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Michell – Del colore e della forma
Viaggio nell’universo virtuale e nel linguaggio arcaico dei colori e delle forme
Comunicato stampa
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“….Del Colore e della Forma..”
“… Un ciclo artistico che segna lo spostamento dei miei studi, dalla manifestazione del colore attraverso le forme, altresi' al linguaggio intrinseco e profondo che il colore stesso significa per il nostro immaginario collettivo, e per gli “Archetipi”che lo costituiscono.
Ho iniziato circa 20 anni fa la mia ricerca nel labirinto della mente, cercando di capire quale fosse il ruolo arcaico importante dell'arte, nell'evoluzione comunicativa umana, cercando di colmare il vuoto che esiste nell'evoluzione stessa tra l'Homo Sapiens, e il Sapiens Sapiens (che ricordiamo, quest'ultimo, si ritrovo' a essere capace delle prime forme d'arte, i Graffiti, che segnarono il cambiamento evolutivo radicale e la differenzizione radicale dal primo antenato).
E' dunque davvero molto probabile che sia stata l'arte, l'innata capacita' creativa, il vero imput fondamentale verso la rappresentazione e la comunicazione di messaggi, cioe' verso la comunicazione e l'evoluzione. Una creativita' risaputa e innata sin dalla genesi della materia vivente, e gia' insita sin nelle cellule (capaci di ricrearsi e generarsi), dagli esseri unicellulari ai pluricellulari, sino alle complesse strutture organiche viventi a cui appartiene l'uomo.
Se non altro, ritroviamo, la stessa capacita' creativa nell'uomo, nell'eta' della pietra e del ferro: una capacita' "scultorea" di arnesi, monili, armi da difesa e caccia.
E' in questa fase che possiamo ipotizzare di collocare anche lo sviluppo della capacita' di comunicazione, prima attraverso dei segni/schizzi elementari, poi dei veri e propri simboli, (22, si narra, fossero inizialmente, i cosiddetti Arcani),ai quali furono abbinati dei "fonemi", dei suoni elementari, sino a giungere alle prime forme arcaiche di scrittura e lettura. Dei simboli, pero', come vedremo tra poco, che non sono semplici mezzi di comunicazione, ma hanno della "sacralita'", in quanto racchiudono significati profondi e giungono dalle origini del cosmo, dai cosiddetti Archetipi, come vedremo tra poco.
Una ricerca, dicevo, volta anche a dare un senso al mondo fenomenico, meteriale e tangibile. Giungendo oggi alla conclusione che questo, assume un significato appagante, solo abbracciandosi con un mondo nascosto, intangibile, che e’ quello immateriale, noumenico. Cioe’ il senso delle cose.
Quando parliamo del senso delle cose, e’ difficile dirigere la nostra mente verso l’ottica delle cose e verso la convinzione che tutto il creato ha del virtuale, anzi e’ virtuale. Nel senso che e’ relativo, individuabile e individuato solo relativamente ai nostri sensi, al nostro modo di percepire, in relazione naturalmente alle forze fisiche(spazio, tempo ed energia) del nostro sistema dimensionale.
Al di la’ di questo sistema dimensionale, non possiamo immaginare come percepiremmo tutto questo insieme virtuale di forme che ci circondano. Ma non possiamo escludere, data l'estensione spazio/temporale del cosmo, che ci sia un altro modo di percepirle, un’altra comunicazione con l’ambiente, magari, chissa’,.. appena fuori del nostro sistema solare…
Necessitando cosi’ di altre forme di comunicazione e linguaggio, piu’ specifici, tra coloro che andrebbero a percepire, in quel determinato nuovo sistema dimensionale.
