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Silvio Formichetti – Icone dell’invisibile
una personale del giovane pittore abruzzese che ripropone la tematica del legame tra l´arte e il sacro, nei confronti della quale è emerso negli ultimi anni un crescente interesse in tutto il panorama della cultura occidentale.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 24 luglio 2010 alle ore 19 , presso il Museo Civico al Palazzo della SS. Annunziata e la Rotonda di San Francesco a Sulmona, inaugurerà la mostra SILVIO FORMICHETTI . ICONE DELL´INVISIBILE (a cura di Silvia Pegoraro) una personale del giovane pittore abruzzese che ripropone la tematica del legame tra l´arte e il sacro, nei confronti della quale è emerso negli ultimi anni un crescente interesse in tutto il panorama della cultura occidentale. Quello di suscitare domande e riflessioni sul senso del sacro è appunto lo scopo di questa mostra dedicata a Silvio Formichetti, creatore di una pittura "astratta" di grande impatto percettivo ed emozionale, che si integra in modo affascinante con gli splendidi ambienti storico-architettonici di Sulmona, contesto dell´esposizione. Le opere di Formichetti non tracciano un percorso teologico-dogmatico, ma vogliono condurci all´evento sacro attraverso l´infinità torrenziale della luce-colore e la sferzante potenza del segno, in una sorta di inno all´energia vitale - sacra - che anima il mondo.
La mostra è promossa dall´Assessorato alla Cultura del Comune di Sulmona e dalla Provincia dell´Aquila, con il contributo della Banca di Credito Cooperativo di Pratola Peligna, della Fondazione PescarAbruzzo, del Consorzio per lo Sviluppo Industriale di Sulmona, di Inner Wheel, di Luca Tommasi Arte Contemporanea e di Presutti Snc.
Catalogo Edizioni Grafiche Turato, con testo critico della curatrice.
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Silvio Formichetti è un erede della grande tradizione astratto-espressionista del secondo Novecento, nell´ambito della quale l´opera "muore" come rappresentazione per rinascere come organismo vivente, in una sorta di evento sacrale : diviene sede di una visione ulteriore, e in quanto tale comunica forti emozioni, si fa veicolo di intensità spirituale. Di qui i vertici di felicità quasi mistica che sembrano toccare le incredibili sciabolate di puro segno-colore inferte alla tela dal giovane pittore abruzzese, le quali paiono a loro volta fluttuare totalmente libere in una sorta di vuoto cosmico, configurandovi immagini strappate all´invisibile.
Attraverso lo specchio della pittura, l´io dell´artista dialoga dal profondo di se stesso con il mistero della totalità, servendosi di una misteriosa grafia di segni e gesti, macchie e masse di materia-colore. Questa inquieta grafia dell´anima che instancabilmente traccia l´artista abruzzese, riflettendo anche nei titoli di queste sue recentissime opere la sua ansia di assoluto e i labirinti della sua ricerca - si pensi a Vorrei urlare o La bufera nell´anima, o ancora Nel nulla della mia mente ti osservo - rappresenta la possibilità trascendentale di creare un analogo estetico - letteralmente sensibile, percettibile - del reale, del reale invisibile. Il "segno" astratto, i fantasmi del gesto che si materializzano in scie multicolori, in guizzi di luce, in aloni iridescenti e onde irradianti , scrivono la libertà dell´io, in cui l´irrappresentabile totalità del mondo si svela lasciandosi sfiorare.Siamo di fronte a una vertigine scaturita da un´esperienza interiore totalmente libera e incondizionata, che si esprime incisivamente in opere come La passione interiore, L´angelo solitario, Mantello di porpora, o ancora nel grande e splendente trittico dedicato al Magnificat e in una emozionante evocazione della Via Crucis.
