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Ritratti italiani
Nella mostra “Ritratti italiani”, che inaugura la tappa milanese presso la
Fondazione Durini dopo lo straordinario successo che ha riscosso nelle
suggestive sedi espositive nel comune di Cento, sono riuniti i lavori di
una quarantina di artisti contemporanei italiani, o comunque abitanti in
Italia, che, con modalità diverse, hanno lavorato su questo tema.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Gli artisti contemporanei hanno lavorato molto, in questi anni, su uno
dei temi portanti della storia dell’arte italiana: quello del ritratto e della
figura umana.
Nella mostra "Ritratti italiani", che inaugura la tappa milanese presso la
Fondazione Durini dopo lo straordinario successo che ha riscosso nelle
suggestive sedi espositive nel comune di Cento, sono riuniti i lavori di
una quarantina di artisti contemporanei italiani, o comunque abitanti in
Italia, che, con modalità diverse, hanno lavorato su questo tema.
Ancora oggi, infatti, è l’uomo, e il volto dell’uomo, a tornare ad essere
al centro del dibattito contemporaneo: quel volto oggetto delle
ricerche artistiche già da decenni in tutto il mondo, anche nelle forme
più estreme e disturbanti (dalla body art agli esperimenti di chirurgia
artistica, dal cybercorpo ai volti ambigui e mutanti, e così via), appare
ancora, a tutt'oggi, un "oggetto misterioso", non identificato,
involucro dell'identità sempre più incerta e frammentaria dell'umanità
di oggi.
Attraverso i diversi linguaggi della pittura, della scultura, del disegno e
della fotografia, gli artisti contemporanei si sono accostati in questi
anni al tema del volto dell'uomo contemporaneo con intenti e modalità
assai diverse, dove riletture in qualche modo "classiche" si alternano e
si mescolano ad approcci deformanti e disturbanti, dove le influenze
dell'estetica pubblicitaria, o dell'invasività del "corpo mutante" -
declinato però secondo le regole di una "normale" cultura di chirurgia
estetica diffusa a livello quotidiano e "medio-borghese" in tutto il
mondo occidentale - si contaminano con retaggi pittorici "alti",
repêchage, citazionismi, strizzate d'occhio alla grande storia dell'arte o
a canoni estetici prelevati di peso dai codici dell'illustrazione popolare
di massa.
Ecco allora che, agli straordinari ritratti fotografici in bianco e nero di
Leonardo Sciascia e di Borges, realizzati da Ferdinando Scianna, fa
da contraltare il virtuoso segno di Tullio Pericoli, con i ritratti di
Beckett e di Pasolini, o quello, non meno raffinato, di Riccardo
Mannelli, con i ritratti di James Ellroy, di Pasolini e di Roberto Saviano.
Ecco gli immensi (e inediti) ritratti di Oliviero Toscani, di uomini e
donne anziani colpiti da ostioporosi, accanto al segno labirintico e
intensissimo del pittore pratese Andrea Martinelli, o agli spiazzanti
ritratti di vecchie, spesso rifatte a colpi di lifting, dello scultore Paolo
Schmidlin; ecco i ritratti di Audrey Hepburn e di Monica Bellucci
scattati da Gian Paolo Barbieri, a confronto con le sculture in
terracotta di Giuseppe Bergomi, che rappresentano diafane modelle
in posa, a metà strada tra estetica glamour e classicità, o agli
inquietanti nudi femminili di Alessandro Papetti.
Ecco i ritratti di designer e architetti di grido come Tomas Maldonado e
Jean Nouvel realizzati di recente da Lorenzo Mattotti per la rivista
"Domus", accanto alle intense fotografie di artisti scattate da
Fabrizio Ferri, e ai ritratti di Mimmo Rotella e di Sting interamente
coperti di vernice bianca, realizzati da Robert Gligorov. Ecco
Berlusconi assieme alla D'Addario, ritratto con pennellata veloce e
frammentata da Wainer Vaccari; ecco Paul Cézanne dipinto in bianco
e nero da Svitlana Grebenyuk, e James Dean morente ritratto da
Nicola Verlato.
