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inside/Outside
Metronom presenta, dal 13 novembre, una mostra collettiva con opere di Benedetta Alfieri, Emanuela Ascari, Elena Arzuffi, Barbara Bartolone e Erica Battello.
Comunicato stampa
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La mostra propone una riflessione sul tema del paesaggio interiore: attraverso l’uso del mezzo fotografico l’immagine diventa strumento per dare corpo stati d’animo ed emozioni.
La ricerca delle cinque artiste si dipana su questa sfumatura, attraverso immagini di oggetti comuni e luoghi, complice l’inganno connaturato al mezzo fotografico, che consente un’apertura su dimensioni intime e private.
Un gioco sul filo della memoria quello di Emanuela Ascari che con la serie Sotto la polvere presenta il racconto di una esperienza privata, il ritorno ai luoghi e alla casa delle propria infanzia per recuperare il ricordo delle proprie origini. Gli oggetti di uso quotidiano rimangono come cristallizzati sotto la polvere, l’abbandono degli ambienti restituisce stratificazioni materiche di passato e presente, fotografie, vasi, fiori di plastica, tutto concorre a costruire una geografia della memoria.
La forza evocativa degli oggetti di Benedetta Alfieri si muove sul confine tra pubblico e privato, tra ciò che si offre alla vista e ciò che si nasconde, il lato più intimo messo a nudo. Le Sorelle sono ritratti puri, senza sfondo e senza contesto, nessuna architettura, la forza delle immagini è resa dalla scala 1:1 che sfugge alla tentazione della moderna natura morta e anzi ci racconta la vitalità dell’oggetto. I colori delle stoffe, le pieghe degli abiti ci rimandano a un mondo in cui ricostruire e immaginare storie e destini di persone reali.
Elena Arzuffi usa la fotografia per un’indagine di pura osservazione, “è un po’ come guardare fuori dalla propria finestra”, dichiara. Finestra reale o metaforica è quella che si apre su comunicazioni e linguaggi privati, in cui l’ambiente domestico diventa il pretesto per raccontare storie assolutamente contemporanee. I protagonisti sono colti in forma di ritratto o stilizzati in un tratto grafico appena accennato. Non è la forma quella che condiziona, quanto l’apertura, la visuale, l’orizzonte che si apre da quella finestra interiore e mette a nudo debolezze e fragilità, senza mai perdere lo sguardo ironico.
Barbara Bartolone presenta una fotografia di paesaggio che è strumento per una ricerca introspettiva: dai boschi alla campagna lombarda la sua visione è affidata a oggetti o presenze naturali che si animano nel dettaglio mai scontato. Ricerca rigorosa di composizione formale e uso della luce come strumentale e rivelatoria caratterizzano un lavoro fotografico che non si sottrae a sentimenti malinconici, Gli alberi che ti hanno visto correre o la serie Finestre sono espliciti ritratti di emozioni raccontate e condivise.
Il sentimento di sospensione che deriva dalla ricerca della propria identità è al centro del lavoro di Erica Battello: di padre italiano e madre cinese, ha vissuto a Hong Kong, colonia britannica, fino a 11 anni. Il mix di bilinguismo, razza e cultura dominante si ritrova nella sua produzione video e in quella fotografica: The Red String è una serie di autoritratti in cui Battello si presta a interpretare i ruoli di figlia, moglie e madre che costituiscono il perno della condizione femminile nella cultura tradizionale cinese, tra moderna condizione di inferiorità e romantiche leggende.
La ricerca delle cinque artiste si dipana su questa sfumatura, attraverso immagini di oggetti comuni e luoghi, complice l’inganno connaturato al mezzo fotografico, che consente un’apertura su dimensioni intime e private.
Un gioco sul filo della memoria quello di Emanuela Ascari che con la serie Sotto la polvere presenta il racconto di una esperienza privata, il ritorno ai luoghi e alla casa delle propria infanzia per recuperare il ricordo delle proprie origini. Gli oggetti di uso quotidiano rimangono come cristallizzati sotto la polvere, l’abbandono degli ambienti restituisce stratificazioni materiche di passato e presente, fotografie, vasi, fiori di plastica, tutto concorre a costruire una geografia della memoria.
La forza evocativa degli oggetti di Benedetta Alfieri si muove sul confine tra pubblico e privato, tra ciò che si offre alla vista e ciò che si nasconde, il lato più intimo messo a nudo. Le Sorelle sono ritratti puri, senza sfondo e senza contesto, nessuna architettura, la forza delle immagini è resa dalla scala 1:1 che sfugge alla tentazione della moderna natura morta e anzi ci racconta la vitalità dell’oggetto. I colori delle stoffe, le pieghe degli abiti ci rimandano a un mondo in cui ricostruire e immaginare storie e destini di persone reali.
Elena Arzuffi usa la fotografia per un’indagine di pura osservazione, “è un po’ come guardare fuori dalla propria finestra”, dichiara. Finestra reale o metaforica è quella che si apre su comunicazioni e linguaggi privati, in cui l’ambiente domestico diventa il pretesto per raccontare storie assolutamente contemporanee. I protagonisti sono colti in forma di ritratto o stilizzati in un tratto grafico appena accennato. Non è la forma quella che condiziona, quanto l’apertura, la visuale, l’orizzonte che si apre da quella finestra interiore e mette a nudo debolezze e fragilità, senza mai perdere lo sguardo ironico.
Barbara Bartolone presenta una fotografia di paesaggio che è strumento per una ricerca introspettiva: dai boschi alla campagna lombarda la sua visione è affidata a oggetti o presenze naturali che si animano nel dettaglio mai scontato. Ricerca rigorosa di composizione formale e uso della luce come strumentale e rivelatoria caratterizzano un lavoro fotografico che non si sottrae a sentimenti malinconici, Gli alberi che ti hanno visto correre o la serie Finestre sono espliciti ritratti di emozioni raccontate e condivise.
Il sentimento di sospensione che deriva dalla ricerca della propria identità è al centro del lavoro di Erica Battello: di padre italiano e madre cinese, ha vissuto a Hong Kong, colonia britannica, fino a 11 anni. Il mix di bilinguismo, razza e cultura dominante si ritrova nella sua produzione video e in quella fotografica: The Red String è una serie di autoritratti in cui Battello si presta a interpretare i ruoli di figlia, moglie e madre che costituiscono il perno della condizione femminile nella cultura tradizionale cinese, tra moderna condizione di inferiorità e romantiche leggende.
13
novembre 2010
inside/Outside
Dal 13 novembre 2010 al 29 gennaio 2011
fotografia
Location
METRONOM
Modena, Via Carteria, 10, (Modena)
Modena, Via Carteria, 10, (Modena)
Orario di apertura
da martedi a sabato 15.00-19.00 e su appuntamento
Vernissage
13 Novembre 2010, ore 18.30
Autore