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Ilia Rubini – La commedia della vita
La mostra si articola in una cinquantina di oli su tavola e una serie di disegni a china su
carta, una selezione delle opere più recenti dell’artista dagli anni Sessanta attiva nella sua
residenza di Corno Giovine, nella Bassa Lodigiana al confine con il Piacentino, ricavata in
una ottocentesca fornace.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Ilia Rubini si presenta per la prima volta a Lodi con una personale. La mostra, promossa
dall’assessorato comunale alla cultura e sponsorizzata dalla Banca di Credito Cooperativo
Centropadana, si terrà dal 30 ottobre al 21 novembre presso l’ex chiesa dell’Angelo di via
Fanfulla, uno spazio pubblico che vuole consolidare il ruolo di qualificato punto di
riferimento per gli appuntamenti del calendario espositivo della città e della provincia.
La commedia della vita – questo il titolo della rassegna curata da Marina Arensi e Beppe
Cremaschi, autori anche del ricco catalogo stampato per i tipi della Sollicitudo Arti Grafiche
di Lodi – si articola in una cinquantina di oli su tavola e una serie di disegni a china su
carta, una selezione delle opere più recenti dell’artista dagli anni Sessanta attiva nella sua
residenza di Corno Giovine, nella Bassa Lodigiana al confine con il Piacentino, ricavata in
una ottocentesca fornace. C’è spazio solo per volti, personaggi e cavalli nella pittura di Ilia
Rubini, artista che ha rivelato il proprio talento fin da giovanissima e che vanta una intensa
e brillante consuetudine con la scultura, testimoniata da numerose opere, spesso di
monumentali proporzioni, destinate a varie località italiane e straniere.
Nella pittura, secondo una costante tipica degli scultori, Ilia Rubini punta sulla sicura
costruzione del disegno per lasciar intuire i volumi e caricare di espressività i personaggi,
affidandosi ad una tavolozza volutamente avara di slanci cromatici e dominata invece dai
toni bruni e ocra-rossastri, illuminati da decise pennellate bianche.
I suoi quadri raccontano di un’umanità agitata da tensioni psicologiche ed emotive, dove
attese e speranze si alternano a delusioni e depressioni, gli inni alla vitalità e alla bellezza
cedono il passo alla malinconia, ai giochi del destino e al misterioso incombere del divino.
La mostra apre anche una piccola parentesi per ricordare l’irripetibile clima artistico che
dal 1926 si era creato a Milano nella trattoria toscana Bagutta, tuttora aperta nell’omonima
via, che ha segnato una tappa importante nella carriera di Ilia Rubini.
Bagutta ha tenuto a battesimo il primo premio letterario italiano, ospitando un cenacolo di
letterati, giornalisti e pittori (Riccardo Bacchelli, Orio Vergani, Mario Vellani Marchi, Beppe
Novello e Ottavio Steffenini, tra i protagonisti) che ha animato il mondo culturale non solo
milanese. Un premio Bagutta, dedicato alla memoria di Orio Vergani nel 1960, data della
morte del celebre giornalista del Corriere della Sera, era stato destinato dal 1957 ai pittori
e scultori presenti alla Permanente per la “Biennale d’Arte Città di Milano”.
Ilia Rubini, che ancora adolescente aveva debuttato con alcuni disegni alla “Spotorno” di
Milano ed aveva avuto tra i più convinti estimatori Beppe Novello, si impose nella sezione
bianco e nero, entrando nel 1967 nella storia del Bagutta: una promozione di assoluto
prestigio, che la mostra all’ex chiesa dell’Angelo vuol ricordare con alcune opere di
COMUNE DI LODI
Ufficio stampa e comunicazione
Comune di Lodi – Ufficio stampa e comunicazione – P.zza Broletto, 1 – 26900 Lodi – telef. 0371/409210 – e-mail
claudio.gazzola@comune.lodi.it - fax 0371/409447
Novello, per la Rubini indimenticato maestro e amico, e Steffenini (entrambi
anagraficamente legati al Lodigiano: il primo di Codogno, il secondo appartenente a una
famiglia di San Colombano a Lambro), provenienti da quel prezioso museo che è il
ristorante Bagutta, del quale viene offerta una sintetica documentazione fotografica.
Ilia Rubini, che da bambina era sfollata con i genitori negli anni del secondo conflitto
mondiale da Milano a Pontenure, nel Piacentino, ha frequentato giovanissima l’Istituto
d’Arte “Gazzola” di Piacenza. I suoi maestri: Paolo Maserati per la scultura, Umberto
Concerti per la pittura e Ferdinando Arisi per la Storia dell’Arte. Ha in seguito perfezionato
la propria educazione artistica frequentando a Milano gli studi degli scultori Francesco
Messina, Romano Rui e Carlo Russo, e del pittore Salvatore Fiume.
Protagonista fin dagli anni Sessanta di una fitta serie di mostre personali in celebri gallerie
italiane ed europee, ha coronato la propria attività con i consensi della critica più quotata e
con la realizzazione di sculture per enti pubblici, istituzioni religiose e privati.
Ammirata in varie parti del mondo, la creatività di Ilia Rubini continua a manifestare la sua
prolifica vitalità nella scultura, nella pittura e nel disegno.
