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Bruno Fael – L’albero della Pace
La collocazione e l’inaugurazione della scultura dell’importante artista italiano nelle vicinanze della tomba nella cittadina che ha dato i natali al Servo di Dio Don Tonino Bello, metafora forte del messaggio nuovo e trepidante.
Comunicato stampa
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Ha preso il via, all’interno dello storico museo “MIMAC” (Museo Internazionale Mariano d'Arte Contemporanea) della Fondazione Don Tonino Bello di Alessano-Lecce, il nuovo progetto dal titolo “GLI SPLENDORI DEL TEMPIO”, un percorso artistico internazionale, di durata biennale, ideato e diretto dall’illustre Storico dell’Arte di piano internazionale Prof. Carlo Franza., direttore dello stesso MIMAC. Questo evento dal titolo “L'Albero della Pace” è il quarto del nuovo percorso, e si impone come ulteriore gradino di un progetto più ampio che vedrà la la collocazione in territorio alessanese di sculture monumentali, veri fuochi di bellezza accesa per Tonino Bello ,in quanto è desiderio del curatore proporre sia nomi di rilievo dell’arte contemporanea, italiani e stranieri, che rassegne visibilmente accompagnatrici delle “notti insonni” di Don Tonino. La mostra evento oltre che essere dedicata a don Tonino Bello, padre dei buoni e dei giusti, rientra nella serie di quattro appuntamenti dell'estate culturale alessanese 2010, voluti dal Mimac e dalla Fondazione che ne porta il nome nel diciassettesimo anniversario della morte dell'insigne vescovo italiano. L’evento è curato dall’illustre Storico dell’Arte di fama internazionale, Prof. Carlo Franza, che firma anche il testo in catalogo dal titolo “L'Albero della Pace” per l'inaugurazione e la collocazione dell'opera in cristallo del maestro italiano Bruno Fael, che appare oggi agli occhi della critica internazionale come una delle figure più innovative, interessanti e vitali, della nuova arte italiana contemporanea. La collocazione e l'inaugurazione della scultura nelle vicinanze della tomba nella cittadina che ha dato i natali al Servo di Dio, è metafora forte del messaggio nuovo e trepidante di Tonino Bello ( “che la Pasqua porti via il macigno della solitudine da tutti i cuori” - Tonino Bello), seminatore di
Scrive Carlo Franza nel testo: “ L'arte di Bruno Fael certificata negli anni dal vistoso assenso critico di colleghi storici dell'arte di chiara fama come Pierre Restany - che ha curato anche una poderosa monografia - e Frederic Altmann, si è innervata con distintiva spettacolarità in un codice stilistico di nuove geometrie radicate nel grande filone dell'avanguardia moderna e postmoderna. Oltre centocinquanta mostre personali in tutto il mondo documentano l'impegno nella creatività sempre nuova e sempre diversa, visionata al Consolato italiano di Lugano, al Museo Sant'Apollonia di Venezia, all'Ain Soukhna e First Mall del Cairo in Egitto, alla Fondazione delle Stelline di Milano. Noi stessi che da decenni abbiamo seguito il suo lavoro presentando anche una grande antologica a Milano nella Rotonda della Besana avevamo intuito il suo sicuro coinvolgimento nei sentieri dell'arte presente, dando maggior forza al suo rapporto con la storia estetica contemporanea, per la singolare iconicità creativa che via via si è portata a maturazione postcubista, fino alla lettura di un mondo descritto con forme e colori di sorprendente poesia, di smagata perizia, di avvolgente elettricità. Bruno Fael come pochissimi e grandi altri artisti italiani ha trovato un suo stilema capace di ridare energia a quell'international style che semplifica, riduce, assembla e movimenta un mondo che sottilmente rivive un'intenzionalità pop, come gioco della mente e del cuore. Con quanta passione, sentimento, forza, coraggio, Fael porta avanti il suo lavoro, è poca cosa dirlo, le parole non basterebbero a significare i semi suoi dell'arte cresciuti a dismisura e dispersi ormai nell'intero mondo. Basterebbe pensare alle sculture monumentali che sono state collocate in Egitto e in Kenia, alla loro forza germinativa, alla loro futurista lettura di forme, inseguendo quel lavoro iniziato da Balla e Boccioni. La sua non è stata mai un'arte fredda, ma partecipativa e colorata, vitale e interiore. Ed è proprio da questo dato ultimo che lo sostiene e lo rapporta umanamente con il mondo intero, “qualcosa di misterioso e miracoloso”- direbbe ancora Restany - che occorre partire per leggere la sua grande opera monumentale “L'ALBERO DELLA