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Elio Luxardo – La Potenza del corpo umano
Considerato il fotografo delle dive, Elio Luxardo (1908 – 1969), nella sua carriera si diletto’ a costruire immagini -perfette-: niente paesaggi, situazioni, denunce, solo corpi e volti, famosi o sconosciuti, dove cio’ che piu’ contava era l’armonia, nella piena celebrazione dell’ estetica.
Comunicato stampa
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Considerato il fotografo delle dive, Elio Luxardo (1908 - 1969), nella sua carriera si diletto' a costruire immagini -perfette-: niente paesaggi, situazioni, denunce, solo corpi e volti, famosi o sconosciuti, dove cio' che piu' contava era l'armonia, nella piena celebrazione dell' estetica. Cultore del cinema ed atleta, rivolse la sua attenzione al corpo umano e al dettaglio, alla composizione dell'immagine e alla definizione della luce. Attivo già dal 1932, si trasferi' a Roma e nel corso degli anni, nel suo atelier, passarono sia dive affermate che giovani attrici, affascinate dal suo modo utilizzare sapientemente le luci. Nel 1944 Luxardo lavoro' a Milano come ritrattista, influenzato dai fotografi di Hollywood. Primogenito di quattro fratelli aveva vissuto, in gioventu', una vita nomade e avventurosa. Il padre Alfredo, fotografo pisano emigrato in Brasile in cerca di fortuna, si era specializzato nella riproduzione e nel ritocco delle immagini dei defunti da collocare sulle steli funerarie. Elio, grande appassionato di sport, aveva cominciato da adolescente a farsi notare in campo agonistico, nei diecimila metri e nella maratona, conseguendo ottimi risultati e soprattutto avviandosi verso una brillante carriera di operatore cinefotografico e documentarista sportivo.
Nel 1930, dopo il congedo militare la famiglia decise di rimpatriare stabilendosi a Roma, dove Alfredo apri' un laboratorio fotografico a poca distanza dallo studio del famoso fotografo di Casa Reale, Sem Bosch, ed Elio si iscrisse al Centro sperimentale di cinematografia facendosi notare per il suo talento. Già nel dicembre 1932 fu segnalato infatti, fra trecento partecipanti italiani e stranieri., alla Prima Biennale Internazionale di Arte Fotografica. Apri' un suo atelier: primi clienti furono le coppie delle sale da ballo e giovani sposi che, con l'acquisto di una camera matrimoniale alla Rinascente, ricevevano in omaggio una foto nello studio Luxardo. Frequentatore dell'ambiente borghese e aristocratico della capitale, amico di molti giovani aspiranti attori e registi destinati a diventare di li' a poco protagonisti del cinema italiano, inizio' a collaborare con servizi di moda e di cinema per le riviste piu' prestigiose. Sfilarono davanti al suo obiettivo gli accademici d'Italia, Filippo Tommaso Marinetti e Luigi Pirandello, fresco di Nobel, le grandi dive del momento e l' allora campione del mondo di boxe Primo Carnera. Nelle sue fotografie riusci' a conferire ai suoi soggetti un'aura esclusiva, unica: il segreto stava nell'uso sapiente e sofisticato della tecnica fotografica in studio, con uno sfondo scuro e decisi tagli di luce, che scolpivano i volti e conferivano alle sue immagini uno stile inimitabile. Nei primi anni della sua attività Elio Luxardo utilizzo' ancora una macchina fotografica a cassetta in legno, di produzione artigianale, con lastre di vetro a châssis 18x24 (solo nel dopoguerra la sostitui' con una Rolleiflex da cavalletto con pellicola a châssis dello stesso formato). Le fotografie venivano stampate con la tecnica ai sali d'argento, su tipi diversi di carta o cartoncino matt, semi-matt e mille punti, mentre la carta lucida veniva usata quasi esclusivamente per le fotografie destinate alla riproduzione tipografica, su riviste e giornali patinati. I ritocchi, le velature, i contrasti venivano realizzati a mina direttamente sul negativo, dove prima era steso un velo di trementina e gomma lacca.
