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Andrea Cangemi – Dipinti. Incisioni
La Galleria “Arianna Sartori Arte & object design” di Mantova, inaugura la mostra personale dell’artista Andrea Can-gemi, presentata da Fabio Ciceroni. In mostra saranno esposti dipinti e incisioni.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Galleria “Arianna Sartori Arte & object design” di Mantova, in via Ippolito Nievo 10, il prossimo 25 settembre, alle ore 18.00, inaugura la mostra personale dell’artista Andrea Can-gemi, presentata da Fabio Ciceroni.
In mostra saranno esposti dipinti e incisioni.
La personale resterà aperta al pubblico fino al 7 ottobre con orario dal Lunedì al Sabato dal-le 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.30.
UNA LUCE SUI RELITTI
Dal suo profondo laboratorio Andrea Cangemi continua senza posa ad estrarre i suoi lèmuri, i suoi feticci, i suoi sogni. Dal magma di quell’antro onorico talvolta anche a lui segreto, motore primo delle sue inquietudini, séguita ancora e ancora a sprigionarsi con la forza di una necessità lucidamente febbrile un universo di ritrovati segni che appaghino almeno per un poco l’urgenza di sogni e di simboli. E la loro insistenza a provocare il tentativo di decifrarli.
Se si può confermare quella felice intuizione iniziale che vedrebbe Cangemi come condannato alla perfezione formale, non v’è dub-bio che una tale perfezione - quel suo dominio impressionante del disegno sullo spazio, quella sua raffinata adusata vocazione a concatenarli ai colori - vada intesa come ricerca di una certezza, nel caos del tempo contro l’assedio dei giorni, che consenta final-mente di illuminare di luce imprevista lo sfondo oscuro dell’esistenza.
Sicurezza del segno che sconfigga l’insicurezza dell’uomo. Contemporaneo.
Non può esservi uomo del nostro tempo che, nel proprio riposto segreto, non avverta l’assillo della morte identificata con un non e-sorcizzabile potere distruttivo, e che non studi qualcosa di ineffabilmente imprevedibile per liberarsi da quell’assillo. Allora ogni vil-tà ed ogni reticenza diventano un grave peccato di omissione per l’artista impegnato in quell’unica vera guerra che per lui valga combattere: contro la menzogna e contro la morte. La sua audacia sta allora nell’accogliere l’imperativo di esprimere, ed esprimere con segni che siano precisi e decisi come fendenti di vita inferti a quell’oscuro potere.
Qui sta la sua unica possibile responsabilità. Se oggi l’abuso delle immagini condanna all’assuefazione tanto che non si riesce più a vedere; così come il troppo parlare obbliga all’assordamento, l’artista onesto (ma può esservi un’arte, se è arte, disonesta?) è tenuto a dire. È obbligato alla certezza del segno che si fa suo unico strumento di salvezza. E nostro.
Anche così ci si può dare spiegazione della verità di cui s’intride tutta l’irrequieta operosità di Cangemi, la sua fabbrile smania di creare all’infinito intorno alla sua essenziale mitografia; così ci si può dar conto della sincerità totale, esasperata e a tratti disperata, della sua arte che non consente a nessuno infingimenti interpretativi.
Un’arte inesauribilmente capace di vitalità proprio perché struggente nella sua consapevolezza senza rimedio della morte delle cose.
Per una tale arte diventa un bisogno morale quello di trasvalutare i suoi moribondi oggetti in un’alta sospensione interiore, e scavare nel reale - di cui ha un rispetto commovente - per tracciarne fin dove possibile l’orizzonte di verità che possiede.
Per questo essa sa trasmettere la misteriosa vibrazione che proviene da un esistere non rassegnato anche quando, anzi proprio quan-do sembra abbandonare gli oggetti amati e riaccarezzati al loro destino di invincibile inerzia.
Sono oggetti che attraversano tecniche e modi diversi di porsi l’interrogazione sul mondo: può essere la preziosa filigrana che esce dalla matita su carta o la prodigiosa ragnatela che si espande sulla lastra facendone un labirinto di voci, o l’assorta geometria degli obliqui spazi che consentono alla tela allusioni slimitate: sempre vi si officia una poesia di relitti.