PACE”, ultimo capolavoro portato a compimento grazie al sostegno tecnico della Glass Accademy di Michele Ghiro a Milano che ha sede in Via Watt 5. L'opera in cristallo blu, capolavoro unico al mondo, proprio nella sua essenzialità costruttiva e nella sua monocromaticità del blu alla Klein, è stata pensata da Bruno Fael, su mio suggerimento, come evento e come donazione per la collocazione permanente nel Cimitero di Alessano e all'entrata al Sentiero della Memoria di Don Tonino Bello, le cui spoglie mortali qui riposano nella cittadina natale. Una grande opera pensata per la Tomba del fratello tra i fratelli, don Tonino come amava farsi chiamare, vescovo degli ultimi e dei beati i costruttori di pace, vescovo della Chiesa di Cristo che attende cieli e terre nuove. Ritengo che il tema dell'albero rappresenti l'asse e il centro mistico del cosmo e l'elemento di congiunzione tra il mondo sotterraneo (le radici), quello terrestre (il tronco) e la dimensione celeste (la chioma). Il libro della Genesi colloca nel Giardino dell'Eden l'albero della vita e l'albero del bene e del male, dal cui legno è stata ricavata la croce di Cristo; e se l'albero è segno dell'ascesa spirituale, e l'ulivo è segno dell'accoglienza come lo fu per Cristo accolto nella domenica antecedente la via del calvario, ecco che l'albero di Bruno Fael, opera contemporanea ricavata da fogli di cristallo blu, lucentissima, si legge e respira mediante la dialettica degli equilibri plastici tra vuoti e pieni, in un'articolazione del tutto bidimensionale. La limpidezza della materia e la luce che trapassa l'albero, unitamente al linguaggio allusivo e simbolico, sono state le virtù generative dell'opera, tanto che Bruno Fael tra memoria e sogno, tra radici e idealità,
Cenni biografici dell’Artista
Bruno Fael, milanese di adozione, nato a Sacile in Friuli nel 1935, è uno degli artisti contemporanei più illustri e maggiormente dotati nel comunicare l'immediatezza di emozioni, colori e bellezza. Di lui hanno scritto i nomi più significanti della critica internazionale, Pierre Restany, Carlo Franza e Frèdèric Altmann. Ha tenuto oltre 160 mostre personali in tutto il mondo. Di particolare rilievo le sue sculture monumentali, talune di oltre dieci metri e l'installazione di dieci “rocce sacre” realizzata in Africa. Ultimo capolavoro la scultura monumentale in cristallo blu dal titolo “L'albero della pace” per il sentiero della memoria che porta alla tomba di Don Tonino Bello nel Cimitero di Alessano (Lecce). Tra gli ultimi riconoscimenti ufficiali, la nomina ad “artista dell'anno 2005” e la “Bruno Fael Street” nel celebre Resort Stella di Mare ad Ain Soukhna (Egitto) nel 2005. Presente in tutti i cataloghi d'arte nazionali e internazionali.
Cenni biografici del Curatore
Carlo Franza, nato ad Alessano-Lecce nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’Arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, oggi a Libero fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte il Premio Città di Alassio nel 1980, il Premio Barocco - Città di Gallipoli nel 1990, il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 ( di cui è presidente di giuria dal 2001) e il premio Città di Tricase nel 2008.
Scrive Carlo Franza nel testo: “ L'arte di Bruno Fael certificata negli anni dal vistoso assenso critico di colleghi storici dell'arte di chiara fama come Pierre Restany - che ha curato anche una poderosa monografia - e Frederic Altmann, si è innervata con distintiva spettacolarità in un codice stilistico di nuove geometrie radicate nel grande filone dell'avanguardia moderna e postmoderna. Oltre centocinquanta mostre personali in tutto il mondo documentano l'impegno nella creatività sempre nuova e sempre diversa, visionata al Consolato italiano di Lugano, al Museo Sant'Apollonia di Venezia, all'Ain Soukhna e First Mall del Cairo in Egitto, alla Fondazione delle Stelline di Milano. Noi stessi che da decenni abbiamo seguito il suo lavoro presentando anche una grande antologica a Milano nella Rotonda della Besana avevamo intuito il suo sicuro coinvolgimento nei sentieri dell'arte presente, dando maggior forza al suo rapporto con la storia estetica contemporanea, per la singolare iconicità creativa che via via si è portata a maturazione postcubista, fino alla lettura di un mondo descritto con forme e colori di sorprendente poesia, di smagata perizia, di avvolgente elettricità. Bruno Fael come pochissimi e grandi altri artisti italiani ha trovato un suo stilema capace di ridare energia