Formichetti è lontanissimo da ogni pittura "olimpica", attestata su posizioni di armonia, composizione, equilibrio, in una parola, aderente ancora alla categoria classica del bello. Sembra invece prendere atto di un "eccesso" di bellezza, di dolore, d´intensità, di vita, e partire di qui per inoltrarsi su una via che ricorda piuttosto quella della tradizione del sublime. La sua scelta sembra così innestarsi su una neo-tradizione americana che aveva superato con slancio il vecchio approccio empirico e descrittivo che identificava il sublime con il paesaggio: al dato naturalistico subentra un modello percettivo che fa scaturire il sentimento del sublime in termini di luce, colore, estensione dello spazio, spaesamento. "Sublime è ciò che, per il fatto di poterlo anche solo pensare, attesta una facoltà dell´animo superiore ad ogni misura dei sensi", scriveva Kant : per lui il sentimento del sublime scaturisce dal libero gioco dell´immaginazione e della ragione e dallo scarto che si produce per l´inadeguatezza della prima a rappresentarsi l´infinito, mentre la ragione può pensarlo: si determina così nell´uomo una capacità (e questo è sublime) di estendere l´animo oltre i limiti della sensibilità. In tal modo si può leggere la pittura di Formichetti : non più come modello rappresentativo del reale, bensì come modello che ricostruisce determinate condizioni percettive che si offrono al libero gioco dell´immaginazione e della ragione.
--------------
NOTA BIOGRAFICA
Silvio Formichetti è nato il 20 Marzo 1969 a Pratola Peligna (AQ), dove vive e lavora. Si forma come pittore prevalentemente da autodidatta, inizialmente nell´ambito figurativo: fin da adolescente ha sempre mostrato grande interesse per l'arte pittorica, basando i suoi primi lavori sui nudi femminili e i paesaggi dell'entroterra abruzzese.
Dalla metà degli anni '90 ha cominciato a mostrare interesse per la pittura informale, e i risultati ottenuti in questo campo hanno fatto di lui un artista di rilievo a livello nazionale. Formichetti muove soprattutto da suggestioni di Pollock e di tutta l´Action Painting americana, ma si ispira anche Dova, ad Afro, a Vedova, ad Hans Hartung. La sua ricerca, basata su una potente energia e su una spontanea espressione delle vibrazioni emotive, si apre al mondo investendo il mezzo pittorico di una valenza sacrale e di una funzione catartica. Il 1999 è l´anno del definitivo passaggio all´astrattismo segnico e gestuale, che l´artista manifesta esponendo in prestigiose sedi museali. Si segnala all'attenzione della critica per la partecipazione, appena trentenne, alla "XXVI rassegna internazionale d'Arte Contemporanea" di Sulmona, nel 1999. Seguono personali e collettive in Italia e all'estero che culminano con l'allestimento della prestigiosa personale del 2003 nel suggestivo contesto del Palazzetto dei Nobili dell'Aquila, con catalogo curato da Carlo Fabrizio Carli. Sempre nel 2003, è invitato alla XXX edizione della "Rassegna Internazionale d'Arte di Sulmona". Nel 2006 inizia un progetto espositivo con il critico d'arte Luca Tommasi esponendo presso il Museo Nazionale degli Strumenti Musicali di Roma e nel 2007 presso il prestigioso Refettorio quattrocentesco del Museo Nazionale del Palazzo di Venezia a Roma. Sempre nel 2007 espone nel Museo Nazionale d'Abruzzo de L'Aquila con mostra a cura di Leo Strozzieri e Pierpaolo Bellucci e in Ottobre con una personale presso il Museo Diocesano "Francesco Gonzaga" di Mantova a cura di Maurizio Gioia e Carlo Micheli. Nel 2008 realizza una personale presso il Museo Michetti di Francavilla al Mare con testi critici di Silvia Pegoraro. Nel 2008 viene invitato alla XIII Biennale Stauròs d'arte sacra contemporanea presso il Museo di San Gabriele di Isola del Gran Sasso (Te). Nel 2009 partecipa alla grande mostra Cromofobie. Percorsi del bianco e del nero nell´arte italiana contemporanea, presso l´Ex Aurum di Pescara (a cura di S. Pegoraro). Nel 2010, sempre a Pescara, presso il Museo Colonna, ha luogo un´importante esposizione, curata da Luca Beatrice, in cui le opere di Silvio Formichetti vengono accostate a quelle di Mario Schifano: Silvio Formichetti - Mario Schifano. Il Buio. Confine del colore. Opere di Silvio Formichetti sono raccolte in importanti collezioni pubbliche e private.
