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Flowers of Chaos
Con questo progetto Cecilia Freschini – giovane curatrice residente da cinque anni a Beijing, esperta d’arte contemporanea cinese – intende mettere in luce uno specifico ambito della video arte cinese, focalizzando l’attenzione sulla video animazione e sulle sue peculiari origini.
Comunicato stampa
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Con questo progetto Cecilia Freschini - giovane curatrice residente da cinque anni a Beijing, esperta d’arte contemporanea cinese - intende mettere in luce uno specifico ambito della video arte cinese, focalizzando l'attenzione sulla video animazione e sulle sue peculiari origini.
Gli artisti da lei selezionati, tutti provenienti dal Mainland cinese, che cosa vedono guardandosi intorno? Il caos!
Un disordine inebriante, cui fanno fronte attraverso storie e allegorie, che indagano la società di oggi a tinte ironiche, senza il timore di misurarsi con la forte ideologia del Partito.
Come fiori che crescono in habitat impervi, affondano le loro radici in profondità verso un incerto nutrimento, oltre il nudo disagio dei difficili momenti storici, politici e sociali che hanno minato la loro sopravvivenza creativa, questi artisti, nati dal caos, si riappropriano di una loro identità, tracciando una fitta trama che si svincola disinvolta tra passato e presente.
In tal senso, la video arte diviene un mezzo importante per ritrovare quel sapore riflessivo proprio della tradizione, come pure uno strumento popolare in grado di contrastare le oppressive ingerenze interne ed esterne.
In particolare, incuriosisce la magia dell’animazione, in grado di far superare i limiti insiti nella natura delle consuete arti visive, facendo confluire e rielaborando queste ultime in uno stesso ambiente digitale.
Grazie infatti allo sviluppo delle nuove tecnologie e alla conseguente loro facilità di accesso e fruizione, la sperimentazione multimediale in Cina è sempre più popolare. Si tratta di un genere esotico, un’espressione nuova, che gli artisti cinesi hanno adottato non tanto per ripercorrere un sentiero occidentale, quanto piuttosto per contestarlo.
Se in passato gli artisti avevano intuito il pericolo di un’arte sottomessa al controllo della politica interna, con gli anni Novanta una parte di essi ha sentito la necessità di contrastare gli interessi commerciali stranieri che hanno stravolto il mercato locale, in una sorta di reazione post colonialismo.
I giovani artisti desideravano trovare un nuovo mezzo d'espressione, che non venisse commercializzato dalle gallerie occidentali e che al tempo stesso rappresentasse un forte contrasto rispetto all’arte ufficiale.
In tali circostanze, la video arte diviene una scelta precisa: l’arte “giusta al momento giusto”.
Quanto all’animazione, in essa confluiscono le tradizionali arti visive, che costituiscono un imprescindibile punto di partenza per azioni e interpretazioni successivamente articolate attraverso l'uso della tecnologia digitale:
“L’animazione di per sé non è una cosa importante: l'animazione è sempre incompleta. Solo cercando di sfondare le limitazioni intrinseche negli altri mezzi si possono raggiungere gli aspetti più preziosi dell'animazione”. (Sun Xun)
Fiori nati dal caos, dunque, sono questi artisti che cercano nutrimento dall’energia che li circonda, annaffiati, ma anche sfiancati dal continuo incessante processo di modernizzazione urbano e sociale; alla ricerca di una loro identità, oltre il buco nero della rivoluzione culturale, che sono costretti a eludere, indagando più a fondo e riportando alla luce sprazzi della loro antichità. La ricerca di un passato capace di costituire un valido fondamento per il presente, una tensione, quest’ultima, costante nella concezione artistica cinese, volta non tanto alla pura celebrazione della storia, ma piuttosto a un innesto tra passato e presente.