Ma andremmo a variare solo il 20 per cento del nostro linguaggio, cioe’ solo quello coscienziale, cosciente. Il restante 80 per cento, il linguaggio subconscio e quello inconscio, comune a tutte le specie viventi, fino al linguaggio inciso in memoria genetica, sarebbe il medesimo, invariato,( e' molto probabile) in qualsiasi altro posto del cosmo. Perche’ esso non varia nello spazio ne’ nel tempo. Nel corso di millenni, questa parte profonda e’ rimasta e rimarra’ invariata. E’ la parte costante del nostro sistema di comunicazione e della memoria genetica. E' la parte che annoveriamo come Archetipi.
La coscienza invece ne costituisce la variante.
Alla dimensione costante inconscia, appartiene un “medium” linguistico importante: il COLORE.
Esso e’ vicino agli Archetipi, ai primordiali concetti psichici, alle forme arcaiche. Anzi, il colore e’ ancor piu’ antico del pensiero-forma, perche’ appunto non ha forma, ma delinea la forma (da' cioe' ai nostri sensi, la capacita' dei percepire, delineare la forma). Esiste cioe’ prima di essa.
Esiste ancor prima che la mente umana iniziasse a pensare e a concepire l’idea di ” forma”. Perche’il colore e’ semplicemente luce, percezione, e in quanto tale, ed essendo vicina alle emozioni, il colore e’ vicinissimo al linguaggio del cosmo, agli Archetipi. Cioe',le primissime forme, idee e simboli rappresentativi delle FUNZIONI cosmiche della materia e delle energie, nello spazio e nel tempo.
Rappresentate anticamente, le funzioni cosmiche, da segni primordiali e iconografie, (diventati successivamente geroglifici e ideogrammi), che oggi chiamiamo appunto“lettere dell’alfabeto” e che hanno prodotto il nostro linguaggio moderno:
funzioni aggreganti, simboleggiate dal simbolo/lettera U, scissorie simboleggiate dal simbolo/ lettera S, moltiplicatorie simboleggiate dal simbolo/lettera I, motorie e del caos dal simbolo/ lettera G , centrifughe e centripete, dal simbolo/lettera C , di esplosione dalla simbolo/lettera E e di implosione dalla I, di penetrazione lettera/simbolo K, e cosi via per tutte le 22 lettere degli attuali alfabeti) . Ecco dunque gli Archetipi, e la "sacralita'", poc'anzi descritta, dei primi simboli e iconografie elementari che li rappresentano.
Funzioni , che sono alla base, oltre che delle forme presenti spontaneamente in natura( le forme circolari, ad esempio, ci arrivano dalle forze centrifughe e centripete, (lettera C) rappresentate anche nei nomi : - aranCia, Ciliegia, ecc) ma , anche delle forme create dalla mano e dal pensiero umano(Cerchio, Circo) .
La coordinazione e articolazione delle varie lettere, dunque, cio' che chiamiamo evoluzione del linguaggio, ha prodotto miriade di medium comunicativi: le parole.
Ma tale evoluzione, serba in se’ una involuzione: infatti non parleremo di evoluzione comunicativa, pensi’ di specializzazione. Il linguaggio umano si e’ specializzato nella comunicazione verbale cosciente, originando le varie differenti tipologie linguistiche(infatti un arabo non capisce coscientemente un inglese) ma le miriade di parole hanno coperto e obnuibilato, ma non cancellato, il linguaggio subcosciente, comune a tutte le razze umane ( e nella memoria genetica, comune a tutti gli esseri viventi: un arabo intuisce la gioia, la tristezza, il piacere o il dolore di un inglese- le piante ascoltano le melodie di Mozart o si corteggiano tra loro con i colori dei loro petali , colori apprezzati e utilizzati anche dagli umani– il nostro cane esprime la sua gioia saltando qua e la’ come fanno i nostri bimbi, o aggredisce irritato e spaventato quando non riconosce nell’altro un fattore in se’ omogeneo, cosi’ come accade nell’uomo).
Il linguaggio archetipico subsconscio/inconscio e’ di gran lunga piu’ ampio di quello verbale/cosciente. Prevede un’infinita’ di simbologie comunicative impercettibili alla coscienza, che prevede invece un numero limitato, seppur incalcolato, di parole.
