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Giancarlo Orrù – Rinascita
Una mostra di Orrù ti scombina le aspettative, ti cambia le dimensioni, ti allarga il tempo, ti spinge ad osare tra tremiti di nostalgia e ossigenanti utopie. Specie quando per vederla devi passare tra montagne di libri di Rinascita.
Comunicato stampa
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Alberi come non ne vediamo mai, ma che forse abbiamo nei sogni e nei ricordi. Alberi solitari, pensosi, combattenti. Alberi protesi, attorcigliati, placidi. Alberi ben piantati. Alberi sentinella. Alberi raccontatori, nessuno di loro è troppo giovane. Alberi monumento. Alberi anarchici, resistenti. Alberi da scalare, ma non c'è coraggio. Alberi da carta? Giammai. Questi in libreria ci vanno così come sono, vivi, trionfalmente. Ce li porta Orrù.
Ruderi intatti e improvvisi dove mai fu una città. Forse si sono mossi a scegliere la storia, che tengono misteriosa. Inutile studiarli. Costruzioni interrotte o appena iniziate, monoliti senza finestre da avvicinare con soggezione, statue che dormono, che vegliano, che aspettano la marea. Pe(n)sano molto, le pietre segnate da Orrù.
Barche a fianchi bassi con vele bianche ad ombrello, senza albero. Non gli servirebbe l'acqua, né il timoniere, né il motore. Trovano scie già tracciate, ma sono libere e insicure. Devono esplorare, arrivare dove qualcuno ha fabbricato luoghi. Con calma. Se Orrù volesse, potrebbero volare come alianti lungo linee garbate.
Piccole figure senza tempo di un'altra epoca. Donne specialmente. Non cercano le città. Cercano invece di ricordarsi dove sono, perché si vedono così piccole, perché indicano, perché portano con convinzione bandiere e stendardi, perché navigano tra le isole verso le scalinate... Orrù potrebbe dirglielo ma non lo fa.
Una mostra di Orrù ti scombina le aspettative, ti cambia le dimensioni, ti allarga il tempo, ti spinge ad osare tra tremiti di nostalgia e ossigenanti utopie. Specie quando per vederla devi passare tra montagne di libri di Rinascita.
Ruderi intatti e improvvisi dove mai fu una città. Forse si sono mossi a scegliere la storia, che tengono misteriosa. Inutile studiarli. Costruzioni interrotte o appena iniziate, monoliti senza finestre da avvicinare con soggezione, statue che dormono, che vegliano, che aspettano la marea. Pe(n)sano molto, le pietre segnate da Orrù.
Barche a fianchi bassi con vele bianche ad ombrello, senza albero. Non gli servirebbe l'acqua, né il timoniere, né il motore. Trovano scie già tracciate, ma sono libere e insicure. Devono esplorare, arrivare dove qualcuno ha fabbricato luoghi. Con calma. Se Orrù volesse, potrebbero volare come alianti lungo linee garbate.
Piccole figure senza tempo di un'altra epoca. Donne specialmente. Non cercano le città. Cercano invece di ricordarsi dove sono, perché si vedono così piccole, perché indicano, perché portano con convinzione bandiere e stendardi, perché navigano tra le isole verso le scalinate... Orrù potrebbe dirglielo ma non lo fa.
Una mostra di Orrù ti scombina le aspettative, ti cambia le dimensioni, ti allarga il tempo, ti spinge ad osare tra tremiti di nostalgia e ossigenanti utopie. Specie quando per vederla devi passare tra montagne di libri di Rinascita.
31
ottobre 2010
Giancarlo Orrù – Rinascita
Dal 31 ottobre al 30 novembre 2010
arte contemporanea
Location
LIBRERIA RINASCITA
Ascoli Piceno, Piazza Roma, 7, (Ascoli Piceno)
Ascoli Piceno, Piazza Roma, 7, (Ascoli Piceno)
Vernissage
31 Ottobre 2010, ore 18
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