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Post Action painting 2
Post Action painting 2 sarà la mostra inaugurale della stagione 2010-2011 della galleria Zamenhof.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Post-Action Painting 2
Introduzione critica
di Alessandro Baito e Virgilio Patarini
Da quando nel 1947 Jackson Pollock desiderò “sentirsi più vicino, quasi parte integrante della pittura” è caduta la netta divisione tra ciò che si può considerare quadro e ciò che invece va vissuto come un evento.
Iniziava con il pittore americano una lunga stagione artistica che avrebbe indagato non solo la tecnica espressiva del dripping, ma anche diverse altre tecniche che fossero state riconosciute adatte all'espressione dell'anima dell'artista che in quel momento si metteva di fronte alla tela bianca.
In effetti l'Action painting non è altro che questo, e cioè l'utilizzo della stesura dei colori per la ricerca di una comunicazione tra un certo stato d'animo, il movimento del corpo e con esso del pennello o della spatola, e le immagini che a poco a poco prendono forma.
Da De Kooning a Rothko, da Tàpies a Congdon, da Klein a Kline, le modalità espressive che hanno tratto origine dall'idea di Pollock e che si presentano quindi come la testimonianza di uno stato d'animo, o se vogliamo il riflesso di un'emozione primitiva e non altrimenti comunicabile, sono diverse e diversificate, come lo sono, almeno da questo punto di vista, quelle degli artisti presenti in questa sezione di Post-Avanguardia.
Dal gestuale di Franco Barasciutti e Mariangela Tirnetta al dripping di Raffaele De Francesco e Maria Laura Riccobono, dall'elegante stesura ricca di vibrazioni emotive di Domenico Paolo alle geografie dell'inconscio di Jo Restelli e Michele Recluta, dallo sguardo oltre l’Informale di Pietro Perrino alla contaminazione dello stesso con reminiscenze Pop di Pietro Perrino, una verità che emerge è la volontà sincera di, utilizzando le parole di Congdon, “dipingere sempre quello che sono, non quello che vedo”.
Ma i nove artisti che compongono la sezione Post-Action Painting 2 sono anche altro: sono testimonianza di ciò in cui si è trasformato l'Action Painting oggi.
Dopo aver perduto il suo carattere rivoluzionario ed aver permesso una completa indagine in un certo tipo di espressione artistica, ci troviamo nella situazione privilegiata di osservare la sostanza più pura della pittura d'azione.
Il gesto di questo artisti è ponderato e calibrato, non ha bisogno di una spinta violenta per essere medium tra emozione e rappresentazione, il loro dripping non riflette la caoticità di un'anima confusa ma le linee armoniche di un pensiero coerente, i loro colori non vogliono semplicemente invadere lo spazio e scuotere lo spettatore, ma al contrario lo vogliono invitare incantare incatenare per fargli vivere un'esperienza unica.
Esiste ancora l'evento di partenza da cui scaturisce la produzione di un'opera, ma anche in questo caso la nuova generazione si spoglia di ogni sovrastruttura per rendere unicamente la sostanza delle cose. L'evento artistico non è più la danza teatrale con la quale il movimento delle braccia disegnava segni sulla tela, ma è la capacità di sentire e comunicare un'emozione tramite l'organizzazione cromatica di uno spazio.
Introduzione critica
di Alessandro Baito e Virgilio Patarini
Da quando nel 1947 Jackson Pollock desiderò “sentirsi più vicino, quasi parte integrante della pittura” è caduta la netta divisione tra ciò che si può considerare quadro e ciò che invece va vissuto come un evento.
Iniziava con il pittore americano una lunga stagione artistica che avrebbe indagato non solo la tecnica espressiva del dripping, ma anche diverse altre tecniche che fossero state riconosciute adatte all'espressione dell'anima dell'artista che in quel momento si metteva di fronte alla tela bianca.
In effetti l'Action painting non è altro che questo, e cioè l'utilizzo della stesura dei colori per la ricerca di una comunicazione tra un certo stato d'animo, il movimento del corpo e con esso del pennello o della spatola, e le immagini che a poco a poco prendono forma.
Da De Kooning a Rothko, da Tàpies a Congdon, da Klein a Kline, le modalità espressive che hanno tratto origine dall'idea di Pollock e che si presentano quindi come la testimonianza di uno stato d'animo, o se vogliamo il riflesso di un'emozione primitiva e non altrimenti comunicabile, sono diverse e diversificate, come lo sono, almeno da questo punto di vista, quelle degli artisti presenti in questa sezione di Post-Avanguardia.
Dal gestuale di Franco Barasciutti e Mariangela Tirnetta al dripping di Raffaele De Francesco e Maria Laura Riccobono, dall'elegante stesura ricca di vibrazioni emotive di Domenico Paolo alle geografie dell'inconscio di Jo Restelli e Michele Recluta, dallo sguardo oltre l’Informale di Pietro Perrino alla contaminazione dello stesso con reminiscenze Pop di Pietro Perrino, una verità che emerge è la volontà sincera di, utilizzando le parole di Congdon, “dipingere sempre quello che sono, non quello che vedo”.
Ma i nove artisti che compongono la sezione Post-Action Painting 2 sono anche altro: sono testimonianza di ciò in cui si è trasformato l'Action Painting oggi.
Dopo aver perduto il suo carattere rivoluzionario ed aver permesso una completa indagine in un certo tipo di espressione artistica, ci troviamo nella situazione privilegiata di osservare la sostanza più pura della pittura d'azione.
Il gesto di questo artisti è ponderato e calibrato, non ha bisogno di una spinta violenta per essere medium tra emozione e rappresentazione, il loro dripping non riflette la caoticità di un'anima confusa ma le linee armoniche di un pensiero coerente, i loro colori non vogliono semplicemente invadere lo spazio e scuotere lo spettatore, ma al contrario lo vogliono invitare incantare incatenare per fargli vivere un'esperienza unica.
Esiste ancora l'evento di partenza da cui scaturisce la produzione di un'opera, ma anche in questo caso la nuova generazione si spoglia di ogni sovrastruttura per rendere unicamente la sostanza delle cose. L'evento artistico non è più la danza teatrale con la quale il movimento delle braccia disegnava segni sulla tela, ma è la capacità di sentire e comunicare un'emozione tramite l'organizzazione cromatica di uno spazio.
15
settembre 2010
Post Action painting 2
Dal 15 settembre al 03 ottobre 2010
arte contemporanea
Location
ZAMENHOF
Milano, Via Ludovico Lazzaro Zamenhof, 11, (Milano)
Milano, Via Ludovico Lazzaro Zamenhof, 11, (Milano)
Orario di apertura
dal mercoledì alla domenica ore 15-19
Vernissage
15 Settembre 2010, ore 18,30
Autore
Curatore