La mostra è promossa dall´Assessorato alla Cultura del Comune di Sulmona e dalla Provincia dell´Aquila, con il contributo della Banca di Credito Cooperativo di Pratola Peligna, della Fondazione PescarAbruzzo, del Consorzio per lo Sviluppo Industriale di Sulmona, di Inner Wheel, di Luca Tommasi Arte Contemporanea e di Presutti Snc.
Catalogo Edizioni Grafiche Turato, con testo critico della curatrice.
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Silvio Formichetti è un erede della grande tradizione astratto-espressionista del secondo Novecento, nell´ambito della quale l´opera "muore" come rappresentazione per rinascere come organismo vivente, in una sorta di evento sacrale : diviene sede di una visione ulteriore, e in quanto tale comunica forti emozioni, si fa veicolo di intensità spirituale. Di qui i vertici di felicità quasi mistica che sembrano toccare le incredibili sciabolate di puro segno-colore inferte alla tela dal giovane pittore abruzzese, le quali paiono a loro volta fluttuare totalmente libere in una sorta di vuoto cosmico, configurandovi immagini strappate all´invisibile.
Attraverso lo specchio della pittura, l´io dell´artista dialoga dal profondo di se stesso con il mistero della totalità, servendosi di una misteriosa grafia di segni e gesti, macchie e masse di materia-colore. Questa inquieta grafia dell´anima che instancabilmente traccia l´artista abruzzese, riflettendo anche nei titoli di queste sue recentissime opere la sua ansia di assoluto e i labirinti della sua ricerca - si pensi a Vorrei urlare o La bufera nell´anima, o ancora Nel nulla della mia mente ti osservo - rappresenta la possibilità trascendentale di creare un analogo estetico - letteralmente sensibile, percettibile - del reale, del reale invisibile. Il "segno" astratto, i fantasmi del gesto che si materializzano in scie multicolori, in guizzi di luce, in aloni iridescenti e onde irradianti , scrivono la libertà dell´io, in cui l´irrappresentabile totalità del mondo si svela lasciandosi sfiorare.Siamo di fronte a una vertigine scaturita da un´esperienza interiore totalmente libera e incondizionata, che si esprime incisivamente in opere come La passione interiore, L´angelo solitario, Mantello di porpora, o ancora nel grande e splendente trittico dedicato al Magnificat e in una emozionante evocazione della Via Crucis.
Formichetti è lontanissimo da ogni pittura "olimpica", attestata su posizioni di armonia, composizione, equilibrio, in una parola, aderente ancora alla categoria classica del bello. Sembra invece prendere atto di un "eccesso" di bellezza, di dolore, d´intensità, di vita, e partire di qui per inoltrarsi su una via che ricorda piuttosto quella della tradizione del sublime. La sua scelta sembra così innestarsi su una neo-tradizione americana che aveva superato con slancio il vecchio approccio empirico e descrittivo che identificava il sublime con il paesaggio: al dato naturalistico subentra un modello percettivo che fa scaturire il sentimento del sublime in termini di luce, colore, estensione dello spazio, spaesamento. "Sublime è ciò che, per il fatto di poterlo anche solo pensare, attesta una facoltà dell´animo superiore ad ogni misura dei sensi", scriveva Kant : per lui il sentimento del sublime scaturisce dal libero gioco dell´immaginazione e della ragione e dallo scarto che si produce per l´inadeguatezza della prima a rappresentarsi l´infinito, mentre la ragione può pensarlo: si determina così nell´uomo una capacità (e questo è sublime) di estendere l´animo oltre i limiti della sensibilità. In tal modo si può leggere la pittura di Formichetti : non più come modello rappresentativo del reale, bensì come modello che ricostruisce determinate condizioni percettive che si offrono al libero gioco dell´immaginazione e della ragione.