Artisti e opere selezionati - total time 45’41’’
1. Cheng Shaoxiong – “Ink city”
Chen Shaoxiong, “Ink city”, 2005, Video animazione, black-and-white, 3’
2. Cindy Ng Sio Ieng – “Ink Walk”
Cindy Ng Sio Ieng “Ink Walk, 2009, Video, 6’ 08’’
3. Jin Shan – “Kill animation”
Jin Shan, “Kill”, 2009, Animazione, black-and-white, 2’11’’
4. Ma Yongfeng – “Wrong”
Ma Yongfeng, “Wrong”, 2008, Animazione, 1’30’’
5. Qi Yang – “Lotus Dance”
Qi Yang, “Lotus Dance”, 2004, Animazione, 2’50’’
6. Sun Xun – “People’s Republic of Zoo”
Sun Xun, “People’s Republic of Zoo”, 2009, Animazione, 7’49”
7. Wang Bo – “Day Dream”
Wang Bo, “Day Dream”, 2006, Video Animazione, 8’ 31’’
8. Wu Junyong – “Flowers of Chaos”
Wu Junyong, “Flowers of Chaos”, 2009, Animazione, 3’35’’
9. Zhang Xiaotao – “Scar”
Zhang Xiaotao, “Scar”, 2009, Animazione, 11'27''
CHEN SHAOXIONG
Nasce nel 1962 nella provincia di Shantou, Guangdong, Cina.
Vive e lavora tra Guangzhou e Pechino.
Chen Shaoxiong è uno dei fondatori dalla scena contemporanea artistica di Canton e uno degli esponenti del Big Tail Elephant Group, gruppo che nasce all’inizio degli anni ’90 col comune intento di lavorare su temi politici e sociali, in risposta alla rapida urbanizzazione e all’inevitabile corruzione della città moderna.
"Ink City" è il risultato del processo: fotografia - disegno – video. L’atto creativo si basa sulla trasformazione del materiale reale in più fasi, sgusciando via la realtà dal ricordo personale, come se venisse eliminata la pelle da un oggetto e poi la carne, finché non rimangono che le ossa, l’essenza. In questo lavoro, le immagini non sono connesse le une alle altre: è il sound l’unico collante tra un momento e l’altro. L’artista sottrae la narrativa per lasciare spazio solo alle impressioni di una città, che perde la propria immagine famigliare nell’incessante mutazione, evidenziando una Cina dove l’oggi potrebbe già essere il ricordo di domani.
Ha partecipato a numerose biennali e triennali in tutto il mondo. Il suo lavoro si trova in collezioni importanti quali: Victoria and Albert Museum, London, UK; Spencer Museum of Art, The University of Kansas, USA; Kunst Halle Bern, Switzerland; Guy & Myriam Ullens Foundation. Switzerland; Guangdong Museum of Art, China.
Nel 2003, il gruppo Big Tail Elephant Group partecipa alla Biennale di Venezia.
CINDY NG SIO IENG
Nasce nel 1966 a Macao.
Vive e lavora tra Taipei e Pechino.
Cindy Ng Sio Ieng, facendo riferimento all’antica tecnica calligrafica, adotta come punto di partenza del suo lavoro il tradizionale inchiostro, che lascia fluire liberandolo, dopo 5000 anni, dalla subordinazione al pennello.
Attraverso l’utilizzo di diverse superfici e liquidi - come latte, acqua o birra - documenta il viaggio di un astratto flusso, verso lidi figurativi che alludono alla pittura di paesaggio. Nelle sue video-opere, l’artista rimane quasi passiva, lasciando che l'inchiostro nero giochi da protagonista sulla superficie bianca, formando rivoli, vortici, nuvole o alberi… . "Puoi vedere tutto accadere proprio lì. A volte la vita scorre troppo velocemente, dobbiamo rallentare e osservare ogni movimento” Cindy Ng Sio Ieng
Particolarmente attiva come performer con attività trasversali che integrano anche musica e danza.
Tra le personali, da segnalare quella presso il Today Art Museum (Beijing, China) e il Seattle Art Museum (U.S.A).
Ha vinto vari premi tra cui 10th “V-art” International video-art Festival, Italy (selected finalist).
Il suo lavoro è stato acquisito nelle collezioni di una decina di musei asiatici.
