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Felice Nittolo – Profanazioni
il tempo di Bisanzio e il tempo di Ravenna: mostra personale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
PROFANAZIONI
Il tempo di Bisanzio e il tempo di Ravenna
due e nessun l’imagine perversa
parea…
DANTE, inferno XXV 77-78
Nonostante la società dello spettacolo e le merci fi nte, nonostante
le mascherate ininterrotte e il culto dell’immagine,
il nostro mondo non capisce l’immaginazione, non ha più
orecchio per l’arte che la anima, non tollera la fantasticazione,
la rabdomanzia dei suoi artisti.
«La storia dell’umanità è sempre storia di fantasmi e di immagini,
perché è nell’immaginazione che ha luogo la frattura fra
l’individuale e l’impersonale, il molteplice e l’unico, il sensibile
e l’intellegibile...»
Per il popolo della tele-libertà, qualsiasi cosa va bene purché
faccia riferimento alla “realtà”, alla “vita reale”o al Telegionale
e cioè alla “verità” che qualcun altro ha deciso essere in un
certo momento importante per tutti.
Ho sempre pensato che gli artisti prevedono il futuro, lo creano.
Un brivido mi assale, pensando al futuro che intravedo
in queste tavole di Nittolo. Quale sarà il signifi cato di questi
scenari? Sarà con queste bende e questi veli, che si medicherà
l’anima il futuro? Sarà su questi sudari, su queste sindoni e
sinopie dei più fervidi Pictor Imaginarius, di Bisanzio e di Ravenna
che troveranno sollievo coloro che ci seguiranno?
Nittolo ha scavato nella memoria futura, qui ci presenta i suoi
reperti. Ciò che resterà dei grandi cicli musivi è qui davanti ai
nostri occhi. Negativi, positivi, reliquie, fantasmi, frammenti,
galleggiano su un fondo rosso, uniforme, vergine come la
superfi cie di un hard-disk. Tutto viene registrato con qualche
secolo di anticipo. Ma non c’è solo la distruzione fi sica, c’è
qualcosa di più sottile, un dispositivo come direbbe Agamben,
sta catturando il patrimonio artistico, quindi l’immaginazione
collettiva nelle galere del marketing, sacrifi candolo
al dio denaro, sull’altare del businnes.
“Si tratta di liberare ciò che è stato catturato e separato attraverso
i dispositivi per restituirlo a un possibile uso comune”.
“La profanazione è il controdispositivo che restituisce all’uso
comune ciò che il sacrifi co aveva separato e diviso”.
Profanare, sconsacrare, scarcerare ciò che l’arte intende raccontare,
tutto è molto semplice. Nulla da interpretare, nulla
da spiegare.
anonimo
Il tempo di Bisanzio e il tempo di Ravenna
due e nessun l’imagine perversa
parea…
DANTE, inferno XXV 77-78
Nonostante la società dello spettacolo e le merci fi nte, nonostante
le mascherate ininterrotte e il culto dell’immagine,
il nostro mondo non capisce l’immaginazione, non ha più
orecchio per l’arte che la anima, non tollera la fantasticazione,
la rabdomanzia dei suoi artisti.
«La storia dell’umanità è sempre storia di fantasmi e di immagini,
perché è nell’immaginazione che ha luogo la frattura fra
l’individuale e l’impersonale, il molteplice e l’unico, il sensibile
e l’intellegibile...»
Per il popolo della tele-libertà, qualsiasi cosa va bene purché
faccia riferimento alla “realtà”, alla “vita reale”o al Telegionale
e cioè alla “verità” che qualcun altro ha deciso essere in un
certo momento importante per tutti.
Ho sempre pensato che gli artisti prevedono il futuro, lo creano.
Un brivido mi assale, pensando al futuro che intravedo
in queste tavole di Nittolo. Quale sarà il signifi cato di questi
scenari? Sarà con queste bende e questi veli, che si medicherà
l’anima il futuro? Sarà su questi sudari, su queste sindoni e
sinopie dei più fervidi Pictor Imaginarius, di Bisanzio e di Ravenna
che troveranno sollievo coloro che ci seguiranno?
Nittolo ha scavato nella memoria futura, qui ci presenta i suoi
reperti. Ciò che resterà dei grandi cicli musivi è qui davanti ai
nostri occhi. Negativi, positivi, reliquie, fantasmi, frammenti,
galleggiano su un fondo rosso, uniforme, vergine come la
superfi cie di un hard-disk. Tutto viene registrato con qualche
secolo di anticipo. Ma non c’è solo la distruzione fi sica, c’è
qualcosa di più sottile, un dispositivo come direbbe Agamben,
sta catturando il patrimonio artistico, quindi l’immaginazione
collettiva nelle galere del marketing, sacrifi candolo
al dio denaro, sull’altare del businnes.
“Si tratta di liberare ciò che è stato catturato e separato attraverso
i dispositivi per restituirlo a un possibile uso comune”.
“La profanazione è il controdispositivo che restituisce all’uso
comune ciò che il sacrifi co aveva separato e diviso”.
Profanare, sconsacrare, scarcerare ciò che l’arte intende raccontare,
tutto è molto semplice. Nulla da interpretare, nulla
da spiegare.
anonimo
28
agosto 2010
Felice Nittolo – Profanazioni
Dal 28 agosto al 28 settembre 2010
arte contemporanea
Location
NIART GALLERY
Ravenna, Via Anastagi, 4a/6, (Ravenna)
Ravenna, Via Anastagi, 4a/6, (Ravenna)
Orario di apertura
martedì mercoledì sabato 11,00-12,30 / giovedì venerdi sabato 17,00-19,00
Vernissage
28 Agosto 2010, ore 21
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