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GD4PhotoArt. La fotografia s’industria
La fotografia s’industria, una mostra dedicata alla fotografia industriale. Un percorso che si snoda attraverso gli scatti dei quattro vincitori della seconda edizione del concorso GD4PhotoArt.
Comunicato stampa
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La fotografia s’industria, una mostra dedicata alla fotografia industriale. Un percorso che si snoda attraverso gli scatti dei quattro vincitori della seconda edizione del concorso GD4PhotoArt. La rappresentazione del corpo femminile nell’universo lavorativo quotidiano della francese Olivia Gay che ha ottenuto il primo premio e i tre progetti dei finalisti: i paesaggi desolati della Siberia del britannico Justin Jin, il progetto sui cumuli dell’italiano Alessandro Sambini e le immagini delle isole Svalbard dell’olandese Niels Stomps.
La mostra, promossa da G.D e Fondazione Isabella Seràgnoli, è accompagnata dal catalogo, curato da Giovanna Calvenzi, edito da Damiani Editore.
Olivia Gay
Vive e lavora in Francia. Ha studiato alla New England School of Photography, Boston, USA e presso l’Università di Bordeaux in Francia. Dal 1998 ha realizzato diversi reportage per importanti magazine internazionali (Libération, Le Monde, New York Times), osservando l’universo femminile di volta in volta attraverso la vita delle prostitute sudamericane, o quella delle modelle degli atelier d’arte francesi, passando per le cameriere dei bistrot parigini o per le danzatrici del ventre cairotese. Ha vinto due premi Kodak nel 2000 e 2002.
Le merlettaie di Calais
Il progetto realizzato per GD4PhotoArt illustra le donne al lavoro nello stabilimento di produzione meccanica di merletti Noyon di Calais. Creata nel 1919, Noyon - Dentelles è una società individuale familiare, che conta 445 dipendenti. Di recente è stata nominata «Impresa patrimonio culturale» a fianco di società di lusso come Baccarat, Dior, Hermès. La ricerca fotografica di Olivia Gay illustra la costruzione sociale del corpo negli spazi consacrati al lavoro. Attraverso una rappresentazione della figura femminile, esamina la questione “dell’identità di genere”, così come è applicata nella nostra società e in particolare negli spazi dedicati al lavoro: la fabbrica, il laboratorio di produzione, il supermercato.
Tramite l’uso di una forma classica di estetica che offre una lettura ripulita dell’immagine, si concentra sul dettaglio, la precisione del gesto, per poter “… ritrovare l’unità perduta, il mio io profondo, sotto i numerosi strati di cui lo ha ricoperto la consuetudine”.* (*Marcel Proust, Le Temps Retrouvé.)
Justin Jin
Di origine cinese, è vissuto nel Regno Unito e ha studiato presso l’Università di Cambridge. Attualmente vive e lavora a Mosca. Da più di dieci anni collabora come giornalista indipendente con le più importanti testate internazionali ed è specializzato nella fotografia documentaristica. E’ stato per diversi anni corrispondente della Reuters in Cina. Tra i premi ricevuti e le mostre: Hansel-Mieth Prize nel 2009, Visa Pour L’Image nel 2007 e la personale sui giovani in Olanda presso Rijks Museum di Amsterdam nel 2004.
Zona di assoluto disagio
Il progetto che Justin Jin ha realizzato per GD4PhotoArt è incentrato sul popolo artico, le sue aspirazioni, il suo amore e la sua sopravvivenza. Racconta la vita dell’Estremo Nord della Russia, una pianura ghiacciata di 7000 chilometri punteggiata da città decrepite e villaggi nei quali la vita è terribile, ma sufficientemente sopportabile per tenere in vita le miniere che estraggono milioni di tonnellate di petrolio, gas naturale e minerali intrappolati sotto la tundra. Le foto sono scattate tra Murmansk, la maggiore città artica del mondo, il vicino villaggio abbandonato di Teriberka - dove Gazprom vuole costruire un impianto per la lavorazione del gas destinato al campo Shtokman – e più ad est verso la città di Norilsk, una delle città più inquinate del mondo, dove viene prodotto il nickel. A questi luoghi si aggiungono le foto realizzate a Vorkuta, dove le miniere di carbone stanno licenziando i lavoratori poiché non possono più giustificare i costi di sostentamento delle comunità dell’Artide.
