha selezionato dalla collezione della prestigiosa Fondazione Morra Greco di Napoli.
La mostra si colloca all’interno di un percorso avviato dal Comune di Bari ed annuncia futuri sviluppi di collaborazione per la conversione del Margherita in Centro per le Arti contemporanee. Nel corso della conferenza stampa di venerdì 3 dicembre (Teatro Margherita, ore 11) sarà presentato un protocollo d’intesa con la Fondazione napoletana, che getta le basi per lo studio di fattibilità di una fondazione a modello partecipativo che dovra’ coinvolgere altre istituzioni pubbliche e privati. Una forma di paternariato pubblico privato, analizzata nei suoi contenuti culturali ed artistici come in quelli economici e gestionali, che condurrà alla nascita del BAC, Bari Arte Contemporanea nel prestigioso teatro che attraverso un rigoroso progetto potrà essere ristrutturato nei suoi ampi spazi interni.
Come noto, il Teatro Margherita - inaugurato nel 1910 - è un originale edificio in stile Liberty situato nel vecchio porto di Bari in uno snodo cruciale che si fa cerniera tra il borgo antico e quello moderno. Costruito sull’acqua con un sistema di palafitte in cemento armato, fu dapprima un teatro d’intrattenimento in cui venivano rappresentati spettacoli di varietà e museo storico per diventare poi un cinema chiuso definitivamente nel 1980. Ci sono voluti trent’anni per riaprirlo dopo complessi lavori di consolidamento che lo hanno restituito alla città perfetto nell’involucro esterno e nella statica, ma con un interno ancora da restaurare che ben si presta al dialogo con l’arte contemporanea. Un edificio ricco di storia e al contempo ricco di potenzialità per il futuro, non solo per la città di Bari ma anche per la Regione Puglia e per l’intero Meridione.
Al fine di sviluppare queste potenzialità sono state messe in campo una serie di iniziative, tra cui questa estate un’ imponente installazione site-specific di opere di Jannis Kounellis, ed oggi TRAILER PARK rappresenta una sorta di banco di prova per il sogno di trasformare l’edificio in una casa permanente per l’arte contemporanea.
La mostra ospita opere importanti di artisti internazionali come Jimmy Durham, Rodney Graham, e Manfred Pernice, nonché di artisti italiani di rilievo come Lorenzo Scotto di Luzio e Giulia Piscitelli. Un’opera commissionata all’artista austriaco Marko Lulic - un pannello per affissioni in stile hollywoodiano che sarà installato sul tetto del teatro e che potrà essere visto da una grande distanza - offrirà una riflessione, condita da un misto di audacia ed ironia, sulla possibilità di adibire in futuro l’edificio a museo.
Perché il titolo TRAILER PARK? Un “Trailer park” è un campeggio per roulotte o case mobili, spesso di natura improvvisata, una soluzione provvisoria nata dall’indigenza e dalla povertà. Pur non dimenticando che molti esponenti del mondo dell’arte non appartengono ad ambienti poveri ma borghesi (non tutti, ovviamente), gli artisti contemporanei prendono le distanze dalla ricercatezza “fatta per l’eternità” che spesso ci si aspetta dalle opere d’arte, favorendo invece la natura improvvisata, sperimentale di artefatti trovati o costruiti. Quello che accomuna molte delle opere in mostra – sculture, installazioni, collage, fotografie, film e video – è la volontà, talvolta intrisa di umorismo, altre volte molto seria, di sgonfiare la monumentalità nell’arte e nella cultura in generale.
Un esempio è costituito dal collage Ping-Pong Monument (U.F.O.) (1971) del defunto artista slovacco Julius Koller, un pioniere dell’arte concettuale nell’Europa orientale. Il collage è un enorme monumento per un paesaggio urbano raffigurante una mano che regge una racchetta da ping-pong. L’intento è ridicolizzare gli enormi monumenti commemorativi che vengono spesso eretti dai regimi autoritari. Un altro spunto è offerto dalla scultura Untitled (keychain) (2004) dell’artista di Los Angeles, Eric Wesley, in cui una comunissima chiave è attaccata ad una grande costruzione fatta di tubi in pvc – una chiave che sarà impossibile perdere! Ancora, in un registro completamente diverso, il cortometraggio Charlotte (2004) dell’artista inglese Steve McQueen: vediamo in primo piano l’artista che tocca l’occhio della famosa attrice Charlotte Rampling, un gesto semplice di grande intimità e tenerezza, ma anche pieno di contenuta aggressività, che indaga sul rapporto tra gli spettatori e le star.