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NOTA BIOGRAFICA
Silvio Formichetti è nato il 20 Marzo 1969 a Pratola Peligna (AQ), dove vive e lavora. Si forma come pittore prevalentemente da autodidatta, inizialmente nell´ambito figurativo: fin da adolescente ha sempre mostrato grande interesse per l'arte pittorica, basando i suoi primi lavori sui nudi femminili e i paesaggi dell'entroterra abruzzese.
Dalla metà degli anni '90 ha cominciato a mostrare interesse per la pittura informale, e i risultati ottenuti in questo campo hanno fatto di lui un artista di rilievo a livello nazionale. Formichetti muove soprattutto da suggestioni di Pollock e di tutta l´Action Painting americana, ma si ispira anche Dova, ad Afro, a Vedova, ad Hans Hartung. La sua ricerca, basata su una potente energia e su una spontanea espressione delle vibrazioni emotive, si apre al mondo investendo il mezzo pittorico di una valenza sacrale e di una funzione catartica. Il 1999 è l´anno del definitivo passaggio all´astrattismo segnico e gestuale, che l´artista manifesta esponendo in prestigiose sedi museali. Si segnala all'attenzione della critica per la partecipazione, appena trentenne, alla "XXVI rassegna internazionale d'Arte Contemporanea" di Sulmona, nel 1999. Seguono personali e collettive in Italia e all'estero che culminano con l'allestimento della prestigiosa personale del 2003 nel suggestivo contesto del Palazzetto dei Nobili dell'Aquila, con catalogo curato da Carlo Fabrizio Carli. Sempre nel 2003, è invitato alla XXX edizione della "Rassegna Internazionale d'Arte di Sulmona". Nel 2006 inizia un progetto espositivo con il critico d'arte Luca Tommasi esponendo presso il Museo Nazionale degli Strumenti Musicali di Roma e nel 2007 presso il prestigioso Refettorio quattrocentesco del Museo Nazionale del Palazzo di Venezia a Roma. Sempre nel 2007 espone nel Museo Nazionale d'Abruzzo de L'Aquila con mostra a cura di Leo Strozzieri e Pierpaolo Bellucci e in Ottobre con una personale presso il Museo Diocesano "Francesco Gonzaga" di Mantova a cura di Maurizio Gioia e Carlo Micheli. Nel 2008 realizza una personale presso il Museo Michetti di Francavilla al Mare con testi critici di Silvia Pegoraro. Nel 2008 viene invitato alla XIII Biennale Stauròs d'arte sacra contemporanea presso il Museo di San Gabriele di Isola del Gran Sasso (Te). Nel 2009 partecipa alla grande mostra Cromofobie. Percorsi del bianco e del nero nell´arte italiana contemporanea, presso l´Ex Aurum di Pescara (a cura di S. Pegoraro). Nel 2010, sempre a Pescara, presso il Museo Colonna, ha luogo un´importante esposizione, curata da Luca Beatrice, in cui le opere di Silvio Formichetti vengono accostate a quelle di Mario Schifano: Silvio Formichetti - Mario Schifano. Il Buio. Confine del colore. Opere di Silvio Formichetti sono raccolte in importanti collezioni pubbliche e private.
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luglio 2010
Silvio Formichetti – Icone dell’invisibile
Dal 24 luglio al 24 agosto 2010
arte contemporanea
Location
COMPLESSO DELLA SANTISSIMA ANNUNZIATA
Sulmona, Corso Ovidio, (L'aquila)
Sulmona, Corso Ovidio, (L'aquila)
Orario di apertura
ore 10-12.30 / 18-21
Vernissage
24 Luglio 2010, ore 19
Autore
Curatore