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Paola Pezzi – Antologica piccola
Una nuova personale alla galleria Artema ripercorre la sua storia ventennale con un raccolta di opere – quasi una cinquantina – dal 1989, dove la scultura si ibridava con il gesto pittorico, al 2010 di cui l’opera “Antimateria” rappresenta il punto di arrivo e al contempo l’inizio per una rinnovata ricerca artistica.
Comunicato stampa
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Paola Pezzi è protagonista della scena artistica italiana con una intensa produzione iniziata nei tardi anni ottanta e mai interrotta fino ad oggi.
Una nuova personale alla galleria Artema ripercorre la sua storia ventennale con un raccolta di opere – quasi una cinquantina – dal 1989, dove la scultura si ibridava con il gesto pittorico, al 2010 di cui l’opera “Antimateria” rappresenta il punto di arrivo e al contempo l’inizio per una rinnovata ricerca artistica.
Mai banale, la cifra stilistica di Paola Pezzi trasforma in un gesto oltre che tattile, psichico e concettuale, la materia sia essa gomma piuma, spugna, stoffa, matasse di cotone, cartone e polistiroli a cui ha aggiunto di recente l’oggettualità dal reale utilizzando matite, guanti e fiammiferi, assemblati secondo un ordine nutrito dalle teorie della percezione visiva.
Nata a Brescia nel 1963, allieva di Luciano Fabro e Zeno Birolli all’Accademia di Brera a Milano e appartenente, solo all’anagrafe, alla generazione post-poverista, Paola Pezzi con i suoi piccoli manufatti gioca con le cromie e con la potenzialità oggettuale della scultura creando composizioni lillipuziane che di volta in volta si avvolgono, riuniscono o si dilatano attorno un centro focale e spaziale condensato in vortici di energia che ben conoscono la storia dell’arte italiana dal secondo dopoguerra in poi. Dall'inizio degli anni ‘90 ha esposto regolarmente in Italia e all'estero in gallerie di respiro internazionale, tra cui Franco Toselli, Ca' di Frà, Cardi di Milano, Massimo Minimi di Brescia, Studio Simonis di Parigi.
Autenticità e finzione convivono in risultati di silenziosa compostezza visiva derivanti da un’innata sensibilità e una delicatezza, tutta femminile, capace di accarezzare le forme e gli oggetti comprimendoli entro uno schema dilatabile in potenza.
Per certi versi intimista, il lavoro di Paola Pezzi, raccontato in una antologica che permette di leggerne le evoluzioni e le coerenti trasformazioni, insegue un fil rouge svelato solo nell’attenta osservazione di queste opere entro le quali è nascosto il segreto dell’intenzione dell’artista nell’atto della creazione.
Una nuova personale alla galleria Artema ripercorre la sua storia ventennale con un raccolta di opere – quasi una cinquantina – dal 1989, dove la scultura si ibridava con il gesto pittorico, al 2010 di cui l’opera “Antimateria” rappresenta il punto di arrivo e al contempo l’inizio per una rinnovata ricerca artistica.
Mai banale, la cifra stilistica di Paola Pezzi trasforma in un gesto oltre che tattile, psichico e concettuale, la materia sia essa gomma piuma, spugna, stoffa, matasse di cotone, cartone e polistiroli a cui ha aggiunto di recente l’oggettualità dal reale utilizzando matite, guanti e fiammiferi, assemblati secondo un ordine nutrito dalle teorie della percezione visiva.
Nata a Brescia nel 1963, allieva di Luciano Fabro e Zeno Birolli all’Accademia di Brera a Milano e appartenente, solo all’anagrafe, alla generazione post-poverista, Paola Pezzi con i suoi piccoli manufatti gioca con le cromie e con la potenzialità oggettuale della scultura creando composizioni lillipuziane che di volta in volta si avvolgono, riuniscono o si dilatano attorno un centro focale e spaziale condensato in vortici di energia che ben conoscono la storia dell’arte italiana dal secondo dopoguerra in poi. Dall'inizio degli anni ‘90 ha esposto regolarmente in Italia e all'estero in gallerie di respiro internazionale, tra cui Franco Toselli, Ca' di Frà, Cardi di Milano, Massimo Minimi di Brescia, Studio Simonis di Parigi.
Autenticità e finzione convivono in risultati di silenziosa compostezza visiva derivanti da un’innata sensibilità e una delicatezza, tutta femminile, capace di accarezzare le forme e gli oggetti comprimendoli entro uno schema dilatabile in potenza.
Per certi versi intimista, il lavoro di Paola Pezzi, raccontato in una antologica che permette di leggerne le evoluzioni e le coerenti trasformazioni, insegue un fil rouge svelato solo nell’attenta osservazione di queste opere entro le quali è nascosto il segreto dell’intenzione dell’artista nell’atto della creazione.
16
ottobre 2010
Paola Pezzi – Antologica piccola
Dal 16 ottobre al 12 dicembre 2010
arte contemporanea
Location
ARTEMA
Modena, Corso Canalchiaro, 34, (Modena)
Modena, Corso Canalchiaro, 34, (Modena)
Vernissage
16 Ottobre 2010, ore 18
Autore
Curatore