Un “trailer” è anche la breve presentazione di un film che sta per uscire, atta a stuzzicare le nostre aspettative; “park” invece fa gioco con lunapark, la sfaccettata esperienza associata al teatro di varietà che un tempo fu il Teatro Margherita. “Trailer park” in questo senso offre anche uno sguardo sul futuro rimescolando frammenti del passato. E’ il caso di una breve scena del monster movie del 1955 Il Mostro Dei Mari – un film che fu anche proiettato con successo al Teatro Margherita – in cui una piovra gigantesca attacca una città e attraverso cui vengono esplorate le ansie dell’uomo d’oggi in tempi di crisi; o l’opera di Seb Patane 16 Gennaio 1968, che si appropria di una immagine dello studente attivista Luigi Bobbio – oggi uno stimato professore di scienze politiche presso l’Università di Torino – mentre viene arrestato dalla polizia, sollevando la questione di cosa significhino oggi cittadinanza e impegno, ed il rapporto tra l’individuo e lo Stato. In questo senso “Trailer Park” è anche una proposta a non lasciare che l’erosione del sostegno dello Stato alla cultura, un fenomeno comune all’Europa intera ma presente soprattutto in Italia, sia data per scontato; l’iniziativa privata dei cittadini impegnati nelle loro comunità locali può stimolare ma non sostituire una cultura pubblica vitale per il futuro.
Artists. Özlem Altin, Christian Andersson, Giovanni Anselmo, Candice Breitz, Simon Denny, Jimmy Durham, Isa Genzken, Rodney Graham, Georg Herold, Jonathan Horowitz, Julius Koller, Jiri Kovanda, Marko Lulic, Steve McQueen, Henrik Olesen, Seb Patane, Manfred Pernice, Kirsten Pieroth, Giulia Piscitelli, Michael Sailstorfer, Lorenzo Scotto di Luzio, Katerina Seda, Eric Wesley, Cathy Wilkes
opening: Saturday 4 December 2010, 7.30 pm
The Teatro Magherita, inaugurated in 1910, is a beautiful building set right in the old harbour of Bari. It once was an entertainment theatre featuring variety shows, and it housed the historical museum; then, until 1979, it was a cinema; since 1980, it awaits to be re-awoken, and fully refurbished. It is a building of multifarious history, and yet full of future potential – for the city of Bari, the region of Puglia, and the whole south of Italy.
First moves have been made to realize that potential, most recently this summer with a grand site-specific installation of works by Jannis Kounellis . Now Trailer Park, an exhibition of works by 25 artists from the collection of Maurizio Morra Greco (Naples), supported by Comune di Bari and curated by German curator Jörg Heiser (co-editor frieze magazine, London) is a kind of test run for the dream of the building to be turned, in the foreseeable future, into a permanent home for contemporary art.
The exhibition features major works by international artists such as Jimmy Durham, Rodney Graham, and Manfred Pernice, as well as by important Italian artists such as Lorenzo Scotto di Luzio and Giulia Piscitelli. A newly commissioned piece by Austrian artist Marko Lulic, a ‘Hollywood’-style billboard to be installed on the roof and to be seen from afar, will reflect – with a mixture of audacity and irony – on the possible future of the building as a museum.
Why the title Trailer Park? A ‘trailer park’ is a settlement composed of mobile homes, often of makeshift nature, born out of necessity, and poverty – a provisional solution good-till-cancelled. Far from neglecting the fact that many people in the art world don’t come from poor but middleclass backgrounds (though not all), contemporary artists do question the made-for-eternity preciousness often expected of artworks, instead favouring the makeshift, experimental nature of found or constructed artefacts. What many of the artworks in the show – sculptures, installations, collages, photographs, films and videos –share is a humorous, and at times very serious interest to deflate aggrandizing gestures of monumentality, in art and culture at large.