Ma era nella preparazione del soggetto, nella sua ambientazione luministica, che Luxardo poneva le basi per la realizzazione dei suoi capolavori, trasformando lo sfumato pittorico e celebrativo del ritratto fotografico tradizionale in un rilievo scultoreo a tutto tondo. Uno spot proiettato alle spalle lasciava il soggetto in controluce e lo faceva emergere in primo piano; altre lampade lo illuminavano di fronte, creando un effetto plastico e seducente, misterioso e iconico, tipico del cinema internazionale di quegli anni. A fianco delle piu' mature dive del cinema muto, apparirono, giovanissimi, i lineamenti di Valentina Cortese, di Clara Calamai, di Alida Valli e di altre adolescenti, dai nomi piu' o meno noti, ognuna trasfigurata in un alone idealizzante. Negli anni '30 nacquero i nudi, ricerca assolutamente privata, che sperimento' con passione. A differenza del ritratto, dove con il massimo dell'artificio (il trucco, l'illuminazione, il ritocco in fase di stampa) idealizzava la figura fino a trasformala in icona, attraverso il nudo, vedeva nel corpo umano lo strumento migliore per cogliere l'azione scultorea della luce. Corpi lucidi come macchine da guerra ripresi in pose plastiche, esaltati da luci e chiaroscuri. Muscolature enfatizzate dall'occhio fotografico che fissa particolari anatomici a svelarne l'intrinseca bellezza e decretarne l'immortalità: questa serie viene ampiamente presentata nell'esposizione, accanto ai ritratti degli Accademici d'Italia (Luigi Pirandello, Pietro Mascagni, Guglielmo Marconi-) e a dive quali Clara Calamai, Luisa Ferida, Clara Petacci. Mariella Lotti. Luxardo fu grande amico di Rinaldo Geleng, allora diciassettenne, con una carriera di pittore tutta da costruire, e di Federico Fellini. Quando, il 4 giugno 1944 le truppe angloamericane entrarono a Roma, si trasferi' a Milano e si arruolo' con il grado di tenente nella Xa MAS, in servizio presso la Sezione Fotocinematografica, mentre lo studio di Roma, rimasto nelle mani della famiglia, grazie alla fama raggiunta realizzo' cospicui guadagni con le truppe americane.
Con i profitti di Roma, Luxardo apri' un nuovo studio a Milano. Apparvero nelle sue foto, in uno stile piu' soft e sfumato, i volti nuovi di Gina Lollobrigida, Eleonora Rossi Drago, Vittorio Gassman, Giorgio Albertazzi, Claudia Cardinale. La prima rivista italiana dedicata alla fotografia, Ferrania, nel 1953 lo incarico' di realizzare un espositore pubblicitario capace di accattivare l'attenzione del pubblico verso i prodotti fotografici dell'azienda: nasceva cosi' la donnina Ferrania, sexy e ammiccante, sul modello delle pin-up americane. La mostra dedicata a Luxardo, il cui archivio e' conservato alla 3M Italia, che si e' resa disponibile al prestito delle opere, vedrà per l'occasione pubblicato un catalogo a cura di Fabio Amodeo.
Nel 1930, dopo il congedo militare la famiglia decise di rimpatriare stabilendosi a Roma, dove Alfredo apri' un laboratorio fotografico a poca distanza dallo studio del famoso fotografo di Casa Reale, Sem Bosch, ed Elio si iscrisse al Centro sperimentale di cinematografia facendosi notare per il suo talento. Già nel dicembre 1932 fu segnalato infatti, fra trecento partecipanti italiani e stranieri., alla Prima Biennale Internazionale di Arte Fotografica. Apri' un suo atelier: primi clienti furono le coppie delle sale da ballo e giovani sposi che, con l'acquisto di una camera matrimoniale alla Rinascente, ricevevano in omaggio una foto nello studio Luxardo. Frequentatore dell'ambiente borghese e aristocratico della capitale, amico di molti giovani aspiranti attori e registi destinati a diventare di li' a poco protagonisti del cinema italiano, inizio' a collaborare con servizi di moda e di cinema per le riviste piu' prestigiose. Sfilarono davanti al suo obiettivo gli accademici d'Italia, Filippo Tommaso Marinetti e Luigi Pirandello, fresco di Nobel, le grandi dive del momento e l' allora campione del mondo di boxe Primo Carnera. Nelle sue fotografie riusci' a conferire ai suoi soggetti un'aura esclusiva, unica: il segreto stava nell'uso sapiente e sofisticato della tecnica fotografica in studio, con uno sfondo scuro e decisi tagli di luce, che scolpivano i volti e conferivano alle sue immagini uno stile inimitabile. Nei primi anni della sua attività Elio Luxardo utilizzo' ancora una macchina fotografica a cassetta in legno, di produzione artigianale, con lastre di vetro a châssis 18x24 (solo nel dopoguerra la sostitui' con una Rolleiflex da cavalletto con pellicola a châssis dello stesso formato). Le fotografie venivano stampate con la tecnica ai sali d'argento, su tipi diversi di carta o cartoncino matt, semi-matt e mille punti, mentre la carta lucida veniva usata quasi esclusivamente per le fotografie destinate alla riproduzione tipografica, su riviste e giornali patinati. I ritocchi, le velature, i contrasti venivano realizzati a mina direttamente sul negativo, dove prima era steso un velo di trementina e gomma lacca.