E abbandono può adottarsi come cifra ritornante, quale parola che ci apra al mondo ed al modo di Cangemi. Un modo permeato di pietas, di compassione illacrimata per le cose tanto più amate quanto più ormai estromesse dalla loro funzione originaria. I bianchi volumi delle roulottes o di improponibili autocarrette svuotate del ruolo che le aveva create, abbandonati in campi deserti appena consolati dalla luna; la bicicletta negletta in un paesaggio di archeologia industriale o davanti alla villa disabitata o appoggiata a pa-reti da cui irridono multicolori manifesti di gioia passata; o finalmente quel violino scordato e soprattutto quei fantocci penduli o sbi-lenchi o crocifissi al loro eterno riposo che li ha colti in flagranza di vita o quella richiesta di aiuto nei corpi di ginnaste o di danzato-ri fermati da un pensiero ultimo sull’estremo abbandono che li accomuna: su tutti vige, come una nostalgia pudicamente irriferibile, un’alta compassione per il loro imminente
disumanarsi, per il loro inarrestabile de-fungere.
Altro che indifferenza verso l’oggetto assunto a modello, pretesto di virtuosismi com’è di certe scuole formali o come sarebbe se si desse di tanto laboriosa ricerca di verità un’interpretazione solamente calligrafica, magari sviati proprio dalla stupefacente precisione del segno!
È invece la partecipe cognizione della comune sofferenza, propria dell’innamorato della vita a tentare l’impossibile restituzione di un barlume d’anima agli esseri divorati dalla consunzione dei giorni e dalla saccente fretta dei produttori di oggetti nuovi. Come se quel troppo amor di vita compisse il prodigio di riuscire ad arginare ancora moda e potere, veri vestiboli della morte.
Un rinnovarsi dell’assurda sfida di Orfeo agli inferi.
Benché dunque resti confermato anche per Cangemi che il linguaggio è il messaggio e che pertanto sembrino diversi gli esiti formali trascorrendo dalla grafica alla pittura (con la tecnica mista su carta a fare da tratto d’unione), resta impressionante l’unità nel rigore e nell’intelligenza della ricerca. La tensione meditativa su quel reale abbandonato e la tormentata partecipazione che ne deriva, agevo-lano un complesso gioco di rispecchiamenti di quadro nel quadro, di metamorfiche corrispondenze tra maschere e volti, tra verità e finzione, tra oggettualità ed allegoria, tra quotidianità e mito, tra derisione e sogno, tra colore e disegno. Tutti stilemi ed emblemi che possono condurci a risalire fino all’ambigua dialettica di una tragedia antica, tesa com’è a stanare la verità profonda entro la contraddizione delle apparenze.
Ma la matrice vitalmente organica, la commossa energia che vorrebbe ancora infondere fuoco all’inerzia delle cose toccate, la vi-brante malinconia che percorre ogni immediato guizzo di coscienza del mondo, sono indizi di appartenenza piena alla problematicità del tempo. Ed al dovere profetico che ne consegue per ogni interrogazione che voglia compiersi in arte.
In ogni sua composizione affiora od emerge quell’apparente atemporalità sospesa che ci traduce con feroce sapienza tecnica il senso della vita tanto più sfuggente quanto più irrimediabilmente bella. Avviene così che la solarità si faccia tragica e la notte e la nebbia vibranti di inconfessate nostalgie: quale che sia il contesto strutturale, pur sempre sensibilissimo e sapiente, l’esito di tanto “stremata fantasia” tende a restituirci lo stregato sgomento del mistero.
Ma è proprio la certezza che da quell’antro di sogni che si diceva, da quel magma di paure e di slanci, con la forza della bellezza che solo la disperata felicità dell’arte può restituire, che alla fine s’innalza il mistero. Intatto ed intangibile quanto più tentato ed interro-gato, il mistero attinto da Andrea Cangemi ormai non ci è più di fronte come ostacolo da rimuovere, ma come luogo naturalmente abitato e con noi convivente grazie alla sfida solitaria e caparbia di un artista che ha obbedito e creduto soltanto alla propria autono-mia ed al colloquio silenzioso ed assorto con la propria opera.
Fabio Ciceroni - Dall’Aquilegia, novembre 2000
Andrea Cangemi nasce a S. Lorenzo a Merse, piccolissimo paese della campagna senese nel comune di Monticiano, nel 1951. Vive ed opera a Jesi.
Non ha ancora compiuto due anni quando la famiglia si trasferisce a S. Maria Nuova nelle Marche dove suo padre è medico condotto.
