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MACROradici del contemporaneo – L’Attico di Fabio Sargentini 1966 –1978
La mostra è dedicata a uno degli spazi più sperimentali e innovativi che hanno caratterizzato la scena artistica della città di Roma: la galleria L’Attico, diretta a partire dal 1966 da Fabio Sargentini.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Uno straordinario viaggio visivo, che attraversa le immagini, i luoghi, i linguaggi, i protagonisti e le
culture che hanno percorso la Roma sperimentale e internazionale degli anni Sessanta
Dopo “Cesare Zavattini inedito” e “A Roma, la nostra era avanguardia”, prosegue il progetto dedicato alle
“MACROradici del contemporaneo”, con una nuova mostra, a cura di Luca Massimo Barbero e Francesca Pola,
dedicata a uno degli spazi più sperimentali e innovativi che hanno caratterizzato la scena artistica della città di
Roma: la galleria L’Attico, diretta a partire dal 1966 da Fabio Sargentini.
Interprete di una visione innovativa, dinamica, aperta e performativa dello spazio espositivo, nel 1968 Sargentini
apre al pubblico il celebre garage di via Beccaria, primo spazio artistico italiano letteralmente underground,
pensato non come contenitore di mostre, ma come luogo che in se stesso fosse in grado di sollecitare nuove
soluzioni creative, aperte alle contaminazioni e alle interferenze dei diversi linguaggi, dall’arte, alla musica, alla
danza, al teatro. Si saldano così nell’attività de L’Attico due “radici” fondanti, di sorprendete fecondità e attualità,
che vengono indagate e approfondite dalla mostra: luoghi e idee germinali, che anticipano di decenni la
dimensione interferente e spettacolare che oggi caratterizza il rapporto libero della contemporaneità con
l’universo delle immagini.
La prima “radice” è esemplificata dal rapporto privilegiato che, all’inizio della sua attività, ha legato Sargentini
all’opera di due protagonisti della scena artistica romana dell’epoca: Pino Pascali e Jannis Kounellis, con il loro
rivoluzionario rapporto autenticamente fisico con lo spazio e le materie del mondo. Una esperienza che culmina
nella straordinaria mostra “Fuoco Immagine Acqua Terra”, del giugno 1967, dove la dialettica tra natura e
artificio trova una sua sintesi tesa al coinvolgimento del visitatore in una dimensione polisensoriale, e la propria
diffusione su scala mondiale con la rivoluzionaria mostra di Kounellis del gennaio 1969, in cui l’artista espone
nel garage di via Beccaria dodici cavalli vivi.
MACRO
Via Reggio Emilia, 54 Roma
Primo piano, sinistra
26 ottobre 2010 – 6 febbraio 2011
A cura di Luca Massimo Barbero e Francesca Pola
In collaborazione con
Galleria L’Attico
Festival Internazionale del Film di Roma
Fondazione Cinema per Roma
Catalogo Electa, italiano/inglese
Cassettiere MACRO: OTTART Prodotti per l’Arte
Inaugurazione: 25 ottobre 2010
Fabio Sargentini osserva i cavalli di Kounellis che entrano nel
garage de L’Attico, gennaio 1969. Foto di Claudio Abate.
Courtesy Archivio Galleria L’Attico
Questa interazione tra l’opera, il corpo e lo spazio genera una dimensione nuova e dinamica, che Sargentini
interpreta nel suo recepire l’altra grande “radice”: la nascente performance, che egli pioneristicamente propone
sulla scena italiana, invitando a lavorare nel garage di via Beccaria i suoi grandi protagonisti internazionali
(come Simone Forti, La Monte Young, Trisha Brown, Philip Glass, Joan Jonas, Steve Reich, Steve Paxton), in
festival come “Danza Volo Musica Dinamite” del giugno 1969 e “Music and Dance USA” del giugno 1972.
La sensibilità alle sollecitazioni della relazione con lo spazio si traduce per Sargentini anche nell’estensione
dell’azione artistica al contesto, come testimonia la sua attività che promuove esperienze come Lavori al Circo
Massimo di Eliseo Mattiacci o la grande opera di Land Art Asphalt Rundown, realizzata nel 1969 sulla
Laurentina da Robert Smithson.
Analogamente e in modo complementare, Sargentini recepisce le sollecitazioni alla modificazione attiva degli
spazi, attraverso i Wall Drawings del minimalista Sol LeWitt (prima personale italiana) e le azioni di Joseph
Beuys, ma anche l’esigenza di uscire dai luoghi deputati all’arte, trasformando temporaneamente la sua galleria
in una palestra in cui esercitare una “Ginnastica mentale” e portando L’Attico “in viaggio”, prima sul Tevere e poi
in India, secondo una prospettiva interculturale che, ancora una volta precorrendo i tempi, si estende alla
relazione con l’Oriente.
