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Christian Boltanski – Personnes
Christian Boltanski, il grande artista francese dell’emozione e del vissuto, ha ripensato la monumentale installazione Personnes, presentata a Parigi al Grand Palais in occasione del progetto Monumenta, per lo straordinario spazio di HangarBicocca, che riapre alla città dopo un lungo intervento di ristrutturazione che lo ha dotato di nuova pavimentazione, impianto elettrico e di riscaldamento, caffetteria, libreria e giardino.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
HangarBicocca presenta
CHRISTIAN BOLTANSKI, FAUSTO MELOTTI, ANSELM KIEFER, CARLOS CASA E STEFANO BOCCALINI
Una riapertura di respiro internazionale per lo spazio d’arte contemporanea milanese finalmente ristrutturato
Presentati anche gli spazi della Libreria, del Bistrot e del giardino esterno
Direzione Artistica di Chiara Bertola
Il 24 Giugno HangarBicocca riapre i propri spazi dopo i lunghi lavori di ristrutturazione, intenzionalmente limitati al minimo cercando di raggiungere due obiettivi: da un lato dotare Hangar di una serie di soluzioni tecniche che lo mettessero in grado di ospitare delle mostre e di farle fruire ai visitatori in modo piacevole; dall'altro di mantenere il più possibile il sapore e la memoria industriale dei luoghi, senza cancellarli con una patina di modernità stilistica.
Negli spazi rinnovati saranno aperti al pubblico anche la libreria, HBArt Book gestita da Fabio Castelli e l’HB Bistrot, con un design che mira a creare un atmosfera di piacevole armonia con l’architettura e che rimarranno aperti e accessibili oltre gli orari di apertura degli spazi espositivi, in modo da rendere i luoghi fruibili al vasto ed eterogeneo pubblico che dall’inizio ha scelto HangarBicocca come destinazione delle proprie esperienze culturali.
Cinque Artisti, di cui tre permanenti - oltre all’installazione di Anslem Kiefer anche i lavori di Fausto Melotti La Sequenza e di Stefano Boccalini Melting Pot 3.0 - e due temporanei - Christan Boltanski con Personnes e Carlos Casas con End - inaugurano l’attività espositiva di HangarBicocca sotto la Direzione Artistica di Chiara Bertola, caratterizzata da una modalità curatoriale che si avvale della collaborazione di un pool di curatori specifici per le attività complementari a quelle espositive: Susanne Franco e Roberto Casarotto per la Danza Contemporanea e Andrea Lissoni per il New Media, il Cinema e la Musica, creando in questo modo un’alchimia unica nel panorama espositivo contemporaneo e garantendo la qualità dell’offerta di HangarBicocca in tutte le declinazioni della Cultura Contemporanea.
Questo Grand Opening rappresenta una novità anche dal punto di vista delle relazioni internazionali di Hangar: tre grandi spazi dell’arte contemporanea mondiale - il Grand Palais a Parigi, l’Armory a New York e HangarBicocca a Milano - hanno deciso di creare un network internazionale per la pianificazione dei prossimi eventi espositivi. La prima iniziativa comune è la grande mostra Monumenta 2010 - Christian Boltanski che, dopo Parigi, si reinventa adattandosi alle particolarità dei grandi spazi di New York e di Milano.
"Monumenta" è un evento annuale del Ministère de la culture et communication, coprodotto dal Centre national des arts plastiques, della Réunion des musées nationaux e del Grand Palais a Parigi.
CHRISTIAN BOLTANSKI, Personnes
Christian Boltanski, il grande artista francese dell’emozione e del vissuto, ha ripensato la monumentale installazione Personnes, presentata a Parigi al Grand Palais in occasione del progetto Monumenta, per lo straordinario spazio di HangarBicocca, che riapre alla città dopo un lungo intervento di ristrutturazione che lo ha dotato di nuova pavimentazione, impianto elettrico e di riscaldamento, caffetteria, libreria e giardino.
L’installazione consiste in un vasto cumulo di vestiti usati ammassati nel grande CUBO in fondo all’Hangar; sopra la montagna d’indumenti una grande gru li mescola e sposta casualmente. Si accederà al CUBO attraversando un lungo corridoio nella grande navata, e durante il “cammino” si ascolteranno incessantemente i battiti del cuore che Boltanski registra dal 2008 all’interno del suo progetto Les Archives du coeur che conta già sessantamila battiti di cuore registrati. L’archivio dei cuori dell’umanità, realizzato grazie alla Naoshima Fukutake Art Museum Foundation e custodito nell’isola giapponese di Teshima, è destinato a crescere negli anni. Anche i visitatori di HangarBicocca potranno aggiungere le loro pulsazioni cardiache, registrandole su un CD in un apposito spazio, e diventare così parte di questo ambizioso progetto di Boltanski.
L’installazione di Boltanski, di grande impatto visivo ed emozionale, forma un’opera unica che sviluppa i temi fondamentali del rapporto tra vita e morte, dell’esistenza umana individuale e collettiva, della memoria e dell’oblio, del passato e del presente, conducendo il visitatore in una intensa esperienza multisensoriale e inducendolo a riflettere sul passare inesorabile del tempo, sul destino e sul significato della vita umana.
La mostra di Boltanski in HangarBicocca è molto diversa da quella presentata a Parigi e di recente a New York. E’, secondo le parole dell’artista: “una partitura musicale suonata in modo diverso a seconda del luogo”. Per due motivi essenziali: la presenza della straordinaria opera Sette palazzi celesti di Anselm Kiefer e la peculiarità dello spazio.
Boltanski ha scelto di rendere l’installazione Personnes meno materica e più spirituale e drammatica, enfatizzando la parte sonora, e creando un dialogo tra luce e ombra, tra vita e morte, per accordarsi al significato più profondo dell’opera di Kiefer e per adattarla a quello che ha definito “uno spazio straordinario”.