Oggi infatti, con l’avvento del digitale, i sistemi linguistici tendono alla contrazione in simboli, icone, rapidi e facilmente percettibili (vds la pubblicita’, dove ci si affida sempre piu’ alla comunicazione dei messaggi attraverso il colore – es.: CheBanca! usa il giallo per identificarsi in un lampo di secondo.., Mediolanum l’azzurro, o l'arancione per il Conto Arancio, la Barilla il blu scuro, bianco e rosso, e cosi’ via.. ).
A questo punto e’ doveroso da parte mia rendere omaggio al maestro prof. Xante Battaglia, titolare della 1^ Cattedra di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera – Milano. Un incontro, quello con Xante, che mi ha permesso di rafforzare questa ricerca e i miei studi finora coltivati sul linguaggio archetipico, subliminale.
L’iperlinguaggio, come lo definisce Xante, che e‘ stato oggetto dei suoi studi, culminati in alcune sue importanti opere realizzate tra gli anni 70 e 80 e recensite da titani della critica d’arte, come Pierre Restany e Michel Tapies, e all’attenzione di Thomas Messer, direttore del Guggenheim Museum di New York. Opere che rappresentano una forma di comunicazione commerciale piu’ sintetica ma diretta e mnemonicamente indelebile.
Omaggio a Xante, che, con la sua spontaneita’ e affidamento al linguaggio diretto intuitivo, ha rivoluzionato il mio approccio all’ambiente artistico milanese, innovandomi e ripulendomi dalle mie vecchie congetture, che attanagliavano e imbavagliavano il mio estro artistico piu’ profondo e piu’ ricco, che non avrebbe potuto altrimenti emergere completamente, nel soffocante e arido tradizionalismo dell’ ambiente artistico milanese. Dove e’ difficile affermare le proprie idee. Dove non e’ semplice vincere e convincere con le proprie proposte. Dove invece, oggi, al contrario, mi ritrovo affermato e soddisfatto.
Pur grazie, agli stimoli del prof. Battaglia, ad approfondire il mio percorso di Arte ed Esoterismo, attraverso l’analisi della sua opera principale “La Donna Arcaica”, che mi ha permesso di determinare e chiudere finalmente il cerchio delle mie ricerche su simboli e Archetipi, attraverso le varie interpretazioni delle varie tradizioni storiche e popolari.
Dedico dunque questa rassegna artistica a coloro che hanno stigmatizzato, quanto connotato per sempre la mia essenza artistica, in due importanti aspetti: tecnico-artistico e artistico-spirituale).
Quindi dopo aver omaggiato il prof. Battaglia, un omaggio, piu’ profondamente spirituale, va allo scomparso prof. dott. Gabriele Mandel, professore di arte islamica a Brera, ceramista, pittore, nonche’ membro dell’Universita’ Islamica di Cambridge, gia’ professore allo IULM, gia’ direttore della Facolta’ di Psicologia all’Universita’ di Bruxelles, massimo esponente del Sufismo in Italia (setta mistica e profondamente spirituale dell’Islam).
Un infinito omaggio al maestro Mandel, che, nel giorno della sua morte, seppur scomparso fisicamente, rimane sempre vivo nello spirito e nell’etere.
Grazie al maestro Mandel, per l’immensa preziosa eredita’ filosofica e teosofica che mi ha donato, apice del mio percorso parallelo tra arte ed esoterismo...”.
“… Solo se connessa e coltivata sinceramente con la propria spiritualita’, con massima spontaneita’ e autenticita’ (la buddhita’), l’arte diventa ponte tra l’umano e il divino. L’artista, l’uomo, diventa cosi’ indiscusso messaggero di Dio..”
Milano 15 luglio 2010
Michell
“… Un ciclo artistico che segna lo spostamento dei miei studi, dalla manifestazione del colore attraverso le forme, altresi' al linguaggio intrinseco e profondo che il colore stesso significa per il nostro immaginario collettivo, e per gli “Archetipi”che lo costituiscono.