Dopo il liceo scientifico cambia completamente indirizzo iscrivendosi all’Accademia di Belle Arti diplomandosi in pittura.
Si avvicina all’incisione e ne approfondisce la conoscenza con Walter Piacesi e Renzo Vespignani. Particolarmente importante, per quanto riguarda l’attività di incisore è la collaborazione con l’editore Raffaele Bandini.i Milano.
Principali mostre e partecipazioni
1972 - 1°premio per il disegno al "III Trofeo di pittura, scultura e grafica" - Roma - Palazzo delle Esposizioni di via Nazionale.
1978 - Mostra personale al Festival dei Due Mondi di Spoleto.
1980 - Mostra personale su invito del Comune e del Centro Studi Leopardiani in occasione delle celebrazioni - Recanati.
1982 - E’ presente a “Siena 82” con il patrocinio del Comune di Siena e della Presidenza della Repubblica.
1983 - Partecipa su invito alla “IV Biennale dell’Incisione Italiana” a Cittadella di Padova.
1984 - Pubblica la cartella “I segni del tempo”: 7 incisioni presentate da Mario De Micheli per l’editore Raffaele Bandini - Milano.
1985 - Si classifica II al “Premio Giorgi per giovani incisori” presieduto da Mario De Micheli a S. Benedetto Po.
1989 - Realizza la cartella “Vignola vista da Andrea Cangemi”: 2 incisioni per l’editore Emilio Ballestri - Vignola.
- Mostra personale “L’obiettivo e il pennello” per i 150 anni della fotografia; presentata da Mario De Micheli, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune - Jesi, Palazzo dei Convegni.
1990 - Mostra personale su invito del Centro Culturale Agorà - Agorarte Galleria d’Arte - Padova.
1992 - Realizza un’acquaforte per la cartella “8 incisori per Milano” presentata da Paolo Bellini, pubblicata da Raffaele Bandini per il XXV anniversario della sua stamperia.
1993 - E’ presente alla mostra “Mare Nostrum: incisori italiani e marocchini” organizzata dall’”Association Fés – Saiss” con la partecipazione de l’ “Association pour la Sauvegarde d’Essaouria” a cura del Consolato Generale del Marocco in Italia - Complexe de l’Artisanat de Fés - Marocco.
- Mostra personale con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura della Provincia - Atelier dell’Arco Amoroso Ancona.
- Mostra personale con il patrocinio dell' Assessorato alla Cultura del Comune - Expo Ex - Senigallia.
- Partecipa su invito alla mostra “L’incisione nelle Marche 1900-1993” a cura dell’Assessorato alla Cultura del Comune - S. Elpidio a Mare.
- Viene inserito nella I edizione del “Repertorio degli Incisori Italiani” a cura dell’Assessorato alla Cultura del Comune – Bagnacavallo e sarà presente in tutte le edizioni che seguiranno.
- Partecipa alla rassegna di grafica per la promozione della lotta contro l’AIDS “Arte per la Vita” presso Finarte - Milano, con opere, fra gli altri, di Bodini, G. Ferroni, Galli, Guerreschi, Piacesi, Zigaina, Vespignani, ecc.
- E’ invitato alla rassegna di grafica “Fogli d’Arte” organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Legnano, con opere, fra gli altri, di Annigoni, Attardi, Cassinari, Cantatore, Fiume, Morlotti, Piacesi, Vespignani, ecc. La rassegna è stata in seguito presentata a Jesi con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune.
1994 - E’ invitato alla "VII Triennale dell’Incisione" - Museo della Permanente - Milano.
- Pubblicazione del volume e della cartella “Devoto dei Prodigi" - poema di Enzo Fabiani dedicato ad Alberico Sala con un ricordo di Raffaele de Grada e 6 incisioni di Andrea Cangemi - Raffaele Bandini Editore - Milano con il patrocinio della Regione Lombardia, della Provincia di Milano, del Comune di Vailate e del Corriere della Sera; presentati all’Auditorium del Centro Culturale S. Fedele di Milano da Raffaele de Grada, Giancarlo Vigorelli e Morando Morandini.
1995 - Mostra personale a cura dell’Assessorato alla Cultura del Comune - Maiolati Spontini.
- Mostra di grafica “Cantatore, Cangemi, Piacesi, Borchia, Attardi” - Galleria “Busi Spazio Arte” - Milano.
