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Justin Peyser – Alla deriva
Da New York le grandi sculture di Justin Peyser giungono a Venezia. Composizioni leggere, di vuota lamiera, portano i segni di antiche diaspore. Si muovono da lontane derive per incontrarsi in laguna, riunite da Peyser in un ritrovo ironico e mutevole tra le narrazioni seicentesche di Ca’ Zenobio.
Comunicato stampa
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Apre il primo luglio a Venezia ALLA DERIVA la mostra dello scultore Justin Peyser a Ca’Zenobio.
Da New York le grandi sculture di Justin Peyser giungono a Venezia. Composizioni leggere, di vuota lamiera, portano i segni di antiche diaspore. Si muovono da lontane derive per incontrarsi in laguna, riunite da Peyser in un ritrovo ironico e mutevole tra le narrazioni seicentesche di Ca’ Zenobio.
La mostra si compone di otto ‘sculture piatte’ che testimoniano il primo periodo del lavoro artistico di Peyser e di dieci personaggi/simbolo a tutto tondo, rivestiti di rappezzi di metalli diversi e segnati da spesse saldature.
“Queste grandi lamiere tenute in equilibrio da un contrappeso di sabbia posto alla base – scrive la curatrice Roberta Semeraro - portano evidenti sulle loro carcasse vuote i segni della mano che le ha piallate, arrotondate, battute e infine saldate. Alcune di loro come Doge, Pot Belly Stove e Angela sono rivestite di colore. (…) I segni diventano macchie e sofferenza di quell’allontanamento avvenuto nel tempo, di quella dispersione che le ha vuotate di contenuto… Peyser conosce per sua storia personale il sacrificio di un popolo che lotta per non perdere la propria identità etnica e culturale ed è solidale con i figli della diaspora armena che abitano questo luogo. (…)
L’esperienza di Venezia ha inaugurato nella carriera dell’artista un nuovo umanesimo. Dalle sue superfici piatte è nata la figura a tutto tondo. Pot Belly Stove, come afferma l’artista, potrebbe essere anche una donna incinta e così il suo ventre rigonfio di acqua e fuoco conterrebbe il principio alchemico stesso della creazione”.
I dieci personaggi di Peyser
“Il Doge, Platform Shoe, Tricorno e Pot Belly Stove hanno Venezia come referente. Le altre sono meno specificamente veneziane. Le sculture sono zavorrate ma le angolature possono cambiare. Siamo un po’ sbilanciati nella diaspora, ondeggianti tra due patrie. Mi piace pensare che Angela sia discesa dal soffitto del XVI secolo. La mitra di Bishop (vescovo) è aperta, così come la indossano gli armeni. Ho lasciato le saldature ruvide e le bruciature della fiamma visibili: andare vagabondando nella diaspora lascia cicatrici”. (JP)
“C’è qualcosa di giocoso, grottesco e comico in loro, come in quei fenomeni da baraccone o nani o personaggi bizzarri che si possono trovare negli interstizi di ceri dipinti veneziani. Sono anche carichi di una qualità tetra e misteriosa, di qualche cosa di criptico e irraggiungibile, come i pulcinella e i volti coperti da mezze maschere del giovane Tiepolo.
Ma mentre simili riferimenti al passato di Venezia tendono a provocare una malinconia storica profonda, queste dieci figure contrappongono a questa malinconia una irrefrenabile e grottesca ilarità. Elementi permanentemente instabili ed in bilico, monelleschi e da vaudeville, provocano una vertigine Rabelaisiana, evocano un’aria di follia, suggeriscono l’assurdo, l’irrisione, la malizia, come se il gioco stesse sempre per cominciare".
(Teddy Jefferson)
L’artista
Justin Peyser si laurea ad Harvard presso il Department of Visual and Environmental Studies, facoltà che risente in quegli anni dell’influenza culturale della Bauhaus. Sin dagli esordi si interessa allo spazio in relazione all’architettura e in particolare alle periferie e alle aree urbane in disuso, tema negli anni Settanta della ricerca di Gordon Matta – Clark.
Con la crisi degli anni Ottanta a New York, la mancanza di case popolari e i senza tetto, si impegna con una banca etica in progetti per restaurare le aree neglette della città come il Bronx, Brooklyn e Newark.
Il video “...alla deriva”
Realizzato da Marco Agostinelli, è un omaggio all'artista, a New York e a Venezia. Ai materiali, al ferro, al fuoco e all'acqua.
Sarà proiettato all'interno della mostra per tutta la durata della stessa.
Il catalogo
Testi critici di Roberta Semeraro e Samantha Friedman.
Alle sculture di Peyser è dedicato il testo teatrale di Teddy Jefferson.
