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Francesco Hayez – ll Bacio. Un capolavoro per l’Italia
Icona del Romanticismo, il Bacio di Francesco Hayez – una delle opere italiane che meglio rappresenta la passione e il sogno patriottico – approda a Genova dopo essere stata esposta al Castello di Miramare di Trieste.
Comunicato stampa
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Icona del Romanticismo, il Bacio di Francesco Hayez – una delle opere italiane che meglio rappresenta la passione e il sogno patriottico – approda a Genova dopo essere stata esposta al Castello di Miramare di Trieste.
Nel Museo del Risorgimento – Casa natale di Giuseppe Mazzini – viene presentata al pubblico dal 2 ottobre 2010 al 9 gennaio 2011 l’opera che divenne ben presto simbolo delle lotte risorgimentali e dell’idea comune di nazione e di libertà che si andava consolidando nel paese unificato. Francesco Hayez intese tributare in questo modo un orgoglioso omaggio all’appena raggiunta Unità d’Italia grazie alla rappresentazione del tricolore nelle vesti dei due amanti: il verde ed il rosso negli abiti maschili, il bianco in quelli della protagonista femminile.
L’esposizione rientra nell’ambito delle iniziative dedicate al 150° anniversario dell’Unità d’Italia, delle cui celebrazioni si fanno promotori la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, iniziative che si concluderanno nel 2011.
Il progetto Il Bacio. Un capolavoro per l’Italia, ideato e prodotto da Alef cultural project management di Milano, attraverserà tutta la penisola, toccando i luoghi più significativi dell’epopea risorgimentale, verso la conquista dell’Unificazione nazionale.
Sin dal suo primo apparire, all’Esposizione di Brera il 9 settembre 1859, Il Bacio attrasse il pubblico per il tema seducente del dipinto: il momento più poetico dell’incontro tra due persone.
Dell’opera si conoscono quattro versioni. La più nota è proprio la redazione tuttora conservata alla Pinacoteca di Brera. La seconda versione è conservata oggi in collezione privata ed è di modeste dimensioni.
Una terza versione – quella che viene proposta in mostra – fu custodita dall’artista per diversi anni e fu presentata all’Esposizione universale di Parigi del 1867. L’opera è ricomparsa in America, in collezione privata e aiuta la comprensione del significato politico dell’opera. Di rilievo l’inserto del panno bianco, un velo caduto, che rappresenta una novità accanto alla scelta di un verde acceso per il risvolto interno del mantello dell’uomo, più smorzato nella versione di Brera. Il bianco – che nella scena di Brera era affidato solo alle maniche della donna – con il verde, il rosso della calzamaglia dell’uomo e la veste azzurra, incrociati, sono i colori che vanno a comporre le bandiere delle due nazioni sorelle, Italia e Francia, la cui alleanza aveva reso possibile la vittoria contro gli Asburgo.
Ma è la versione del 1861 - quella che viene proposta in mostra - a rappresentare il raggiungimento dell’ideale unitario. Con l’impresa dei Mille l’Italia aveva dimostrato di poter fare a meno della Francia. Viene quindi tralasciato il riferimento all’azzurro dell’abito femminile, ora una serica veste bianca, per lasciar posto ai soli colori del vessillo del neonato Regno d’Italia.
Il Bacio di Hayez – che per Giuseppe Mazzini produceva “una pittura civile che emana dal popolo” – è accompagnato da tre rarissimi acquerelli di analogo tema, opere dello stesso artista. Il poeta Francesco Dall’Ongaro, commentando nel 1872 la feconda produzione artistica di Hayez, acutamente individuava gli estremi della sua parabola creativa in due baci: “il bacio famoso di Romeo e Giulietta, e l’altro più recente che corre l’Europa, e che chiameremo il ‘Bacio del volontario’”.
La mostra itinerante, che vede nel Museo genovese la seconda tappa, porterà il Bacio in viaggio attraverso diverse città sino a Roma, in un simbolico percorso che abbraccerà tutta l’Italia. Dopo Genova la tela sarà a Palermo, Torino e Firenze in un itinerario che ripercorrerà i momenti salienti dell’unificazione nazionale. Genova rappresenta un imperdibile momento per ricordare la “Sottoscrizione nazionale per un milione di fucili”, la preparazione della Spedizione dei Mille e la partenza alla volta della Sicilia.
La tappa genovese de “Il Bacio. Un capolavoro per l’Italia” è stata resa possibile grazie al contributo della Regione Liguria, che ha approvato e finanziato il progetto “L’Unità d’Italia attraverso la promozione del patrimonio storico e culturale genovese e ligure” promosso dal Comune di Genova - Settore Musei, Istituto Mazziniano - Museo del Risorgimento in collaborazione con Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura.
