La parola, portatrice di un messaggio universale ed eterno, si fa testimonianza spirituale nell’immagine, che ne rivela il significato, sradicata da riferimenti narrativi, così da diventare epifania di sacralità incarnata nell’esperienza umana: le mani raffigurate, dunque, diventano espressione di vitalità fisica e metafisica fondendosi con le sacre esortazioni.
La visione delle montagne che accompagna le Beatitudini rappresenta il luogo prescelto per il messaggio: simbolo dell’ascesi dell’uomo interiore, di sublimi altezze contemplative, di forza morale, di purezza ideale.
Questo percorso dal particolare all’universale è proposta per contemplare le Beatitudini, contemplare cioè la parola evangelica attraverso l’immagine.
Scriveva William Blake in “Auguries of Innocence”: “Vedere un mondo in un granello di sabbia / e il cielo in un fiore selvaggio. / Chiudere l’infinito in un palmo di mano / e l’eternità in un’ora.”

Il ciclo delle Beatitudini è composto da 12 opere in acrilico, carboncino, foglia d’oro e tecnica mista.
Le misure sono 80X80 e 70X100. L’VIII Beatitudine è stata realizzata riprendendo studi di mani della pittrice Maria Vannini (1917-2009)