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Le Meduse – La proliferazione
La figurazione per Le Meduse non rappresenta l’esercizio accademico del disegno, mero ritorno al segno, alla forma e al colore, ma si configura come forza poetica e comunicazione di idee e sentimenti, anche quando, nella sua accezione ironica, la linea si fa parodia della realtà.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La prestigiosa ed elegante sede di Palazzo Venini in Via Chiaravalle a Milano, nei pressi di Missori, dopo la prima
esposizione presso la Fabbrica del Vapore, accoglie una nuova mostra del movimento Le Meduse a cura di Vera
Agosti, promossa da Sensitive Factory. I componenti de Le Meduse sono conosciuti come “gli artisti urticanti”, che
vogliono lasciare un segno graffiante nella società contemporanea e nell’arte. Attenti all’attualità, la reinterpretano
attraverso una figurazione di ispirazione classica, tragica o ironica nel tentativo di smuovere gli animi nei confronti del
malessere delle nuove generazioni defraudate di un futuro sereno e della possibilità di sognare.
La figurazione per Le Meduse non rappresenta l'esercizio accademico del disegno, mero ritorno al segno, alla forma e
al colore, ma si configura come forza poetica e comunicazione di idee e sentimenti, anche quando, nella sua accezione
ironica, la linea si fa parodia della realtà.
L’occasione è l’evoluzione del gruppo che accoglie nuovi artisti che il 20 ottobre, giorno dell’inaugurazione della
mostra, firmeranno il manifesto.
Emanuele Gregolin crede nella forza erotica del colore, della gestualità e della vibrazione pittorica. Dipinge interni
disabitati, dove restano le tracce del passaggio dell’uomo, dimore antiche e sontuose, atelier d’artista vissuti ed
elegantemente caotici. Luoghi della solitudine, dell’esistenza trascorsa che non ritorna. E ancora ritratti della gioventù
di oggi che “ci dimostra, ci manda, ci grida. A volte c'è un messaggio di energia, di eros, ma quello che tutti esprimono
è un senso di perdita, di bisogno, di vanità..." I ragazzi di Gregolin sono spesso connessi alla realtà globale, sempre
attaccati al cellulare o all’i-pod, sono i figli della tecnologia dei nostri tempi.
Iacopo Raugei, ex-biologo, descrive con precisione minuziosa un mondo oscuro popolato da inquieti personaggi della
scienza. Boccette, ampolle, siringhe e camici sono a volte rischiarati da un improvviso fascio di luce. Scienziati e
tecnici di laboratorio si alternano a bambini con coltelli e figure sinistre. Gli oggetti specifici di un’attività per molti
versi sconosciuta ai più non fanno che aumentare il senso del mistero e della segretezza, dell’indicibile e dell’
irraccontabile.
E quindi il gruppo costitutivo del movimento con Giovanni Cerri e le sue periferie desolate, le aree metropolitane offlimits
dove i cartelli stradali indicano di stare alla larga perché è successo qualcosa che non doveva accadere; Lorenzo
Manenti e la serie di tavole dedicata a Hubaba, il guardiano della foresta di cedri nell’epopea mesopotamica di
Gilgamesh, eredità dei territori iracheni; Anna Madia e le sue fanciulle romantiche e tormentate; Andrea Riga e le
tele gigantesche volte a un iperrealismo contaminato e simbolico; Maurizio Cariati con le opere in juta estroflessa e i
personaggi quotidiani e ironici; Jaya Cozzani con un video sul tema della noia e sull’impossibilità del fare anche
quando si potrebbe e alcuni frame sul tema della comunicazione e dell’interiorità.
Si ringrazia Alan Rizzi, l’Assessore allo Sport e al Tempo Libero del Comune di Milano, che ha patrocinato
l’iniziativa.
esposizione presso la Fabbrica del Vapore, accoglie una nuova mostra del movimento Le Meduse a cura di Vera
Agosti, promossa da Sensitive Factory. I componenti de Le Meduse sono conosciuti come “gli artisti urticanti”, che
vogliono lasciare un segno graffiante nella società contemporanea e nell’arte. Attenti all’attualità, la reinterpretano
attraverso una figurazione di ispirazione classica, tragica o ironica nel tentativo di smuovere gli animi nei confronti del
malessere delle nuove generazioni defraudate di un futuro sereno e della possibilità di sognare.
La figurazione per Le Meduse non rappresenta l'esercizio accademico del disegno, mero ritorno al segno, alla forma e
al colore, ma si configura come forza poetica e comunicazione di idee e sentimenti, anche quando, nella sua accezione
ironica, la linea si fa parodia della realtà.
L’occasione è l’evoluzione del gruppo che accoglie nuovi artisti che il 20 ottobre, giorno dell’inaugurazione della
mostra, firmeranno il manifesto.
Emanuele Gregolin crede nella forza erotica del colore, della gestualità e della vibrazione pittorica. Dipinge interni
disabitati, dove restano le tracce del passaggio dell’uomo, dimore antiche e sontuose, atelier d’artista vissuti ed
elegantemente caotici. Luoghi della solitudine, dell’esistenza trascorsa che non ritorna. E ancora ritratti della gioventù
di oggi che “ci dimostra, ci manda, ci grida. A volte c'è un messaggio di energia, di eros, ma quello che tutti esprimono
è un senso di perdita, di bisogno, di vanità..." I ragazzi di Gregolin sono spesso connessi alla realtà globale, sempre
attaccati al cellulare o all’i-pod, sono i figli della tecnologia dei nostri tempi.
Iacopo Raugei, ex-biologo, descrive con precisione minuziosa un mondo oscuro popolato da inquieti personaggi della
scienza. Boccette, ampolle, siringhe e camici sono a volte rischiarati da un improvviso fascio di luce. Scienziati e
tecnici di laboratorio si alternano a bambini con coltelli e figure sinistre. Gli oggetti specifici di un’attività per molti
versi sconosciuta ai più non fanno che aumentare il senso del mistero e della segretezza, dell’indicibile e dell’
irraccontabile.
E quindi il gruppo costitutivo del movimento con Giovanni Cerri e le sue periferie desolate, le aree metropolitane offlimits
dove i cartelli stradali indicano di stare alla larga perché è successo qualcosa che non doveva accadere; Lorenzo
Manenti e la serie di tavole dedicata a Hubaba, il guardiano della foresta di cedri nell’epopea mesopotamica di
Gilgamesh, eredità dei territori iracheni; Anna Madia e le sue fanciulle romantiche e tormentate; Andrea Riga e le
tele gigantesche volte a un iperrealismo contaminato e simbolico; Maurizio Cariati con le opere in juta estroflessa e i
personaggi quotidiani e ironici; Jaya Cozzani con un video sul tema della noia e sull’impossibilità del fare anche
quando si potrebbe e alcuni frame sul tema della comunicazione e dell’interiorità.
Si ringrazia Alan Rizzi, l’Assessore allo Sport e al Tempo Libero del Comune di Milano, che ha patrocinato
l’iniziativa.
20
ottobre 2010
Le Meduse – La proliferazione
Dal 20 ottobre al 20 novembre 2010
arte contemporanea
Location
PALAZZO VENINI
Milano, Via Chiaravalle, 7, (Milano)
Milano, Via Chiaravalle, 7, (Milano)
Orario di apertura
10-13 e14:30-18:30
Chiuso il lunedì
Autore
Curatore