Il visitatore si trova perciò immerso nel buio della navata lunga, accanto alle torri e sente il battito del cuore umano che diventa sempre più forte man mano che procede, in un percorso obbligato, verso la luce del CUBO, dove trova la grande gru che sceglie casualmente da un mucchio i vestiti, per depositarli qualche metro più in là. Si avanza verso il destino, in un cammino stretto e delimitato da una griglia metallica, senza poter tornare indietro, con i battiti del cuore che pulsano dentro ciascuno di noi. La gru esprime anche questa volta il Caso o, per i credenti, la mano di Dio che sceglie ogni giorno chi sarà espulso dalla vita. I vestiti alludono alla vita, fanno immaginare chi li ha portati, segnano l’assenza non la presenza, fanno riflettere sulla fragilità umana e ciascuno viene costretto a scendere a patti con lo scorrere implacabile del tempo, per il quale non c’è una spiegazione razionale e che è assolutamente ineluttabile.
Dieci giorni prima della chiusura della mostra ciascun visitatore potrà portarsi via qualche indumento e distruggere così la montagna incombente e nello stesso tempo restituire nuova vita e un nuovo destino ai vestiti di Personnes. Questo per rendere la mostra “sostenibile” anche dal punto di vista dell’impatto ambientale, fatto che sta molto a cuore all’artista.
Un lavoro dunque di straordinario spessore umano, al tempo stesso semplice e sofisticato, che chiede al visitatore di abbandonare, entrando in Hangar, le proprie cristallizzate abitudini visive e mentali e di vivere nell’opera, facendone parte, individuo unico tra la moltitudine di essere simili. Boltanski, in accordo con le teorie orientali, insiste nel trasmettere, tramite una parabola semplice, concetti filosofici fondamentali legati al significato dell’esperienza umana. Ed auspica inoltre che la disastrosa crisi economica che ha colpito il mondo intero, possa riportare l’uomo all’essenza delle cose quotidiane, favorendone le relazioni e gli scambi e tramandando le “storie” di ogni famiglia o gruppo di persone. “La nostra essenza - dice Boltanski - è fatta di tanti pezzetti dei nostri morti che vivono in noi e ci costruiscono”.
La Sequenza di Fausto Melotti
Tra le monumentali sculture di Fausto Melotti (1901-1986), artista milanese di fama internazionale, La sequenza (progettata nel 1971 e realizzata nel ’81) spicca per grandiosità, solennità, coerenza. Composta da una serie di lastre di ferro verticali e scalate in profondità su tre piani ondulati che richiamano, in una tensione al movimento, lo scorrere delle dita su una tastiera musicale, è lunga ventidue metri, alta sette e profonda undici e i suoi volumi riecheggiano nell’aria come un maestoso vibrafono cosmico. L’artista più sottile, più delicato, lo scultore più “leggero”, più trasparente che la storia dell’arte ricordi (insieme a Calder), con questa opera ha dimostrato come anche nelle grandi misure, anche nelle monumentali dimensioni, una forma può trasfigurare qualsiasi peso in un gioco lievissimo di equilibri e di ritmi, di piani e di luci.
Esposta al Forte Belvedere di Firenze nel 1981, è stata poi trasferita nel 1991 nel parco di Villa Arconati a Bollate (Milano).
Dopo un accurato restauro grazie al contributo di Pirelli RE, svolto sotto la supervisione dell’archivio Fausto Melotti e con la prestigiosa consulenza del maestro Arnaldo Pomodoro, la scultura è stata collocata nel giardino di fronte all’ingresso dell’HangarBicocca, diventandone così simbolicamente la porta culturale e cerniera tra l’eredità culturale di un maestro del Novecento e il futuro da costruire con l’attività sperimentale dell’HangarBicocca.
End, la trilogia di video di Carlos Casas
Si potranno vedere sino al 1° agosto i video, premiati dai maggiori festival, della serie End dell’artista visivo e filmaker catalano Carlos Casas, dedicati ai paesaggi più estremi del mondo e accompagnati da una contrastante base sonora.
End è un’opera dedicata ai luoghi remoti del pianeta, un requiem visivo per le terre estreme, un percorso nelle periferie più distanti dalla civilizzazione là dove persone e ambiente si fondono fra loro. End è una ricerca sull’immagine e l’immaginario della fine.
Presentata in anteprima mondiale e realizzata appositamente per HangarBicocca nel quadro del più ampio progetto Terre Vulnerabili, End è un’installazione video che riattraversa nella sua interezza tutti i materiali audiovisivi raccolti da Carlos Casas lungo la realizzazione delle trilogia di film End*.
L’installazione si presenta come una tripla proiezione su due lati, composta di un’unica opera pensata per tre schermi su un lato e di tre proiezioni per uno schermo singolo sull’altro. L’installazione video per tre schermi - basata interamente su materiale inedito - riassembla immagini e suoni esplorando inedite soluzioni narrative e differenti visioni dei materiali, cercando di mettere in crisi la visione impositiva del dispositivo cinematografico, con le sue durate obbligate e di sfuggire alla sola esperienza contemplativa.
Sul lato opposto invece, sono presenti uno dietro l’altro i “fieldwork” realizzati in Patagonia, Uzbekistan e in Siberia, montati secondo un processo aleatorio che renderà l’intera installazione mai uguale a se stessa lungo la durata di tutta la mostra.
* La trilogia End è sia una serie di tre film documentari, di 52 o 87 minuti, sia una ricerca effettuata con fieldwork (riprese statiche o con lenti movimenti di camera, basate su radiofrequenze che entrano poi a fare parte dell’opera e che fungono da strumenti alternativi per catturare le stratificazioni invisibili dei luoghi) e materiali di archivio. Basata sulla disintegrazione, la sparizione e l’immaginario della fine nelle periferie della civiltà, la trilogia è stata girata in alcuni fra i più estremi ambienti del pianeta: in Tierra del Fuego, Patagonia, sul lago di Aral in Uzbekistan e nello Stretto di Bering in Chukotka, Siberia.
La trilogia è abitata al tempo stesso da una tensione futuristica e visionaria e da una sorta di nostalgia di un mondo passato inevitabilmente destinato a scomparire; End è come una radiografia, condotta con un inedito approccio fra l’antropologico e il documentaristico-narrativo, di terre e di persone al confine fra vulnerabilità e invulnerabilità.
