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Turi Simeti – Mostra Antologica
la mostra segna il ritorno di Simeti nella cittadina siciliana dove è nato nel 1929. Un omaggio che l’artista ha voluto ordinare in un percorso antologico di circa 50 opere, dagli inizi degli anni Sessanta sino alle opere più recenti, privilegiando nell’allestimento l’unitarietà di spazio e colore, accostando quindi i lavori nella suggestiva unità del monocromo
Comunicato stampa
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ALCAMO. A distanza di quasi mezzo secolo dalle prime partecipazioni importanti a mostre
e rassegne, Turi Simeti continua a svolgere con immutato rigore i termini di una ricerca
artistica di rara coerenza. Siciliano di nascita ma da decenni residente a Milano, Simeti ha
infatti indagato i termini dello spazio e del colore con una personalissima sigla formale,
legata alla forma ovale e alla sua estroflessione dalla tela, riepilogata in una continua
ricerca di variazioni. La mostra che si inaugura il 17 luglio a Alcamo nella sede dell’ex
Collegio dei Gesuiti segna il ritorno di Simeti nella cittadina siciliana dove è nato nel 1929.
Un omaggio che l’artista ha voluto ordinare in un percorso antologico di circa 50 opere,
dagli inizi degli anni Sessanta sino alle opere più recenti, privilegiando nell’allestimento
l’unitarietà di spazio e colore, accostando quindi i lavori nella suggestiva unità del
monocromo: il giallo il grigio, l’azzurro, il verde e il rosso si alternano così nelle sale ogni
volta sviluppando un dialogo silenzioso con gli antichi ambienti seicenteschi del Collegio
dei Gesuiti. Nel colloquio intenso e circolare delle opere tra loro e con l’architettura,
emerge così la qualità essenziale del lavoro di Simeti: un gioco di variazioni e
increspature, di modulazioni e di movimenti minimi in cui l’aggetto delle forme ovali,
l’affiorare delle luci e il dilatarsi delle ombre, il continuo mutare delle geometrie, svolgono
quella riflessione sugli elementi elementari della visione e del linguaggio che Simeti ha
individuato come portanti nel clima culturale della seconda metà del Novecento e che
adesso consegna al nuovo secolo.
La mostra si può visitare sino al 15 settembre. In catalogo, testi di Bruno Corà e Sergio
Troisi.
Turi Simeti nasce ad Alcamo, in provincia di Trapani nel 1929. Si trasferisce a Roma nel 1958,
dove avvia i primi contatti con il mondo dell’arte, e conosce tra gli altri l’artista Alberto Burri di cui
frequenta lo studio. Da queste sollecitazioni deriva all’inizio degli anni Sessanta, una prima
produzione di opere polimateriche. In questi stessi anni, Simeti soggiorna inoltre per lunghi periodi
a Londra, Parigi e Basilea. Nei primi anni Sessanta, in sostanziale sintonia con coeve esperienze
in ambito internazionale motivate da una comune volontà di azzeramento della tradizione e dei
codici precostituiti dell’espressione artistica, il linguaggio di Turi Simeti si definisce attraverso
l’acquisizione della monocromia e del rilievo come uniche forme compositive e si struttura
principalmente intorno a un elemento geometrico, l’ellisse, che diventerà la cifra del suo lavoro
artistico. Nel 1963 prende parte al Premio Termoli e alla mostra “Arte Visuale” presso Palazzo
Strozzi a Firenze, dimostrando di condividere le dinamiche delle ricerche visive e strutturali vicine
all’arte programmata e alla Nuova Tendenza. Simeti partecipa con le sue opere a varie rassegne
che nascono all’insegna di tale corrente, così come altre importanti rassegne internazionali
dedicate a quell’area di ricerca. Ancor più importante per l’acquisizione dell’opera di Simeti a un
panorama specifico, risulta il suo inserimento nel progetto “Zero Avantgarde”, che fa la sua prima
uscita nel 1965 nello studio di Lucio Fontana a Milano. Nel 1965, trasferitosi a Milano, realizza la
sua prima personale nella Galerie Wulfengasse di Klagenfurt. L’anno seguente tiene una
personale nella Galleria Vismara, presentata in catalogo da Giuseppe Gatt. Tra il 1966 e il 1969,
invitato come Artist in Residence dalla Fairleigh Dickinson University, si trattiene per lunghi periodi
a New York, dove allestisce uno studio e realizza numerose opere all’interno della poetica rigorosa
che è andato definendo. Esposto in numerose gallerie italiane, già nella seconda metà degli anni
Sessanta il lavoro di Simeti riceve interesse in Svizzera e in Germania, dove la sua fortuna andrà
crescendo negli anni (nel 1971 espone nella prestigiosa galleria M di Bochum, da Loehr a
Frankfurt, nella galleria Bettina a Zürich). In questi anni l’opera di Simeti va configurandosi come
una ricerca consequenziale, nel passaggio da opere singole a dittici e polittici con un elemento
aggettante che viene spesso decentrato, e quindi con la sperimentazione di formati e sagome
differenti, che raggiungeranno effetti di maggiore complessità spaziale nel corso degli anni
Ottanta. Nella seconda metà degli anni Settanta la sua attività espositiva lo porta in diverse città
europee come Basilea, Düsseldorf, Coblenza. Nel 1980 la Pinacoteca Comunale di Macerata
ospita una mostra personale. Dallo stesso anno inizia a lavorare in un suo nuovo studio a Rio de
Janeiro, città in cui trascorre lunghi periodi invernali e dove negli anni successivi espone ricevendo
importanti consensi. Dopo anni d’intensa presenza all’estero, Simeti torna ad esporre in Italia.
