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fino al 4.XII.2010 Salvo Trento, Studio Raffaelli
trento bolzano
Una pittura calda e accogliente, in grado di comunicare sensazioni di armonia e riposo. Un inaspettato break dalla foga della contemporaneità, grazie ai soli mezzi di forma e colore...
smussati, particolari soffici e ovattati arrivano alla Galleria Raffaelli per
la personale dedicata alle opere più recenti di Salvo (Leonforte, Enna, 1947; vive a Torino). Una quarantina di
dipinti per testimoniare come una certa pittura che affonda le sue radici nelle
tensioni primitiviste e infantili della Parigi di primo Novecento, costituisca
ancora un florido filone di arte contemporanea.
Non si può parlare di vera e
propria scuola ma gli artisti che a tutt’oggi si rifanno a un linguaggio stilisticamente
semplice e diretto sono molti, e tra questi Salvo è certamente uno degli
esponenti storicamente più importanti e più apprezzati a livello di mercato. Le
parole di Matisse sembrano
costituire un’ottima chiave di lettura con cui leggere l’esigenza di
sottrazione e l’impiego di un colorismo giocoso che contraddistinguono il
pittore siciliano: “Bisogna saper
conservare la freschezza dell’infanzia a contatto degli oggetti, preservare
quella ingenuità. Bisogna essere bambino tutta la vita pur essendo un uomo”.
Così l’approccio di Salvo ai
fiori e ai frutti delle sue nature morte, alla campagna italiana o ai paesaggi
stranieri (testimonianze di viaggi in Egitto, Islanda e Cina) non è mai diretto
o retinico ma filtra sempre il dato oggettivo attraverso la meraviglia del
bambino davanti alla realtà. Tra l’osservazione diretta e la rappresentazione
vengono inseriti diversi passaggi che da un lato semplificano alcuni aspetti
del dato reale e dall’altro ne intensificano altri. Così le forme e i profili
vengono regolarizzate da tutti gli accidenti e le scabrosità della natura,
mentre i colori vengono caricati di luminose fluorescenze quasi pop, dal
fucsia, al blu elettrico, al rosa acceso.
È una pittura che poggia su
regole molto rigide, su strutture costanti, e dove quindi si apprezzano ancora
di più le minime variazioni: l’impiego della tela non preparata, la stesura del
pigmento su fogli di giornale, l’ora del giorno o la stagione in cui il
soggetto è colto.
Nel processo di composizione
dell’immagine ne fa le spese la figura umana, che scompare totalmente dalle
composizioni quasi fosse anch’essa un’imperfezione da purificare in un
ipotetico mondo ideale. Nonostante questo non si arriva certo a una pittura
anti-umanista, ma anzi l’eliminazione della figura, pur in un paesaggio
antropizzato, sembra piuttosto un espediente per metterci da soli davanti al
mondo, per presentare un universo possibile fatto appositamente per noi e, per
questo, finalmente accogliente.
Soli davanti a queste
rappresentazioni silenziose di calma e pace ci si trova un po’ come Montale ne I Limoni, a un passo dalla scoperta di
significati profondi. “Vedi, in questi
silenzi in cui le cose s’abbandonano e sembrano vicine a tradire il loro ultimo
segreto, talora ci si aspetta di scoprire uno sbaglio di Natura, il punto morto
del mondo, l’anello che non tiene, il filo da disbrogliare che finalmente ci
metta nel mezzo di una verità”.
La
personale ad Arco
Alla
Galleria Zonca & Zonca di Milano
gabriele salvaterra
mostra visitata il 16 ottobre
2010
dal 14 ottobre al 4 dicembre 2010
Salvo – Universo a colori
Studio d’Arte Raffaelli – Palazzo Wolkenstein
Via Marchetti, 17 (centro storico) – 38100 Trento
Orario: da martedì a sabato ore 10-12.30 e 17-19.30
Ingresso libero
Catalogo disponibile
Info: tel. +39 0461982595; fax +39 0461237790; studioraffaelli@tin.it; www.studioraffaelli.com
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