Alessandro Sambini
Ha appena ottenuto un MA in Research Architecture a Londra nel dipartimento di Visual Cultures del Goldsmiths College. Inizia come fotografo nel 2005 con il lavoro di reportage: “Dov’è il Polesine”. Nel 2009 ha vinto il XXIII Premio Gallarate per le Arti Visive con il progetto fotografico: “Ghe Pronto!”
Ora sta lavorando, indipendentemente, ad altri due progetti video: il primo lavoro riguarda la cerimonia di inaugurazione della torre Burji Khalifa di Dubai e il secondo riguarda l’assassinio a Pittsburgh a inizio Agosto 2009 di cinque donne da parte di un uomo chiamato George Sodini.
’Na mota e ‘na busa
Questo detto popolare veneto dà il titolo al progetto che Alessandro Sambini ha realizzato per GD4PhotoArt e ne racchiude il significato: ad una buca corrisponde sempre una “motta”, un cumulo. Per ogni prodotto dell’ingegno e della creatività esiste un cumulo, un ammassarsi parallelo di scarti. L’energia umana crea spazio, prodotti, servizi, emozioni. Distilla la materia in oggetti perfetti, ergonomici: belli. La materia muta, il suo destino si suddivide; “da una parte il miele e dall’altra la cera” (De Andrè). Dai campi della Pianura Padana con i cumuli di verdura invenduta alle montagne di ferro arrugginito vicino a Verona, dalle montagne di rifiuti nei pressi di Londra all’isola di plastica al largo della California profonda 30 metri e invisibile all’ occhio umano che galleggia silenziosa, Sambini rappresenta una nuova geografia, con tempi geologici variabili, difficilmente prevedibili.
Niels Stomps
Vive e lavora in Olanda. Ha studiato presso la St.Joost Academy in Breda e presso la School of the Arts di Utrecht dove è tuttora docente a contratto. Le sue fotografie sono state esposte in diversi festival, musei e gallerie tra cui nel 2007 il Photo Festival Naarden , nel 2006 il Festival a/d Werf di Utrecht e il Foam - Fotografiemuseum Amsterdam . Nel 2007 ha ricevuto il terzo premio Gebouwgezichten dal NAI (Netherlands Architecture Institute) di Rotterdam e nel 2009 ha vinto il premio Kees Scherer per il suo libro “Mist”.
El Dorado
Per GD4PhotoArt Niels Stomps ha scattato le sue foto nelle isole Svalbard, estremo territorio nord della Norvegia, sulla via per il Polo Nord. Il paesaggio è costituito da bianche distese e montagne innevate, con impressionanti ghiacciai. Per Stomps, Svalbard è un luogo collocato tra passato e futuro, una terra di confine in senso letterale e metaforico. L'umanità sta facendo grandi sforzi per occupare questa terra, compiendo ricerche ed esperimenti scientifici per accrescere le proprie conoscenze su di sé e la terra in cui vive (il ghiaccio, per esempio, conserva ogni genere di informazione sulle condizioni atmosferiche esistenti nel passato). Dal 2006 Svalbard ospita la Global Seed Vault, dove vengono conservati a una temperatura costante di 25 C° esemplari di semi di piante provenienti da tutto il mondo. Nelle diverse serie che compongono Eldorado, Stomps accosta immagini di paesaggi a ritratti di individui, nonché foto di impianti scientifici sia interni che esterni.
IL PREMIO GD4PHOTOART
Premessa
Il Concorso di Fotografia industriale GD4PhotoArt nasce nel 2008 nell’ambito di un progetto più ampio relativo alla realizzazione di un luogo museale di G.D, storica azienda di macchine
automatiche di Bologna, centrato sul tema dell’innovazione. Il museo sarà un punto d’incontro tra creatività, tecnologia e scienza.
Una parte del centro espositivo sarà la sede di un osservatorio sul tema “Fotografia e industria”, che vedrà la creazione di un archivio fotografico sull’argomento e di una collezione permanente. Il concorso GD4PhotoArt contribuisce allo sviluppo di questo progetto sistematico e continuativo sulla fotografia e l’industria con la raccolta di dati e opere tramite regolari contatti con artisti, critici, gallerie e operatori del settore.
