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Il genio e la macchina. Bizzarrini e Lampredi: due storie dell’auto italiana
Mostra sulle automobili degli anni 60-80 finalizzata alla celebrazione delle opere di due delle menti più inventive dell’automobilismo italiano, concepita in modo documentario, grazie alle opere di design dei telai e dei motori di vetture che hanno fatto epoca.
Comunicato stampa
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Due uomini, due ingegneri.
L'uno, bizzarro come il suo nome, genio dell'intuizione meccanica, realizzatore di decine e decine di progetti, venerato in tutto il mondo come il Leonardo dei motori, connubio eccezionale tra senso estetico nel design e potenza dei propulsori, uomo di punta delle maggiori case automobilistiche italiane ma sempre per breve tempo, e poi imprenditore con un proprio marchio aziendale che chiama "scuderia", fedele alla passione per le corse. Da sempre "artigiano" delle proprie creazioni, con la capacità di produrre in proprio prototipi e pezzi unici, fuori serie per committenti di ogni parte del mondo.
L'altro, più posato, valentissimo tecnico che trova nella grande industria altre vie del talento, pure eccelso, e grazie a quella la necessaria disciplina, regolarità e discrezione che gli permette di progettare auto e motori che sono entrati nella storia, tra cui il celeberrimo motore bialbero, monumento motoristico dell'automobile nostrana.
Che cosa hanno in comune questi due cittadini di Livorno, oltre alla laurea in ingegneria ed i natali nella città? Forse davvero nulla. Ma a ben vedere, nella loro straordinaria differenza, rappresentano perfettamente lo spirito della loro città, e per esteso lo spirito creativo italiano. Livorno è sul mare ed è quindi città marinara, per almeno duecento anni porto più importante d'Italia. Lo spirito marinaro porta ai viaggi, alla conoscenza di mondi diversi, all'improvvisazione, ad affrontare esperienze diverse, a sapersela cavare in ogni situazione, all'avventura, alla libertà di pensiero e di azione.Ma Livorno è pure città Toscana. Quella Toscana dal dolce paesaggio e dalla linee filanti e arrotondate, che ha saputo creare prodotti d'ingegno e magnifici artigiani. Ecco cosa lega questi due personaggi. È Livorno, proprio questa città che racchiude sia il più ardito spirito marinaro, sia il più riflessivo e profondo spirito toscano.
Questa mostra, voluta e organizzata dalla Fondazione Geiger di Cecina, vuole rendere omaggio ma anche esaltare la così diversa personalità dei due ingegneri e la loro opera, la loro storia.
L'uno, bizzarro come il suo nome, genio dell'intuizione meccanica, realizzatore di decine e decine di progetti, venerato in tutto il mondo come il Leonardo dei motori, connubio eccezionale tra senso estetico nel design e potenza dei propulsori, uomo di punta delle maggiori case automobilistiche italiane ma sempre per breve tempo, e poi imprenditore con un proprio marchio aziendale che chiama "scuderia", fedele alla passione per le corse. Da sempre "artigiano" delle proprie creazioni, con la capacità di produrre in proprio prototipi e pezzi unici, fuori serie per committenti di ogni parte del mondo.
L'altro, più posato, valentissimo tecnico che trova nella grande industria altre vie del talento, pure eccelso, e grazie a quella la necessaria disciplina, regolarità e discrezione che gli permette di progettare auto e motori che sono entrati nella storia, tra cui il celeberrimo motore bialbero, monumento motoristico dell'automobile nostrana.
Che cosa hanno in comune questi due cittadini di Livorno, oltre alla laurea in ingegneria ed i natali nella città? Forse davvero nulla. Ma a ben vedere, nella loro straordinaria differenza, rappresentano perfettamente lo spirito della loro città, e per esteso lo spirito creativo italiano. Livorno è sul mare ed è quindi città marinara, per almeno duecento anni porto più importante d'Italia. Lo spirito marinaro porta ai viaggi, alla conoscenza di mondi diversi, all'improvvisazione, ad affrontare esperienze diverse, a sapersela cavare in ogni situazione, all'avventura, alla libertà di pensiero e di azione.Ma Livorno è pure città Toscana. Quella Toscana dal dolce paesaggio e dalla linee filanti e arrotondate, che ha saputo creare prodotti d'ingegno e magnifici artigiani. Ecco cosa lega questi due personaggi. È Livorno, proprio questa città che racchiude sia il più ardito spirito marinaro, sia il più riflessivo e profondo spirito toscano.
Questa mostra, voluta e organizzata dalla Fondazione Geiger di Cecina, vuole rendere omaggio ma anche esaltare la così diversa personalità dei due ingegneri e la loro opera, la loro storia.
27
agosto 2010
Il genio e la macchina. Bizzarrini e Lampredi: due storie dell’auto italiana
Dal 27 agosto al 13 ottobre 2010
Location
FONDAZIONE HERMANN GEIGER
Cecina, Piazza Francesco Domenico Guerrazzi, 32, (Livorno)
Cecina, Piazza Francesco Domenico Guerrazzi, 32, (Livorno)
Orario di apertura
da lunedì a domenica ore 17-23
Vernissage
27 Agosto 2010, ore 18
Autore
Curatore