JIN SHAN
Nasce nel 1977 nella provincia del Jiangsu, Cina.
Vive e lavora a Shanghai.
Jin Shan usa il suo acuto intuito artistico per mettere a fuoco l’immagine irrazionale del mondo di fronte a noi. Quello che le sue opere suggeriscono al primo sguardo è la verità che non abbiamo il coraggio di affrontare, ma che è profondamente insita nella nostra vita quotidiana. Quando sociologia o antropologia urbana tentano di spiegare la relazione tra uomo e società, il linguaggio logico convenzionale risulta inutile. Per questo, Shan sceglie l’ironia come linguaggio artistico per esprimere le sue idee.
In “Kill”, un gregge di pecore viene macellato da dei dottori. Questa animazione propone un ipotetico martirio che si materializza nella persecuzione di un gregge, che vuole ricordare la figura di S. Stefano, il protomartire del Cristianesimo. Il lavoro ironizza su come il pubblico ottenga potere e allo stesso tempo sul destino di un martire.
Da segnalare il progetto “Migration Addicts” presentato alla 52th Biennale di Venezia, Collateral Events.
Nel 2007 Jin Shan ha lavorato con la NO Gallery, Milano.
MA YONGFENG
Nasce nel 1971 nella provincia dello Shanxi, Cina.
Vive e lavora a Pechino.
Questa nuova animazione prende in considerazione alcuni oggetti banali, scelti dalla quotidianità cinese, nell’intento di trasformarli ed elevarli a qualcosa di quasi metafisico.
In “Transparency is Wrong” questi oggetti circolari, uniformi nel colore e nella forma, fluttuano in uno scuro sfondo artificiale, privo di emozioni. Solo ad un esame più attento, l’osservatore può riconoscere che si tratta dei famosi scacchi cinesi che galleggiano, senza peso, in uno spazio assoluto, al di fuori dei parametri temporali e spaziali della vita umana.
Ma Yongfeng ha esposto al MOMA di Los Angeles e al PS1 di NY.
QI YANG
Nasce nel 1952 a Wuhu nella provincia di Anhui, Cina.
Vive e lavora a Düsseldorf, Germania.
“La radice del fiore di Loto si addentra in profondità nell’acqua fangosa, ma non viene mai contaminata” (Proverbio Cinese). Il Loto rappresenta un’icona ricca di significati nella lunga tradizione della cultura cinese, nella mitologia, nel Buddismo e anche nella letteratura. Principalmente simbolizza l’intellettuale onesto, che non permette di essere né influenzato né corrotto.
In questi ultimi anni, il motivo è divenuto particolarmente importante nella poetica di Qi Yang: “Il Loto è un fiore bellissimo, puro, limpido, denso di emozioni e di valore sentimentale.. mi ricorda la Cina, la mia patria e la mia giovinezza …”.
Il lavoro “Lotus dance” nasce dalla fantasia dell’artista e racconta una storia romantica sulla sua “vita come fosse un petalo di Loto”. Per questo, il video inizia con un solo petalo, che si va ad adagiare, in attesa di riattivarsi nuovamente insieme ai molti altri petali; danza senza sosta, ma alla fine torna a se stesso e alla terra, da dove era arrivato.
Dal ’90 ad oggi, Qi Yang ha presentato numerosissime personali soprattutto sul territorio tedesco, dove vive e lavora stabilmente dal ’87. I suoi lavori sono stati acquisiti dalle collezioni pubbliche di un quindicina di Istituzioni tra cui il British Museum.
SUN XUN
Nasce nel 1980 a Fuxin, nella provincia di Laioning, Cina.
Vive e lavora a Pechino
Sun Xun è uno dei pochi giovani artisti contemporanei cinesi che produce consapevolmente arte politicamente impegnata. Le sue animazioni conducono lo spettatore attraverso paesaggi umani, nei quali il suo vissuto assume un aspetto politico a causa delle particolari circostanze e condizioni della sua esperienza di vita.
