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Cesare Damiano – Gatti ritratti
L’esposizione di disegni ed acquerelli che inaugura la stagione espositiva della Galleria Giampiero Biasutti ha per protagonista il gatto.
Comunicato stampa
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L’esposizione di disegni ed acquerelli che inaugura la stagione espositiva della Galleria Giampiero Biasutti ha per protagonista il gatto.
L’autore dell’ampia, varia, curiosa e interessante rassegna è Cesare Damiano, già ministro del Lavoro, che i gatti li disegna dappertutto, sul primo foglio che gli capita, strappato da un blocco per artisti, un taccuino per appunti, una rivista o un quotidiano.
Gatti soli, in gruppo, mentre dormono, quando vanno a caccia, in amore, sui tetti, acciambellati in salotto, ai giardini, in piazza (alla de Chirico!), e gatti attori, umanizzati ed ironici. E ancora gatti direttori d’orchestra e pirati, soldatini di piombo e cosmonauti, gladiatori e napoleonici, zuavi aitanti e severi maestri di scuola. Nell’osservare i gatti disegnati, acquerellati, redatti nei più vari modi e differenti posture di Cesare Damiano a partire dal 1994, ci sovviene quanto ebbe a dire Paul Klee in un noto aforisma. Egli ha dichiarato che la pittura doveva rendere visibile; come la musica rende sonore le forze che non lo sono così la pittura rende visibili le forze che non lo sono. Dunque operare come opera Cesare Damiano con matita, pennello, gessetto o pennarello o altro che sia, animando un proprio personale lessico, un proprio spaziotempo popolato da metaforici gatti (autoritratti inconfessati?) è null’altro che questo. È rendere visibile l’invisibile, nel manifestarsi di una forma.
Così Rolando Bellini, che firma l’introduzione alla mostra, ci indica la chiave di lettura per queste opere in apparenza innocue, ma che attivano un coacervo di emozioni, di esperienze di vita vissuta, di consapevolezze culturali, di ideazioni fantasmatiche e molto altro ancora. Dove troverà mai infatti l’onorevole Cesare Damiano il tempo per disegnare, per dipingere? E che cosa lo sollecita a farlo, arrischiando, mostrandosi oltre ogni convenzione? Nel momento in cui l’autore dà vita a una propria storia espressiva egli, effettivamente, dà ragione a Klee e mette in gioco tutto se stesso. E mette in gioco pure questa storia espressiva che ha in sé, in questo segno, in questa narrazione per immagini, in questa sperimentazione di forme e di spazi e tempi affatto unici, la prima e l’ultima sua ragione d’essere.
Quale ragione d’essere? - si chiede ancora Bellini, e risponde: - Credo di poter dire che in Cesare Damiano, accade in molti altri autori, artisti dilettanti come pure artisti di professione, artisti di grande notorietà, si ha il manifestarsi di un azzardo che va declinando anche in lui in sintesi di ideazione e attuazione, di intuizione ed emozione. Scaturite dal sommarsi di coscienza ed esperienza.
L’autore dell’ampia, varia, curiosa e interessante rassegna è Cesare Damiano, già ministro del Lavoro, che i gatti li disegna dappertutto, sul primo foglio che gli capita, strappato da un blocco per artisti, un taccuino per appunti, una rivista o un quotidiano.
Gatti soli, in gruppo, mentre dormono, quando vanno a caccia, in amore, sui tetti, acciambellati in salotto, ai giardini, in piazza (alla de Chirico!), e gatti attori, umanizzati ed ironici. E ancora gatti direttori d’orchestra e pirati, soldatini di piombo e cosmonauti, gladiatori e napoleonici, zuavi aitanti e severi maestri di scuola. Nell’osservare i gatti disegnati, acquerellati, redatti nei più vari modi e differenti posture di Cesare Damiano a partire dal 1994, ci sovviene quanto ebbe a dire Paul Klee in un noto aforisma. Egli ha dichiarato che la pittura doveva rendere visibile; come la musica rende sonore le forze che non lo sono così la pittura rende visibili le forze che non lo sono. Dunque operare come opera Cesare Damiano con matita, pennello, gessetto o pennarello o altro che sia, animando un proprio personale lessico, un proprio spaziotempo popolato da metaforici gatti (autoritratti inconfessati?) è null’altro che questo. È rendere visibile l’invisibile, nel manifestarsi di una forma.
Così Rolando Bellini, che firma l’introduzione alla mostra, ci indica la chiave di lettura per queste opere in apparenza innocue, ma che attivano un coacervo di emozioni, di esperienze di vita vissuta, di consapevolezze culturali, di ideazioni fantasmatiche e molto altro ancora. Dove troverà mai infatti l’onorevole Cesare Damiano il tempo per disegnare, per dipingere? E che cosa lo sollecita a farlo, arrischiando, mostrandosi oltre ogni convenzione? Nel momento in cui l’autore dà vita a una propria storia espressiva egli, effettivamente, dà ragione a Klee e mette in gioco tutto se stesso. E mette in gioco pure questa storia espressiva che ha in sé, in questo segno, in questa narrazione per immagini, in questa sperimentazione di forme e di spazi e tempi affatto unici, la prima e l’ultima sua ragione d’essere.
Quale ragione d’essere? - si chiede ancora Bellini, e risponde: - Credo di poter dire che in Cesare Damiano, accade in molti altri autori, artisti dilettanti come pure artisti di professione, artisti di grande notorietà, si ha il manifestarsi di un azzardo che va declinando anche in lui in sintesi di ideazione e attuazione, di intuizione ed emozione. Scaturite dal sommarsi di coscienza ed esperienza.
11
settembre 2010
Cesare Damiano – Gatti ritratti
Dall'undici settembre al 02 ottobre 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA GIAMPIERO BIASUTTI
Torino, Via Della Rocca, 6B, (Torino)
Torino, Via Della Rocca, 6B, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 10.30-13.30 e 15.30-19.30
Vernissage
11 Settembre 2010, ore 18
Autore
Curatore