Il bacio nella Casa Natale di Giuseppe Mazzini
La presenza del capolavoro di Hayez assume una valenza particolare proprio per il fatto di trovarsi nella Casa Natale di Giuseppe Mazzini, grande estimatore dell’artista veneziano, indicato come “il capo della scuola di pittura storica che il pensiero nazionale reclamava in Italia”.
Il duplice significato, sentimentale e politico, della tela dipinta da Francesco Hayez trova così nel Museo del Risorgimento di Genova – uno dei centri più importanti per lo studio del movimento repubblicano e democratico ispirato da Mazzini –, la cornice ideale per invitare ad un momento di riflessione e di confronto sulla nostra storia unitaria e sul difficile percorso di integrazione nazionale.
Nel museo, infatti, non sono rappresentate soltanto le glorie dei vincitori (Cavour e gli artefici dell’azione monarchica e liberale), ma soprattutto le lotte degli sconfitti – gli esponenti del movimento democratico e repubblicano, di cui Genova fu il centro propulsore, primo fra tutti Mazzini e con lui i protagonisti dei moti della Giovine Italia e della Repubblica Romana, il Garibaldi di Teano, Mentana e Aspromonte – e fatti meno noti, quali l’insurrezione di Genova del 1849, quando emersero violentemente i contrasti che dividevano i liguri dai piemontesi. Tra i documenti conservati il più prezioso è senza dubbio il manoscritto recante la prima stesura autografa dell’inno Fratelli d’Italia di Goffredo Mameli – oggi nostro inno nazionale –, che sulle note di Michele Novaro, fu cantato a Genova il 10 dicembre 1847, in quella che è ricordata come la prima manifestazione pubblica del Risorgimento italiano. Accanto ad esso numerose le testimonianze relative alla figura di Giuseppe Mazzini, del quale sono rappresentati anche gli aspetti meno noti, quali la passione per la musica, testimoniata non soltanto dai suoi scritti, ma anche dalla sua chitarra, suonata ancora oggi in particolari ricorrenze.
La tela di Hayez si inserisce nel rinnovato percorso espositivo del Museo del Risorgimento che ha portato all’apertura – il 5 maggio 2010 – di una sezione specifica dedicata al Monumento ai Mille di Quarto. Da ottobre inoltre verrà allestito uno spazio dedicato ai garibaldini provenienti da tutte le province liguri e una sezione temporanea con documenti, provenienti dall’Archivio dell’Istituto Mazziniano, sugli aspetti più strettamente privati di alcuni dei personaggi che hanno contribuito alla costruzione della nazione.
Nel Museo del Risorgimento – Casa natale di Giuseppe Mazzini – viene presentata al pubblico dal 2 ottobre 2010 al 9 gennaio 2011 l’opera che divenne ben presto simbolo delle lotte risorgimentali e dell’idea comune di nazione e di libertà che si andava consolidando nel paese unificato. Francesco Hayez intese tributare in questo modo un orgoglioso omaggio all’appena raggiunta Unità d’Italia grazie alla rappresentazione del tricolore nelle vesti dei due amanti: il verde ed il rosso negli abiti maschili, il bianco in quelli della protagonista femminile.
L’esposizione rientra nell’ambito delle iniziative dedicate al 150° anniversario dell’Unità d’Italia, delle cui celebrazioni si fanno promotori la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, iniziative che si concluderanno nel 2011.
Il progetto Il Bacio. Un capolavoro per l’Italia, ideato e prodotto da Alef cultural project management di Milano, attraverserà tutta la penisola, toccando i luoghi più significativi dell’epopea risorgimentale, verso la conquista dell’Unificazione nazionale.
Sin dal suo primo apparire, all’Esposizione di Brera il 9 settembre 1859, Il Bacio attrasse il pubblico per il tema seducente del dipinto: il momento più poetico dell’incontro tra due persone.
Dell’opera si conoscono quattro versioni. La più nota è proprio la redazione tuttora conservata alla Pinacoteca di Brera. La seconda versione è conservata oggi in collezione privata ed è di modeste dimensioni.
Una terza versione – quella che viene proposta in mostra – fu custodita dall’artista per diversi anni e fu presentata all’Esposizione universale di Parigi del 1867. L’opera è ricomparsa in America, in collezione privata e aiuta la comprensione del significato politico dell’opera. Di rilievo l’inserto del panno bianco, un velo caduto, che rappresenta una novità accanto alla scelta di un verde acceso per il risvolto interno del mantello dell’uomo, più smorzato nella versione di Brera. Il bianco – che nella scena di Brera era affidato solo alle maniche della donna – con il verde, il rosso della calzamaglia dell’uomo e la veste azzurra, incrociati, sono i colori che vanno a comporre le bandiere delle due nazioni sorelle, Italia e Francia, la cui alleanza aveva reso possibile la vittoria contro gli Asburgo.