Sun Xun crea lavori che combinano i new media con rendering disegnati a mano e materiali tradizionali. Per creare le sue meticolose animazioni, l’artista produce un gran numero di disegni, i cui soggetti variano da elementi che ricerca nella storia o nella politica internazionale, fino a comprendere il mondo naturale. Poi, filma tutti i disegni in sequenza una alla volta, al fine di creare un senso di movimento, che suggerisca il passare del tempo, le macchinazioni della storia e la bellezza insita anche nelle forme più semplici.
Vanta numerose personali in Giappone e USA, oltre che in Cina, sia presso istituzioni pubbliche che private.
Nel 2006 fonda il suo ‘∏’ Studio e si guadagna la reputazione di membro principale della nuova generazione di artisti interdisciplinari in Cina.
I suoi film sono stati esibiti nei maggiori festival e in diverse manifestazioni internazionali.
WANG BO
Nasce nel 1971 nella provincia di Shan’xi, Cina.
Vive e lavora a Pechino.
Il lavoro nasce dall’idea di girare un documentario per le strade di Pechino. Wang Bo segue alcune persone e cattura momenti salienti, cercando di addentrarsi nelle loro vite, ma l’artista, uno dei pionieri di Flash animation, presto cede alla magia dell’animazione, andando poi, in un secondo momento, a combinare le immagini reali, girate in forma casuale e spontanea, alle immagini animate.
Wang Bo racconta, con affilata ironia, la quotidianità della Capitale, dove tra vecchi vicoli e centri commerciali, i cittadini, intenti nella vita di tutti i giorni, fanno emergere anche memorie e flashback del loro passato. Frammenti di oggi e di ieri in grado di ricostruire in pochi attimi la tormentata storia cinese.
È una delle nuove promesse della video animazione cinese. Il suo lavoro è stato proposta anche dalla TV di stato oltre che nel 2002 alla Guangzhou Triennial e alla Biennale di Shanghai Biennale. L’artista ha collaborato con registi cinematografici cinesi del calibro di Jia Zhangke e Meng Jinghui.
WU JUNGYONG
Nasce nel 1978 nella provincia del Fujian, Cina.
Vive e lavora tra Pechino e Hangzhou.
Con Wu si mette in scena l'assurdità e l’ambiguità dei delicati rapporti umani nella vita sia sociale che politica.
I suoi racconti sono popolati da identità precarie simili a ipocriti burattini, che vengono messi nel mezzo di un mondo bizzarro e un po' osceno. Favole che imbastiscono un ritratto sociale oscillante tra realtà e fantasia, in una zona di frontiera tra fisiologia e sociologia. "Mi interessa maggiormente la superficie della nostra vita quotidiana, è come il grasso sporco, che galleggia sulle acque".
ZHANG XIAOTAO
Nasce nel 1970 a Hechuan, nella provincia del Sichuan, Cina.
Vive e lavora tra Beijing e Chengdu.
La ricerca di Zhang Xiaotao è da tempo incentrata sulla lotta e sul tormento delle anime, che stanno dietro la leggendaria modernizzazione della Cina, nell’intento di scoprire modalità artistiche in grado di riparare a tali sofferenze. Questa complessa trama, che intreccia speranza e distruzione, è la peculiarità della Cina d’oggi. L’artista indaga le radici delle malattie moderne nell’intento di presentare le relazioni di patologi attraverso la sua ricerca artistica. Egli mira, quindi, a denunciare obiettivamente i fatti attraverso la sua arte.
In "Scar" confluiscono vari temi, tra questi, il tremendo terremoto che ha colpito il Sichuan nel 2008, che ufficialmente causò la morte di almeno 68.000 persone. Alla fine del video, i disegni del figlio tornano, tuttavia, a ridare speranza.
Curriculum sterminato che comprende varie personali nei maggiori musei cinesi e in diverse gallerie private europee. In Italia, ha collaborato ad alcune collettive da Marella e a un progetto per Paratissima, evento collaterale di Artissima 2009, a cura di C. Freschini.
Recentemente è stato nominato direttore e responsabile del dipartimento di arte multimediale presso la prestigiosa Accademia di belle Arti, Sichuan Fine Arts Institute.