“Ero interessato a vivere in queste terre cercando di catturare quegli stili di vita che stanno sparendo - dice Casas - ero interessato a luoghi che rappresentassero al tempo stesso uno scenario post apocalittico del futuro e un senso di civiltà arcaica. Ero interessato alle persone che vivono nelle periferie della civiltà e al modo in cui sopravvivono quotidianamente, a vivere tra loro, seguendone i ritmi e cercando di capirne le ragioni. Sono fermamente convinto che in quei luoghi ho trovato lo spirito umano nel suo stato più puro e sincero e spero che queste persone e le loro vite gettino una luce sui visitatori occidentali e civilizzati. Spero che questi filmati testimonieranno la loro esistenza”.
L’installazione verrà inoltre trasformata in live media e suonata dal vivo per una serata speciale che avrà luogo martedì 29 giugno alle 21.30 con la proiezione di TUNDRA con colonna sonora dal vivo di Carlos Casas.
Biglietto intero 15 €
Biglietto ridotto 10 €
Nei primi tre giovedì di luglio verrà proiettata la trilogia completa:
Solitude at the end of the world (52’, col., 2002-2005, Spagnolo con sottotitoli in italiano)
Aral. Fishing in an invisible sea (52’, col., 2005, Karakalpako/Russo con sottotitoli in italiano)
Hunters since the beginning of time (52’, 2008, Chukchi/Russo con sottotitoli in italiano)
Film Courtesy: Fabrica, RTSI, Colors Magazine.
Ringraziamenti speciali: Sebastian Escofet, Felipe Guerrero, Fernando Zuber, Saodat Ismailova.
Giovedì 1 luglio ore 18.00:
Solitude at the end of the world/ Aral. Fishing in an invisible sea/ Hunters since the beginning of time
Giovedì 8 luglio ore 18.00:
Aral. Fishing in an invisible sea/Hunters since the beginning of time/Solitude at the end of the world
Giovedì 15 luglio ore 18.00:
Hunters since the beginning of time/ Solitude at the end of the world/ Aral. Fishing in an invisible sea
Melting Pot 3.0 di Stefano Boccalini
All’esterno dell’Hangar, Melting Pot 3.0 di Stefano Boccalini, una struttura permanente, inizialmente pensata per accogliere un dialogo con i quartieri di Bicocca e dintorni, verrà utilizzata per le attività di laboratorio, di gioco e di interazione con il pubblico.
Questo lavoro nasce dalla volontà di creare un legame tra l'HangarBicocca e il contesto che lo circonda aprendo le porte ad un possibile dialogo con la città.
Il progetto prenda forma dall'accostamento di una serie di elementi architettonici - le colonne fanno da sostegno ad una serie di travi che si intrecciano e vanno a comporre uno spazio - di provenienze geografiche e culture diverse, spogliate delle proprie caratteristiche decorative e portate ad una condizione dove la struttura prende il sopravvento. La struttura diviene così metafora di una possibile convivenza tra le diverse culture, passando attraverso una progressiva sottrazione rispetto alle nostre identità fino ad incontrarsi su un piano comune, dove poter costruire nuove identità condivise. Questo spazio vuole diventare un luogo, una sorta di piattaforma, dove si possono attivare piccole funzioni legate alle dinamiche interne al quartiere Bicocca e più in generale a quelle della città, ma anche legate alle attività culturali che un'istituzione come l'Hangar sarà in grado di produrre.
Collaborazioni Melting Pot 3.0 per l’inaugurazione il 24 Giugno
- Associazione Fior di Mylius
- Wurmkos + Filippo Monico
- Cinema Take Away di Alessandro Nassiri Tabibzadeh con video di Nicolò Lombardi
- Melting Pot 2.0 di Stefano Boccalini
- Archivio mobile di Stefano Boccalini + Studio Ghigos
Associazione Fior di Mylius
Fior di Milyus e’ un’ associazione costituita nel Marzo 2005. Ha lo scopo di promuovere e sviluppare le conoscenze botaniche e la cultura dei Giardini e del Paesaggio, intesa come conoscenza, progettazione, recupero e conservazione degli spazi verdi.
Wurmkos
Wurmkos è un laboratorio di arti visive creato nel 1987 da Pasquale Campanella e dalle persone con disagio psichico della Cooperativa Lotta contro l’Emarginazione di Sesto San Giovanni (Milano). È un luogo aperto, inteso come esperienza che mette in relazione arte e disagio senza porsi obiettivi di “salvezza”. Wurmkos lavora da diversi anni al suono contemporaneamente ad altri filoni di ricerca. Gli strumenti, o meglio gli oggetti sonori, progettati dal gruppo e suonati dal musicista d’avanguardia e improvvisatore Filippo Monico, saldano insieme l’aspetto visivo e sonoro.
Tutte le attività di HangarBicocca sono rese possibili grazie al contributo di:
Soci fondatori: Regione Lombardia, Camera di Commercio e Pirelli Re
Soci Partecipanti: Mba Group, Ogilvy e The Family
Per il Cubo: Bnl
Soci partecipanti Fondazione : Corriere della sera, April, Bpm, Dhl , Erco e Mainsoft
Media Partners: Mymi, Telesia e University.it
Opening: giovedì 24 giugno dalle ore 21.00
Date: 25 giugno - 19 settembre 2010
Sede: HangarBicocca, Via Chiese 2 (traversa V.le Sarca)
Orario: tutti i giorni dalle 11.00 alle 19.00, giovedì dalle 14.30 fino alle 22.00, lunedì chiuso
Ingresso: intero 8 euro, ridotto 6 euro
Informazioni: info@hangarbicocca.it - www.hangarbicocca.it
Ufficio Stampa: Lucia Crespi, tel. 02 89415532 - 89401645, lucia@luciacrespi.it
Press Office:
Marie Claude Esnault, ph. 0039 320 44 234 92 marie-claude.esnault@wanadoo.fr
Il progetto HangarBicocca
Il progetto HangarBicocca nasce con l’apertura all’arte contemporanea di un vasto stabilimento industriale appartenuto al Gruppo Ansaldo e dedicato alla produzione di bobine per i motori elettrici dei treni. Grazie alle sue particolari dimensioni (15.000 mq) e alle caratteristiche architettoniche di spazio industriale, HangarBicocca ha da subito suggerito la sua unicità e suggestività: completamente dipinto di blu scuro all’interno e all’esterno sigillato da una corazza di metallo color argento, con una visione sia longitudinale che verticale a perdita d’occhio, rappresenta un luogo eccellente per gli artisti che vengono catturati dallo spazio e stimolati a produrre lavori concepiti appositamente.
