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Giorgio De Chirico – Dal 1930 al 1970
Olii, pastelli, disegni, litografie
Comunicato stampa
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La galleria Studiò inaugura la sede estiva di Capri con un omaggio a Giorgio De Chirco grande maestro del Novecento.
La mostra raccoglie una trentina di opere tra olii pastelli disegni e litografie che ripercorrono gli ultimi 40 anni della sua produzione
Intorno agli anni 30 si fanno frequenti i temi mitologici e i nudi classici e quando nel 1935 partecipò con molti suoi lavori alla Quadriennale di Roma, dove attirò l'attenzione del Duce. Il tema ormai frequente del mistero è applicato, nelle dieci litografie del testo di Cocteau, Mythologie, al mare, al fiume, alle cabine con esseri mitologici o borghesi(il centauro misterioso anno 1934) Nel 1935 salpò da Genova a New York dove "mi sembrava di essere morto e rinato in un altro pianeta" e alternò la ricerca sperimentale con lo stile neoclassico del 1930. Qui ricevette la notizia della morte della madre; tornato in Italia, espose a Roma, a Milano, a Genova. Il periodo della guerra 1940-45, lo trascorse tra Firenze e i dintorni di Roma, non tralasciando di dipingere quadri di soggetto realista: soprattutto le venti litografie dell'Apocalisse ecco un gran drago (1940) e iniziando il ciclo dei quadri "barocchi".
Del 1942 è il famoso Autoritratto nudo seduto, dipinto con l'olio emplastico, "che è forse la pittura più completa che io abbia eseguito finora". Nello stesso anno si pubblicò la prima edizione italiana di Ebdomero, mentre era già uscito l'altro racconto autobiografico Il Signor Dudron (1940) poi tradotto in Francia nel 1945.
"Ma venne il 4 giugno 1944. Gli ultimi ectoplasmi dagli occhi glauchi e murati erano spariti..... Si poté uscire e vivere come uomini" e insieme a una intensa attività letteraria: Ricordi di Roma (1945); Memorie della mia vita (1945; 1962 per Rizzoli con l'aggiunta della seconda parte a un trattatello di tecnica della pittura); studiò con rinnovato interesse la tecnica, tanto che i quadri di questo periodo recano sempre sul telaio o dietro la tela l'appunto sulla tecnica impiegata. Fra il 1943 e il 1952 si intensificò il rapporto con la scena e dipinse fondali per la Scala di Milano, il Maggio Musicale Fiorentino, l'Opera di Roma.
Dopo il periodo "barocco" dai numerosi autoritratti e ritratti, cavalli e soggetti sacri, scene mitologiche come Nettuno, De Chirico visse un nuovo periodo neometafisico: La solitudine di Oreste (1968); Arcobaleno (1969); gli archeologi (1970) o le maschere del teatro greco (primi anni 70)
La mostra raccoglie una trentina di opere tra olii pastelli disegni e litografie che ripercorrono gli ultimi 40 anni della sua produzione
Intorno agli anni 30 si fanno frequenti i temi mitologici e i nudi classici e quando nel 1935 partecipò con molti suoi lavori alla Quadriennale di Roma, dove attirò l'attenzione del Duce. Il tema ormai frequente del mistero è applicato, nelle dieci litografie del testo di Cocteau, Mythologie, al mare, al fiume, alle cabine con esseri mitologici o borghesi(il centauro misterioso anno 1934) Nel 1935 salpò da Genova a New York dove "mi sembrava di essere morto e rinato in un altro pianeta" e alternò la ricerca sperimentale con lo stile neoclassico del 1930. Qui ricevette la notizia della morte della madre; tornato in Italia, espose a Roma, a Milano, a Genova. Il periodo della guerra 1940-45, lo trascorse tra Firenze e i dintorni di Roma, non tralasciando di dipingere quadri di soggetto realista: soprattutto le venti litografie dell'Apocalisse ecco un gran drago (1940) e iniziando il ciclo dei quadri "barocchi".
Del 1942 è il famoso Autoritratto nudo seduto, dipinto con l'olio emplastico, "che è forse la pittura più completa che io abbia eseguito finora". Nello stesso anno si pubblicò la prima edizione italiana di Ebdomero, mentre era già uscito l'altro racconto autobiografico Il Signor Dudron (1940) poi tradotto in Francia nel 1945.
"Ma venne il 4 giugno 1944. Gli ultimi ectoplasmi dagli occhi glauchi e murati erano spariti..... Si poté uscire e vivere come uomini" e insieme a una intensa attività letteraria: Ricordi di Roma (1945); Memorie della mia vita (1945; 1962 per Rizzoli con l'aggiunta della seconda parte a un trattatello di tecnica della pittura); studiò con rinnovato interesse la tecnica, tanto che i quadri di questo periodo recano sempre sul telaio o dietro la tela l'appunto sulla tecnica impiegata. Fra il 1943 e il 1952 si intensificò il rapporto con la scena e dipinse fondali per la Scala di Milano, il Maggio Musicale Fiorentino, l'Opera di Roma.
Dopo il periodo "barocco" dai numerosi autoritratti e ritratti, cavalli e soggetti sacri, scene mitologiche come Nettuno, De Chirico visse un nuovo periodo neometafisico: La solitudine di Oreste (1968); Arcobaleno (1969); gli archeologi (1970) o le maschere del teatro greco (primi anni 70)
03
luglio 2010
Giorgio De Chirico – Dal 1930 al 1970
Dal 03 al 20 luglio 2010
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
GALLERIA STUDIO’
Anacapri, Via San Nicola, 4, (Napoli)
Anacapri, Via San Nicola, 4, (Napoli)
Orario di apertura
Tutti i giorni dalle 11.00 alle 14.00
Dalle 18.30 alle 22.00
Vernissage
3 Luglio 2010, dalle ore 19
Ufficio stampa
STEMAX
Autore