Ho iniziato circa 20 anni fa la mia ricerca nel labirinto della mente, cercando di capire quale fosse il ruolo arcaico importante dell'arte, nell'evoluzione comunicativa umana, cercando di colmare il vuoto che esiste nell'evoluzione stessa tra l'Homo Sapiens, e il Sapiens Sapiens (che ricordiamo, quest'ultimo, si ritrovo' a essere capace delle prime forme d'arte, i Graffiti, che segnarono il cambiamento evolutivo radicale e la differenzizione radicale dal primo antenato).
E' dunque davvero molto probabile che sia stata l'arte, l'innata capacita' creativa, il vero imput fondamentale verso la rappresentazione e la comunicazione di messaggi, cioe' verso la comunicazione e l'evoluzione. Una creativita' risaputa e innata sin dalla genesi della materia vivente, e gia' insita sin nelle cellule (capaci di ricrearsi e generarsi), dagli esseri unicellulari ai pluricellulari, sino alle complesse strutture organiche viventi a cui appartiene l'uomo.
Se non altro, ritroviamo, la stessa capacita' creativa nell'uomo, nell'eta' della pietra e del ferro: una capacita' "scultorea" di arnesi, monili, armi da difesa e caccia.
E' in questa fase che possiamo ipotizzare di collocare anche lo sviluppo della capacita' di comunicazione, prima attraverso dei segni/schizzi elementari, poi dei veri e propri simboli, (22, si narra, fossero inizialmente, i cosiddetti Arcani),ai quali furono abbinati dei "fonemi", dei suoni elementari, sino a giungere alle prime forme arcaiche di scrittura e lettura. Dei simboli, pero', come vedremo tra poco, che non sono semplici mezzi di comunicazione, ma hanno della "sacralita'", in quanto racchiudono significati profondi e giungono dalle origini del cosmo, dai cosiddetti Archetipi, come vedremo tra poco.
Una ricerca, dicevo, volta anche a dare un senso al mondo fenomenico, meteriale e tangibile. Giungendo oggi alla conclusione che questo, assume un significato appagante, solo abbracciandosi con un mondo nascosto, intangibile, che e’ quello immateriale, noumenico. Cioe’ il senso delle cose.
Quando parliamo del senso delle cose, e’ difficile dirigere la nostra mente verso l’ottica delle cose e verso la convinzione che tutto il creato ha del virtuale, anzi e’ virtuale. Nel senso che e’ relativo, individuabile e individuato solo relativamente ai nostri sensi, al nostro modo di percepire, in relazione naturalmente alle forze fisiche(spazio, tempo ed energia) del nostro sistema dimensionale.
Al di la’ di questo sistema dimensionale, non possiamo immaginare come percepiremmo tutto questo insieme virtuale di forme che ci circondano. Ma non possiamo escludere, data l'estensione spazio/temporale del cosmo, che ci sia un altro modo di percepirle, un’altra comunicazione con l’ambiente, magari, chissa’,.. appena fuori del nostro sistema solare…
Necessitando cosi’ di altre forme di comunicazione e linguaggio, piu’ specifici, tra coloro che andrebbero a percepire, in quel determinato nuovo sistema dimensionale.
Ma andremmo a variare solo il 20 per cento del nostro linguaggio, cioe’ solo quello coscienziale, cosciente. Il restante 80 per cento, il linguaggio subconscio e quello inconscio, comune a tutte le specie viventi, fino al linguaggio inciso in memoria genetica, sarebbe il medesimo, invariato,( e' molto probabile) in qualsiasi altro posto del cosmo. Perche’ esso non varia nello spazio ne’ nel tempo. Nel corso di millenni, questa parte profonda e’ rimasta e rimarra’ invariata. E’ la parte costante del nostro sistema di comunicazione e della memoria genetica. E' la parte che annoveriamo come Archetipi.