Gli artisti da lei selezionati, tutti provenienti dal Mainland cinese, che cosa vedono guardandosi intorno? Il caos!
Un disordine inebriante, cui fanno fronte attraverso storie e allegorie, che indagano la società di oggi a tinte ironiche, senza il timore di misurarsi con la forte ideologia del Partito.
Come fiori che crescono in habitat impervi, affondano le loro radici in profondità verso un incerto nutrimento, oltre il nudo disagio dei difficili momenti storici, politici e sociali che hanno minato la loro sopravvivenza creativa, questi artisti, nati dal caos, si riappropriano di una loro identità, tracciando una fitta trama che si svincola disinvolta tra passato e presente.
In tal senso, la video arte diviene un mezzo importante per ritrovare quel sapore riflessivo proprio della tradizione, come pure uno strumento popolare in grado di contrastare le oppressive ingerenze interne ed esterne.
In particolare, incuriosisce la magia dell’animazione, in grado di far superare i limiti insiti nella natura delle consuete arti visive, facendo confluire e rielaborando queste ultime in uno stesso ambiente digitale.
Grazie infatti allo sviluppo delle nuove tecnologie e alla conseguente loro facilità di accesso e fruizione, la sperimentazione multimediale in Cina è sempre più popolare. Si tratta di un genere esotico, un’espressione nuova, che gli artisti cinesi hanno adottato non tanto per ripercorrere un sentiero occidentale, quanto piuttosto per contestarlo.
Se in passato gli artisti avevano intuito il pericolo di un’arte sottomessa al controllo della politica interna, con gli anni Novanta una parte di essi ha sentito la necessità di contrastare gli interessi commerciali stranieri che hanno stravolto il mercato locale, in una sorta di reazione post colonialismo.
I giovani artisti desideravano trovare un nuovo mezzo d'espressione, che non venisse commercializzato dalle gallerie occidentali e che al tempo stesso rappresentasse un forte contrasto rispetto all’arte ufficiale.
In tali circostanze, la video arte diviene una scelta precisa: l’arte “giusta al momento giusto”.
Quanto all’animazione, in essa confluiscono le tradizionali arti visive, che costituiscono un imprescindibile punto di partenza per azioni e interpretazioni successivamente articolate attraverso l'uso della tecnologia digitale:
“L’animazione di per sé non è una cosa importante: l'animazione è sempre incompleta. Solo cercando di sfondare le limitazioni intrinseche negli altri mezzi si possono raggiungere gli aspetti più preziosi dell'animazione”. (Sun Xun)
Fiori nati dal caos, dunque, sono questi artisti che cercano nutrimento dall’energia che li circonda, annaffiati, ma anche sfiancati dal continuo incessante processo di modernizzazione urbano e sociale; alla ricerca di una loro identità, oltre il buco nero della rivoluzione culturale, che sono costretti a eludere, indagando più a fondo e riportando alla luce sprazzi della loro antichità. La ricerca di un passato capace di costituire un valido fondamento per il presente, una tensione, quest’ultima, costante nella concezione artistica cinese, volta non tanto alla pura celebrazione della storia, ma piuttosto a un innesto tra passato e presente.
Artisti e opere selezionati - total time 45’41’’
1. Cheng Shaoxiong – “Ink city”
Chen Shaoxiong, “Ink city”, 2005, Video animazione, black-and-white, 3’
2. Cindy Ng Sio Ieng – “Ink Walk”
Cindy Ng Sio Ieng “Ink Walk, 2009, Video, 6’ 08’’
3. Jin Shan – “Kill animation”
Jin Shan, “Kill”, 2009, Animazione, black-and-white, 2’11’’
4. Ma Yongfeng – “Wrong”
Ma Yongfeng, “Wrong”, 2008, Animazione, 1’30’’
5. Qi Yang – “Lotus Dance”
Qi Yang, “Lotus Dance”, 2004, Animazione, 2’50’’
6. Sun Xun – “People’s Republic of Zoo”
Sun Xun, “People’s Republic of Zoo”, 2009, Animazione, 7’49”
7. Wang Bo – “Day Dream”
Wang Bo, “Day Dream”, 2006, Video Animazione, 8’ 31’’
8. Wu Junyong – “Flowers of Chaos”
Wu Junyong, “Flowers of Chaos”, 2009, Animazione, 3’35’’
9. Zhang Xiaotao – “Scar”
Zhang Xiaotao, “Scar”, 2009, Animazione, 11'27''
CHEN SHAOXIONG
Nasce nel 1962 nella provincia di Shantou, Guangdong, Cina.