For example, think of the late Slovakian artist Julius Koller, a conceptual art pioneer in Eastern Europe, and his collage Ping-Pong Monument (U.F.O.) (1971), proposing a huge monument of a hand holding a table tennis racket for a cityscape, ridiculing the enormous memorials often erected by authoritarian regimes (a gesture one might find apt also amidst still-existing, Mussolini-built environments). Another example is LA artist Eric Wesley’s sculpture Untitled (keychain) (2004), which attaches an ordinary key to a huge construction made of pvc tubes – a key one will definitely not loose. Or, with a very different timbre and register, British artist Steve McQueen’s short film Charlotte (2004): we see, in close-up, the artist touching the eye of famous actress Charlotte Rampling, a simple gesture of great intimacy and tenderness, yet full of subdued aggression, questioning the relationship between viewer and star.
A ‘trailer’ is a glimpse of a future movie release, teasing our expectations; ‘park’ plays also on lunapark, the multi-facetted experience associated with a vaudeville theatre such as the Teatro Magherita once was. ‘Trailer park’ in that sense also provides a glimpse of the future by way of recombining fragments from the past, be it a short scene from the 1955 monster movie It Came From Beneath the Sea – a film once successfully shown at the Teatro – featuring a giant Octopus attacking a city, speaking directly to contemporary anxieties at times of crises; or Sep Patane’s work 16 Gennaio 1968, appropriating an image of student activist Luigi Bobbio – today a well-respected professor of political science at the University of Turin – being arrested by the police, bringing up the question of what citizenship and engagement, and the relationship between the individual and the state means today. In that sense, ‘Trailer Park’ is also a proposal to not let the erosion of state support for culture, something experienced all over Europe but especially in Italy, be taken for granted; private initiative on the part of citizens engaged in their local communities can trigger, but not replace a vital public culture for the future.
Jörg Heiser è co-editor della rivista Frieze, Londra, e professore ospite presso la Art University di Linz, in Austria. Scrive per il Frankfurt Allgemeine Zeitung, ed ha prodotto molti saggi per libri e cataloghi, tra cui il recente "Le mie parole, e tu? L'arte povera e le sue affinità con il concettualismo internazionale e il romanticismo", in Il confine evanescente. Arte italiana 1960–2010 (ed. Gabriele Guercio e Anna Mattirolo, MAXXI ed Electa, Roma e Milano 2010). Il suo libro All of a Sudden. Things that Matter in Contemporary Art è stato pubblicato dalla Sternberg Press nel 2008. Tra le mostre curate da Jörg Heiser figurano 'Funky Lessons' (BüroFriedrich Berlin e Bawag Foundation Vienna, 2004/2005, catalogo),'Romantic Conceptualism' (Kunsthalle Nuremberg e Bawag Foundation Vienna, 2007, catalogo), e 'Fare Una Scenata' (Fondazione Morra Greco, Napoli, 2008, catalogo). Vive a Berlino.
Jörg Heiser is co-editor in chief of frieze magazine, London, and guest professor at Art University Linz, Austria. He writes for Frankfurt Allgemeine Zeitung, and has contributed many essays to books and catalogues, including recently "Le mie parole, e tu? L'arte povera e le sue affinità con il concettualismo internazionale e il romanticismo", in Il confine evanescente. Arte italiana 1960–2010 (eds. Gabriele Guercio and Anna Mattirolo, MAXXI and Electa, Rome and Milan 2010). His book All of a Sudden. Things that Matter in Contemporary Art was published by Sternberg Press in 2008. Exhibitions curated by Jörg Heiser include 'Funky Lessons' (BüroFriedrich Berlin and Bawag Foundation Vienna, 2004/2005, catalogue), 'Romantic Conceptualism' (Kunsthalle Nuremberg and Bawag Foundation Vienna, 2007, catalogue), and 'Fare Una Scenata' (Fondazione Morra Greco, Napoli, 2008, catalogue). He lives in Berlin.
Inaugurazione: sabato 4 dicembre, ore 19.30
TRAILER PARK è la nuova mostra di arte contemporanea che animerà dal 4 dicembre 2010 il Teatro Margherita di Bari. La rassegna presenterà opere oltre venti artisti italiani e stranieri, che il noto critico tedesco Joerg Heiser (co-editor della rivista Frieze, Londra) ha selezionato dalla collezione della prestigiosa Fondazione Morra Greco di Napoli.