Il Concorso
GD4PhotoArt è una selezione biennale a inviti rivolta a giovani fotografi europei, promossa da G.D e Fondazione Isabella Seràgnoli, che ha lo scopo di documentare e sostenere l’attività di ricerca sull’immagine dell’industria, la trasformazione che essa induce nella società e nel territorio, il ruolo del lavoro per lo sviluppo economico e produttivo. Il tema del concorso è: “Industria, Società e Territorio”.
L’alto livello dei candidati che sono invitati a partecipare alla selezione contraddistingue il premio ed è ottenuto grazie ad una rosa di selezionatori, esperti nel settore della fotografia a livello nazionale ed internazionale, provenienti da diversi paesi europei che sono indicati dalla giuria. Ogni selezionatore propone i nomi di 2-3 fotografi che si sono segnalati per la qualità del loro lavoro, per un totale di 36 candidati. I fotografi sono chiamati a presentare un progetto.
La giuria assegna al vincitore del concorso una borsa di studio di 15 mila euro e ai tre finalisti tre borse di studio da 5 mila euro ciascuna. I vincitori hanno a disposizione sette mesi per svolgere il loro progetto di ricerca che consiste nella realizzazione di 10/15 fotografie originali. Le opere dei vincitori sono esposte in una mostra organizzata a Bologna a conclusione di ogni edizione.
La giuria
La Giuria è presieduta da Isabella Seràgnoli, Presidente G.D.
I membri sono:
Quentin Bajac, Musée National d'Art Moderne, Centre Georges Pompidou, Parigi; Gabriele Basilico, fotografo; Giovanna Calvenzi, Gruppo Rizzoli Corriere della Sera; Giuseppe Ciorra, Università di Camerino, Facoltà di Architettura di Ascoli Piceno; Daniela Facchinato, fotografa; Laura Gasparini, Fototeca Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia; Michael Hoppen, Michael Hoppen Gallery, Londra; Piero Orlandi, Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna
Prima Edizione Premio GD4PhotoArt
I vincitori della prima edizione 2007/08 del concorso GD4PhotoArt sono: Dita Pepe (Repubblica Ceca), Léa Crespi (Francia) e Rob Hornstra (Olanda). I progetti fotografici dei vincitori sono stati esposti nella mostra GD4PhotoArt: La fotografia s’industria che si è svolta a novembre 2008 a Bologna - Palazzo Pepoli Campogrande – dove è stata presentata anche un’opera di ciascuno dei 26 partecipanti alla pre-selezione.
Il Catalogo della mostra è a cura di Giovanna Calven
La mostra, promossa da G.D e Fondazione Isabella Seràgnoli, è accompagnata dal catalogo, curato da Giovanna Calvenzi, edito da Damiani Editore.
Olivia Gay
Vive e lavora in Francia. Ha studiato alla New England School of Photography, Boston, USA e presso l’Università di Bordeaux in Francia. Dal 1998 ha realizzato diversi reportage per importanti magazine internazionali (Libération, Le Monde, New York Times), osservando l’universo femminile di volta in volta attraverso la vita delle prostitute sudamericane, o quella delle modelle degli atelier d’arte francesi, passando per le cameriere dei bistrot parigini o per le danzatrici del ventre cairotese. Ha vinto due premi Kodak nel 2000 e 2002.
Le merlettaie di Calais
Il progetto realizzato per GD4PhotoArt illustra le donne al lavoro nello stabilimento di produzione meccanica di merletti Noyon di Calais. Creata nel 1919, Noyon - Dentelles è una società individuale familiare, che conta 445 dipendenti. Di recente è stata nominata «Impresa patrimonio culturale» a fianco di società di lusso come Baccarat, Dior, Hermès. La ricerca fotografica di Olivia Gay illustra la costruzione sociale del corpo negli spazi consacrati al lavoro. Attraverso una rappresentazione della figura femminile, esamina la questione “dell’identità di genere”, così come è applicata nella nostra società e in particolare negli spazi dedicati al lavoro: la fabbrica, il laboratorio di produzione, il supermercato.
Tramite l’uso di una forma classica di estetica che offre una lettura ripulita dell’immagine, si concentra sul dettaglio, la precisione del gesto, per poter “… ritrovare l’unità perduta, il mio io profondo, sotto i numerosi strati di cui lo ha ricoperto la consuetudine”.* (*Marcel Proust, Le Temps Retrouvé.)