Vive e lavora tra Guangzhou e Pechino.
Chen Shaoxiong è uno dei fondatori dalla scena contemporanea artistica di Canton e uno degli esponenti del Big Tail Elephant Group, gruppo che nasce all’inizio degli anni ’90 col comune intento di lavorare su temi politici e sociali, in risposta alla rapida urbanizzazione e all’inevitabile corruzione della città moderna.
"Ink City" è il risultato del processo: fotografia - disegno – video. L’atto creativo si basa sulla trasformazione del materiale reale in più fasi, sgusciando via la realtà dal ricordo personale, come se venisse eliminata la pelle da un oggetto e poi la carne, finché non rimangono che le ossa, l’essenza. In questo lavoro, le immagini non sono connesse le une alle altre: è il sound l’unico collante tra un momento e l’altro. L’artista sottrae la narrativa per lasciare spazio solo alle impressioni di una città, che perde la propria immagine famigliare nell’incessante mutazione, evidenziando una Cina dove l’oggi potrebbe già essere il ricordo di domani.
Ha partecipato a numerose biennali e triennali in tutto il mondo. Il suo lavoro si trova in collezioni importanti quali: Victoria and Albert Museum, London, UK; Spencer Museum of Art, The University of Kansas, USA; Kunst Halle Bern, Switzerland; Guy & Myriam Ullens Foundation. Switzerland; Guangdong Museum of Art, China.
Nel 2003, il gruppo Big Tail Elephant Group partecipa alla Biennale di Venezia.
CINDY NG SIO IENG
Nasce nel 1966 a Macao.
Vive e lavora tra Taipei e Pechino.
Cindy Ng Sio Ieng, facendo riferimento all’antica tecnica calligrafica, adotta come punto di partenza del suo lavoro il tradizionale inchiostro, che lascia fluire liberandolo, dopo 5000 anni, dalla subordinazione al pennello.
Attraverso l’utilizzo di diverse superfici e liquidi - come latte, acqua o birra - documenta il viaggio di un astratto flusso, verso lidi figurativi che alludono alla pittura di paesaggio. Nelle sue video-opere, l’artista rimane quasi passiva, lasciando che l'inchiostro nero giochi da protagonista sulla superficie bianca, formando rivoli, vortici, nuvole o alberi… . "Puoi vedere tutto accadere proprio lì. A volte la vita scorre troppo velocemente, dobbiamo rallentare e osservare ogni movimento” Cindy Ng Sio Ieng
Particolarmente attiva come performer con attività trasversali che integrano anche musica e danza.
Tra le personali, da segnalare quella presso il Today Art Museum (Beijing, China) e il Seattle Art Museum (U.S.A).
Ha vinto vari premi tra cui 10th “V-art” International video-art Festival, Italy (selected finalist).
Il suo lavoro è stato acquisito nelle collezioni di una decina di musei asiatici.
JIN SHAN
Nasce nel 1977 nella provincia del Jiangsu, Cina.
Vive e lavora a Shanghai.
Jin Shan usa il suo acuto intuito artistico per mettere a fuoco l’immagine irrazionale del mondo di fronte a noi. Quello che le sue opere suggeriscono al primo sguardo è la verità che non abbiamo il coraggio di affrontare, ma che è profondamente insita nella nostra vita quotidiana. Quando sociologia o antropologia urbana tentano di spiegare la relazione tra uomo e società, il linguaggio logico convenzionale risulta inutile. Per questo, Shan sceglie l’ironia come linguaggio artistico per esprimere le sue idee.