Ed ecco, ancora, i ritratti maschili di Livio Scarpella, che guardano
alla migliore cultura camp, accanto alle grandi ed elegantissime figure
diafane di Omar Galliani; e ancora, ecco un drammatico ritrattodisastro
ecologico del pittore palermitano Fulvio Di Piazza, nel quale
la "marea nera" petrolifera sembra prendere vita in una spaventosa
figura umana; e ancora un bizzarro ritratto di Garibaldi, rivisitato però
in salsa psichedelica dal pittore Andrea Zucchi, accanto ai ritratti
intimi, di gusto quasi ottocentesco, di Danilo Buccella; e poi, ecco i
volti maschili ripresi con pennellata veloce, di derivazione quasi
baconiana, da Giulio Durini, e quelli femminili di Daniele Galliano,
dipinti "con una pittura veloce come una dissolvenza fotografica"; e
ancora i ritratti "africani" di Nicola Vinci e i "ritratti urbani" di
Antonio De Luca, le pitture digitali di Matteo Basilé e di Federico
Lombardo, le sculture lignee di Aron Demetz, i "ritratti degli anni di
Piombo" di Claudio Monnini (che riprende il volto di un ex terrorista
italiano), e ancora i dipinti quasi iperrealisti di Paul Beel e quelli
visionari di Matteo Bergamasco e gli interventi dello street artist
Bros.
Ecco, ancora, le teste d'Arcimboldo trasferite in scultura da Corrado
Bonomi, i collage floreali di Felipe Cardeña, i ritratti di Agostino
Arrivabene, di Francesco De Grandi, di Davide Coltro, di
Fabrizia Paglia, di Stefano Mosena, di Marco Grassi, di
Concetto Pozzati; ed ecco, infine, l'intenso ritratto di Giovanni
Testori realizzato da Giancarlo Vitali, che Sgarbi ha voluto come
quanto mai simbolico "ritratto italiano" per la copertina del catalogo.
Tra le opere degne di nota, ancora un "ritratto che scompare", in cera,
di Michelangelo Galliani (per l'effetto del calore del cuscino elettrico
su cui è appoggiato), e la performance interattiva di Florencia
Martinez, che durante l'inaugurazione inviterà le visitatrici a farsi
ritrarre, per un progetto dedicato al ritratto femminile.
dei temi portanti della storia dell’arte italiana: quello del ritratto e della
figura umana.
Nella mostra "Ritratti italiani", che inaugura la tappa milanese presso la
Fondazione Durini dopo lo straordinario successo che ha riscosso nelle
suggestive sedi espositive nel comune di Cento, sono riuniti i lavori di
una quarantina di artisti contemporanei italiani, o comunque abitanti in
Italia, che, con modalità diverse, hanno lavorato su questo tema.
Ancora oggi, infatti, è l’uomo, e il volto dell’uomo, a tornare ad essere
al centro del dibattito contemporaneo: quel volto oggetto delle
ricerche artistiche già da decenni in tutto il mondo, anche nelle forme
più estreme e disturbanti (dalla body art agli esperimenti di chirurgia
artistica, dal cybercorpo ai volti ambigui e mutanti, e così via), appare
ancora, a tutt'oggi, un "oggetto misterioso", non identificato,
involucro dell'identità sempre più incerta e frammentaria dell'umanità
di oggi.
Attraverso i diversi linguaggi della pittura, della scultura, del disegno e
della fotografia, gli artisti contemporanei si sono accostati in questi
anni al tema del volto dell'uomo contemporaneo con intenti e modalità
assai diverse, dove riletture in qualche modo "classiche" si alternano e
si mescolano ad approcci deformanti e disturbanti, dove le influenze
dell'estetica pubblicitaria, o dell'invasività del "corpo mutante" -
declinato però secondo le regole di una "normale" cultura di chirurgia
estetica diffusa a livello quotidiano e "medio-borghese" in tutto il
mondo occidentale - si contaminano con retaggi pittorici "alti",
repêchage, citazionismi, strizzate d'occhio alla grande storia dell'arte o
a canoni estetici prelevati di peso dai codici dell'illustrazione popolare
di massa.
Ecco allora che, agli straordinari ritratti fotografici in bianco e nero di
Leonardo Sciascia e di Borges, realizzati da Ferdinando Scianna, fa
da contraltare il virtuoso segno di Tullio Pericoli, con i ritratti di
Beckett e di Pasolini, o quello, non meno raffinato, di Riccardo
Mannelli, con i ritratti di James Ellroy, di Pasolini e di Roberto Saviano.
