29 ottobre 2010

fiere_interviste Ecco la mia Artissima

 
Il lavoro concentrato in pochi mesi. La scure delle riduzioni che, seppur indirettamente, si è abbattuta anche su di lui, il cambio di sede dal Lingotto all’Oval. E ancora il rapporto con la città, il programma collaterale e gli interessi personali (ad esempio quello, strategico per il mercato, verso gli artisti ingiustamente trascurati) che vengono tradotti in sezioni della fiera. Francesco Manacorda ci presenta la sua Artissima. In una intervista che potrete leggere in versione integrale sul prossimo Exibart.onpaper...

di

Quali sono stati i momenti più difficili in questi nove
mesi di organizzazione per la fiera?

La cosa più difficile coincide esattamente con quella più
entusiasmante: accettare la direzione di Artissima ha significato per me
reinventare il mio ruolo, affrontare e misurarmi con un nuovo mestiere e, per
di più, in tempi rapidissimi. Dopo questi nove mesi di lavoro posso dirmi
soddisfatto di ciò che stiamo proponendo con Artissima 17 al pubblico e al
mondo dell’arte e mi piace la sensazione che mi rimane: sentirmi ancora in
corsa…

Il sistema-Piemonte che aveva meravigliato l’Italia
negli anni Zero sta cedendo: la leadership della Regione sembra messa in discussione,
mentre sembrano esserci sempre meno soldi. Come hai vissuto questa situazione?

Questa situazione non è soltanto locale, bensì globale. I
tagli alla cultura non riguardano solo il Piemonte ma si sono verificati in
tutta Italia (come il caso del Madre a Napoli) e oltre: in Inghilterra, ad
esempio, la situazione è attualmente molto peggiore. La fortuna più grande del
Piemonte è stata e continua a essere la stabilità garantita dalle fondazioni
bancarie (Fondazione CRT per l’Arte e Compagnia di San Paolo). Queste due forze
vive hanno svolto e continuano a svolgere un ruolo determinante nell’attuazione
del grande progetto politico e culturale di Regione, Comune e Provincia di
rilancio della cultura nella nostra regione.

Come si deve reagire alle difficoltà?

Io credo che proprio in periodi come questi sia
fondamentale il lavoro di squadra e che non ci si debba rifugiare in
pianificazioni solitarie. Da collaborazione e fiducia reciproca possono nascere
progetti incredibili con costi limitati.

Qual è la tua impronta nella fiera? Dove la si potrà
ravvisare più chiaramente?

Mi piacerebbe pensare che se un’impronta particolare debba
essere colta, questa sia ravvisabile nell’attitudine sperimentale che Artissima
17 avrà, secondo le mie intenzioni, riproponendo nuove formule “a rischio” in
varie parti della fiera e dei suoi meccanismi. La sezione Back to the Future, ad esempio, una sorta di
speciale macchina del tempo all’interno della fiera; il programma culturale Poesia
in forma di Rosa
,
palinsesto di ricerca che si stacca dalle abituali convenzioni fieristiche;
sino all’uso degli stampati – abbiamo completamente rivisto la formula del
catalogo, ad esempio – e della pubblicità in modo originale.

Artissima ha subito la crisi in questo 2010 terribile?
Avete, insomma, dovuto “tagliare”? Cosa?

Ci sono stati ridotti i contributi pubblici del 20%. Per
Artissima questo vuol dire una riduzione del budget complessivo pari al 4%
circa, per cui è stato difficile ma non tragico. L’aspetto complesso di questi
tagli consiste nel riceverli in corso d’opera, a ridosso dall’apertura.

Come hai governato le risorse mancanti?

Ho ripartito i tagli su varie voci di budget, così da non
dover cancellare pezzi del programma culturale o parti fondamentali della
fiera, come il programma per i collezionisti e gli allestimenti per le
gallerie.

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Il
resoconto di Artissima 16

Intervista
con Roberto Casiraghi

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a cura di massimiliano tonelli


dal 4 al 7 novembre 2010

Artissima 17

Lingotto Fiere – Oval

Sottopassaggio Lingotto, 294 –
10127 Torino

Info: tel. +39 01119744106; info@artissima.it; www.artissima.it

[exibart]

8 Commenti

  1. La sezione Bach to the Future è la cosa migliore che si poteva fare. La risposta migliore verso un citazionismo colto ormai fin troppo facile (wikipedia e resa formale ripresa da un numoero a caso di Moussoscope). E anche i tagli, se si parla di contemporaneo, non sono così male perchè costringono a mettersi in discussione ed evitano di proporre cose deboluccie che giocano per la presa in giro del pubblico. Manacorda ha impostato molto bene questa fiera. Vivere e formarsi all’estero è prezioso non tanto per le migliori strutture ma perchè si sta lontani dal piccolo sistemino italiano fatto da rancori, strategie autolesioniste e complessi di inferiorità.

    Molto interessante seguire il blog arte milano blogspot: in tale blog, che presenta quello che avviene a milano, si tende a ridimensionare tutto e tutti. In italia molto meglio mantenere tutti mediocri, perchè così nessuno potrà prevalere e dimostrare la medicorità generale. Ma io rimango comunque fiducioso.

  2. Ancora con sta storia, è Enrico Morsianiii…che palleee, Enrico , mo basta sei stato sgamato, basta rimistar le acque, tutto il giorno a scriver commenti a nome Luca Rossi e poi rispondersi con altri nomi…

  3. Sicuramente F.Manacorda nell’aver scelto come fonte di riferimento una poesia che inizia con “ho sbagliato tutto … ” ha già messo le mani avanti.

    A parte l’ironia, il programma proposto pare molto interessante e valido, soprattutto l’aver creato diverse iniziative con figure non troppo viste in giro già è positivo.

    http://www.youtube.com/watch?v=zTBo7LJ4xmY

  4. Io ho sentito che luca rossi sono un gruppo, non sarebbe possibile per una persona essere sempre ovunque e scrivere tutta quella mole di cose.

  5. veramente… luca rossi, stai scrivendo da un secolo sempre le stesse frasi… abbiamo capito.
    hanno capito anche i più tonti. fidati.

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