- Mostra “Sztuka Rytownicza W. Marche 1900-1995 calcografia e xilografia” (l’incisione nelle Marche), Gallerie Pyznat e Sukiennice - Cracovia.
1996 - Partecipa su invito a “In Chartis”: il libro d’arte nelle Marche - artisti ed editori 1904-1995 con il volume “Devoto dei Prodigi”. Museo della Carta e della Filigrana - Fabriano.
- Realizza un’acquaforte per “Matera e i suoi Dintorni Psicologici”: 50 incisori per Matera, a cura di Paolo Bellini - Castello Sforzesco - Milano.
1997 - Partecipa su invito alla mostra di incisioni “L’Opera e la Matrice” a cura dell’Assessorato alla Cultura del Comune - S. Elpidio a Mare.
1998 - E’invitato alla "III Rassegna dell’Acquaforte Figurativa Contemporanea", a cura dell’Associazione Culturale “Regina di Quadri” di Modica-Ragusa, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Modica e dell’Amministrazione Provinciale di Ragusa.
1999 - Mostra personale alla Ken’s Art Gallery - Firenze.
- Presente con la Ken’s Art Gallery di Firenze a “Venezi-a-rte” - internazionale di arte contemporanea d’avanguardia - Venezia
- Partecipa alla mostra “Ex-pressioni” dedicata al torchio Paolini, su invito dell’Assessorato alla Cultura del Comune - Palazzo del Collegio di Raffaello - Urbino.
2000 - Mostra personale a S. Pedro - Honduras.
- Mostra personale a S.Maria Nuova a cura dell’Asseorato alla Cultura, con il patrocinio della Provoncia di Ancona, presentata da Fabio Ciceroni e Loretta Mozzoni.
2002 - Mostra personale alla Galleria “Pianetti Arte Contemporanea”,Falconara Marittima
2003 - Inizia la collaborazione con la Galleria Spagnoli di Firenze.2006 - Presente nel volume “Le Marche e il XX secolo-Atlante degli artisti“ Ed. Banca delle Marche.
2007 - Mostra “Pittori in trincea” – Archivio di stato di Firenze,a cura di Giovanni Faccenda.
2007 - Mostra “Jesi dipinta” – Volume “Arte del novecento in Vallesina” Ass.alla Cultura-Pinacoteca e Musei Civici.
2007 - Invito alla “3° Biennale nazionale d’incisione Giuseppe Polanschi” - Cavaion Veronese-Patrocinio Ass. alla cultura Prov. di Verona.
2009 - Pubblicazione del libro "Figlio di un canto anarchico" poesie e disegni di A.C. Editrice Guasco -Ancona, con testi di Fabio Ciceroni e Giovanni Faccenda. Presentazione e mostra presso la chiesa di San Nicolò a Iesi a cura di Ass. alla Cultura - Pinacoteca e Musei Civici.
2009 - Invito alla "XI Biennale - Aspetti dell'incisione oggi in Italia" - Gaiarine - Prov. di Treviso - Reg. Veneto.
2009 - Entra a far parte di ALI - ASSOCIAZIONE LIBERI INCISORI "LUCIANO DE VITA" - Bologna.
2009 - Partecipa con ALI - ASSOCIAZIONE LIBERI INCISORI alla mostra presso il Centro per l'incisione e la grafica d'arte - Comune di Formello - RM.
2010 - Entra a far parte della prestigiosa AIV - Associazione Incisori Veneti - Venezia presieduta dal Prof. Giorgio Trentin.
2010 - Partecipa con ALI alla mostra "Graveurs contemporains français et italiens" - Chaumont - France
2010 - Invito alla "Biennale dell'incisione italiana contemporanea - Città di Campobasso"
Sue opere incise all’acquaforte sono presenti nella raccolta di grafica della Pinacoteca Civica di Fermo, nella “Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli”di Milano, nella “Sezione Incisori Marchigiani” della Pinacoteca Civica di S. Elpidio a Mare, nel “Gabinetto Stampe Moderne”del Comune di Bagnacavallo, nella raccolta “Alberto Sartori” di Mantova, presso la Fondazione Culturale “Il Pellicano” a Trasanni, Urbino, presso la “Calcografia nacional-Real Academia De Bellas Artes De San Fernando-Madrid, presso "l'Archivio dell'incisione Bolognese" - Centro studi Giorgio Morandi - Grizzana.