Il primo passo verso la nuova destinazione dell’edificio è stato quello dunque di coinvolgere direttamente artisti di fama internazionale interessati a raccogliere la sfida di un progetto site-specific in dialogo con uno spazio così suggestivo e visivamente potente. Primo fra tutti Anselm Kiefer che a settembre 2004 ha realizzato la monumentale opera I Sette Palazzi Celesti nella navata principale dell’Hangar, oggi in esposizione permanente e divenuta oggetto di pellegrinaggio da parte degli amanti dell’arte contemporanea. Dal 2004 al 2008, l’attività dell’HangarBicocca si è articolata in una serie di mostre ed eventi, destinati a sperimentare le possibilità dello spazio e verificare la fattibilità del progetto, maturando nel frattempo la consapevolezza che l’unicità inizialmente suggerita andava con decisione confermandosi, sia per le scelte espositive sia per il potenziale sviluppo del luogo.
La Fondazione
Al momento della sua nascita, nel 2004 con l'esposizione dei Sette Palazzi Celesti di Kiefer, oggi permanenti grazie a Pirelli RE, Hangar era essenzialmente un esercizio di comunicazione, visto che dipendeva dalla Direzione Comunicazione di Pirelli RE e Pirelli Ambiente. Dalla mostra dedicata a Marina Abramovic si è capito che Hangar era qualcosa di più grosso di un semplice esercizio di immagine, qualcosa che rappresentava per la Città di Milano una grossissima opportunità. La Fondazione è sembrata la forma migliore per staccare Pirelli dall'iniziativa, pur riconoscendole il suo ruolo essenziale di Promotore e per trasformare HangarBicocca in una iniziativa istituzionale e non più di comunicazione. Per questo La Fondazione è grata al Gruppo Pirelli e a Carlo Puri Negri, al tempo CEO di Pirelli RE, che ha creduto nel progetto fin dagli esordi. Per lo stesso motivo l'immobile e' stato affidato in comodato gratuito per 30 anni alla Fondazione, così come le torri di Kiefer e la scultura La Sequenza di Fausto Melotti che viene svelata il giorno della riapertura, il 24 Giugno, insieme alle mostre di Christian Boltanski e Carlos Casas, alla installazione di Stefano Boccalini e naturalmente all’opera monumentale di Kiefer.
Oggi la Fondazione è impegnata nella realizzazione del progetto e anche nel terzo passaggio di maturazione di HangarBicocca, ossia quello di fare di Hangar una istituzione posseduta dai suoi cittadini e non solo da altre istituzioni. La campagna online SEI UN PEZZO DI HANGAR partita in questi giorni richiama proprio a questo passaggio.
Il Comitato Scientifico
Tutte le scelte di Hangar rispondono al criterio della UNICITA', derivante dagli spazi e dall'opera di Kiefer, la più grande al coperto al mondo. L'idea era di avere un Comitato Scientifico dinamico, in cui la parte intellettuale sfidasse la parte artistica sui contenuti e in cui la parte artistica a sua volta sfidasse la parte intellettuale sul modo di rappresentare questi contenuti. La scelta di governance è stata accolta con entusiasmo dai potenziali membri del Comitato, che si sono trovati in una situazione forse nuova, ma appunto stimolante. I nomi di coloro che hanno accettato - Jan Hoet, Hans-Ulrich Olbrist, Marc-Olivier Wahler, Marina Wallace, Lotte Darso, Paolo Fabbri, Giulio Giorello e Severino Salvemini - ne sono buona testimonianza. Sempre per l'unicità e' stato deciso di dare al Comitato Scientifico un peso che generalmente è rivestito dal Curatore, limitando il suo intervento a 3 anni. In questo modo è l'istituzione a garantire la continuità del progetto e della visione e i Direttori Artistici che si succederanno sono chiamati a condividere e interpretare questa visione. La partecipazione di 100 candidati al bando che abbiamo lanciato su internet, dei quali 40 stranieri, e tra i quali il Comitato Scientifico ha scelto dopo un lungo esame Chiara Bertola, conferma che questa visione è stata condivisa da molti.
I linguaggi del contemporaneo
Fin dalla prime visioni di Hangar - e dai primi documenti divulgativi delle intenzioni di sviluppo che risalgono al 2006 - il progetto e' stato immaginato come un luogo di commistione dei diversi linguaggi del contemporaneo. L'arte rappresenta il timone principale sulla quale però si innestano una serie di iniziative collaterali quali Danza, Teatro e Musica Contemporanea. Abbiamo cominciato nel lontano 2005 con il concerto di Ludovico Einaudi, con Haim Baharier biblista, con Mixedmedia, con Eccellenti Letture, abbiamo ospitato l'Antigone dei Motus, letture di Scarpa... oggi grazie alla nomina del Direttore Artistico le attività sono più strutturate e cercano sempre di accompagnare le tematiche sviluppate dalla parte artistica, per il prossimo ottobre la Vulnerabilità. Hangar vuole essere un luogo vivo e frequentato aldilà dei vernissage. I progetti presentati dall’HangarBicocca si sono contraddistinti per un carattere fortemente sperimentale e di ricerca: si prevede di lavorare anche con i giovani talenti emergenti delle diverse discipline, gettando ancor di più uno sguardo sui protagonisti di domani, non solo dal punto di vista artistico ma anche curatoriale. Per tutto quanto accaduto in passato un riconoscimento va ai curatori che hanno seguito e sostenuto, alcuni già con profonda esperienza quali Adelina von Fürstenberg e Bartolomeo Pietromarchi, altri agli esordi quali Federica Schiavo e Serena Cattaneo, entrambe con mostre straordinarie (Daniele Puppi e Anthony McCall) che difficilmente avrebbero potuto curare in altri spazi. Il Direttore Artistico Chiara Bertola, che ha condiviso la visione di Hangar, si avvarrà inoltre della collaborazione di altri giovani curatori sia per le diverse aree tematiche accessorie sia per altre mostre, comunque inserite all'interno della programmazione che ha proposto al Comitato Scientifico e al Board della Fondazione. Questa attenzione rivolta ai giovani riveste un ruolo fondamentale e la Fondazione è in una posizione privilegiata e di totale indipendenza per poterlo fare al meglio.