La coscienza invece ne costituisce la variante.
Alla dimensione costante inconscia, appartiene un “medium” linguistico importante: il COLORE.
Esso e’ vicino agli Archetipi, ai primordiali concetti psichici, alle forme arcaiche. Anzi, il colore e’ ancor piu’ antico del pensiero-forma, perche’ appunto non ha forma, ma delinea la forma (da' cioe' ai nostri sensi, la capacita' dei percepire, delineare la forma). Esiste cioe’ prima di essa.
Esiste ancor prima che la mente umana iniziasse a pensare e a concepire l’idea di ” forma”. Perche’il colore e’ semplicemente luce, percezione, e in quanto tale, ed essendo vicina alle emozioni, il colore e’ vicinissimo al linguaggio del cosmo, agli Archetipi. Cioe',le primissime forme, idee e simboli rappresentativi delle FUNZIONI cosmiche della materia e delle energie, nello spazio e nel tempo.
Rappresentate anticamente, le funzioni cosmiche, da segni primordiali e iconografie, (diventati successivamente geroglifici e ideogrammi), che oggi chiamiamo appunto“lettere dell’alfabeto” e che hanno prodotto il nostro linguaggio moderno:
funzioni aggreganti, simboleggiate dal simbolo/lettera U, scissorie simboleggiate dal simbolo/ lettera S, moltiplicatorie simboleggiate dal simbolo/lettera I, motorie e del caos dal simbolo/ lettera G , centrifughe e centripete, dal simbolo/lettera C , di esplosione dalla simbolo/lettera E e di implosione dalla I, di penetrazione lettera/simbolo K, e cosi via per tutte le 22 lettere degli attuali alfabeti) . Ecco dunque gli Archetipi, e la "sacralita'", poc'anzi descritta, dei primi simboli e iconografie elementari che li rappresentano.
Funzioni , che sono alla base, oltre che delle forme presenti spontaneamente in natura( le forme circolari, ad esempio, ci arrivano dalle forze centrifughe e centripete, (lettera C) rappresentate anche nei nomi : - aranCia, Ciliegia, ecc) ma , anche delle forme create dalla mano e dal pensiero umano(Cerchio, Circo) .
La coordinazione e articolazione delle varie lettere, dunque, cio' che chiamiamo evoluzione del linguaggio, ha prodotto miriade di medium comunicativi: le parole.
Ma tale evoluzione, serba in se’ una involuzione: infatti non parleremo di evoluzione comunicativa, pensi’ di specializzazione. Il linguaggio umano si e’ specializzato nella comunicazione verbale cosciente, originando le varie differenti tipologie linguistiche(infatti un arabo non capisce coscientemente un inglese) ma le miriade di parole hanno coperto e obnuibilato, ma non cancellato, il linguaggio subcosciente, comune a tutte le razze umane ( e nella memoria genetica, comune a tutti gli esseri viventi: un arabo intuisce la gioia, la tristezza, il piacere o il dolore di un inglese- le piante ascoltano le melodie di Mozart o si corteggiano tra loro con i colori dei loro petali , colori apprezzati e utilizzati anche dagli umani– il nostro cane esprime la sua gioia saltando qua e la’ come fanno i nostri bimbi, o aggredisce irritato e spaventato quando non riconosce nell’altro un fattore in se’ omogeneo, cosi’ come accade nell’uomo).
Il linguaggio archetipico subsconscio/inconscio e’ di gran lunga piu’ ampio di quello verbale/cosciente. Prevede un’infinita’ di simbologie comunicative impercettibili alla coscienza, che prevede invece un numero limitato, seppur incalcolato, di parole.