Il racconto visivo di queste esperienze è presentato in mostra attraverso le straordinarie fotografie di Claudio
Abate, definito all’epoca da Sargentini “testimone oculare di avvenimenti”, nel suo interpretare con assoluta
precisione il carattere aperto, dinamico, sperimentale dell’attività dell’Attico in tutte le sue espressioni. In dialogo
con queste, e con esse raccolte nelle speciali cassettiere MACRO, altre immagini contribuiscono a restituire la
vitalità di queste sollecitazioni: scatti di altri fotografi; documenti originali che ne testimoniano la fecondità
ideativa; pubblicazioni realizzate da L’Attico secondo una veste grafica sempre differente e innovativa, in linea
con il modificarsi e il contaminarsi dei linguaggi; opere e oggetti che materializzano suggestioni e incontri. Un
touchscreen interattivo e un video realizzato per l’occasione costituiscono ulteriori luoghi di approfondimento ed
esplorazione di queste “radici”.
Quale fulcro visivo e scenico della mostra, sul muro di fondo della sala, si trova la saracinesca originale del
garage di via Beccaria, che ha al centro un fiore nero dipinto da Kounellis, e sulla quale viene proiettata una
selezione di immagini filmate storiche di ciò che accadeva a L’Attico, in una sorta di installazione pensata da
Sargentini appositamente per questa circostanza.
In occasione della mostra, sarà pubblicato da Electa un catalogo bilingue (italiano e inglese), con testi di Luca
Massimo Barbero e Francesca Pola, una intervista a Fabio Sargentini e una selezione di testi originali che,
quale contrappunto alle straordinarie immagini fotografiche, intendono restituire la vitalità di una storia che oggi
rileggiamo in tutta la sua attualità creativa e propositiva.
La mostra “L’Attico di Fabio Sargentini 1966-1978” è un evento promosso da Roma Capitale,
Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali
In collaborazione con Galleria L’Attico
culture che hanno percorso la Roma sperimentale e internazionale degli anni Sessanta
Dopo “Cesare Zavattini inedito” e “A Roma, la nostra era avanguardia”, prosegue il progetto dedicato alle
“MACROradici del contemporaneo”, con una nuova mostra, a cura di Luca Massimo Barbero e Francesca Pola,
dedicata a uno degli spazi più sperimentali e innovativi che hanno caratterizzato la scena artistica della città di
Roma: la galleria L’Attico, diretta a partire dal 1966 da Fabio Sargentini.
Interprete di una visione innovativa, dinamica, aperta e performativa dello spazio espositivo, nel 1968 Sargentini
apre al pubblico il celebre garage di via Beccaria, primo spazio artistico italiano letteralmente underground,
pensato non come contenitore di mostre, ma come luogo che in se stesso fosse in grado di sollecitare nuove
soluzioni creative, aperte alle contaminazioni e alle interferenze dei diversi linguaggi, dall’arte, alla musica, alla
danza, al teatro. Si saldano così nell’attività de L’Attico due “radici” fondanti, di sorprendete fecondità e attualità,
che vengono indagate e approfondite dalla mostra: luoghi e idee germinali, che anticipano di decenni la
dimensione interferente e spettacolare che oggi caratterizza il rapporto libero della contemporaneità con
l’universo delle immagini.
La prima “radice” è esemplificata dal rapporto privilegiato che, all’inizio della sua attività, ha legato Sargentini
all’opera di due protagonisti della scena artistica romana dell’epoca: Pino Pascali e Jannis Kounellis, con il loro
rivoluzionario rapporto autenticamente fisico con lo spazio e le materie del mondo. Una esperienza che culmina
nella straordinaria mostra “Fuoco Immagine Acqua Terra”, del giugno 1967, dove la dialettica tra natura e
artificio trova una sua sintesi tesa al coinvolgimento del visitatore in una dimensione polisensoriale, e la propria
diffusione su scala mondiale con la rivoluzionaria mostra di Kounellis del gennaio 1969, in cui l’artista espone
nel garage di via Beccaria dodici cavalli vivi.
MACRO
Via Reggio Emilia, 54 Roma
Primo piano, sinistra
26 ottobre 2010 – 6 febbraio 2011
A cura di Luca Massimo Barbero e Francesca Pola
In collaborazione con
Galleria L’Attico
Festival Internazionale del Film di Roma
Fondazione Cinema per Roma
Catalogo Electa, italiano/inglese
Cassettiere MACRO: OTTART Prodotti per l’Arte
Inaugurazione: 25 ottobre 2010
Fabio Sargentini osserva i cavalli di Kounellis che entrano nel
garage de L’Attico, gennaio 1969. Foto di Claudio Abate.