Ecco gli immensi (e inediti) ritratti di Oliviero Toscani, di uomini e
donne anziani colpiti da ostioporosi, accanto al segno labirintico e
intensissimo del pittore pratese Andrea Martinelli, o agli spiazzanti
ritratti di vecchie, spesso rifatte a colpi di lifting, dello scultore Paolo
Schmidlin; ecco i ritratti di Audrey Hepburn e di Monica Bellucci
scattati da Gian Paolo Barbieri, a confronto con le sculture in
terracotta di Giuseppe Bergomi, che rappresentano diafane modelle
in posa, a metà strada tra estetica glamour e classicità, o agli
inquietanti nudi femminili di Alessandro Papetti.
Ecco i ritratti di designer e architetti di grido come Tomas Maldonado e
Jean Nouvel realizzati di recente da Lorenzo Mattotti per la rivista
"Domus", accanto alle intense fotografie di artisti scattate da
Fabrizio Ferri, e ai ritratti di Mimmo Rotella e di Sting interamente
coperti di vernice bianca, realizzati da Robert Gligorov. Ecco
Berlusconi assieme alla D'Addario, ritratto con pennellata veloce e
frammentata da Wainer Vaccari; ecco Paul Cézanne dipinto in bianco
e nero da Svitlana Grebenyuk, e James Dean morente ritratto da
Nicola Verlato.
Ed ecco, ancora, i ritratti maschili di Livio Scarpella, che guardano
alla migliore cultura camp, accanto alle grandi ed elegantissime figure
diafane di Omar Galliani; e ancora, ecco un drammatico ritrattodisastro
ecologico del pittore palermitano Fulvio Di Piazza, nel quale
la "marea nera" petrolifera sembra prendere vita in una spaventosa
figura umana; e ancora un bizzarro ritratto di Garibaldi, rivisitato però
in salsa psichedelica dal pittore Andrea Zucchi, accanto ai ritratti
intimi, di gusto quasi ottocentesco, di Danilo Buccella; e poi, ecco i
volti maschili ripresi con pennellata veloce, di derivazione quasi
baconiana, da Giulio Durini, e quelli femminili di Daniele Galliano,
dipinti "con una pittura veloce come una dissolvenza fotografica"; e
ancora i ritratti "africani" di Nicola Vinci e i "ritratti urbani" di
Antonio De Luca, le pitture digitali di Matteo Basilé e di Federico
Lombardo, le sculture lignee di Aron Demetz, i "ritratti degli anni di
Piombo" di Claudio Monnini (che riprende il volto di un ex terrorista
italiano), e ancora i dipinti quasi iperrealisti di Paul Beel e quelli
visionari di Matteo Bergamasco e gli interventi dello street artist
Bros.
Ecco, ancora, le teste d'Arcimboldo trasferite in scultura da Corrado
Bonomi, i collage floreali di Felipe Cardeña, i ritratti di Agostino
Arrivabene, di Francesco De Grandi, di Davide Coltro, di
Fabrizia Paglia, di Stefano Mosena, di Marco Grassi, di
Concetto Pozzati; ed ecco, infine, l'intenso ritratto di Giovanni
Testori realizzato da Giancarlo Vitali, che Sgarbi ha voluto come
quanto mai simbolico "ritratto italiano" per la copertina del catalogo.
Tra le opere degne di nota, ancora un "ritratto che scompare", in cera,
di Michelangelo Galliani (per l'effetto del calore del cuscino elettrico
su cui è appoggiato), e la performance interattiva di Florencia
Martinez, che durante l'inaugurazione inviterà le visitatrici a farsi
ritrarre, per un progetto dedicato al ritratto femminile.
04
ottobre 2010
Ritratti italiani
Dal 04 al 13 ottobre 2010
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE DURINI
Milano, Via Santa Maria Valle, 2, (Milano)
Milano, Via Santa Maria Valle, 2, (Milano)
Vernissage
4 Ottobre 2010, ore 18.30
Sito web
www.sputnikartsproject.com
Autore
Curatore