In mostra saranno esposti dipinti e incisioni.
La personale resterà aperta al pubblico fino al 7 ottobre con orario dal Lunedì al Sabato dal-le 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.30.
UNA LUCE SUI RELITTI
Dal suo profondo laboratorio Andrea Cangemi continua senza posa ad estrarre i suoi lèmuri, i suoi feticci, i suoi sogni. Dal magma di quell’antro onorico talvolta anche a lui segreto, motore primo delle sue inquietudini, séguita ancora e ancora a sprigionarsi con la forza di una necessità lucidamente febbrile un universo di ritrovati segni che appaghino almeno per un poco l’urgenza di sogni e di simboli. E la loro insistenza a provocare il tentativo di decifrarli.
Se si può confermare quella felice intuizione iniziale che vedrebbe Cangemi come condannato alla perfezione formale, non v’è dub-bio che una tale perfezione - quel suo dominio impressionante del disegno sullo spazio, quella sua raffinata adusata vocazione a concatenarli ai colori - vada intesa come ricerca di una certezza, nel caos del tempo contro l’assedio dei giorni, che consenta final-mente di illuminare di luce imprevista lo sfondo oscuro dell’esistenza.
Sicurezza del segno che sconfigga l’insicurezza dell’uomo. Contemporaneo.
Non può esservi uomo del nostro tempo che, nel proprio riposto segreto, non avverta l’assillo della morte identificata con un non e-sorcizzabile potere distruttivo, e che non studi qualcosa di ineffabilmente imprevedibile per liberarsi da quell’assillo. Allora ogni vil-tà ed ogni reticenza diventano un grave peccato di omissione per l’artista impegnato in quell’unica vera guerra che per lui valga combattere: contro la menzogna e contro la morte. La sua audacia sta allora nell’accogliere l’imperativo di esprimere, ed esprimere con segni che siano precisi e decisi come fendenti di vita inferti a quell’oscuro potere.
Qui sta la sua unica possibile responsabilità. Se oggi l’abuso delle immagini condanna all’assuefazione tanto che non si riesce più a vedere; così come il troppo parlare obbliga all’assordamento, l’artista onesto (ma può esservi un’arte, se è arte, disonesta?) è tenuto a dire. È obbligato alla certezza del segno che si fa suo unico strumento di salvezza. E nostro.
Anche così ci si può dare spiegazione della verità di cui s’intride tutta l’irrequieta operosità di Cangemi, la sua fabbrile smania di creare all’infinito intorno alla sua essenziale mitografia; così ci si può dar conto della sincerità totale, esasperata e a tratti disperata, della sua arte che non consente a nessuno infingimenti interpretativi.
Un’arte inesauribilmente capace di vitalità proprio perché struggente nella sua consapevolezza senza rimedio della morte delle cose.
Per una tale arte diventa un bisogno morale quello di trasvalutare i suoi moribondi oggetti in un’alta sospensione interiore, e scavare nel reale - di cui ha un rispetto commovente - per tracciarne fin dove possibile l’orizzonte di verità che possiede.
Per questo essa sa trasmettere la misteriosa vibrazione che proviene da un esistere non rassegnato anche quando, anzi proprio quan-do sembra abbandonare gli oggetti amati e riaccarezzati al loro destino di invincibile inerzia.
Sono oggetti che attraversano tecniche e modi diversi di porsi l’interrogazione sul mondo: può essere la preziosa filigrana che esce dalla matita su carta o la prodigiosa ragnatela che si espande sulla lastra facendone un labirinto di voci, o l’assorta geometria degli obliqui spazi che consentono alla tela allusioni slimitate: sempre vi si officia una poesia di relitti.
E abbandono può adottarsi come cifra ritornante, quale parola che ci apra al mondo ed al modo di Cangemi. Un modo permeato di pietas, di compassione illacrimata per le cose tanto più amate quanto più ormai estromesse dalla loro funzione originaria. I bianchi volumi delle roulottes o di improponibili autocarrette svuotate del ruolo che le aveva create, abbandonati in campi deserti appena consolati dalla luna; la bicicletta negletta in un paesaggio di archeologia industriale o davanti alla villa disabitata o appoggiata a pa-reti da cui irridono multicolori manifesti di gioia passata; o finalmente quel violino scordato e soprattutto quei fantocci penduli o sbi-lenchi o crocifissi al loro eterno riposo che li ha colti in flagranza di vita o quella richiesta di aiuto nei corpi di ginnaste o di danzato-ri fermati da un pensiero ultimo sull’estremo abbandono che li accomuna: su tutti vige, come una nostalgia pudicamente irriferibile, un’alta compassione per il loro imminente
disumanarsi, per il loro inarrestabile de-fungere.