La mostra si colloca all’interno di un percorso avviato dal Comune di Bari ed annuncia futuri sviluppi di collaborazione per la conversione del Margherita in Centro per le Arti contemporanee. Nel corso della conferenza stampa di venerdì 3 dicembre (Teatro Margherita, ore 11) sarà presentato un protocollo d’intesa con la Fondazione napoletana, che getta le basi per lo studio di fattibilità di una fondazione a modello partecipativo che dovra’ coinvolgere altre istituzioni pubbliche e privati. Una forma di paternariato pubblico privato, analizzata nei suoi contenuti culturali ed artistici come in quelli economici e gestionali, che condurrà alla nascita del BAC, Bari Arte Contemporanea nel prestigioso teatro che attraverso un rigoroso progetto potrà essere ristrutturato nei suoi ampi spazi interni.
Come noto, il Teatro Margherita - inaugurato nel 1910 - è un originale edificio in stile Liberty situato nel vecchio porto di Bari in uno snodo cruciale che si fa cerniera tra il borgo antico e quello moderno. Costruito sull’acqua con un sistema di palafitte in cemento armato, fu dapprima un teatro d’intrattenimento in cui venivano rappresentati spettacoli di varietà e museo storico per diventare poi un cinema chiuso definitivamente nel 1980. Ci sono voluti trent’anni per riaprirlo dopo complessi lavori di consolidamento che lo hanno restituito alla città perfetto nell’involucro esterno e nella statica, ma con un interno ancora da restaurare che ben si presta al dialogo con l’arte contemporanea. Un edificio ricco di storia e al contempo ricco di potenzialità per il futuro, non solo per la città di Bari ma anche per la Regione Puglia e per l’intero Meridione.
Al fine di sviluppare queste potenzialità sono state messe in campo una serie di iniziative, tra cui questa estate un’ imponente installazione site-specific di opere di Jannis Kounellis, ed oggi TRAILER PARK rappresenta una sorta di banco di prova per il sogno di trasformare l’edificio in una casa permanente per l’arte contemporanea.
La mostra ospita opere importanti di artisti internazionali come Jimmy Durham, Rodney Graham, e Manfred Pernice, nonché di artisti italiani di rilievo come Lorenzo Scotto di Luzio e Giulia Piscitelli. Un’opera commissionata all’artista austriaco Marko Lulic - un pannello per affissioni in stile hollywoodiano che sarà installato sul tetto del teatro e che potrà essere visto da una grande distanza - offrirà una riflessione, condita da un misto di audacia ed ironia, sulla possibilità di adibire in futuro l’edificio a museo.
Perché il titolo TRAILER PARK? Un “Trailer park” è un campeggio per roulotte o case mobili, spesso di natura improvvisata, una soluzione provvisoria nata dall’indigenza e dalla povertà. Pur non dimenticando che molti esponenti del mondo dell’arte non appartengono ad ambienti poveri ma borghesi (non tutti, ovviamente), gli artisti contemporanei prendono le distanze dalla ricercatezza “fatta per l’eternità” che spesso ci si aspetta dalle opere d’arte, favorendo invece la natura improvvisata, sperimentale di artefatti trovati o costruiti. Quello che accomuna molte delle opere in mostra – sculture, installazioni, collage, fotografie, film e video – è la volontà, talvolta intrisa di umorismo, altre volte molto seria, di sgonfiare la monumentalità nell’arte e nella cultura in generale.
Un esempio è costituito dal collage Ping-Pong Monument (U.F.O.) (1971) del defunto artista slovacco Julius Koller, un pioniere dell’arte concettuale nell’Europa orientale. Il collage è un enorme monumento per un paesaggio urbano raffigurante una mano che regge una racchetta da ping-pong. L’intento è ridicolizzare gli enormi monumenti commemorativi che vengono spesso eretti dai regimi autoritari. Un altro spunto è offerto dalla scultura Untitled (keychain) (2004) dell’artista di Los Angeles, Eric Wesley, in cui una comunissima chiave è attaccata ad una grande costruzione fatta di tubi in pvc – una chiave che sarà impossibile perdere! Ancora, in un registro completamente diverso, il cortometraggio Charlotte (2004) dell’artista inglese Steve McQueen: vediamo in primo piano l’artista che tocca l’occhio della famosa attrice Charlotte Rampling, un gesto semplice di grande intimità e tenerezza, ma anche pieno di contenuta aggressività, che indaga sul rapporto tra gli spettatori e le star.
