29 settembre 2010

fino al 23.X.2010 Jan Knap Milano, Zonca & Zonca

 
Jan Knap, ovvero come vivere serenamente in polemica antimoderna. Fuori dal tempo, nello spazio utopico dell’idillio. Magari in una cittadina dell’ex Cecoslovacchia...

di

Il cineasta Nagisa Oshima scrisse un trattato-manifesto, Bandite
il verde
, nel
quale si legge: “Mai, assolutamente mai, filmare il verde. Il verde
addolcisce l’animo delle persone, edulcora i sentimenti
”. Non casualmente, una rapida
ricognizione della produzione pittorica contemporanea svelerebbe la rarità di
una palette a dominante verde, semmai il bianco e nero, i toni di grigio e le
tinte forti dell’alienazione e del sensazionalismo.

Invece il soggetto ricorrente delle circa venti opere di Jan
Knap
(Chrudimi,
1949; vive a Zelec), eccettuati pochi interni e una scena invernale, è il
picnic su prati color smeraldo (e, sullo sfondo, si vedono altri prati o campi
o frutteti di un verde magari più tenue e sfumato, comunque campiture uniformi
e definite di colori puri, senza chiaroscuro).

Il picnic, secondo Knap, è “la situazione che ognuno di
noi cerca di raggiungere, un momento per godere senza angoscia la nostra
esistenza
” e,
sotto l’aspetto compositivo e iconografico, deriva senza soluzione di
continuità dalle “sacre conversazioni”, dalle “madonne con bambino e santi”, dalle schiere di angeli musici
appena corrette dall’essenzialità formale e cromatica del realismo americano
novecentesco. Pochi elementi decorativi attualizzano la scena (thermos,
annaffiatoi di plastica, chitarre); cesti di mele, cardellini e conigli sono
coevi di Raffaello
ben più che nostri.

Jan Knap - Senza titolo - 2009 - olio su tela - cm 85x120 - courtesy Zonca & Zonca, Milano
Se Jan Knap consapevolmente ignora avanguardie e
transavanguardie, e l’astratto e l’informale, ugualmente bypassa la
rappresentazione ottocentesca del picnic come occasione di piaceri strettamente
terreni e carnali. Nell’immaginario di Knap, tutto metafisico e simbolico,
prepotentemente informato dagli studi teologici e dal neoplatonismo, non c’è
spazio per nulla che sia meno che candido, casto e armonico (ovvero le aree
che, di norma, non interessano l’indagine degli artisti del nostro tempo) e ciò
può ugualmente respingere, incuriosire o affascinare.

I presupposti teorici non sono cambiati dall’esperienza
del Normal Group, il movimento fondato dall’artista con Peter Angermann e Milan Kunc nel 1979: sfiducia nell’ideologia
e nel progresso, denuncia della crisi del linguaggio e, conseguentemente,
rifiuto della poetica postmoderna del frammento in favore delle forme pure e
arcadiche, pre-culturali, che parlano una lingua dei sensi archetipica, senza accenni
di satira o ironia.

Tra i dipinti in mostra, il più significativo e di maggior
impatto è una grande tela datata 2008 nella quale i cherubini diventano una
sorta di band di paese che si esibisce per un gruppo di bambine in ascolto, in
uno scenario idillico: il complesso gioco di raccordi sullo sguardo interno
alle figure e tra i personaggi e lo spettatore prova ancora una volta la
discendenza dall’arte rinascimentale. È una specie di opera-summa della poetica
del suo autore, in cui elementi potenzialmente naïf sono riscattati
dall’equilibrio compositivo e dal senso di perfetta armonia.

Jan Knap - Senza titolo - 2008 - olio su tela - cm 170x250 - courtesy Zonca & Zonca, Milano
In fondo, se i putti di Mantegna sono diventati un’icona pop
riproducibile in serie pari alle sagome stilizzate di Keith Haring, forse è possibile l’operazione
inversa e quindi la trasformazione di famigliole in libera uscita domenicale in
gruppi di bimbi-angelo e donne-madonne.

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mostra visitata il 20 settembre
2010


dal 17 settembre al 23 ottobre
2010

Jan Knap – La metafisica del quotidiano

a cura di Tiziana Castelluzzo
ed Elena Zonca

Galleria Zonca & Zonca

Via Ciovasso,
4 (zona Brera) – 20121 Milano

Orario: da
lunedi a venerdi ore 10-13 e 15.30-19.30; sabato su appuntamento

Ingresso
libero

Info: tel. +39
0272003377; fax +39 02572003369;
info@zoncaezonca.com; www.zoncaezonca.com

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