a quell'international style che semplifica, riduce, assembla e movimenta un mondo che sottilmente rivive un'intenzionalità pop, come gioco della mente e del cuore. Con quanta passione, sentimento, forza, coraggio, Fael porta avanti il suo lavoro, è poca cosa dirlo, le parole non basterebbero a significare i semi suoi dell'arte cresciuti a dismisura e dispersi ormai nell'intero mondo. Basterebbe pensare alle sculture monumentali che sono state collocate in Egitto e in Kenia, alla loro forza germinativa, alla loro futurista lettura di forme, inseguendo quel lavoro iniziato da Balla e Boccioni. La sua non è stata mai un'arte fredda, ma partecipativa e colorata, vitale e interiore. Ed è proprio da questo dato ultimo che lo sostiene e lo rapporta umanamente con il mondo intero, “qualcosa di misterioso e miracoloso”- direbbe ancora Restany - che occorre partire per leggere la sua grande opera monumentale “L'ALBERO DELLA PACE”, ultimo capolavoro portato a compimento grazie al sostegno tecnico della Glass Accademy di Michele Ghiro a Milano che ha sede in Via Watt 5. L'opera in cristallo blu, capolavoro unico al mondo, proprio nella sua essenzialità costruttiva e nella sua monocromaticità del blu alla Klein, è stata pensata da Bruno Fael, su mio suggerimento, come evento e come donazione per la collocazione permanente nel Cimitero di Alessano e all'entrata al Sentiero della Memoria di Don Tonino Bello, le cui spoglie mortali qui riposano nella cittadina natale. Una grande opera pensata per la Tomba del fratello tra i fratelli, don Tonino come amava farsi chiamare, vescovo degli ultimi e dei beati i costruttori di pace, vescovo della Chiesa di Cristo che attende cieli e terre nuove. Ritengo che il tema dell'albero rappresenti l'asse e il centro mistico del cosmo e l'elemento di congiunzione tra il mondo sotterraneo (le radici), quello terrestre (il tronco) e la dimensione celeste (la chioma). Il libro della Genesi colloca nel Giardino dell'Eden l'albero della vita e l'albero del bene e del male, dal cui legno è stata ricavata la croce di Cristo; e se l'albero è segno dell'ascesa spirituale, e l'ulivo è segno dell'accoglienza come lo fu per Cristo accolto nella domenica antecedente la via del calvario, ecco che l'albero di Bruno Fael, opera contemporanea ricavata da fogli di cristallo blu, lucentissima, si legge e respira mediante la dialettica degli equilibri plastici tra vuoti e pieni, in un'articolazione del tutto bidimensionale. La limpidezza della materia e la luce che trapassa l'albero, unitamente al linguaggio allusivo e simbolico, sono state le virtù generative dell'opera, tanto che Bruno Fael tra memoria e sogno, tra radici e idealità,
Cenni biografici dell’Artista
Bruno Fael, milanese di adozione, nato a Sacile in Friuli nel 1935, è uno degli artisti contemporanei più illustri e maggiormente dotati nel comunicare l'immediatezza di emozioni, colori e bellezza. Di lui hanno scritto i nomi più significanti della critica internazionale, Pierre Restany, Carlo Franza e Frèdèric Altmann. Ha tenuto oltre 160 mostre personali in tutto il mondo. Di particolare rilievo le sue sculture monumentali, talune di oltre dieci metri e l'installazione di dieci “rocce sacre” realizzata in Africa. Ultimo capolavoro la scultura monumentale in cristallo blu dal titolo “L'albero della pace” per il sentiero della memoria che porta alla tomba di Don Tonino Bello nel Cimitero di Alessano (Lecce). Tra gli ultimi riconoscimenti ufficiali, la nomina ad “artista dell'anno 2005” e la “Bruno Fael Street” nel celebre Resort Stella di Mare ad Ain Soukhna (Egitto) nel 2005. Presente in tutti i cataloghi d'arte nazionali e internazionali.
Cenni biografici del Curatore
Carlo Franza, nato ad Alessano-Lecce nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’Arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, oggi a Libero fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte il Premio Città di Alassio nel 1980, il Premio Barocco - Città di Gallipoli nel 1990, il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 ( di cui è presidente di giuria dal 2001) e il premio Città di Tricase nel 2008.
07
agosto 2010
Bruno Fael – L’albero della Pace
Dal 07 agosto 2010 al 10 agosto 2011
arte contemporanea
Location
MIMAC – MUSEO INTERNAZIONALE MARIANO D’ARTE CONTEMPORANEA
Alessano, Piazza Don Tonino Bello, 42, (Lecce)
Alessano, Piazza Don Tonino Bello, 42, (Lecce)
Orario di apertura
da lunedì a domenica ore 9-19
Vernissage
7 Agosto 2010, ore 19.00
Autore
Curatore