I lavori di ristrutturazione
I lavori sono stati volutamente limitati al minimo cercando di raggiungere due obiettivi: da un lato dotare Hangar di una serie di soluzioni tecniche che lo mettessero in grado di ospitare delle mostre e dei visitatori in modo piacevole; dall'altro di mantenere il più possibile il sapore e la memoria industriale dei luoghi. Per questo motivo i lavori si sono concentrati sul riscaldamento, con una serpentina a terra e sull'impianto elettrico da 600 KW con derivazioni distribuite in tutto lo spazio. Sono quindi rimasti i muri scrostati, le scritte degli operai dell'Ansaldo, i tubi a vista. Si è voluto evitare il più possibile l'effetto di nuovo e asettico che purtroppo hanno tanti spazi ex industriali ristrutturati per diventare espositivi. Inoltre si è dotato Hangar di servizi igienici adeguati, di un Bistrot e di una Libreria/bookshop. Grazie al prezioso supporto di Mainsoft si sta inoltre procedendo a cablare tutto lo spazio, dotandolo di wireless e hotspot bluetooth per le spiegazioni multimediali delle opere.
Il rapporto con il pubblico
E’ l'offerta a fare la differenza, e si è già ampiamente dimostrato in passato e si dimostrererà ancora di più in futuro che Qualità è la parola d'ordine della Fondazione. I visitatori saranno chiamati a sperimentare molto di più e in modo molto più ampio, con l'obiettivo di dare a tutti, anche attraverso HBEdu (le attività di Education) gli strumenti per leggere il contemporaneo. E' il senso di inadeguatezza che spesso tiene lontano il pubblico dall'arte contemporanea: la Fondazione ha l'ambizione di voler trasmettere il piacere, sia pure con un piccolo sforzo, di capire che cosa l’arte contemporanea abbia da dirci.
Le opere permanenti
Oltre ai Sette Palazzi Celesti di Anselm Kiefer all’interno dell’Hangar, saranno collocate all’esterno La Sequenza di Fausto Melotti, e Melting Pot 3.0 di Stefano Boccalini che sarà inaugurata in occasione della nuova apertura. Per ora non sono previste altre opere permanenti, ma dipenderà dal tipo di lavoro, dagli artisti e da come questi si inseriranno nella narrativa di Hangar senza stravolgere la sua visione e la sua identità. La Fondazione non ha alcuna intenzione di far diventare Hangar una wunderkammer statica, ma intende rendere lo spazio dinamico e sperimentale per tutto lo sviluppo futuro.
Molti si chiedono se la Fondazione potrebbe diventare nel tempo quasi un museo del contemporaneo peculiare per opere di grande formato e site-specific difficilmente proponibili in altri contesti. In realtà Hangar non è mai stato né vuole diventare un Museo, ma certamente grazie alle dimensioni dei suoi spazi avrà un dialogo continuo con le altre istituzioni. Hangar avrà sempre un ruolo di continua sperimentazione che un Museo difficilmente riesce a rivestire. Per la Fondazione il tema dell'identità è fondamentale, quella prescelta è precisa e ben definita e qualsiasi forma di collaborazione con altre istituzioni pubbliche e private non potrà prescindere da questo.
Il quartiere Bicocca
Nella storia recente, il quartiere Bicocca è stato il cuore di quell’area industriale che si è rapidamente costituita ai primi del Novecento e che per molti decenni ha rappresentato il simbolo dell’industrializzazione lombarda. Falck, Pirelli, ma anche Ansaldo e Campari avevano tutte in quest’area la sede dei loro estesi stabilimenti industriali. A partire dalla fine degli anni Settanta, in seguito soprattutto alla riorganizzazione dei grandi gruppi a livello internazionale, si assiste ad un progressivo disimpegno dell’industria dalle aree urbane del nostro Paese dove si erano fino ad allora concentrate. Il Progetto Bicocca è così nato a metà degli anni ‘80 con l’obiettivo di riqualificare l’area industriale del quartiere, restituendola al tessuto urbano milanese e trasformandola in un nuovo polo della città. L’operazione, che interessa una superficie di 960.000 mq, è il più grande intervento di trasformazione urbanistica in Italia e in Europa è secondo solo a quello di Berlino. Il progetto di riqualificazione ha da subito privilegiato un aspetto multifunzionale portando a un’integrazione tra realtà culturali, economiche e sociali diverse: dalla fondamentale presenza dell’Università degli Studi Milano – Bicocca con oltre 45.000 studenti, al Teatro degli Arcimboldi, dal Cinema Multisala e dai diversi centri di ricerca (Consiglio Nazionale delle Ricerche, Laboratori Tecnologici Avanzati di Ricerca dell’Università) allesedi di grandi società multinazionali (Hachette-Rusconi, Deutsche Bank, Pirelli, Siemens).
PROGETTO 2010-2011
Direzione artistica di Chiara Bertola.
Collaborazione curatoriale di Roberto Casarotto, Susanne Franco e Andrea Lissoni.
La nuova programmazione del 2010 inaugura HangarBicocca restaurato: le navate, la piazza e lo shed. Lo spazio è restituito con un sistema di riscaldamento a pavimento, un Bistrot, una Libreria e la possibilità di una connessione wi-fi gratuita. Di fronte all’ingresso sarà realizzato un giardino che ospiterà la scultura La Sequenza di Fausto Melotti, restaurata e restituita alla città.
Tutta la programmazione artistica di HangarBicocca articola e dà visione ad un unico tema principale che costituisce il terreno d’indagine su cui s’innestano i vari eventi, la vulnerabilità, intesa nei suoi aspetti più diversi e profondi.
La vulnerabilità è quella singolare capacità empatica che permette a tutti gli esseri umani di riconoscere la propria fragilità ed accettare la propria responsabilità etica verso l'altro, verso la comunità e verso l'ambiente.