L’accostamento alle opere di Castellani, Bonalumi e altri nelle mostre “La Tela Estroflessa
nell’Area Milanese dal 1958 ad Oggi” presso la Galleria Arte Struktura nel 1989 e “‘58-‘80
Bonalumi - Castellani - Simeti /Tre Percorsi”, sempre a Milano, nella Galleria Millenium, l’anno
successivo, mette in risalto come l’estroflessione praticata da Simeti assuma valori contigui ma
anche antitetici rispetto alle analoghe tecniche compositivo-costruttive applicate da Castellani e
Bonalumi. Nel 1991, presentato in catalogo da Elena Pontiggia, espone un’ampia selezione di
lavori al Museo Civico di Gibellina. La sua opera va configurandosi ora attraverso la
moltiplicazione e la dispersione degli elementi volumetrici-aggettanti ovali nella superficie, con una
colorazione più intensa e diversificata, recuperando valori di relazione architettonica sempre più
evidenti. Nel 2001 Simeti espone alla Civica Galleria d’Arte moderna di Gallarate. Tra il 2002 e il
2003 numerose mostre sono allestite in Italia e all’estero, tra cui la Fondazione Mudima, Milano.
Nel 2004 le opere di Simeti sono esposte presso la Galleria Poleschi di Milano con una
presentazione di Luca Beatrice. Nell’ottobre 2009 una installazione di grandi opere bianche nello
studio d’arte contemporanea Pino Casagrande a Roma e nel febbraio 2010 espone per due mesi
grandi opere nella galleria Salvatore + Caroline Ala, a Milano. Vive e lavora a Milano.
e rassegne, Turi Simeti continua a svolgere con immutato rigore i termini di una ricerca
artistica di rara coerenza. Siciliano di nascita ma da decenni residente a Milano, Simeti ha
infatti indagato i termini dello spazio e del colore con una personalissima sigla formale,
legata alla forma ovale e alla sua estroflessione dalla tela, riepilogata in una continua
ricerca di variazioni. La mostra che si inaugura il 17 luglio a Alcamo nella sede dell’ex
Collegio dei Gesuiti segna il ritorno di Simeti nella cittadina siciliana dove è nato nel 1929.
Un omaggio che l’artista ha voluto ordinare in un percorso antologico di circa 50 opere,
dagli inizi degli anni Sessanta sino alle opere più recenti, privilegiando nell’allestimento
l’unitarietà di spazio e colore, accostando quindi i lavori nella suggestiva unità del
monocromo: il giallo il grigio, l’azzurro, il verde e il rosso si alternano così nelle sale ogni
volta sviluppando un dialogo silenzioso con gli antichi ambienti seicenteschi del Collegio
dei Gesuiti. Nel colloquio intenso e circolare delle opere tra loro e con l’architettura,
emerge così la qualità essenziale del lavoro di Simeti: un gioco di variazioni e
increspature, di modulazioni e di movimenti minimi in cui l’aggetto delle forme ovali,
l’affiorare delle luci e il dilatarsi delle ombre, il continuo mutare delle geometrie, svolgono
quella riflessione sugli elementi elementari della visione e del linguaggio che Simeti ha
individuato come portanti nel clima culturale della seconda metà del Novecento e che
adesso consegna al nuovo secolo.
La mostra si può visitare sino al 15 settembre. In catalogo, testi di Bruno Corà e Sergio
Troisi.