Fotografie di Alberto Bonatti, Aaron Fedor,Teddy Jefferson
Da New York le grandi sculture di Justin Peyser giungono a Venezia. Composizioni leggere, di vuota lamiera, portano i segni di antiche diaspore. Si muovono da lontane derive per incontrarsi in laguna, riunite da Peyser in un ritrovo ironico e mutevole tra le narrazioni seicentesche di Ca’ Zenobio.
La mostra si compone di otto ‘sculture piatte’ che testimoniano il primo periodo del lavoro artistico di Peyser e di dieci personaggi/simbolo a tutto tondo, rivestiti di rappezzi di metalli diversi e segnati da spesse saldature.
“Queste grandi lamiere tenute in equilibrio da un contrappeso di sabbia posto alla base – scrive la curatrice Roberta Semeraro - portano evidenti sulle loro carcasse vuote i segni della mano che le ha piallate, arrotondate, battute e infine saldate. Alcune di loro come Doge, Pot Belly Stove e Angela sono rivestite di colore. (…) I segni diventano macchie e sofferenza di quell’allontanamento avvenuto nel tempo, di quella dispersione che le ha vuotate di contenuto… Peyser conosce per sua storia personale il sacrificio di un popolo che lotta per non perdere la propria identità etnica e culturale ed è solidale con i figli della diaspora armena che abitano questo luogo. (…)
L’esperienza di Venezia ha inaugurato nella carriera dell’artista un nuovo umanesimo. Dalle sue superfici piatte è nata la figura a tutto tondo. Pot Belly Stove, come afferma l’artista, potrebbe essere anche una donna incinta e così il suo ventre rigonfio di acqua e fuoco conterrebbe il principio alchemico stesso della creazione”.
I dieci personaggi di Peyser
“Il Doge, Platform Shoe, Tricorno e Pot Belly Stove hanno Venezia come referente. Le altre sono meno specificamente veneziane. Le sculture sono zavorrate ma le angolature possono cambiare. Siamo un po’ sbilanciati nella diaspora, ondeggianti tra due patrie. Mi piace pensare che Angela sia discesa dal soffitto del XVI secolo. La mitra di Bishop (vescovo) è aperta, così come la indossano gli armeni. Ho lasciato le saldature ruvide e le bruciature della fiamma visibili: andare vagabondando nella diaspora lascia cicatrici”. (JP)
“C’è qualcosa di giocoso, grottesco e comico in loro, come in quei fenomeni da baraccone o nani o personaggi bizzarri che si possono trovare negli interstizi di ceri dipinti veneziani. Sono anche carichi di una qualità tetra e misteriosa, di qualche cosa di criptico e irraggiungibile, come i pulcinella e i volti coperti da mezze maschere del giovane Tiepolo.
Ma mentre simili riferimenti al passato di Venezia tendono a provocare una malinconia storica profonda, queste dieci figure contrappongono a questa malinconia una irrefrenabile e grottesca ilarità. Elementi permanentemente instabili ed in bilico, monelleschi e da vaudeville, provocano una vertigine Rabelaisiana, evocano un’aria di follia, suggeriscono l’assurdo, l’irrisione, la malizia, come se il gioco stesse sempre per cominciare".
(Teddy Jefferson)
L’artista
Justin Peyser si laurea ad Harvard presso il Department of Visual and Environmental Studies, facoltà che risente in quegli anni dell’influenza culturale della Bauhaus. Sin dagli esordi si interessa allo spazio in relazione all’architettura e in particolare alle periferie e alle aree urbane in disuso, tema negli anni Settanta della ricerca di Gordon Matta – Clark.
Con la crisi degli anni Ottanta a New York, la mancanza di case popolari e i senza tetto, si impegna con una banca etica in progetti per restaurare le aree neglette della città come il Bronx, Brooklyn e Newark.
Il video “...alla deriva”
Realizzato da Marco Agostinelli, è un omaggio all'artista, a New York e a Venezia. Ai materiali, al ferro, al fuoco e all'acqua.
Sarà proiettato all'interno della mostra per tutta la durata della stessa.
Il catalogo
Testi critici di Roberta Semeraro e Samantha Friedman.
Alle sculture di Peyser è dedicato il testo teatrale di Teddy Jefferson.
Fotografie di Alberto Bonatti, Aaron Fedor,Teddy Jefferson
30
giugno 2010
Justin Peyser – Alla deriva
Dal 30 giugno al 21 novembre 2010
arte contemporanea
Location
PALAZZO ZENOBIO – COLLEGIO ARMENO
Venezia, Dorsoduro, 2596, (Venezia)
Venezia, Dorsoduro, 2596, (Venezia)
Orario di apertura
ore 10.00 / 18.00
Chiuso il lunedì
Vernissage
30 Giugno 2010, ore 19
Sito web
www.justinpeyser.com
Autore
Curatore