La spina dorsale del programma è costituita dai progetti di arte visiva: la grande installazione di Christian Boltanski1 (giugno 2010 – settembre 2010), che occuperà gli spazi di HangarBicocca da giugno a settembre, lascerà poi il posto al secondo grande evento dell’anno: la mostra Terre Vulnerabili (ottobre 2010 - giugno 2011).
Intorno alla spina dorsale del programma, costituita da progetti di arte visiva, si apriranno delle Fessure: eventi e spettacoli di altri linguaggi contemporanei come la musica, la danza, la poesia, il teatro.
Il tema della vulnerabilità sarà approfondito attraverso l’organizzazione di 6 Piattaforme teoriche: momenti di incontro e discussione in cui diversi esponenti della cultura si incontrano per discutere nelle principali sedi del sapere di Milano.
PROGRAMMA 2010-2011
24 Giugno 2010
Grande riapertura
Hangar Grande
Christian Boltanski, Personnes
25 giugno – 19 settembre 2010
installazione
in collaborazione con Grand Palais (Monumenta 2010), Parigi
Anselm Kiefer, I Sette Palazzi Celesti
Installazione permanente
Shed
Fessura
Carlos Casas
25 giugno – 1° agosto 2010
performance musicale e video
A cura di Andrea Lissoni
Apertura ristorante e libreria
Video interviste agli abitanti del quartiere Bicocca
di Nicolò Lombardi
Esterno
Fausto Melotti, La Sequenza
Scultura
Stefano Boccalini, Melting Pot 3.0
Installazione/spazio interattivo
Settembre 2010
Fessura
16 settembre 2010
Phill Niblock The movement of people working
performance musicale e video
A cura di Andrea Lissoni
Ottobre 2010
(data da definire)
Terre Vulnerabili, Primo quarto 1/4
Ackroyd & Harvey / Mario Airò / Stefano Arienti / Alice Cattaneo / Rä di Martino / Yona Friedman (shed) / Alberto Garutti / Gelitin / Mona Hatoum / Christiane Löhr / Hans Op de Beeck
Febbraio 2011
(data da definire)
Terre Vulnerabili, Secondo quarto 2/4
Ackroyd & Harvey / Mario Airò / Stefano Arienti/ Alice Cattaneo /Rä di Martino / Elisabetta di Maggio / Yona Friedman (Hangar) / Carlos Garaicoa / Alberto Garutti / Gelitin /Mona Hatoum / Christiane Löhr / Adele Prosdocimi / Remo Salvadori / Pascale Marthine Tayou / Nico Vascellari
Aprile 2011
(data da definire)
Terre Vulnerabili, Terzo quarto 3/4.
Ackroyd & Harvey / Mario Airò / Stefano Arienti / Massimo Bartolini / Stefano Boccalini / Ludovica Carbotta / Alice Cattaneo / Elisabetta Di Maggio / Rä di Martino / Yona Friedman / Carlos Garaicoa / Alberto Garutti / Gelitin / Mona Hatoum / Invernomuto / Kimsooja / Christiane Löhr / Roman Ondák / Hans Op De Beeck / Adele Prosdocimi / Remo Salvadori / Alberto Tadiello / Pascale Marthine Tayou / Nico Vascellari / Nari Ward
Giugno 2011(prima della Biennale)
(data da definire)
Terre Vulnerabili, Ultimo quarto 4/4.
Ackroyd & Harvey / Mario Airò / Stefano Arienti / Massimo Bartolini / Stefano Boccalini / Ludovica Carbotta / Alice Cattaneo / Elisabetta Di Maggio / Rä di Martino / Bruna Esposito / Yona Friedman / Carlos Garaicoa / Alberto Garutti / Gelitin / Mona Hatoum / Invernomuto / Kimsooja / Christiane Löhr / Marcellvs L. / Margherita Morgantin / Roman Ondák / Hans Op De Beeck / Adele Prosdocimi / Remo Salvadori/ Alberto Tadiello / Pascale Marthine Tayou / Nico Vascellari / Nari Ward / Franz West
Giugno 2011
(data da definire)
Fessura
Yasmeen Godder
performance di danza contemporanea
A cura di Roberto Casarotto e Susanne Franco
Giugno 2011
(data da definire)
Fessura
Emio Greco
danza
A cura di Roberto Casarotto e Susanne Franco
Ottobre 2010 – giugno 2011
Piattaforme teoriche (date da definire)
6 incontri che attraversano e approfondiscono il tema della vulnerabilità nei 6 luoghi del sapere a Milano.
Temi: Architettura Vulnerabile, Scienza Vulnerabile, Economia Vulnerabile, Segni Vulnerabili, Spiritualità Vulnerabili e Terra Vulnerabile.
Lungo tutto il periodo del progetto Terre Vulnerabili si terranno una serie di incontri teorici in collaborazione con il Comitato scientifico di HangarBicocca e i luoghi del sapere della città tra i quali l’Accademia di Belle Arti di Brera, la Nuova Accademia delle Belle Arti, il Politecnico, l’università Bicocca, l’Università Bocconi, l’Università Cattolica.
L’idea è quella di avvicinare il tema della vulnerabilità ai diversi saperi e alle diverse scienze per sollecitare nuovi pensieri, nuove parole e nuove immagini.
Settembre 2011
Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi
mostra video, documentazione, proiezioni pellicole
a cura di Andrea Lissoni
Terre vulnerabili
Progetto di Chiara Bertola
Mostra curata da Chiara Bertola in collaborazione con Andrea Lissoni
Artisiti coinvolti:
Ackroyd & Harvey / Mario Airò / Stefano Arienti / Massimo Bartolini / Stefano Boccalini / Ludovica Carbotta / Alice Cattaneo / Elisabetta Di Maggio / Rä Di Martino / Bruna Esposito / Yona Friedman / Carlos Garaicoa / Alberto Garutti / Gelitin / Mona Hatoum / Invernomuto / Kimsooja / Christiane Löhr / Marcellvs L. / Margherita Morgantin / Roman Ondák / Hans Op De Beeck / Adele Prosdocimi / Remo Salvadori / Alberto Tadiello / Pascale Marthine Tayou / Nico Vascellari / Nari Ward / Franz West
Tema della mostra
Si tratta di riconoscere il concetto di vulnerabilità dal punto di vista fisico e morale accogliendolo come centro positivo e vitale.