Courtesy Archivio Galleria L’Attico
Questa interazione tra l’opera, il corpo e lo spazio genera una dimensione nuova e dinamica, che Sargentini
interpreta nel suo recepire l’altra grande “radice”: la nascente performance, che egli pioneristicamente propone
sulla scena italiana, invitando a lavorare nel garage di via Beccaria i suoi grandi protagonisti internazionali
(come Simone Forti, La Monte Young, Trisha Brown, Philip Glass, Joan Jonas, Steve Reich, Steve Paxton), in
festival come “Danza Volo Musica Dinamite” del giugno 1969 e “Music and Dance USA” del giugno 1972.
La sensibilità alle sollecitazioni della relazione con lo spazio si traduce per Sargentini anche nell’estensione
dell’azione artistica al contesto, come testimonia la sua attività che promuove esperienze come Lavori al Circo
Massimo di Eliseo Mattiacci o la grande opera di Land Art Asphalt Rundown, realizzata nel 1969 sulla
Laurentina da Robert Smithson.
Analogamente e in modo complementare, Sargentini recepisce le sollecitazioni alla modificazione attiva degli
spazi, attraverso i Wall Drawings del minimalista Sol LeWitt (prima personale italiana) e le azioni di Joseph
Beuys, ma anche l’esigenza di uscire dai luoghi deputati all’arte, trasformando temporaneamente la sua galleria
in una palestra in cui esercitare una “Ginnastica mentale” e portando L’Attico “in viaggio”, prima sul Tevere e poi
in India, secondo una prospettiva interculturale che, ancora una volta precorrendo i tempi, si estende alla
relazione con l’Oriente.
Il racconto visivo di queste esperienze è presentato in mostra attraverso le straordinarie fotografie di Claudio
Abate, definito all’epoca da Sargentini “testimone oculare di avvenimenti”, nel suo interpretare con assoluta
precisione il carattere aperto, dinamico, sperimentale dell’attività dell’Attico in tutte le sue espressioni. In dialogo
con queste, e con esse raccolte nelle speciali cassettiere MACRO, altre immagini contribuiscono a restituire la
vitalità di queste sollecitazioni: scatti di altri fotografi; documenti originali che ne testimoniano la fecondità
ideativa; pubblicazioni realizzate da L’Attico secondo una veste grafica sempre differente e innovativa, in linea
con il modificarsi e il contaminarsi dei linguaggi; opere e oggetti che materializzano suggestioni e incontri. Un
touchscreen interattivo e un video realizzato per l’occasione costituiscono ulteriori luoghi di approfondimento ed
esplorazione di queste “radici”.
Quale fulcro visivo e scenico della mostra, sul muro di fondo della sala, si trova la saracinesca originale del
garage di via Beccaria, che ha al centro un fiore nero dipinto da Kounellis, e sulla quale viene proiettata una
selezione di immagini filmate storiche di ciò che accadeva a L’Attico, in una sorta di installazione pensata da
Sargentini appositamente per questa circostanza.
In occasione della mostra, sarà pubblicato da Electa un catalogo bilingue (italiano e inglese), con testi di Luca
Massimo Barbero e Francesca Pola, una intervista a Fabio Sargentini e una selezione di testi originali che,
quale contrappunto alle straordinarie immagini fotografiche, intendono restituire la vitalità di una storia che oggi
rileggiamo in tutta la sua attualità creativa e propositiva.
La mostra “L’Attico di Fabio Sargentini 1966-1978” è un evento promosso da Roma Capitale,
Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali
In collaborazione con Galleria L’Attico
25
ottobre 2010
MACROradici del contemporaneo – L’Attico di Fabio Sargentini 1966 –1978
Dal 25 ottobre 2010 al 12 giugno 2011
arte contemporanea
Location
MACRO – MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA DI ROMA
Roma, Via Nizza, 138, (Roma)
Roma, Via Nizza, 138, (Roma)
Biglietti
MACROTICKET: MACRO + MACROTestaccio, Intero: € 11,00; Ridotto: € 9,00. Valido 7 giorni
(acquistando il biglietto al MACRO si ha la possibilità di visitare anche il MACRO TESTACCIO nell'arco di 7 giorni)
Per i cittadini residenti nel Comune di Roma: Intero € 10,00; Ridotto € 8,00
Orario di apertura
da Martedì a domenica 11-22 (la biglietteria chiude alle 21) Chiuso il lunedì
Vernissage
25 Ottobre 2010, ore 19
Editore
ELECTA
Ufficio stampa
ZETEMA
Ufficio stampa
ELECTA
Autore
Curatore