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Georgia Galanti / Chiara Zenzani – Il giardino delle storie di carta
Il giardino delle storie di carta è un salto a ritroso. Le opere esposte sfogliano le pagine del tempo, antiche memorie di un immaginario collettivo comune. Con un linguaggio narrativo che prende forma nella fantasia gioiosa del bambino, le due artiste aggirano il confine tra reale e immaginario.
Comunicato stampa
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Il giardino delle storie di carta è un percorso alternativo alla sola ragione, è istinto e purezza.
E’ un salto a ritroso. Come una “madeleine” proustiana le opere esposte in mostra sfogliano le pagine del tempo, antiche memorie di un immaginario collettivo comune, dal quale viviamo lontani e che con l’età adulta resta sepolto sotto il peso di un bagaglio esperienziale troppo concreto e reale.
Non è questo il caso di Georgia Galanti e Chiara Zenzani, due artiste con percorsi e linguaggi differenti, ma che hanno fatto del loro piccolo mondo antico il fulcro della loro creazione artistica. Sviluppando un linguaggio narrativo che prende forma e colore nella fantasia gioiosa del bambino, aggirano la sottile linea di confine tra reale ed immaginario.
Le opere di Georgia Galanti (1974) hanno l’odore dell’infanzia e l’immediatezza del gioco.
Si presentano come un grande spettacolo gioioso e colorato, dove piccole sagome di carta, spilli e perline si muovono fluttuanti in uno spazio appena accennato, vive nella loro bidimensionalità.
Le opere della serie Love e Untitled raccontano di mondi fantastici, ingenui e burleschi, mondi visti con gli occhi di chi crede nel suo mondo immaginato e lo vive. Sono mondi puri, perché lontani dai condizionamenti della società, della morale e del conformismo e liberi, perché svincolati dai tradizionali canoni pittorici.
L’amore per le cose fatte a mano profuma di memoria; sono tracce di un’eredità che Georgia Galanti ha saputo ritrovare, cucendone le trame in una narrazione intima ed emozionale.
Per Georgia ricordare è creare e creare è ricordare. Il suo lavoro artistico è una continua
attenzione ai ricordi, che ritornano ed entrano in risonanza con lo sguardo sul presente,
lasciando tracce, orme e pensieri, ora felici e ora malinconici, come conferma
dell’importanza della memoria nella sua produzione artistica, dando luogo a una memoria
condivisa.
Queste stesse tracce sono la base anche dell’impalcatura concettuale del lavoro artistico di Chiara Zenzani (1985). La sua personale ricerca parte dall’idea di arte come antidoto, come modo per tornare a giocare, per credere nell’impossibile e realizzare i propri desideri.
Ritrovare il suo essere bambina è il punto di partenza della sua ricerca. In un legame inscindibile tra arte e vita Chiara Zenzani racconta, con onirica delicatezza, quel mondo incantato fatto di favole, di storie magiche dove tutto sembra possibile.
Elisabeth è un progetto in cui l’artista mette in scena una favola ideata e scritta da due bambine, diventandone la protagonista, incarnando così quell’ideale infantile, tutto femminile, della figura della principessa.
“La fiaba è vera quanto è vero il mondo che il bambino si crea mentre gioca” afferma Chiara.
Le immagini fotografiche che danno vita al video si svelano teatralmente sotto un sipario di ombre e luci, ma nel silenzio oscuro di quelle scene si ritrova tutta l’ambiguità angosciante delle favole per bambini. Nel progetto Elisabeth il confine tra realtà ed illusione è molto fragile, il luogo ed i suoi abitanti entrano dentro la favola, mescolandosi tra le trame della sua storia fantastica. L’immaginario diventa reale, come quando De Dominicis invita il fruitore a vedere con l’immaginazione il suo cubo invisibile.
Il giardino delle storie di carta si propone come un progetto espositivo che invita il fruitore a ricercare e ritrovare il tempo della sua memoria, un tempo interiore, assolutamente soggettivo che l’arte ci permette di fissare in un concerto emozionale di sensazioni, che sono l’essenza pura della vita.
