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Giovanni Libro – Oggetti-Anima
Il tema che l’artista affronta nelle sue opere è l’Archeologia Industriale, che attualissimo rientra nella storia dell’uomo e del suo lavoro. Egli dipinge all’interno di fabbriche di laterizi catturando i colori antichi e dimessi dei manufatti.
Comunicato stampa
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Disegni a tecnica mista su carta, dipinti a olio su tela o a tecnica mista su tavola e su carta intelata: i soggetti e le tecniche sono inscindibili e si contagiano vicendevolmente nelle opere di Libro.
Si prendano, a conferma, i disegni, che siano studi preparatori di quadri già pensati o appunti per conoscere ciò con cui in quel momento è in relazione. Disegni dove ora prevale un’ inquadratura ampia dello spazio (Discesa, Lungo il Percorso), ora una visione ravvicinata e spiazzante di oggetti soli (Maria, Crocifissione, Archeologia Industriale III): in essi Giovanni Libro sperimenta tecniche particolari. Prepara la carta con strati di vernice a base di zinco, sovrappone retìne per stucchi, smalti, intervenendo poi con punta d’argento e grafite per aderire profondamente alle cose materiali che lo chiamano a sé e che nell’incontro con lui si trasfigurano in qualcosa di religioso e di sacro, di visionario.
Fra i dipinti, valgano per tutti, in tale contesto, il Trittico dei Capitalisti e la serie de Gli Operai, del 2009, che invitano a riflettere sulla fine di un’epoca storica, quella del capitalismo classico e del lavoro industriale.
In Calvario, Morte del Capitale, Disconatori (per un cuore), - i dipinti di grandi dimensioni che costituiscono il Trittico dei Capitalisti - Giovanni ha inventato una tecnica che procede per sovrapposizioni di materiali diversi in sintonia con l’accumularsi di strumenti macchinari motori scorie che riempiono lo spazio fino al parossismo sicché l’intera immagine appare come una sorta di ‘macchina celibe’, una costruzione delirante, di nessuna utilità nonostante l’ apparente costruzione razionale. Massa cerebrale, sterile, dai colori lividi, dove solo la sensibilità dell’artista riconosce ancora una croce, un’agonia, un cuore pulsante, nella contemporanea affermazione e negazione della morte e dell’immortalità.
Gli Operai, invece, hanno un nome e un sesso (Michele, Lorenzo, Marta), sono macchine organizzate secondo utilità e funzione, (spruzzatoi, impastatrici, tubi, carrelli, vasche), disposte in uno spazio vivibile, abituate ad agire, a svolgere il loro compito con un automatismo che non necessita del pensiero. Sono allora i colori ad olio, dai caldi toni rossi, a stendersi fluidi sulle grandi tele a ricostruire prospetticamente il mondo ordinato del lavoro rispettando i tempi lenti di essiccazione.
E’ un alternarsi quasi schizofrenico di visioni e procedimenti realizzativi in opposizione, nel pur comune scenario di un’ archeologia industriale che sa evocare storiche ostilità: capitalismo e operaismo, sterilità e produttività, maschile e femminile, “pelle & cuore” e, insieme, sperimentazione e tradizione, bagliori lividi e radiosità solare, spazi claustrofobici e ambienti vertiginosi. La pittura rivela il conflitto interiore dell’artista che nel percorso verso l’armonia deve entrare fino in fondo identità diverse e al momento inconciliabili. Ancora una tappa nel cammino dell’arte.
Giuliana Videtta
Si prendano, a conferma, i disegni, che siano studi preparatori di quadri già pensati o appunti per conoscere ciò con cui in quel momento è in relazione. Disegni dove ora prevale un’ inquadratura ampia dello spazio (Discesa, Lungo il Percorso), ora una visione ravvicinata e spiazzante di oggetti soli (Maria, Crocifissione, Archeologia Industriale III): in essi Giovanni Libro sperimenta tecniche particolari. Prepara la carta con strati di vernice a base di zinco, sovrappone retìne per stucchi, smalti, intervenendo poi con punta d’argento e grafite per aderire profondamente alle cose materiali che lo chiamano a sé e che nell’incontro con lui si trasfigurano in qualcosa di religioso e di sacro, di visionario.
Fra i dipinti, valgano per tutti, in tale contesto, il Trittico dei Capitalisti e la serie de Gli Operai, del 2009, che invitano a riflettere sulla fine di un’epoca storica, quella del capitalismo classico e del lavoro industriale.
In Calvario, Morte del Capitale, Disconatori (per un cuore), - i dipinti di grandi dimensioni che costituiscono il Trittico dei Capitalisti - Giovanni ha inventato una tecnica che procede per sovrapposizioni di materiali diversi in sintonia con l’accumularsi di strumenti macchinari motori scorie che riempiono lo spazio fino al parossismo sicché l’intera immagine appare come una sorta di ‘macchina celibe’, una costruzione delirante, di nessuna utilità nonostante l’ apparente costruzione razionale. Massa cerebrale, sterile, dai colori lividi, dove solo la sensibilità dell’artista riconosce ancora una croce, un’agonia, un cuore pulsante, nella contemporanea affermazione e negazione della morte e dell’immortalità.
Gli Operai, invece, hanno un nome e un sesso (Michele, Lorenzo, Marta), sono macchine organizzate secondo utilità e funzione, (spruzzatoi, impastatrici, tubi, carrelli, vasche), disposte in uno spazio vivibile, abituate ad agire, a svolgere il loro compito con un automatismo che non necessita del pensiero. Sono allora i colori ad olio, dai caldi toni rossi, a stendersi fluidi sulle grandi tele a ricostruire prospetticamente il mondo ordinato del lavoro rispettando i tempi lenti di essiccazione.
E’ un alternarsi quasi schizofrenico di visioni e procedimenti realizzativi in opposizione, nel pur comune scenario di un’ archeologia industriale che sa evocare storiche ostilità: capitalismo e operaismo, sterilità e produttività, maschile e femminile, “pelle & cuore” e, insieme, sperimentazione e tradizione, bagliori lividi e radiosità solare, spazi claustrofobici e ambienti vertiginosi. La pittura rivela il conflitto interiore dell’artista che nel percorso verso l’armonia deve entrare fino in fondo identità diverse e al momento inconciliabili. Ancora una tappa nel cammino dell’arte.
Giuliana Videtta
19
settembre 2010
Giovanni Libro – Oggetti-Anima
Dal 19 settembre al 10 ottobre 2010
disegno e grafica
Location
RIFIUGIO GRUPPO GUALDO
Sesto Fiorentino, Strada Panoramica dei Colli Alti, (Firenze)
Sesto Fiorentino, Strada Panoramica dei Colli Alti, (Firenze)
Orario di apertura
Dal martedì al sabato: 16:30 - 19:00 Domenica: 9:00 – 12:00 e 15:00 - 19:00
Vernissage
19 Settembre 2010, ore 11
Autore
Curatore