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Ophrys – Infiniti Ritorni
Nelle fotografie di Ophrys si percepisce il lento fluire delle stagioni e il respiro della natura. Ogni scatto rappresenta una carezza alla terra ed un omaggio al mondo.
Comunicato stampa
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Ophrys si firma con un nome d'arte per motivi ideali prendendo in prestito il nome da un fiore ricco di significati particolari. Ophrys compie in bicicletta mediamente 3.200 Km all'anno, realizzando nello stesso tempo circa 6.600 fotografie. Il suo lavoro si potrebbe considerare una vera e propria performance, un'azione che possiede valore e significato ancora prima del risultato oggettivo.
La sua indagine si rivolge sopratutto al territorio di Medesano, paese in provincia di Parma nel quale Ophrys ha scelto di abitare. Medesano è caratterizzato da una collina pittoresca che rischia di trasformarsi completamente a causa della progressiva cementificazione in atto da alcuni anni.
Le migliaia di fotografie collezionate negli ultimi sette anni nel corso di tutte le quattro stagioni, costituiscono una mappatura del territorio che testimonia il suo cambiamento. L'immagine “catturata” rappresenta un tentativo di appropriarsi del mondo visibile per documentarlo, custodirlo. Lo stupore e la meraviglia di fronte al paesaggio naturale è fissato dal suo atto fotografico e rappresenta un omaggio alla luce. Le colline, le pianure, i laghetti, nelle sue immagini, contengono una sorta di respiro come se il silenzio si fosse appropriato della terra. Lo sguardo di Ophrys è spesso rivolto verso il basso, sui campi arati accarezzati dalla nebbia, sui prati spruzzati di luce, sulle distese di neve. L'orizzonte tende a sparire dall'inquadratura ed emergono i particolari più sorprendenti. La macchina fotografica si avvicina sempre più alla terra fino a scorgere una mantide religiosa o una farfalla che si posa su un fiore. Lo sguardo sul microcosmo, completa l'indagine sul paesaggio là dove la natura e i suoi minuscoli abitanti sono i protagonisti della storia che Ophrys ha scelto di raccontare. Un contadino che pota un salice come un acrobata tra i rami, oppure un uomo che guida il suo attrezzo agricolo sono le uniche presenze umane che compaiono nelle foto di Ophrys; l'essere umano è più spesso evocato solo dalle tracce che questo lascia come il solco di un aratro, un recinto di filo spinato o una fila di tralicci elettrici.
Sono fotografie che emozionano lo spettatore per la poesia che contengono e per la loro densità di sostanza filosofica. Le foto di Ophrys rappresentano un'estensione del suo paesaggio interiore, sono una carezza fatta al mondo. Sono un invito a credere ancora nei sogni e nella verità della poesia.
La sua indagine si rivolge sopratutto al territorio di Medesano, paese in provincia di Parma nel quale Ophrys ha scelto di abitare. Medesano è caratterizzato da una collina pittoresca che rischia di trasformarsi completamente a causa della progressiva cementificazione in atto da alcuni anni.
Le migliaia di fotografie collezionate negli ultimi sette anni nel corso di tutte le quattro stagioni, costituiscono una mappatura del territorio che testimonia il suo cambiamento. L'immagine “catturata” rappresenta un tentativo di appropriarsi del mondo visibile per documentarlo, custodirlo. Lo stupore e la meraviglia di fronte al paesaggio naturale è fissato dal suo atto fotografico e rappresenta un omaggio alla luce. Le colline, le pianure, i laghetti, nelle sue immagini, contengono una sorta di respiro come se il silenzio si fosse appropriato della terra. Lo sguardo di Ophrys è spesso rivolto verso il basso, sui campi arati accarezzati dalla nebbia, sui prati spruzzati di luce, sulle distese di neve. L'orizzonte tende a sparire dall'inquadratura ed emergono i particolari più sorprendenti. La macchina fotografica si avvicina sempre più alla terra fino a scorgere una mantide religiosa o una farfalla che si posa su un fiore. Lo sguardo sul microcosmo, completa l'indagine sul paesaggio là dove la natura e i suoi minuscoli abitanti sono i protagonisti della storia che Ophrys ha scelto di raccontare. Un contadino che pota un salice come un acrobata tra i rami, oppure un uomo che guida il suo attrezzo agricolo sono le uniche presenze umane che compaiono nelle foto di Ophrys; l'essere umano è più spesso evocato solo dalle tracce che questo lascia come il solco di un aratro, un recinto di filo spinato o una fila di tralicci elettrici.
Sono fotografie che emozionano lo spettatore per la poesia che contengono e per la loro densità di sostanza filosofica. Le foto di Ophrys rappresentano un'estensione del suo paesaggio interiore, sono una carezza fatta al mondo. Sono un invito a credere ancora nei sogni e nella verità della poesia.
09
ottobre 2010
Ophrys – Infiniti Ritorni
Dal 09 ottobre al 18 dicembre 2010
fotografia
Location
ATTIC STUDIO
Medesano, Strada Dei Ferrari, 30, (Parma)
Medesano, Strada Dei Ferrari, 30, (Parma)
Orario di apertura
Su appuntamento
Vernissage
9 Ottobre 2010, ore 18,00
Autore