In “Kill”, un gregge di pecore viene macellato da dei dottori. Questa animazione propone un ipotetico martirio che si materializza nella persecuzione di un gregge, che vuole ricordare la figura di S. Stefano, il protomartire del Cristianesimo. Il lavoro ironizza su come il pubblico ottenga potere e allo stesso tempo sul destino di un martire.
Da segnalare il progetto “Migration Addicts” presentato alla 52th Biennale di Venezia, Collateral Events.
Nel 2007 Jin Shan ha lavorato con la NO Gallery, Milano.
MA YONGFENG
Nasce nel 1971 nella provincia dello Shanxi, Cina.
Vive e lavora a Pechino.
Questa nuova animazione prende in considerazione alcuni oggetti banali, scelti dalla quotidianità cinese, nell’intento di trasformarli ed elevarli a qualcosa di quasi metafisico.
In “Transparency is Wrong” questi oggetti circolari, uniformi nel colore e nella forma, fluttuano in uno scuro sfondo artificiale, privo di emozioni. Solo ad un esame più attento, l’osservatore può riconoscere che si tratta dei famosi scacchi cinesi che galleggiano, senza peso, in uno spazio assoluto, al di fuori dei parametri temporali e spaziali della vita umana.
Ma Yongfeng ha esposto al MOMA di Los Angeles e al PS1 di NY.
QI YANG
Nasce nel 1952 a Wuhu nella provincia di Anhui, Cina.
Vive e lavora a Düsseldorf, Germania.
“La radice del fiore di Loto si addentra in profondità nell’acqua fangosa, ma non viene mai contaminata” (Proverbio Cinese). Il Loto rappresenta un’icona ricca di significati nella lunga tradizione della cultura cinese, nella mitologia, nel Buddismo e anche nella letteratura. Principalmente simbolizza l’intellettuale onesto, che non permette di essere né influenzato né corrotto.
In questi ultimi anni, il motivo è divenuto particolarmente importante nella poetica di Qi Yang: “Il Loto è un fiore bellissimo, puro, limpido, denso di emozioni e di valore sentimentale.. mi ricorda la Cina, la mia patria e la mia giovinezza …”.
Il lavoro “Lotus dance” nasce dalla fantasia dell’artista e racconta una storia romantica sulla sua “vita come fosse un petalo di Loto”. Per questo, il video inizia con un solo petalo, che si va ad adagiare, in attesa di riattivarsi nuovamente insieme ai molti altri petali; danza senza sosta, ma alla fine torna a se stesso e alla terra, da dove era arrivato.
Dal ’90 ad oggi, Qi Yang ha presentato numerosissime personali soprattutto sul territorio tedesco, dove vive e lavora stabilmente dal ’87. I suoi lavori sono stati acquisiti dalle collezioni pubbliche di un quindicina di Istituzioni tra cui il British Museum.
SUN XUN
Nasce nel 1980 a Fuxin, nella provincia di Laioning, Cina.
Vive e lavora a Pechino
Sun Xun è uno dei pochi giovani artisti contemporanei cinesi che produce consapevolmente arte politicamente impegnata. Le sue animazioni conducono lo spettatore attraverso paesaggi umani, nei quali il suo vissuto assume un aspetto politico a causa delle particolari circostanze e condizioni della sua esperienza di vita.
Sun Xun crea lavori che combinano i new media con rendering disegnati a mano e materiali tradizionali. Per creare le sue meticolose animazioni, l’artista produce un gran numero di disegni, i cui soggetti variano da elementi che ricerca nella storia o nella politica internazionale, fino a comprendere il mondo naturale. Poi, filma tutti i disegni in sequenza una alla volta, al fine di creare un senso di movimento, che suggerisca il passare del tempo, le macchinazioni della storia e la bellezza insita anche nelle forme più semplici.
Vanta numerose personali in Giappone e USA, oltre che in Cina, sia presso istituzioni pubbliche che private.