Altro che indifferenza verso l’oggetto assunto a modello, pretesto di virtuosismi com’è di certe scuole formali o come sarebbe se si desse di tanto laboriosa ricerca di verità un’interpretazione solamente calligrafica, magari sviati proprio dalla stupefacente precisione del segno!
È invece la partecipe cognizione della comune sofferenza, propria dell’innamorato della vita a tentare l’impossibile restituzione di un barlume d’anima agli esseri divorati dalla consunzione dei giorni e dalla saccente fretta dei produttori di oggetti nuovi. Come se quel troppo amor di vita compisse il prodigio di riuscire ad arginare ancora moda e potere, veri vestiboli della morte.
Un rinnovarsi dell’assurda sfida di Orfeo agli inferi.
Benché dunque resti confermato anche per Cangemi che il linguaggio è il messaggio e che pertanto sembrino diversi gli esiti formali trascorrendo dalla grafica alla pittura (con la tecnica mista su carta a fare da tratto d’unione), resta impressionante l’unità nel rigore e nell’intelligenza della ricerca. La tensione meditativa su quel reale abbandonato e la tormentata partecipazione che ne deriva, agevo-lano un complesso gioco di rispecchiamenti di quadro nel quadro, di metamorfiche corrispondenze tra maschere e volti, tra verità e finzione, tra oggettualità ed allegoria, tra quotidianità e mito, tra derisione e sogno, tra colore e disegno. Tutti stilemi ed emblemi che possono condurci a risalire fino all’ambigua dialettica di una tragedia antica, tesa com’è a stanare la verità profonda entro la contraddizione delle apparenze.
Ma la matrice vitalmente organica, la commossa energia che vorrebbe ancora infondere fuoco all’inerzia delle cose toccate, la vi-brante malinconia che percorre ogni immediato guizzo di coscienza del mondo, sono indizi di appartenenza piena alla problematicità del tempo. Ed al dovere profetico che ne consegue per ogni interrogazione che voglia compiersi in arte.
In ogni sua composizione affiora od emerge quell’apparente atemporalità sospesa che ci traduce con feroce sapienza tecnica il senso della vita tanto più sfuggente quanto più irrimediabilmente bella. Avviene così che la solarità si faccia tragica e la notte e la nebbia vibranti di inconfessate nostalgie: quale che sia il contesto strutturale, pur sempre sensibilissimo e sapiente, l’esito di tanto “stremata fantasia” tende a restituirci lo stregato sgomento del mistero.
Ma è proprio la certezza che da quell’antro di sogni che si diceva, da quel magma di paure e di slanci, con la forza della bellezza che solo la disperata felicità dell’arte può restituire, che alla fine s’innalza il mistero. Intatto ed intangibile quanto più tentato ed interro-gato, il mistero attinto da Andrea Cangemi ormai non ci è più di fronte come ostacolo da rimuovere, ma come luogo naturalmente abitato e con noi convivente grazie alla sfida solitaria e caparbia di un artista che ha obbedito e creduto soltanto alla propria autono-mia ed al colloquio silenzioso ed assorto con la propria opera.
Fabio Ciceroni - Dall’Aquilegia, novembre 2000
Andrea Cangemi nasce a S. Lorenzo a Merse, piccolissimo paese della campagna senese nel comune di Monticiano, nel 1951. Vive ed opera a Jesi.
Non ha ancora compiuto due anni quando la famiglia si trasferisce a S. Maria Nuova nelle Marche dove suo padre è medico condotto.
Dopo il liceo scientifico cambia completamente indirizzo iscrivendosi all’Accademia di Belle Arti diplomandosi in pittura.
Si avvicina all’incisione e ne approfondisce la conoscenza con Walter Piacesi e Renzo Vespignani. Particolarmente importante, per quanto riguarda l’attività di incisore è la collaborazione con l’editore Raffaele Bandini.i Milano.
Principali mostre e partecipazioni
1972 - 1°premio per il disegno al "III Trofeo di pittura, scultura e grafica" - Roma - Palazzo delle Esposizioni di via Nazionale.
