Dopo la bella mostra “Dal canto nostro” ordinata nel maggio scorso e nella quale esposero oltre al Berto, Giorgia Marzi, Ilaria Rezzi ed Alessia Severi continua il sodalizio con Gian Paolo Berto, in questa seconda occasione gli artisti rendono omaggio, nel centenario della sua nascita, al Maestro Sante Monachesi che ha vissuto gli ultimi anni nella vicina Mentana. Devo ringraziare ancora una volta Antonio Maragnani grazie al quale è stata possibile questa interessante serie di mostre (la terza si inaugurerà i primi di dicembre prossimo). Gerardo Lo Russo, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Roma sintetizza così l’essenza della mostra:
Agrà come dire a-gravitazionale, senza peso, leggero, libero da gravami psichici e fisici. Tutto quello che fa Agrà è libertà. Ma anche tutto quello che non fa, che dice e, che pensa. Come andare a ritroso nel tempo pensando al passato che ritorna futuro. Perché Agrà è il paradosso enigmatico sella vita d’artista. In cui tutto è possibile. Pure prendersi gioco della Realtà. Quale realtà? Quella dell’immaginazione o della fantasia? Dell’estasi, della visione, o di quale altra magia? Ecco Agrà che si dispiega e ci rivela ogni verità possibile, basta spostare il punto di osservazione da una dimensione all’altra dello scibile umano. C’è un Agrà corporea, sensuale ed appetitoso che si manifesta di fronte ad un piatto di spaghetti Agrà; c’è un Agrà dinamico, spiralico e modificabile a piacere da chiunque che si insinua tra una scultura di evelpiuma Agrà; c’è un Agrà ribelle, antitetico ed anarchico che si divincola superando vecchie ideologie e piatti dogmatismi per un Agrà di Libertà. Solo stimolando a tirare fuori il meglio di se stesso con un sacro gesto di libertà si aiuta l’artista a percorrere il proprio cammino di conoscenza .Ed il Futuro appare possibile in quanto visibile.
A Sante Monachesi – Maestro di Vita.