Justin Jin
Di origine cinese, è vissuto nel Regno Unito e ha studiato presso l’Università di Cambridge. Attualmente vive e lavora a Mosca. Da più di dieci anni collabora come giornalista indipendente con le più importanti testate internazionali ed è specializzato nella fotografia documentaristica. E’ stato per diversi anni corrispondente della Reuters in Cina. Tra i premi ricevuti e le mostre: Hansel-Mieth Prize nel 2009, Visa Pour L’Image nel 2007 e la personale sui giovani in Olanda presso Rijks Museum di Amsterdam nel 2004.
Zona di assoluto disagio
Il progetto che Justin Jin ha realizzato per GD4PhotoArt è incentrato sul popolo artico, le sue aspirazioni, il suo amore e la sua sopravvivenza. Racconta la vita dell’Estremo Nord della Russia, una pianura ghiacciata di 7000 chilometri punteggiata da città decrepite e villaggi nei quali la vita è terribile, ma sufficientemente sopportabile per tenere in vita le miniere che estraggono milioni di tonnellate di petrolio, gas naturale e minerali intrappolati sotto la tundra. Le foto sono scattate tra Murmansk, la maggiore città artica del mondo, il vicino villaggio abbandonato di Teriberka - dove Gazprom vuole costruire un impianto per la lavorazione del gas destinato al campo Shtokman – e più ad est verso la città di Norilsk, una delle città più inquinate del mondo, dove viene prodotto il nickel. A questi luoghi si aggiungono le foto realizzate a Vorkuta, dove le miniere di carbone stanno licenziando i lavoratori poiché non possono più giustificare i costi di sostentamento delle comunità dell’Artide.
Alessandro Sambini
Ha appena ottenuto un MA in Research Architecture a Londra nel dipartimento di Visual Cultures del Goldsmiths College. Inizia come fotografo nel 2005 con il lavoro di reportage: “Dov’è il Polesine”. Nel 2009 ha vinto il XXIII Premio Gallarate per le Arti Visive con il progetto fotografico: “Ghe Pronto!”
Ora sta lavorando, indipendentemente, ad altri due progetti video: il primo lavoro riguarda la cerimonia di inaugurazione della torre Burji Khalifa di Dubai e il secondo riguarda l’assassinio a Pittsburgh a inizio Agosto 2009 di cinque donne da parte di un uomo chiamato George Sodini.
’Na mota e ‘na busa
Questo detto popolare veneto dà il titolo al progetto che Alessandro Sambini ha realizzato per GD4PhotoArt e ne racchiude il significato: ad una buca corrisponde sempre una “motta”, un cumulo. Per ogni prodotto dell’ingegno e della creatività esiste un cumulo, un ammassarsi parallelo di scarti. L’energia umana crea spazio, prodotti, servizi, emozioni. Distilla la materia in oggetti perfetti, ergonomici: belli. La materia muta, il suo destino si suddivide; “da una parte il miele e dall’altra la cera” (De Andrè). Dai campi della Pianura Padana con i cumuli di verdura invenduta alle montagne di ferro arrugginito vicino a Verona, dalle montagne di rifiuti nei pressi di Londra all’isola di plastica al largo della California profonda 30 metri e invisibile all’ occhio umano che galleggia silenziosa, Sambini rappresenta una nuova geografia, con tempi geologici variabili, difficilmente prevedibili.
Niels Stomps
Vive e lavora in Olanda. Ha studiato presso la St.Joost Academy in Breda e presso la School of the Arts di Utrecht dove è tuttora docente a contratto. Le sue fotografie sono state esposte in diversi festival, musei e gallerie tra cui nel 2007 il Photo Festival Naarden , nel 2006 il Festival a/d Werf di Utrecht e il Foam - Fotografiemuseum Amsterdam . Nel 2007 ha ricevuto il terzo premio Gebouwgezichten dal NAI (Netherlands Architecture Institute) di Rotterdam e nel 2009 ha vinto il premio Kees Scherer per il suo libro “Mist”.
El Dorado
Per GD4PhotoArt Niels Stomps ha scattato le sue foto nelle isole Svalbard, estremo territorio nord della Norvegia, sulla via per il Polo Nord. Il paesaggio è costituito da bianche distese e montagne innevate, con impressionanti ghiacciai. Per Stomps, Svalbard è un luogo collocato tra passato e futuro, una terra di confine in senso letterale e metaforico. L'umanità sta facendo grandi sforzi per occupare questa terra, compiendo ricerche ed esperimenti scientifici per accrescere le proprie conoscenze su di sé e la terra in cui vive (il ghiaccio, per esempio, conserva ogni genere di informazione sulle condizioni atmosferiche esistenti nel passato). Dal 2006 Svalbard ospita la Global Seed Vault, dove vengono conservati a una temperatura costante di 25 C° esemplari di semi di piante provenienti da tutto il mondo. Nelle diverse serie che compongono Eldorado, Stomps accosta immagini di paesaggi a ritratti di individui, nonché foto di impianti scientifici sia interni che esterni.
