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Silvia Ballarin / Ester Grossi
Doppia personale all’interno della quale verranno presentati i lavori di Irene Calderoni Debora Masetti classe V B sez. Pittura e Decorazione Pittorica del
Prof. Antonio Borzì ISART Istituto Superiore Artistico
Comunicato stampa
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Drin! Drin! Drin! Nessuno risponde... risuono il campanello. Silvia fa capolino, apre e trapassando l’uscio mi accompagna nei suoi interni. Imperturbabile mi osserva, siede senza annuire. Nei suoi occhi la scrittura di un racconto di pittura: dipinge la sua storia, pura contemplazione, un incontro, un’istantanea odierna, distonia descrittiva, geroglifico moderno. Questo viaggio muove dalla pittura, la silente austerità le fa da padrona e il colore non sembra smentirla. Sussurra la sua arte, metafisica visione, intima allucinazione. Balza a prendere la tela, la dipinge.
Silvia bilancia, con attenzione scruta, si volta, e poi riguarda: scorge la tradizione, l’eco del passato prossimo. Il silenzio è evocato, muta comunicazione: Silvia telegramma!
Ma chi è Silvia, quali le sue tele? Silvia in una stanza, l’intimità. Silvia isolata, di rare e smentite comparse. Silvia congettura, la stanza perversa del tempo.
Lancette, frequenze, scansioni: dittico o prospettico? Fronte del retro? Trinità o quadrata visione?
Una vicenda, ridondante di parole assenti, oggetti trasposti, incarnazione di dialoghi muti, di luoghi dell’io, dell’astensione altrui. È una trama dove l’oggetto viene dipinto dalla mente, pura narrazione.
Silvia disegna la reale apparenza della blasfema finzione. Lo spazio pare assente, è una bozza. Tra le fughe delle mattonelle si dipartono fughe nel quotidiano: proiezioni.
Silvia e dintorni, Silvia capo-giro, e poi un altro! Seduta ritta, voltata, assorta, in contemplazione, tacitamente Silvia. Sulle note degli stadi pittorici, parla sola, pensa ad alta voce: circostanza.
Silvia ascolta, non parla, comunica sola, è seduta e presente. Attraverso le cerniere delle tele, cornici e perimetri di ambienti. Nel frattempo la porta si è chiusa, il campanello suona ancora, questa volta è il mio. Rispondo, ma solo quiete, controllo la posta e aprendo la busta: vernice di una mostra… sacri ossequi Silvia!
Lucas De Laurentiis
Silvia bilancia, con attenzione scruta, si volta, e poi riguarda: scorge la tradizione, l’eco del passato prossimo. Il silenzio è evocato, muta comunicazione: Silvia telegramma!
Ma chi è Silvia, quali le sue tele? Silvia in una stanza, l’intimità. Silvia isolata, di rare e smentite comparse. Silvia congettura, la stanza perversa del tempo.
Lancette, frequenze, scansioni: dittico o prospettico? Fronte del retro? Trinità o quadrata visione?
Una vicenda, ridondante di parole assenti, oggetti trasposti, incarnazione di dialoghi muti, di luoghi dell’io, dell’astensione altrui. È una trama dove l’oggetto viene dipinto dalla mente, pura narrazione.
Silvia disegna la reale apparenza della blasfema finzione. Lo spazio pare assente, è una bozza. Tra le fughe delle mattonelle si dipartono fughe nel quotidiano: proiezioni.
Silvia e dintorni, Silvia capo-giro, e poi un altro! Seduta ritta, voltata, assorta, in contemplazione, tacitamente Silvia. Sulle note degli stadi pittorici, parla sola, pensa ad alta voce: circostanza.
Silvia ascolta, non parla, comunica sola, è seduta e presente. Attraverso le cerniere delle tele, cornici e perimetri di ambienti. Nel frattempo la porta si è chiusa, il campanello suona ancora, questa volta è il mio. Rispondo, ma solo quiete, controllo la posta e aprendo la busta: vernice di una mostra… sacri ossequi Silvia!
Lucas De Laurentiis
05
novembre 2010
Silvia Ballarin / Ester Grossi
Dal 05 novembre 2010 al 05 gennaio 2011
arte contemporanea
giovane arte
giovane arte
Location
INA ASSITALIA – VIA DE’ PIGNATTARI
Bologna, Via De' Pignattari, 3 , (Bologna)
Bologna, Via De' Pignattari, 3 , (Bologna)
Orario di apertura
lunedì-giovedì, 9.00-13.00 14.30-17.30, venerdì, 9.00-13.00
Vernissage
5 Novembre 2010, ore 18.30
Autore
Curatore