Turi Simeti nasce ad Alcamo, in provincia di Trapani nel 1929. Si trasferisce a Roma nel 1958,
dove avvia i primi contatti con il mondo dell’arte, e conosce tra gli altri l’artista Alberto Burri di cui
frequenta lo studio. Da queste sollecitazioni deriva all’inizio degli anni Sessanta, una prima
produzione di opere polimateriche. In questi stessi anni, Simeti soggiorna inoltre per lunghi periodi
a Londra, Parigi e Basilea. Nei primi anni Sessanta, in sostanziale sintonia con coeve esperienze
in ambito internazionale motivate da una comune volontà di azzeramento della tradizione e dei
codici precostituiti dell’espressione artistica, il linguaggio di Turi Simeti si definisce attraverso
l’acquisizione della monocromia e del rilievo come uniche forme compositive e si struttura
principalmente intorno a un elemento geometrico, l’ellisse, che diventerà la cifra del suo lavoro
artistico. Nel 1963 prende parte al Premio Termoli e alla mostra “Arte Visuale” presso Palazzo
Strozzi a Firenze, dimostrando di condividere le dinamiche delle ricerche visive e strutturali vicine
all’arte programmata e alla Nuova Tendenza. Simeti partecipa con le sue opere a varie rassegne
che nascono all’insegna di tale corrente, così come altre importanti rassegne internazionali
dedicate a quell’area di ricerca. Ancor più importante per l’acquisizione dell’opera di Simeti a un
panorama specifico, risulta il suo inserimento nel progetto “Zero Avantgarde”, che fa la sua prima
uscita nel 1965 nello studio di Lucio Fontana a Milano. Nel 1965, trasferitosi a Milano, realizza la
sua prima personale nella Galerie Wulfengasse di Klagenfurt. L’anno seguente tiene una
personale nella Galleria Vismara, presentata in catalogo da Giuseppe Gatt. Tra il 1966 e il 1969,
invitato come Artist in Residence dalla Fairleigh Dickinson University, si trattiene per lunghi periodi
a New York, dove allestisce uno studio e realizza numerose opere all’interno della poetica rigorosa
che è andato definendo. Esposto in numerose gallerie italiane, già nella seconda metà degli anni
Sessanta il lavoro di Simeti riceve interesse in Svizzera e in Germania, dove la sua fortuna andrà
crescendo negli anni (nel 1971 espone nella prestigiosa galleria M di Bochum, da Loehr a
Frankfurt, nella galleria Bettina a Zürich). In questi anni l’opera di Simeti va configurandosi come
una ricerca consequenziale, nel passaggio da opere singole a dittici e polittici con un elemento
aggettante che viene spesso decentrato, e quindi con la sperimentazione di formati e sagome
differenti, che raggiungeranno effetti di maggiore complessità spaziale nel corso degli anni
Ottanta. Nella seconda metà degli anni Settanta la sua attività espositiva lo porta in diverse città
europee come Basilea, Düsseldorf, Coblenza. Nel 1980 la Pinacoteca Comunale di Macerata
ospita una mostra personale. Dallo stesso anno inizia a lavorare in un suo nuovo studio a Rio de
Janeiro, città in cui trascorre lunghi periodi invernali e dove negli anni successivi espone ricevendo
importanti consensi. Dopo anni d’intensa presenza all’estero, Simeti torna ad esporre in Italia.
L’accostamento alle opere di Castellani, Bonalumi e altri nelle mostre “La Tela Estroflessa
nell’Area Milanese dal 1958 ad Oggi” presso la Galleria Arte Struktura nel 1989 e “‘58-‘80
Bonalumi - Castellani - Simeti /Tre Percorsi”, sempre a Milano, nella Galleria Millenium, l’anno
successivo, mette in risalto come l’estroflessione praticata da Simeti assuma valori contigui ma
anche antitetici rispetto alle analoghe tecniche compositivo-costruttive applicate da Castellani e
Bonalumi. Nel 1991, presentato in catalogo da Elena Pontiggia, espone un’ampia selezione di
lavori al Museo Civico di Gibellina. La sua opera va configurandosi ora attraverso la
moltiplicazione e la dispersione degli elementi volumetrici-aggettanti ovali nella superficie, con una
colorazione più intensa e diversificata, recuperando valori di relazione architettonica sempre più
evidenti. Nel 2001 Simeti espone alla Civica Galleria d’Arte moderna di Gallarate. Tra il 2002 e il
2003 numerose mostre sono allestite in Italia e all’estero, tra cui la Fondazione Mudima, Milano.
Nel 2004 le opere di Simeti sono esposte presso la Galleria Poleschi di Milano con una
presentazione di Luca Beatrice. Nell’ottobre 2009 una installazione di grandi opere bianche nello
studio d’arte contemporanea Pino Casagrande a Roma e nel febbraio 2010 espone per due mesi
grandi opere nella galleria Salvatore + Caroline Ala, a Milano. Vive e lavora a Milano.
17
luglio 2010
Turi Simeti – Mostra Antologica
Dal 17 luglio al 12 settembre 2010
arte contemporanea
Location
MACA – MUSEO ARTE CONTEMPORANEA DI ALCAMO
Alcamo, Piazza Ciullo, (Trapani)
Alcamo, Piazza Ciullo, (Trapani)
Orario di apertura
da martedi a domenica (compresa) dalle 16:30 alle 20
Vernissage
17 Luglio 2010, dalle ore 19,00 - 21,00
Editore
CHRISTIAN MARETTI
Autore
Curatore