1978 - Mostra personale al Festival dei Due Mondi di Spoleto.
1980 - Mostra personale su invito del Comune e del Centro Studi Leopardiani in occasione delle celebrazioni - Recanati.
1982 - E’ presente a “Siena 82” con il patrocinio del Comune di Siena e della Presidenza della Repubblica.
1983 - Partecipa su invito alla “IV Biennale dell’Incisione Italiana” a Cittadella di Padova.
1984 - Pubblica la cartella “I segni del tempo”: 7 incisioni presentate da Mario De Micheli per l’editore Raffaele Bandini - Milano.
1985 - Si classifica II al “Premio Giorgi per giovani incisori” presieduto da Mario De Micheli a S. Benedetto Po.
1989 - Realizza la cartella “Vignola vista da Andrea Cangemi”: 2 incisioni per l’editore Emilio Ballestri - Vignola.
- Mostra personale “L’obiettivo e il pennello” per i 150 anni della fotografia; presentata da Mario De Micheli, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune - Jesi, Palazzo dei Convegni.
1990 - Mostra personale su invito del Centro Culturale Agorà - Agorarte Galleria d’Arte - Padova.
1992 - Realizza un’acquaforte per la cartella “8 incisori per Milano” presentata da Paolo Bellini, pubblicata da Raffaele Bandini per il XXV anniversario della sua stamperia.
1993 - E’ presente alla mostra “Mare Nostrum: incisori italiani e marocchini” organizzata dall’”Association Fés – Saiss” con la partecipazione de l’ “Association pour la Sauvegarde d’Essaouria” a cura del Consolato Generale del Marocco in Italia - Complexe de l’Artisanat de Fés - Marocco.
- Mostra personale con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura della Provincia - Atelier dell’Arco Amoroso Ancona.
- Mostra personale con il patrocinio dell' Assessorato alla Cultura del Comune - Expo Ex - Senigallia.
- Partecipa su invito alla mostra “L’incisione nelle Marche 1900-1993” a cura dell’Assessorato alla Cultura del Comune - S. Elpidio a Mare.
- Viene inserito nella I edizione del “Repertorio degli Incisori Italiani” a cura dell’Assessorato alla Cultura del Comune – Bagnacavallo e sarà presente in tutte le edizioni che seguiranno.
- Partecipa alla rassegna di grafica per la promozione della lotta contro l’AIDS “Arte per la Vita” presso Finarte - Milano, con opere, fra gli altri, di Bodini, G. Ferroni, Galli, Guerreschi, Piacesi, Zigaina, Vespignani, ecc.
- E’ invitato alla rassegna di grafica “Fogli d’Arte” organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Legnano, con opere, fra gli altri, di Annigoni, Attardi, Cassinari, Cantatore, Fiume, Morlotti, Piacesi, Vespignani, ecc. La rassegna è stata in seguito presentata a Jesi con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune.
1994 - E’ invitato alla "VII Triennale dell’Incisione" - Museo della Permanente - Milano.
- Pubblicazione del volume e della cartella “Devoto dei Prodigi" - poema di Enzo Fabiani dedicato ad Alberico Sala con un ricordo di Raffaele de Grada e 6 incisioni di Andrea Cangemi - Raffaele Bandini Editore - Milano con il patrocinio della Regione Lombardia, della Provincia di Milano, del Comune di Vailate e del Corriere della Sera; presentati all’Auditorium del Centro Culturale S. Fedele di Milano da Raffaele de Grada, Giancarlo Vigorelli e Morando Morandini.
1995 - Mostra personale a cura dell’Assessorato alla Cultura del Comune - Maiolati Spontini.
- Mostra di grafica “Cantatore, Cangemi, Piacesi, Borchia, Attardi” - Galleria “Busi Spazio Arte” - Milano.
- Mostra “Sztuka Rytownicza W. Marche 1900-1995 calcografia e xilografia” (l’incisione nelle Marche), Gallerie Pyznat e Sukiennice - Cracovia.
1996 - Partecipa su invito a “In Chartis”: il libro d’arte nelle Marche - artisti ed editori 1904-1995 con il volume “Devoto dei Prodigi”. Museo della Carta e della Filigrana - Fabriano.
- Realizza un’acquaforte per “Matera e i suoi Dintorni Psicologici”: 50 incisori per Matera, a cura di Paolo Bellini - Castello Sforzesco - Milano.