Oggi infatti, con l’avvento del digitale, i sistemi linguistici tendono alla contrazione in simboli, icone, rapidi e facilmente percettibili (vds la pubblicita’, dove ci si affida sempre piu’ alla comunicazione dei messaggi attraverso il colore – es.: CheBanca! usa il giallo per identificarsi in un lampo di secondo.., Mediolanum l’azzurro, o l'arancione per il Conto Arancio, la Barilla il blu scuro, bianco e rosso, e cosi’ via.. ).
A questo punto e’ doveroso da parte mia rendere omaggio al maestro prof. Xante Battaglia, titolare della 1^ Cattedra di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera – Milano. Un incontro, quello con Xante, che mi ha permesso di rafforzare questa ricerca e i miei studi finora coltivati sul linguaggio archetipico, subliminale.
L’iperlinguaggio, come lo definisce Xante, che e‘ stato oggetto dei suoi studi, culminati in alcune sue importanti opere realizzate tra gli anni 70 e 80 e recensite da titani della critica d’arte, come Pierre Restany e Michel Tapies, e all’attenzione di Thomas Messer, direttore del Guggenheim Museum di New York. Opere che rappresentano una forma di comunicazione commerciale piu’ sintetica ma diretta e mnemonicamente indelebile.
Omaggio a Xante, che, con la sua spontaneita’ e affidamento al linguaggio diretto intuitivo, ha rivoluzionato il mio approccio all’ambiente artistico milanese, innovandomi e ripulendomi dalle mie vecchie congetture, che attanagliavano e imbavagliavano il mio estro artistico piu’ profondo e piu’ ricco, che non avrebbe potuto altrimenti emergere completamente, nel soffocante e arido tradizionalismo dell’ ambiente artistico milanese. Dove e’ difficile affermare le proprie idee. Dove non e’ semplice vincere e convincere con le proprie proposte. Dove invece, oggi, al contrario, mi ritrovo affermato e soddisfatto.
Pur grazie, agli stimoli del prof. Battaglia, ad approfondire il mio percorso di Arte ed Esoterismo, attraverso l’analisi della sua opera principale “La Donna Arcaica”, che mi ha permesso di determinare e chiudere finalmente il cerchio delle mie ricerche su simboli e Archetipi, attraverso le varie interpretazioni delle varie tradizioni storiche e popolari.
Dedico dunque questa rassegna artistica a coloro che hanno stigmatizzato, quanto connotato per sempre la mia essenza artistica, in due importanti aspetti: tecnico-artistico e artistico-spirituale).
Quindi dopo aver omaggiato il prof. Battaglia, un omaggio, piu’ profondamente spirituale, va allo scomparso prof. dott. Gabriele Mandel, professore di arte islamica a Brera, ceramista, pittore, nonche’ membro dell’Universita’ Islamica di Cambridge, gia’ professore allo IULM, gia’ direttore della Facolta’ di Psicologia all’Universita’ di Bruxelles, massimo esponente del Sufismo in Italia (setta mistica e profondamente spirituale dell’Islam).
Un infinito omaggio al maestro Mandel, che, nel giorno della sua morte, seppur scomparso fisicamente, rimane sempre vivo nello spirito e nell’etere.
Grazie al maestro Mandel, per l’immensa preziosa eredita’ filosofica e teosofica che mi ha donato, apice del mio percorso parallelo tra arte ed esoterismo...”.
“… Solo se connessa e coltivata sinceramente con la propria spiritualita’, con massima spontaneita’ e autenticita’ (la buddhita’), l’arte diventa ponte tra l’umano e il divino. L’artista, l’uomo, diventa cosi’ indiscusso messaggero di Dio..”
Milano 15 luglio 2010
Michell
15
luglio 2010
Michell – Del colore e della forma
Dal 15 luglio al 30 settembre 2010
arte contemporanea
Location
PALAZZO DI GIUSTIZIA
Milano, largo Biagi, (Milano)
Milano, largo Biagi, (Milano)
Orario di apertura
dal lunedi’ al venerdi’ dalle 09.00 alle 15.00
Sabato dalle 09.00 alle 12.30
Sito web
michellcampanal.ning.com
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