Vulnerabilità e’ quella singolare capacità empatica che permette a tutti gli esseri umani di riconoscere ed accettare la propria responsabilità etica verso l'altro, verso la comunità e verso l'ambiente.
Un progetto in evoluzione, germinativo e organico, che cresce nel tempo della sua vita espositiva permettendo al pubblico di prendersi cura del luogo stesso e della mostra e agli artisti di continuare a crescerlo e a nutrirlo. In questo modo i diversi soggetti si renderanno responsabili della sua cura e del suo stesso stare in vita.
Il progetto non si esaurisce soltanto nel traguardo di una mostra, ma inizia e si sviluppa attraverso un processo che comprende una serie di incontri con gli artisti coinvolti per creare insieme una nuova modalità di condivisione dell’evento stesso. La vulnerabilità si esprime così non soltanto nelle opere, ma anche in questa modalità curatoriale basata soprattutto sul mutuo riconoscimento, sulla condivisione e collaborazione tra gli artisti che necessariamente porterà a vivere esperienze inaspettate.
Le varie fasi in cui si articola la mostra sono anche il risultato degli incontri collegiali con gli artisti che si sono tenuti a Milano a partire da settembre 2009 e che hanno accompagnato con cadenza mensile la discussione e lo sviluppo processuale della mostra.
Struttura e vita del progetto
L'idea è che l'opera di ogni artista non si cristallizzi a inaugurazione finita, ma che continui a crescere e a evolversi lungo tutto il periodo del progetto con aggiunte, correzioni, dialoghi con gli altri artisti invitati e con il pubblico.
In questo modo i diversi soggetti si renderanno responsabili della sua cura e del suo stesso stare in vita.
Il progetto, a cui parteciperanno 30 artisti internazionali, sarà cadenzato da attività inaugurative (4 quarti come le fasi lunari). Tutti gli artisti parteciperanno in modo continuativo alle diverse fasi dell'evento, vale a dire che ogni nuova fase che s'inaugura dovrà innestarsi su quella precedente, che non viene annullata ma “sommata” all’altra.
In questo modo si rende il progetto “vivo”, nel senso che prosegue al di là della singola inaugurazione: uno dei tasselli di un progetto più ampio e costantemente in movimento verso “qualcos’altro”.
CHRISTIAN BOLTANSKI, FAUSTO MELOTTI, ANSELM KIEFER, CARLOS CASA E STEFANO BOCCALINI
Una riapertura di respiro internazionale per lo spazio d’arte contemporanea milanese finalmente ristrutturato
Presentati anche gli spazi della Libreria, del Bistrot e del giardino esterno
Direzione Artistica di Chiara Bertola
Il 24 Giugno HangarBicocca riapre i propri spazi dopo i lunghi lavori di ristrutturazione, intenzionalmente limitati al minimo cercando di raggiungere due obiettivi: da un lato dotare Hangar di una serie di soluzioni tecniche che lo mettessero in grado di ospitare delle mostre e di farle fruire ai visitatori in modo piacevole; dall'altro di mantenere il più possibile il sapore e la memoria industriale dei luoghi, senza cancellarli con una patina di modernità stilistica.
Negli spazi rinnovati saranno aperti al pubblico anche la libreria, HBArt Book gestita da Fabio Castelli e l’HB Bistrot, con un design che mira a creare un atmosfera di piacevole armonia con l’architettura e che rimarranno aperti e accessibili oltre gli orari di apertura degli spazi espositivi, in modo da rendere i luoghi fruibili al vasto ed eterogeneo pubblico che dall’inizio ha scelto HangarBicocca come destinazione delle proprie esperienze culturali.
Cinque Artisti, di cui tre permanenti - oltre all’installazione di Anslem Kiefer anche i lavori di Fausto Melotti La Sequenza e di Stefano Boccalini Melting Pot 3.0 - e due temporanei - Christan Boltanski con Personnes e Carlos Casas con End - inaugurano l’attività espositiva di HangarBicocca sotto la Direzione Artistica di Chiara Bertola, caratterizzata da una modalità curatoriale che si avvale della collaborazione di un pool di curatori specifici per le attività complementari a quelle espositive: Susanne Franco e Roberto Casarotto per la Danza Contemporanea e Andrea Lissoni per il New Media, il Cinema e la Musica, creando in questo modo un’alchimia unica nel panorama espositivo contemporaneo e garantendo la qualità dell’offerta di HangarBicocca in tutte le declinazioni della Cultura Contemporanea.
Questo Grand Opening rappresenta una novità anche dal punto di vista delle relazioni internazionali di Hangar: tre grandi spazi dell’arte contemporanea mondiale - il Grand Palais a Parigi, l’Armory a New York e HangarBicocca a Milano - hanno deciso di creare un network internazionale per la pianificazione dei prossimi eventi espositivi. La prima iniziativa comune è la grande mostra Monumenta 2010 - Christian Boltanski che, dopo Parigi, si reinventa adattandosi alle particolarità dei grandi spazi di New York e di Milano.
"Monumenta" è un evento annuale del Ministère de la culture et communication, coprodotto dal Centre national des arts plastiques, della Réunion des musées nationaux e del Grand Palais a Parigi.
CHRISTIAN BOLTANSKI, Personnes
Christian Boltanski, il grande artista francese dell’emozione e del vissuto, ha ripensato la monumentale installazione Personnes, presentata a Parigi al Grand Palais in occasione del progetto Monumenta, per lo straordinario spazio di HangarBicocca, che riapre alla città dopo un lungo intervento di ristrutturazione che lo ha dotato di nuova pavimentazione, impianto elettrico e di riscaldamento, caffetteria, libreria e giardino.
