-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
nella tripla personale allestita da Ermanno Tedeschi, Addensamenti di Ariela Böhm (Roma, 1960), lettere trasparenti
in rilievo su un piano/cosmo nel caos della creazione; all’interno, un video
dove altre lettere si sciolgono e si ricompongono, l’essere e il nulla in un
continuo inseguirsi, una ricerca senza fine: l’Alef-Beth, l’alfabeto ebraico, è
carico di valori simbolici, nelle sue singole lettere, nella loro composizione,
un’energia intima, speciale, che s’immagina unisca il mondo terreno a quello
divino.
Il “popolo del libro” continua a
studiare, a moltiplicare interpretazioni, in un dialogo aperto con Dio, le
lettere dell’alfabeto anche con valore numerico, per leggere e re-inventare la
realtà in termini matematici. Di Ariela Böhm sono in mostra anche frammenti che
paiono ritrovamenti su terra arida, scritte che sembrerebbero giungere da tempi
lontani.
E Tobia Ravà (Padova, 1959) dipinge mondi di
lettere ebraiche colorate, ampi archi e mare, colonne e alberi autunnali, ma
anche vortici che s’inseguono quasi alla ricerca di un infinito che si addensa
o si amplia, da un punto lontano alla visibilità vicina (o forse viceversa:
dalla realtà “leggibile” alla distanza vertiginosa).
“Il mio rapporto con la natura”, afferma l’artista, “è
panteistico nei termini in cui Spinoza può forse aver tratto proprio dalla
Cabalà l’equivalenza tra Dio e Natura”. Fenomenico e assoluto si condensano con lettere che
rinnovano così l’idea di creazione, grande e piccolo, il divino e l’umano senza
fine tra concretezza e astrazione.
Con la consapevolezza del valore
delle singole lettere ebraiche, i loro “segreti” (su cui anche ha scritto e
riflettuto) Gabriele Levy (Buenos Aires, 1958) espone a Milano una doppia serie di
formelle con tutto l’alfabeto realizzato in materiali diversi, terracotta, ferro,
plastica, elementi che si mescolano e si fondono, ogni lettera di colori,
sfumature differenti, quasi dei mandala alla ricerca di senso e bellezza.
Ravà
in Puglia
valeria ottolenghi
mostra visitata il 12 ottobre 2010
dal 17 settembre al 16 novembre 2010
Segnali e lettere
Ermanno Tedeschi Gallery
Via Santa
Marta, 15 (zona via Torino) – 20123 Milano
Orario: da
martedì a venerdì ore 11-13 e 15-19; sabato e domenica su appuntamento
Ingresso
libero
Info: tel./fax
+39 0287396855; info.mi@etgallery.it; www.etgallery.it
[exibart]