Un “trailer” è anche la breve presentazione di un film che sta per uscire, atta a stuzzicare le nostre aspettative; “park” invece fa gioco con lunapark, la sfaccettata esperienza associata al teatro di varietà che un tempo fu il Teatro Margherita. “Trailer park” in questo senso offre anche uno sguardo sul futuro rimescolando frammenti del passato. E’ il caso di una breve scena del monster movie del 1955 Il Mostro Dei Mari – un film che fu anche proiettato con successo al Teatro Margherita – in cui una piovra gigantesca attacca una città e attraverso cui vengono esplorate le ansie dell’uomo d’oggi in tempi di crisi; o l’opera di Seb Patane 16 Gennaio 1968, che si appropria di una immagine dello studente attivista Luigi Bobbio – oggi uno stimato professore di scienze politiche presso l’Università di Torino – mentre viene arrestato dalla polizia, sollevando la questione di cosa significhino oggi cittadinanza e impegno, ed il rapporto tra l’individuo e lo Stato. In questo senso “Trailer Park” è anche una proposta a non lasciare che l’erosione del sostegno dello Stato alla cultura, un fenomeno comune all’Europa intera ma presente soprattutto in Italia, sia data per scontato; l’iniziativa privata dei cittadini impegnati nelle loro comunità locali può stimolare ma non sostituire una cultura pubblica vitale per il futuro.
Artists. Özlem Altin, Christian Andersson, Giovanni Anselmo, Candice Breitz, Simon Denny, Jimmy Durham, Isa Genzken, Rodney Graham, Georg Herold, Jonathan Horowitz, Julius Koller, Jiri Kovanda, Marko Lulic, Steve McQueen, Henrik Olesen, Seb Patane, Manfred Pernice, Kirsten Pieroth, Giulia Piscitelli, Michael Sailstorfer, Lorenzo Scotto di Luzio, Katerina Seda, Eric Wesley, Cathy Wilkes
opening: Saturday 4 December 2010, 7.30 pm
The Teatro Magherita, inaugurated in 1910, is a beautiful building set right in the old harbour of Bari. It once was an entertainment theatre featuring variety shows, and it housed the historical museum; then, until 1979, it was a cinema; since 1980, it awaits to be re-awoken, and fully refurbished. It is a building of multifarious history, and yet full of future potential – for the city of Bari, the region of Puglia, and the whole south of Italy.
First moves have been made to realize that potential, most recently this summer with a grand site-specific installation of works by Jannis Kounellis . Now Trailer Park, an exhibition of works by 25 artists from the collection of Maurizio Morra Greco (Naples), supported by Comune di Bari and curated by German curator Jörg Heiser (co-editor frieze magazine, London) is a kind of test run for the dream of the building to be turned, in the foreseeable future, into a permanent home for contemporary art.
The exhibition features major works by international artists such as Jimmy Durham, Rodney Graham, and Manfred Pernice, as well as by important Italian artists such as Lorenzo Scotto di Luzio and Giulia Piscitelli. A newly commissioned piece by Austrian artist Marko Lulic, a ‘Hollywood’-style billboard to be installed on the roof and to be seen from afar, will reflect – with a mixture of audacity and irony – on the possible future of the building as a museum.
Why the title Trailer Park? A ‘trailer park’ is a settlement composed of mobile homes, often of makeshift nature, born out of necessity, and poverty – a provisional solution good-till-cancelled. Far from neglecting the fact that many people in the art world don’t come from poor but middleclass backgrounds (though not all), contemporary artists do question the made-for-eternity preciousness often expected of artworks, instead favouring the makeshift, experimental nature of found or constructed artefacts. What many of the artworks in the show – sculptures, installations, collages, photographs, films and videos –share is a humorous, and at times very serious interest to deflate aggrandizing gestures of monumentality, in art and culture at large.
