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Gaetano Castelli – La Magia del Costume
Abbinare il nome di Gaetano Castelli, scenografo acclamato e famoso in tutto il mondo, all’aggettivo “pittore” può sembrare inusuale, perché in pochi sanno che la pittura è stata da sempre la sua passione, e che sin dalla più giovane età vi si è dedicato con costanza.
Comunicato stampa
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Abbinare il nome di Gaetano Castelli, scenografo acclamato e famoso in tutto il mondo, all’aggettivo “pittore” può sembrare inusuale, perché in pochi sanno che la pittura è stata da sempre la sua passione, e che sin dalla più giovane età vi si è dedicato con costanza.
La vita professionale ha preso il cammino della scenografia, (e Castelli è stato il primo a portare in scena i canoni della pittura, della scultura e dell’architettura), ma nel corso degli anni i legami con la pittura si sono da un lato consolidati attraverso l’attività didattica, e dall’altro intimizzati con la continua produzione: Castelli non ha mai smesso di dipingere: “per me stesso”, come lui stesso dice.
La sua pittura, infatti, è rimasta un fatto squisitamente privato, fino a quando il critico Paolo Levi, visitando il suo studio di Roma, scopre il Gaetano Castelli Pittore, e lo esorta a mettere in mostra le sue opere. Da allora i dipinti sono stati esposti con successo di critica e di pubblico in Inghilterra e in Cina.
Tornano ora in mostra presso la galleria Paolo Antonacci, che propone 24 opere, dipinti ad olio, realizzati con la tecnica delle “velature”, utilizzata nella pittura secentesca, che fanno di ogni pezzo un capolavoro di luce e colore.
Il titolo, “La Magia del Costume” racconta i contenuti della mostra, che conterrà i dipinti che parlano di costume, che l’artista definisce come parte integrante dello spettacolo. Dice Castelli: “uso il costume come pretesto per introdurre il visitatore nel magico mondo del colore, della luce e della fantasia. Dipingendo costumi indossati da manichini senza volto invito a sognare quale sia il personaggio che interpreti quel ruolo e che indossi quel costume”.
Gli abiti non sono altro che pretesti per poter dipingere, modelli inventati dal pittore che li traspone su tela nella maniera più scenografica ed elegante che si può immaginare. “Se segue dei manichini o delle nature morte - così Vittorio Sgarbi ha commentato le opere di Castelli - si nota soprattutto il radicalismo della traduzione dell’immagine, che sembra discendere dalla tradizione barocca, con tutte le conseguenze che questo comporta. Gli oggetti al centro dei suoi quadri espongono il loro aspetto più spettacolare e drammatico”.
La mostra dunque rappresenta un piacere per gli occhi, un trionfo di colore e di luce che fa bene all’anima ed esalta il bello, con citazioni che riportano alla moda, alle scenografie disegnate da Castelli stesso, alle decorazioni Lalique, ai temi cari a Botticelli, De Chirico, Van Gogh.
Paolo Antonacci, la cui attività si dedica da anni allo studio e alla valorizzazione dell’arte romana dal XVIII al XX secolo, ha avuto l’occasione di conoscere Gaetano Castelli, ed ha potuto ammirare nel suo studio di via Margutta le opere pittoriche del famoso scenografo, rimanendone affascinato.
Questi dipinti di rara bellezza, senza tempo né spazio che ci trasportano da Oriente a Occidente, immobili nella loro pur vibrante presenza, hanno colpito l’immaginario di Paolo Antonacci il quale ha immediatamente proposto a Gaetano Castelli di esibirli nella propria galleria per una mostra.
È difficile creare un nesso tra i magnifici costumi riportati su tela di Castelli e le sofisticate vedute di Roma dell’Ottocento di cui Antonacci tradizionalmente si occupa. Il legame più vero è quello dell’arte, della sensibilità e dell’ indiscussa qualità pittorica che caratterizza i dipinti di Castelli e che da sempre Paolo Antonacci ricerca nei dipinti che normalmente seleziona.
È con grande piacere quindi che Paolo Antonacci, pur compiendo uno strappo alle sue tradizionali esposizioni, lascia spazio nella sua galleria ai dipinti di Gaetano Castelli che a loro modo evocano costumi e stili di un mondo artistico dall’indiscusso fascino.
Hanno scritto di Gaetano Castelli:
“Analizzando le sue opere, che mi portano a dichiarare che la grande pittura non è mai morta, occorre riflettere sulla raffinatezza esecutiva dell’artista, sulla costruzione della pagina pittorica e sulla messa in scena di apparizioni assai forti, dove regna soprattutto il colore. La sapienza dei passaggi di colore è pari al virtuosismo del segno e dell’impostazione formale, che è calibratissima, mentre l’utopia poetica si esprime nelle sospensioni spaziali degli sfondi”
Paolo Levi
“Con la sua pittura Gaetano Castelli ci porge una profonda meditazione sulla propria identità. Ci invita a riempire con le nostre anime i suoi costumi, seducendoci con colori colmi di una luminescenza interna e ormai visionari”
Gabriele Simongini
“Il pittore Gaetano Castelli è di professione scenografo, uno dei più apprezzati (…). Ma quando affronta la pittura non è più il professionista del servizio pubblico, ma un poeta monologante all’interno del proprio atelier, che medita prima sul soggetto, per poi intervenire sulla tela intonsa con una matita sottile che seziona lo spazio senza lasciare traccia, per articolare i volumi e per programmare gli spessori plastici dell’oggetto ritratto”.