E’ un salto a ritroso. Come una “madeleine” proustiana le opere esposte in mostra sfogliano le pagine del tempo, antiche memorie di un immaginario collettivo comune, dal quale viviamo lontani e che con l’età adulta resta sepolto sotto il peso di un bagaglio esperienziale troppo concreto e reale.
Non è questo il caso di Georgia Galanti e Chiara Zenzani, due artiste con percorsi e linguaggi differenti, ma che hanno fatto del loro piccolo mondo antico il fulcro della loro creazione artistica. Sviluppando un linguaggio narrativo che prende forma e colore nella fantasia gioiosa del bambino, aggirano la sottile linea di confine tra reale ed immaginario.
Le opere di Georgia Galanti (1974) hanno l’odore dell’infanzia e l’immediatezza del gioco.
Si presentano come un grande spettacolo gioioso e colorato, dove piccole sagome di carta, spilli e perline si muovono fluttuanti in uno spazio appena accennato, vive nella loro bidimensionalità.
Le opere della serie Love e Untitled raccontano di mondi fantastici, ingenui e burleschi, mondi visti con gli occhi di chi crede nel suo mondo immaginato e lo vive. Sono mondi puri, perché lontani dai condizionamenti della società, della morale e del conformismo e liberi, perché svincolati dai tradizionali canoni pittorici.
L’amore per le cose fatte a mano profuma di memoria; sono tracce di un’eredità che Georgia Galanti ha saputo ritrovare, cucendone le trame in una narrazione intima ed emozionale.
Per Georgia ricordare è creare e creare è ricordare. Il suo lavoro artistico è una continua
attenzione ai ricordi, che ritornano ed entrano in risonanza con lo sguardo sul presente,
lasciando tracce, orme e pensieri, ora felici e ora malinconici, come conferma
dell’importanza della memoria nella sua produzione artistica, dando luogo a una memoria
condivisa.
Queste stesse tracce sono la base anche dell’impalcatura concettuale del lavoro artistico di Chiara Zenzani (1985). La sua personale ricerca parte dall’idea di arte come antidoto, come modo per tornare a giocare, per credere nell’impossibile e realizzare i propri desideri.
Ritrovare il suo essere bambina è il punto di partenza della sua ricerca. In un legame inscindibile tra arte e vita Chiara Zenzani racconta, con onirica delicatezza, quel mondo incantato fatto di favole, di storie magiche dove tutto sembra possibile.
Elisabeth è un progetto in cui l’artista mette in scena una favola ideata e scritta da due bambine, diventandone la protagonista, incarnando così quell’ideale infantile, tutto femminile, della figura della principessa.
“La fiaba è vera quanto è vero il mondo che il bambino si crea mentre gioca” afferma Chiara.
Le immagini fotografiche che danno vita al video si svelano teatralmente sotto un sipario di ombre e luci, ma nel silenzio oscuro di quelle scene si ritrova tutta l’ambiguità angosciante delle favole per bambini. Nel progetto Elisabeth il confine tra realtà ed illusione è molto fragile, il luogo ed i suoi abitanti entrano dentro la favola, mescolandosi tra le trame della sua storia fantastica. L’immaginario diventa reale, come quando De Dominicis invita il fruitore a vedere con l’immaginazione il suo cubo invisibile.
Il giardino delle storie di carta si propone come un progetto espositivo che invita il fruitore a ricercare e ritrovare il tempo della sua memoria, un tempo interiore, assolutamente soggettivo che l’arte ci permette di fissare in un concerto emozionale di sensazioni, che sono l’essenza pura della vita.
01
agosto 2010
Georgia Galanti / Chiara Zenzani – Il giardino delle storie di carta
Dal primo al 18 agosto 2010
fotografia
arte contemporanea
giovane arte
disegno e grafica
arte contemporanea
giovane arte
disegno e grafica
Location
GARAGE CONTEMPORARY
Gabicce Mare, piazza Valbruna, 6, (Pesaro E Urbino)
Gabicce Mare, piazza Valbruna, 6, (Pesaro E Urbino)
Orario di apertura
aperto tutti i giorni 19 - 24
Vernissage
1 Agosto 2010, ore 20.00
Autore
Curatore