1997 - Partecipa su invito alla mostra di incisioni “L’Opera e la Matrice” a cura dell’Assessorato alla Cultura del Comune - S. Elpidio a Mare.
1998 - E’invitato alla "III Rassegna dell’Acquaforte Figurativa Contemporanea", a cura dell’Associazione Culturale “Regina di Quadri” di Modica-Ragusa, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Modica e dell’Amministrazione Provinciale di Ragusa.
1999 - Mostra personale alla Ken’s Art Gallery - Firenze.
- Presente con la Ken’s Art Gallery di Firenze a “Venezi-a-rte” - internazionale di arte contemporanea d’avanguardia - Venezia
- Partecipa alla mostra “Ex-pressioni” dedicata al torchio Paolini, su invito dell’Assessorato alla Cultura del Comune - Palazzo del Collegio di Raffaello - Urbino.
2000 - Mostra personale a S. Pedro - Honduras.
- Mostra personale a S.Maria Nuova a cura dell’Asseorato alla Cultura, con il patrocinio della Provoncia di Ancona, presentata da Fabio Ciceroni e Loretta Mozzoni.
2002 - Mostra personale alla Galleria “Pianetti Arte Contemporanea”,Falconara Marittima
2003 - Inizia la collaborazione con la Galleria Spagnoli di Firenze.2006 - Presente nel volume “Le Marche e il XX secolo-Atlante degli artisti“ Ed. Banca delle Marche.
2007 - Mostra “Pittori in trincea” – Archivio di stato di Firenze,a cura di Giovanni Faccenda.
2007 - Mostra “Jesi dipinta” – Volume “Arte del novecento in Vallesina” Ass.alla Cultura-Pinacoteca e Musei Civici.
2007 - Invito alla “3° Biennale nazionale d’incisione Giuseppe Polanschi” - Cavaion Veronese-Patrocinio Ass. alla cultura Prov. di Verona.
2009 - Pubblicazione del libro "Figlio di un canto anarchico" poesie e disegni di A.C. Editrice Guasco -Ancona, con testi di Fabio Ciceroni e Giovanni Faccenda. Presentazione e mostra presso la chiesa di San Nicolò a Iesi a cura di Ass. alla Cultura - Pinacoteca e Musei Civici.
2009 - Invito alla "XI Biennale - Aspetti dell'incisione oggi in Italia" - Gaiarine - Prov. di Treviso - Reg. Veneto.
2009 - Entra a far parte di ALI - ASSOCIAZIONE LIBERI INCISORI "LUCIANO DE VITA" - Bologna.
2009 - Partecipa con ALI - ASSOCIAZIONE LIBERI INCISORI alla mostra presso il Centro per l'incisione e la grafica d'arte - Comune di Formello - RM.
2010 - Entra a far parte della prestigiosa AIV - Associazione Incisori Veneti - Venezia presieduta dal Prof. Giorgio Trentin.
2010 - Partecipa con ALI alla mostra "Graveurs contemporains français et italiens" - Chaumont - France
2010 - Invito alla "Biennale dell'incisione italiana contemporanea - Città di Campobasso"
Sue opere incise all’acquaforte sono presenti nella raccolta di grafica della Pinacoteca Civica di Fermo, nella “Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli”di Milano, nella “Sezione Incisori Marchigiani” della Pinacoteca Civica di S. Elpidio a Mare, nel “Gabinetto Stampe Moderne”del Comune di Bagnacavallo, nella raccolta “Alberto Sartori” di Mantova, presso la Fondazione Culturale “Il Pellicano” a Trasanni, Urbino, presso la “Calcografia nacional-Real Academia De Bellas Artes De San Fernando-Madrid, presso "l'Archivio dell'incisione Bolognese" - Centro studi Giorgio Morandi - Grizzana.
25
settembre 2010
Andrea Cangemi – Dipinti. Incisioni
Dal 25 settembre al 07 ottobre 2010
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
ARIANNA SARTORI ARTE & OBJECT DESIGN
Mantova, Via Ippolito Nievo, 10, (Mantova)
Mantova, Via Ippolito Nievo, 10, (Mantova)
Orario di apertura
ore 10.00-12.30 / 16.00-19.30. Chiuso festivi
Vernissage
25 Settembre 2010, ore 18.00
Autore
Curatore