Ma era nella preparazione del soggetto, nella sua ambientazione luministica, che Luxardo poneva le basi per la realizzazione dei suoi capolavori, trasformando lo sfumato pittorico e celebrativo del ritratto fotografico tradizionale in un rilievo scultoreo a tutto tondo. Uno spot proiettato alle spalle lasciava il soggetto in controluce e lo faceva emergere in primo piano; altre lampade lo illuminavano di fronte, creando un effetto plastico e seducente, misterioso e iconico, tipico del cinema internazionale di quegli anni. A fianco delle piu' mature dive del cinema muto, apparirono, giovanissimi, i lineamenti di Valentina Cortese, di Clara Calamai, di Alida Valli e di altre adolescenti, dai nomi piu' o meno noti, ognuna trasfigurata in un alone idealizzante. Negli anni '30 nacquero i nudi, ricerca assolutamente privata, che sperimento' con passione. A differenza del ritratto, dove con il massimo dell'artificio (il trucco, l'illuminazione, il ritocco in fase di stampa) idealizzava la figura fino a trasformala in icona, attraverso il nudo, vedeva nel corpo umano lo strumento migliore per cogliere l'azione scultorea della luce. Corpi lucidi come macchine da guerra ripresi in pose plastiche, esaltati da luci e chiaroscuri. Muscolature enfatizzate dall'occhio fotografico che fissa particolari anatomici a svelarne l'intrinseca bellezza e decretarne l'immortalità: questa serie viene ampiamente presentata nell'esposizione, accanto ai ritratti degli Accademici d'Italia (Luigi Pirandello, Pietro Mascagni, Guglielmo Marconi-) e a dive quali Clara Calamai, Luisa Ferida, Clara Petacci. Mariella Lotti. Luxardo fu grande amico di Rinaldo Geleng, allora diciassettenne, con una carriera di pittore tutta da costruire, e di Federico Fellini. Quando, il 4 giugno 1944 le truppe angloamericane entrarono a Roma, si trasferi' a Milano e si arruolo' con il grado di tenente nella Xa MAS, in servizio presso la Sezione Fotocinematografica, mentre lo studio di Roma, rimasto nelle mani della famiglia, grazie alla fama raggiunta realizzo' cospicui guadagni con le truppe americane.
Con i profitti di Roma, Luxardo apri' un nuovo studio a Milano. Apparvero nelle sue foto, in uno stile piu' soft e sfumato, i volti nuovi di Gina Lollobrigida, Eleonora Rossi Drago, Vittorio Gassman, Giorgio Albertazzi, Claudia Cardinale. La prima rivista italiana dedicata alla fotografia, Ferrania, nel 1953 lo incarico' di realizzare un espositore pubblicitario capace di accattivare l'attenzione del pubblico verso i prodotti fotografici dell'azienda: nasceva cosi' la donnina Ferrania, sexy e ammiccante, sul modello delle pin-up americane. La mostra dedicata a Luxardo, il cui archivio e' conservato alla 3M Italia, che si e' resa disponibile al prestito delle opere, vedrà per l'occasione pubblicato un catalogo a cura di Fabio Amodeo.
24
luglio 2010
Elio Luxardo – La Potenza del corpo umano
Dal 24 luglio al 03 ottobre 2010
fotografia
Location
CORTE EUROPA
Spilimbergo, Via Barbacane, (Pordenone)
Spilimbergo, Via Barbacane, (Pordenone)
Orario di apertura
mercoledì-venerdì 16.00-20.00; sabato-domenica: 10.30-12.30 / 16.00-20.00
Sito web
www.craf-fvg.it
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