For example, think of the late Slovakian artist Julius Koller, a conceptual art pioneer in Eastern Europe, and his collage Ping-Pong Monument (U.F.O.) (1971), proposing a huge monument of a hand holding a table tennis racket for a cityscape, ridiculing the enormous memorials often erected by authoritarian regimes (a gesture one might find apt also amidst still-existing, Mussolini-built environments). Another example is LA artist Eric Wesley’s sculpture Untitled (keychain) (2004), which attaches an ordinary key to a huge construction made of pvc tubes – a key one will definitely not loose. Or, with a very different timbre and register, British artist Steve McQueen’s short film Charlotte (2004): we see, in close-up, the artist touching the eye of famous actress Charlotte Rampling, a simple gesture of great intimacy and tenderness, yet full of subdued aggression, questioning the relationship between viewer and star.
A ‘trailer’ is a glimpse of a future movie release, teasing our expectations; ‘park’ plays also on lunapark, the multi-facetted experience associated with a vaudeville theatre such as the Teatro Magherita once was. ‘Trailer park’ in that sense also provides a glimpse of the future by way of recombining fragments from the past, be it a short scene from the 1955 monster movie It Came From Beneath the Sea – a film once successfully shown at the Teatro – featuring a giant Octopus attacking a city, speaking directly to contemporary anxieties at times of crises; or Sep Patane’s work 16 Gennaio 1968, appropriating an image of student activist Luigi Bobbio – today a well-respected professor of political science at the University of Turin – being arrested by the police, bringing up the question of what citizenship and engagement, and the relationship between the individual and the state means today. In that sense, ‘Trailer Park’ is also a proposal to not let the erosion of state support for culture, something experienced all over Europe but especially in Italy, be taken for granted; private initiative on the part of citizens engaged in their local communities can trigger, but not replace a vital public culture for the future.
Jörg Heiser è co-editor della rivista Frieze, Londra, e professore ospite presso la Art University di Linz, in Austria. Scrive per il Frankfurt Allgemeine Zeitung, ed ha prodotto molti saggi per libri e cataloghi, tra cui il recente "Le mie parole, e tu? L'arte povera e le sue affinità con il concettualismo internazionale e il romanticismo", in Il confine evanescente. Arte italiana 1960–2010 (ed. Gabriele Guercio e Anna Mattirolo, MAXXI ed Electa, Roma e Milano 2010). Il suo libro All of a Sudden. Things that Matter in Contemporary Art è stato pubblicato dalla Sternberg Press nel 2008. Tra le mostre curate da Jörg Heiser figurano 'Funky Lessons' (BüroFriedrich Berlin e Bawag Foundation Vienna, 2004/2005, catalogo),'Romantic Conceptualism' (Kunsthalle Nuremberg e Bawag Foundation Vienna, 2007, catalogo), e 'Fare Una Scenata' (Fondazione Morra Greco, Napoli, 2008, catalogo). Vive a Berlino.
Jörg Heiser is co-editor in chief of frieze magazine, London, and guest professor at Art University Linz, Austria. He writes for Frankfurt Allgemeine Zeitung, and has contributed many essays to books and catalogues, including recently "Le mie parole, e tu? L'arte povera e le sue affinità con il concettualismo internazionale e il romanticismo", in Il confine evanescente. Arte italiana 1960–2010 (eds. Gabriele Guercio and Anna Mattirolo, MAXXI and Electa, Rome and Milan 2010). His book All of a Sudden. Things that Matter in Contemporary Art was published by Sternberg Press in 2008. Exhibitions curated by Jörg Heiser include 'Funky Lessons' (BüroFriedrich Berlin and Bawag Foundation Vienna, 2004/2005, catalogue), 'Romantic Conceptualism' (Kunsthalle Nuremberg and Bawag Foundation Vienna, 2007, catalogue), and 'Fare Una Scenata' (Fondazione Morra Greco, Napoli, 2008, catalogue). He lives in Berlin.
04
dicembre 2010
Trailer Park
Dal 04 dicembre 2010 al 06 marzo 2011
arte contemporanea
Location
TEATRO MARGHERITA
Bari, Piazza Iv Novembre, (Bari)
Bari, Piazza Iv Novembre, (Bari)
Orario di apertura
tutti i giorni 11.00 – 13.00 / 16.00 – 20.00 chiuso lunedi’
Vernissage
4 Dicembre 2010, ore 19.30
Sito web
www.fondazionemorragreco.com
Autore
Curatore