Nel 2006 fonda il suo ‘∏’ Studio e si guadagna la reputazione di membro principale della nuova generazione di artisti interdisciplinari in Cina.
I suoi film sono stati esibiti nei maggiori festival e in diverse manifestazioni internazionali.
WANG BO
Nasce nel 1971 nella provincia di Shan’xi, Cina.
Vive e lavora a Pechino.
Il lavoro nasce dall’idea di girare un documentario per le strade di Pechino. Wang Bo segue alcune persone e cattura momenti salienti, cercando di addentrarsi nelle loro vite, ma l’artista, uno dei pionieri di Flash animation, presto cede alla magia dell’animazione, andando poi, in un secondo momento, a combinare le immagini reali, girate in forma casuale e spontanea, alle immagini animate.
Wang Bo racconta, con affilata ironia, la quotidianità della Capitale, dove tra vecchi vicoli e centri commerciali, i cittadini, intenti nella vita di tutti i giorni, fanno emergere anche memorie e flashback del loro passato. Frammenti di oggi e di ieri in grado di ricostruire in pochi attimi la tormentata storia cinese.
È una delle nuove promesse della video animazione cinese. Il suo lavoro è stato proposta anche dalla TV di stato oltre che nel 2002 alla Guangzhou Triennial e alla Biennale di Shanghai Biennale. L’artista ha collaborato con registi cinematografici cinesi del calibro di Jia Zhangke e Meng Jinghui.
WU JUNGYONG
Nasce nel 1978 nella provincia del Fujian, Cina.
Vive e lavora tra Pechino e Hangzhou.
Con Wu si mette in scena l'assurdità e l’ambiguità dei delicati rapporti umani nella vita sia sociale che politica.
I suoi racconti sono popolati da identità precarie simili a ipocriti burattini, che vengono messi nel mezzo di un mondo bizzarro e un po' osceno. Favole che imbastiscono un ritratto sociale oscillante tra realtà e fantasia, in una zona di frontiera tra fisiologia e sociologia. "Mi interessa maggiormente la superficie della nostra vita quotidiana, è come il grasso sporco, che galleggia sulle acque".
ZHANG XIAOTAO
Nasce nel 1970 a Hechuan, nella provincia del Sichuan, Cina.
Vive e lavora tra Beijing e Chengdu.
La ricerca di Zhang Xiaotao è da tempo incentrata sulla lotta e sul tormento delle anime, che stanno dietro la leggendaria modernizzazione della Cina, nell’intento di scoprire modalità artistiche in grado di riparare a tali sofferenze. Questa complessa trama, che intreccia speranza e distruzione, è la peculiarità della Cina d’oggi. L’artista indaga le radici delle malattie moderne nell’intento di presentare le relazioni di patologi attraverso la sua ricerca artistica. Egli mira, quindi, a denunciare obiettivamente i fatti attraverso la sua arte.
In "Scar" confluiscono vari temi, tra questi, il tremendo terremoto che ha colpito il Sichuan nel 2008, che ufficialmente causò la morte di almeno 68.000 persone. Alla fine del video, i disegni del figlio tornano, tuttavia, a ridare speranza.
Curriculum sterminato che comprende varie personali nei maggiori musei cinesi e in diverse gallerie private europee. In Italia, ha collaborato ad alcune collettive da Marella e a un progetto per Paratissima, evento collaterale di Artissima 2009, a cura di C. Freschini.
Recentemente è stato nominato direttore e responsabile del dipartimento di arte multimediale presso la prestigiosa Accademia di belle Arti, Sichuan Fine Arts Institute.
08
ottobre 2010
Flowers of Chaos
Dall'otto ottobre al 09 novembre 2010
arte contemporanea
Location
BIBLIOTECA CIVICA – ARCHIVIO REGIONALE DI VIDEOARTE
Verona, Via Cappello, 43, (Verona)
Verona, Via Cappello, 43, (Verona)
Vernissage
8 Ottobre 2010, ore 18
Sito web
www.artverona.it/articles/view/videoartyearbook
Autore
Curatore