IL PREMIO GD4PHOTOART
Premessa
Il Concorso di Fotografia industriale GD4PhotoArt nasce nel 2008 nell’ambito di un progetto più ampio relativo alla realizzazione di un luogo museale di G.D, storica azienda di macchine
automatiche di Bologna, centrato sul tema dell’innovazione. Il museo sarà un punto d’incontro tra creatività, tecnologia e scienza.
Una parte del centro espositivo sarà la sede di un osservatorio sul tema “Fotografia e industria”, che vedrà la creazione di un archivio fotografico sull’argomento e di una collezione permanente. Il concorso GD4PhotoArt contribuisce allo sviluppo di questo progetto sistematico e continuativo sulla fotografia e l’industria con la raccolta di dati e opere tramite regolari contatti con artisti, critici, gallerie e operatori del settore.
Il Concorso
GD4PhotoArt è una selezione biennale a inviti rivolta a giovani fotografi europei, promossa da G.D e Fondazione Isabella Seràgnoli, che ha lo scopo di documentare e sostenere l’attività di ricerca sull’immagine dell’industria, la trasformazione che essa induce nella società e nel territorio, il ruolo del lavoro per lo sviluppo economico e produttivo. Il tema del concorso è: “Industria, Società e Territorio”.
L’alto livello dei candidati che sono invitati a partecipare alla selezione contraddistingue il premio ed è ottenuto grazie ad una rosa di selezionatori, esperti nel settore della fotografia a livello nazionale ed internazionale, provenienti da diversi paesi europei che sono indicati dalla giuria. Ogni selezionatore propone i nomi di 2-3 fotografi che si sono segnalati per la qualità del loro lavoro, per un totale di 36 candidati. I fotografi sono chiamati a presentare un progetto.
La giuria assegna al vincitore del concorso una borsa di studio di 15 mila euro e ai tre finalisti tre borse di studio da 5 mila euro ciascuna. I vincitori hanno a disposizione sette mesi per svolgere il loro progetto di ricerca che consiste nella realizzazione di 10/15 fotografie originali. Le opere dei vincitori sono esposte in una mostra organizzata a Bologna a conclusione di ogni edizione.
La giuria
La Giuria è presieduta da Isabella Seràgnoli, Presidente G.D.
I membri sono:
Quentin Bajac, Musée National d'Art Moderne, Centre Georges Pompidou, Parigi; Gabriele Basilico, fotografo; Giovanna Calvenzi, Gruppo Rizzoli Corriere della Sera; Giuseppe Ciorra, Università di Camerino, Facoltà di Architettura di Ascoli Piceno; Daniela Facchinato, fotografa; Laura Gasparini, Fototeca Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia; Michael Hoppen, Michael Hoppen Gallery, Londra; Piero Orlandi, Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna
Prima Edizione Premio GD4PhotoArt
I vincitori della prima edizione 2007/08 del concorso GD4PhotoArt sono: Dita Pepe (Repubblica Ceca), Léa Crespi (Francia) e Rob Hornstra (Olanda). I progetti fotografici dei vincitori sono stati esposti nella mostra GD4PhotoArt: La fotografia s’industria che si è svolta a novembre 2008 a Bologna - Palazzo Pepoli Campogrande – dove è stata presentata anche un’opera di ciascuno dei 26 partecipanti alla pre-selezione.
Il Catalogo della mostra è a cura di Giovanna Calven
30
settembre 2010
GD4PhotoArt. La fotografia s’industria
Dal 30 settembre al 02 novembre 2010
fotografia
Location
PINACOTECA NAZIONALE DI BOLOGNA
Bologna, Via Delle Belle Arti, 56, (Bologna)
Bologna, Via Delle Belle Arti, 56, (Bologna)
Orario di apertura
Martedì – Domenica 10 – 19, Lunedì chiuso
Sito web
www.gd4photoart.com
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