Ma è la versione del 1861 - quella che viene proposta in mostra - a rappresentare il raggiungimento dell’ideale unitario. Con l’impresa dei Mille l’Italia aveva dimostrato di poter fare a meno della Francia. Viene quindi tralasciato il riferimento all’azzurro dell’abito femminile, ora una serica veste bianca, per lasciar posto ai soli colori del vessillo del neonato Regno d’Italia.
Il Bacio di Hayez – che per Giuseppe Mazzini produceva “una pittura civile che emana dal popolo” – è accompagnato da tre rarissimi acquerelli di analogo tema, opere dello stesso artista. Il poeta Francesco Dall’Ongaro, commentando nel 1872 la feconda produzione artistica di Hayez, acutamente individuava gli estremi della sua parabola creativa in due baci: “il bacio famoso di Romeo e Giulietta, e l’altro più recente che corre l’Europa, e che chiameremo il ‘Bacio del volontario’”.
La mostra itinerante, che vede nel Museo genovese la seconda tappa, porterà il Bacio in viaggio attraverso diverse città sino a Roma, in un simbolico percorso che abbraccerà tutta l’Italia. Dopo Genova la tela sarà a Palermo, Torino e Firenze in un itinerario che ripercorrerà i momenti salienti dell’unificazione nazionale. Genova rappresenta un imperdibile momento per ricordare la “Sottoscrizione nazionale per un milione di fucili”, la preparazione della Spedizione dei Mille e la partenza alla volta della Sicilia.
La tappa genovese de “Il Bacio. Un capolavoro per l’Italia” è stata resa possibile grazie al contributo della Regione Liguria, che ha approvato e finanziato il progetto “L’Unità d’Italia attraverso la promozione del patrimonio storico e culturale genovese e ligure” promosso dal Comune di Genova - Settore Musei, Istituto Mazziniano - Museo del Risorgimento in collaborazione con Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura.
Il bacio nella Casa Natale di Giuseppe Mazzini
La presenza del capolavoro di Hayez assume una valenza particolare proprio per il fatto di trovarsi nella Casa Natale di Giuseppe Mazzini, grande estimatore dell’artista veneziano, indicato come “il capo della scuola di pittura storica che il pensiero nazionale reclamava in Italia”.
Il duplice significato, sentimentale e politico, della tela dipinta da Francesco Hayez trova così nel Museo del Risorgimento di Genova – uno dei centri più importanti per lo studio del movimento repubblicano e democratico ispirato da Mazzini –, la cornice ideale per invitare ad un momento di riflessione e di confronto sulla nostra storia unitaria e sul difficile percorso di integrazione nazionale.
Nel museo, infatti, non sono rappresentate soltanto le glorie dei vincitori (Cavour e gli artefici dell’azione monarchica e liberale), ma soprattutto le lotte degli sconfitti – gli esponenti del movimento democratico e repubblicano, di cui Genova fu il centro propulsore, primo fra tutti Mazzini e con lui i protagonisti dei moti della Giovine Italia e della Repubblica Romana, il Garibaldi di Teano, Mentana e Aspromonte – e fatti meno noti, quali l’insurrezione di Genova del 1849, quando emersero violentemente i contrasti che dividevano i liguri dai piemontesi. Tra i documenti conservati il più prezioso è senza dubbio il manoscritto recante la prima stesura autografa dell’inno Fratelli d’Italia di Goffredo Mameli – oggi nostro inno nazionale –, che sulle note di Michele Novaro, fu cantato a Genova il 10 dicembre 1847, in quella che è ricordata come la prima manifestazione pubblica del Risorgimento italiano. Accanto ad esso numerose le testimonianze relative alla figura di Giuseppe Mazzini, del quale sono rappresentati anche gli aspetti meno noti, quali la passione per la musica, testimoniata non soltanto dai suoi scritti, ma anche dalla sua chitarra, suonata ancora oggi in particolari ricorrenze.
La tela di Hayez si inserisce nel rinnovato percorso espositivo del Museo del Risorgimento che ha portato all’apertura – il 5 maggio 2010 – di una sezione specifica dedicata al Monumento ai Mille di Quarto. Da ottobre inoltre verrà allestito uno spazio dedicato ai garibaldini provenienti da tutte le province liguri e una sezione temporanea con documenti, provenienti dall’Archivio dell’Istituto Mazziniano, sugli aspetti più strettamente privati di alcuni dei personaggi che hanno contribuito alla costruzione della nazione.
01
ottobre 2010
Francesco Hayez – ll Bacio. Un capolavoro per l’Italia
Dal primo ottobre 2010 al 24 febbraio 2011
arte moderna
Location
MUSEO DEL RISORGIMENTO – ISTITUTO MAZZINIANO
Genova, Via Lomellini, 11, (Genova)
Genova, Via Lomellini, 11, (Genova)
Vernissage
1 Ottobre 2010, ore 18.30
Editore
SILVANA EDITORIALE
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