Vittorio Sgarbi
La vita professionale ha preso il cammino della scenografia, (e Castelli è stato il primo a portare in scena i canoni della pittura, della scultura e dell’architettura), ma nel corso degli anni i legami con la pittura si sono da un lato consolidati attraverso l’attività didattica, e dall’altro intimizzati con la continua produzione: Castelli non ha mai smesso di dipingere: “per me stesso”, come lui stesso dice.
La sua pittura, infatti, è rimasta un fatto squisitamente privato, fino a quando il critico Paolo Levi, visitando il suo studio di Roma, scopre il Gaetano Castelli Pittore, e lo esorta a mettere in mostra le sue opere. Da allora i dipinti sono stati esposti con successo di critica e di pubblico in Inghilterra e in Cina.
Tornano ora in mostra presso la galleria Paolo Antonacci, che propone 24 opere, dipinti ad olio, realizzati con la tecnica delle “velature”, utilizzata nella pittura secentesca, che fanno di ogni pezzo un capolavoro di luce e colore.
Il titolo, “La Magia del Costume” racconta i contenuti della mostra, che conterrà i dipinti che parlano di costume, che l’artista definisce come parte integrante dello spettacolo. Dice Castelli: “uso il costume come pretesto per introdurre il visitatore nel magico mondo del colore, della luce e della fantasia. Dipingendo costumi indossati da manichini senza volto invito a sognare quale sia il personaggio che interpreti quel ruolo e che indossi quel costume”.
Gli abiti non sono altro che pretesti per poter dipingere, modelli inventati dal pittore che li traspone su tela nella maniera più scenografica ed elegante che si può immaginare. “Se segue dei manichini o delle nature morte - così Vittorio Sgarbi ha commentato le opere di Castelli - si nota soprattutto il radicalismo della traduzione dell’immagine, che sembra discendere dalla tradizione barocca, con tutte le conseguenze che questo comporta. Gli oggetti al centro dei suoi quadri espongono il loro aspetto più spettacolare e drammatico”.
La mostra dunque rappresenta un piacere per gli occhi, un trionfo di colore e di luce che fa bene all’anima ed esalta il bello, con citazioni che riportano alla moda, alle scenografie disegnate da Castelli stesso, alle decorazioni Lalique, ai temi cari a Botticelli, De Chirico, Van Gogh.
Paolo Antonacci, la cui attività si dedica da anni allo studio e alla valorizzazione dell’arte romana dal XVIII al XX secolo, ha avuto l’occasione di conoscere Gaetano Castelli, ed ha potuto ammirare nel suo studio di via Margutta le opere pittoriche del famoso scenografo, rimanendone affascinato.
Questi dipinti di rara bellezza, senza tempo né spazio che ci trasportano da Oriente a Occidente, immobili nella loro pur vibrante presenza, hanno colpito l’immaginario di Paolo Antonacci il quale ha immediatamente proposto a Gaetano Castelli di esibirli nella propria galleria per una mostra.
È difficile creare un nesso tra i magnifici costumi riportati su tela di Castelli e le sofisticate vedute di Roma dell’Ottocento di cui Antonacci tradizionalmente si occupa. Il legame più vero è quello dell’arte, della sensibilità e dell’ indiscussa qualità pittorica che caratterizza i dipinti di Castelli e che da sempre Paolo Antonacci ricerca nei dipinti che normalmente seleziona.
È con grande piacere quindi che Paolo Antonacci, pur compiendo uno strappo alle sue tradizionali esposizioni, lascia spazio nella sua galleria ai dipinti di Gaetano Castelli che a loro modo evocano costumi e stili di un mondo artistico dall’indiscusso fascino.
Hanno scritto di Gaetano Castelli:
“Analizzando le sue opere, che mi portano a dichiarare che la grande pittura non è mai morta, occorre riflettere sulla raffinatezza esecutiva dell’artista, sulla costruzione della pagina pittorica e sulla messa in scena di apparizioni assai forti, dove regna soprattutto il colore. La sapienza dei passaggi di colore è pari al virtuosismo del segno e dell’impostazione formale, che è calibratissima, mentre l’utopia poetica si esprime nelle sospensioni spaziali degli sfondi”
Paolo Levi
“Con la sua pittura Gaetano Castelli ci porge una profonda meditazione sulla propria identità. Ci invita a riempire con le nostre anime i suoi costumi, seducendoci con colori colmi di una luminescenza interna e ormai visionari”
Gabriele Simongini
“Il pittore Gaetano Castelli è di professione scenografo, uno dei più apprezzati (…). Ma quando affronta la pittura non è più il professionista del servizio pubblico, ma un poeta monologante all’interno del proprio atelier, che medita prima sul soggetto, per poi intervenire sulla tela intonsa con una matita sottile che seziona lo spazio senza lasciare traccia, per articolare i volumi e per programmare gli spessori plastici dell’oggetto ritratto”.
Vittorio Sgarbi
01
ottobre 2010
Gaetano Castelli – La Magia del Costume
Dal primo al 30 ottobre 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA PAOLO ANTONACCI
Roma, Via Alibert, 16/A, (Roma)
Roma, Via Alibert, 16/A, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato 9:30 - 13:00 ; 15:00 - 19:00
Vernissage
1 Ottobre 2010, ore 19
Autore