-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
fino al 31.X.2010 Loretta Lux Milano, Carla Sozzani
milano
Perfezione formale e stravolgimento delle proporzioni. Il tutto accompagnato da un abbigliamento retrò e dall’artificiosità di pose ed espressioni. Sono i ritratti immaginari di Loretta Lux...
apparentemente immacolati, dagli sguardi vitrei e inespressivi, s’impongono
alla vista dello spettatore che, disorientato, subisce una sorta di
fascinazione accattivante e al tempo stesso ambigua. Bambini che sembrano
usciti da fiabe dove l’orco cattivo se la dà volentieri a gambe levate. Ai
quali probabilmente è consentito vedere le anime dei defunti o che fanno parte
essi stessi del regno dei morti. Nonostante pose languide e incarnati eburnei,
delicate tinte pastello giocate sui valori tonali, la leggerezza delle vesti e
i raffinati dettagli.
Tra
fiaba e alienazione, Loretta Lux (Dresda,
1969; vive a Monaco di Baviera) concepisce un immaginario che celebra
l’infanzia in versione noir. Soldatini sull’attenti con gli occhi persi nel
vuoto in preda a uno stato di ipnosi non tradiscono un minimo d’indagine
introspettiva. Simulacri di se stessi, tanto belli quanto aridi, sono tali e
quali ai bambini del Villaggio dei Dannati. Inquietanti e seducenti protagonisti di quel paradiso perduto che è
l’infanzia.
Attinge
alla tradizione pittorica tedesca – da Holbein a Friedrich – con un’attenta analisi della ritrattistica che muove dal tardo
Rinascimento all’epoca vittoriana fino ad arrivare alle illustrazioni
pubblicitarie anni ’50, proiettando gli scatti in un’epoca indefinita. Avulsi
dal contesto e scaraventati in un ambiente alieno, i suoi modelli sono
generalmente figli di amici immortalati su uno sfondo neutro, sostituito
successivamente da scorci fissati sulla pellicola durante i suoi viaggi.
Perché
quest’infanzia artificiosamente serena, in rigoroso abbigliamento vintage, con
occhi e arti ipertrofici e oggetti improbabili tra le mani, altro non è che il
risultato di un attento quanto lungo processo di manipolazione digitale. Un
mondo dell’infanzia immerso in un’atmosfera patinata, dove tutto è irreale e
inaccessibile e concorre a raggiungere la massima perfezione estetica.
Maniacale nella rigorosità geometrica e nella ricerca di scenari desolati, a
tratti squallidi. Non importa se sia mare, campagna o metropoli a stagliarsi
alle spalle dei protagonisti, ciò che conta sono i richiami cromatici di questi
ingannevoli e affascinanti album di famiglia.
Foto
elaborate in forma finemente pittorica – non a caso Lux ha esordito come
pittrice – la cui connotazione tenebrosa è da ricercarsi nella tradizione della
pittura nord europea. E se per quanto riguarda la fotografia la patinatura
perlacea le accosta al dissacrante Erwin Olaf, gli altri riferimenti sembrano spartirsi tra Diane Arbus
e Jeff Wall.
Una
mostra godibile, allestita in maniera razionale su pareti asettiche, ma che
lascia a bocca asciutta se si ha l’aspettativa di trovarsi davanti opere
recenti. Infatti, si tratta perlopiù di pezzi tra il 2000 e il 2005 e solo un
piccolo nucleo tra il 2006 e il 2007. Una doppia delusione, considerando che la
Galleria Sozzani in quest’occasione celebra i vent’anni di attività.
mostra
visitata il 9 settembre 2010
dal
9 settembre al 31 ottobre 2010
Loretta
Lux
Galleria Carla Sozzani
Corso Como, 10 (zona Stazione
Garibaldi) – 20154 Milano
Orario: martedì e da venerdì a
domenica ore 10.30-19.30; mercoledì e giovedì ore 10.30-21; lunedì ore
15.30-19.30
Ingresso libero
Info: tel. +39 02653531; fax +39
0229004080; info@galleriasozzani.org; www.galleriasozzani.org
[exibart]