(26-10-2010)
dall’assessorato comunale alla cultura e sponsorizzata dalla Banca di Credito Cooperativo
Centropadana, si terrà dal 30 ottobre al 21 novembre presso l’ex chiesa dell’Angelo di via
Fanfulla, uno spazio pubblico che vuole consolidare il ruolo di qualificato punto di
riferimento per gli appuntamenti del calendario espositivo della città e della provincia.
La commedia della vita – questo il titolo della rassegna curata da Marina Arensi e Beppe
Cremaschi, autori anche del ricco catalogo stampato per i tipi della Sollicitudo Arti Grafiche
di Lodi – si articola in una cinquantina di oli su tavola e una serie di disegni a china su
carta, una selezione delle opere più recenti dell’artista dagli anni Sessanta attiva nella sua
residenza di Corno Giovine, nella Bassa Lodigiana al confine con il Piacentino, ricavata in
una ottocentesca fornace. C’è spazio solo per volti, personaggi e cavalli nella pittura di Ilia
Rubini, artista che ha rivelato il proprio talento fin da giovanissima e che vanta una intensa
e brillante consuetudine con la scultura, testimoniata da numerose opere, spesso di
monumentali proporzioni, destinate a varie località italiane e straniere.
Nella pittura, secondo una costante tipica degli scultori, Ilia Rubini punta sulla sicura
costruzione del disegno per lasciar intuire i volumi e caricare di espressività i personaggi,
affidandosi ad una tavolozza volutamente avara di slanci cromatici e dominata invece dai
toni bruni e ocra-rossastri, illuminati da decise pennellate bianche.
I suoi quadri raccontano di un’umanità agitata da tensioni psicologiche ed emotive, dove
attese e speranze si alternano a delusioni e depressioni, gli inni alla vitalità e alla bellezza
cedono il passo alla malinconia, ai giochi del destino e al misterioso incombere del divino.
La mostra apre anche una piccola parentesi per ricordare l’irripetibile clima artistico che
dal 1926 si era creato a Milano nella trattoria toscana Bagutta, tuttora aperta nell’omonima
via, che ha segnato una tappa importante nella carriera di Ilia Rubini.
Bagutta ha tenuto a battesimo il primo premio letterario italiano, ospitando un cenacolo di
letterati, giornalisti e pittori (Riccardo Bacchelli, Orio Vergani, Mario Vellani Marchi, Beppe
Novello e Ottavio Steffenini, tra i protagonisti) che ha animato il mondo culturale non solo
milanese. Un premio Bagutta, dedicato alla memoria di Orio Vergani nel 1960, data della
morte del celebre giornalista del Corriere della Sera, era stato destinato dal 1957 ai pittori
e scultori presenti alla Permanente per la “Biennale d’Arte Città di Milano”.
Ilia Rubini, che ancora adolescente aveva debuttato con alcuni disegni alla “Spotorno” di
Milano ed aveva avuto tra i più convinti estimatori Beppe Novello, si impose nella sezione
bianco e nero, entrando nel 1967 nella storia del Bagutta: una promozione di assoluto
prestigio, che la mostra all’ex chiesa dell’Angelo vuol ricordare con alcune opere di
COMUNE DI LODI
Ufficio stampa e comunicazione
Comune di Lodi – Ufficio stampa e comunicazione – P.zza Broletto, 1 – 26900 Lodi – telef. 0371/409210 – e-mail
claudio.gazzola@comune.lodi.it - fax 0371/409447
Novello, per la Rubini indimenticato maestro e amico, e Steffenini (entrambi
anagraficamente legati al Lodigiano: il primo di Codogno, il secondo appartenente a una
famiglia di San Colombano a Lambro), provenienti da quel prezioso museo che è il
ristorante Bagutta, del quale viene offerta una sintetica documentazione fotografica.
Ilia Rubini, che da bambina era sfollata con i genitori negli anni del secondo conflitto
mondiale da Milano a Pontenure, nel Piacentino, ha frequentato giovanissima l’Istituto
d’Arte “Gazzola” di Piacenza. I suoi maestri: Paolo Maserati per la scultura, Umberto
Concerti per la pittura e Ferdinando Arisi per la Storia dell’Arte. Ha in seguito perfezionato
la propria educazione artistica frequentando a Milano gli studi degli scultori Francesco
Messina, Romano Rui e Carlo Russo, e del pittore Salvatore Fiume.
Protagonista fin dagli anni Sessanta di una fitta serie di mostre personali in celebri gallerie
italiane ed europee, ha coronato la propria attività con i consensi della critica più quotata e
con la realizzazione di sculture per enti pubblici, istituzioni religiose e privati.
Ammirata in varie parti del mondo, la creatività di Ilia Rubini continua a manifestare la sua
prolifica vitalità nella scultura, nella pittura e nel disegno.
(26-10-2010)
30
ottobre 2010
Ilia Rubini – La commedia della vita
Dal 30 ottobre al 21 novembre 2010
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
CHIESA DELL’ANGELO
Lodi, Via Tito Fanfulla, 22, (Lodi)
Lodi, Via Tito Fanfulla, 22, (Lodi)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì 17.00-19.00
sabato e domenica 10.00-12.30 e 15.00-19.00 (lunedì chiuso)
Vernissage
30 Ottobre 2010, ore 17,30
Autore
Curatore