L’installazione consiste in un vasto cumulo di vestiti usati ammassati nel grande CUBO in fondo all’Hangar; sopra la montagna d’indumenti una grande gru li mescola e sposta casualmente. Si accederà al CUBO attraversando un lungo corridoio nella grande navata, e durante il “cammino” si ascolteranno incessantemente i battiti del cuore che Boltanski registra dal 2008 all’interno del suo progetto Les Archives du coeur che conta già sessantamila battiti di cuore registrati. L’archivio dei cuori dell’umanità, realizzato grazie alla Naoshima Fukutake Art Museum Foundation e custodito nell’isola giapponese di Teshima, è destinato a crescere negli anni. Anche i visitatori di HangarBicocca potranno aggiungere le loro pulsazioni cardiache, registrandole su un CD in un apposito spazio, e diventare così parte di questo ambizioso progetto di Boltanski.
L’installazione di Boltanski, di grande impatto visivo ed emozionale, forma un’opera unica che sviluppa i temi fondamentali del rapporto tra vita e morte, dell’esistenza umana individuale e collettiva, della memoria e dell’oblio, del passato e del presente, conducendo il visitatore in una intensa esperienza multisensoriale e inducendolo a riflettere sul passare inesorabile del tempo, sul destino e sul significato della vita umana.
La mostra di Boltanski in HangarBicocca è molto diversa da quella presentata a Parigi e di recente a New York. E’, secondo le parole dell’artista: “una partitura musicale suonata in modo diverso a seconda del luogo”. Per due motivi essenziali: la presenza della straordinaria opera Sette palazzi celesti di Anselm Kiefer e la peculiarità dello spazio.
Boltanski ha scelto di rendere l’installazione Personnes meno materica e più spirituale e drammatica, enfatizzando la parte sonora, e creando un dialogo tra luce e ombra, tra vita e morte, per accordarsi al significato più profondo dell’opera di Kiefer e per adattarla a quello che ha definito “uno spazio straordinario”.
Il visitatore si trova perciò immerso nel buio della navata lunga, accanto alle torri e sente il battito del cuore umano che diventa sempre più forte man mano che procede, in un percorso obbligato, verso la luce del CUBO, dove trova la grande gru che sceglie casualmente da un mucchio i vestiti, per depositarli qualche metro più in là. Si avanza verso il destino, in un cammino stretto e delimitato da una griglia metallica, senza poter tornare indietro, con i battiti del cuore che pulsano dentro ciascuno di noi. La gru esprime anche questa volta il Caso o, per i credenti, la mano di Dio che sceglie ogni giorno chi sarà espulso dalla vita. I vestiti alludono alla vita, fanno immaginare chi li ha portati, segnano l’assenza non la presenza, fanno riflettere sulla fragilità umana e ciascuno viene costretto a scendere a patti con lo scorrere implacabile del tempo, per il quale non c’è una spiegazione razionale e che è assolutamente ineluttabile.
Dieci giorni prima della chiusura della mostra ciascun visitatore potrà portarsi via qualche indumento e distruggere così la montagna incombente e nello stesso tempo restituire nuova vita e un nuovo destino ai vestiti di Personnes. Questo per rendere la mostra “sostenibile” anche dal punto di vista dell’impatto ambientale, fatto che sta molto a cuore all’artista.
Un lavoro dunque di straordinario spessore umano, al tempo stesso semplice e sofisticato, che chiede al visitatore di abbandonare, entrando in Hangar, le proprie cristallizzate abitudini visive e mentali e di vivere nell’opera, facendone parte, individuo unico tra la moltitudine di essere simili. Boltanski, in accordo con le teorie orientali, insiste nel trasmettere, tramite una parabola semplice, concetti filosofici fondamentali legati al significato dell’esperienza umana. Ed auspica inoltre che la disastrosa crisi economica che ha colpito il mondo intero, possa riportare l’uomo all’essenza delle cose quotidiane, favorendone le relazioni e gli scambi e tramandando le “storie” di ogni famiglia o gruppo di persone. “La nostra essenza - dice Boltanski - è fatta di tanti pezzetti dei nostri morti che vivono in noi e ci costruiscono”.
La Sequenza di Fausto Melotti
Tra le monumentali sculture di Fausto Melotti (1901-1986), artista milanese di fama internazionale, La sequenza (progettata nel 1971 e realizzata nel ’81) spicca per grandiosità, solennità, coerenza. Composta da una serie di lastre di ferro verticali e scalate in profondità su tre piani ondulati che richiamano, in una tensione al movimento, lo scorrere delle dita su una tastiera musicale, è lunga ventidue metri, alta sette e profonda undici e i suoi volumi riecheggiano nell’aria come un maestoso vibrafono cosmico. L’artista più sottile, più delicato, lo scultore più “leggero”, più trasparente che la storia dell’arte ricordi (insieme a Calder), con questa opera ha dimostrato come anche nelle grandi misure, anche nelle monumentali dimensioni, una forma può trasfigurare qualsiasi peso in un gioco lievissimo di equilibri e di ritmi, di piani e di luci.
Esposta al Forte Belvedere di Firenze nel 1981, è stata poi trasferita nel 1991 nel parco di Villa Arconati a Bollate (Milano).
Dopo un accurato restauro grazie al contributo di Pirelli RE, svolto sotto la supervisione dell’archivio Fausto Melotti e con la prestigiosa consulenza del maestro Arnaldo Pomodoro, la scultura è stata collocata nel giardino di fronte all’ingresso dell’HangarBicocca, diventandone così simbolicamente la porta culturale e cerniera tra l’eredità culturale di un maestro del Novecento e il futuro da costruire con l’attività sperimentale dell’HangarBicocca.
End, la trilogia di video di Carlos Casas
Si potranno vedere sino al 1° agosto i video, premiati dai maggiori festival, della serie End dell’artista visivo e filmaker catalano Carlos Casas, dedicati ai paesaggi più estremi del mondo e accompagnati da una contrastante base sonora.
End è un’opera dedicata ai luoghi remoti del pianeta, un requiem visivo per le terre estreme, un percorso nelle periferie più distanti dalla civilizzazione là dove persone e ambiente si fondono fra loro. End è una ricerca sull’immagine e l’immaginario della fine.
Presentata in anteprima mondiale e realizzata appositamente per HangarBicocca nel quadro del più ampio progetto Terre Vulnerabili, End è un’installazione video che riattraversa nella sua interezza tutti i materiali audiovisivi raccolti da Carlos Casas lungo la realizzazione delle trilogia di film End*.
L’installazione si presenta come una tripla proiezione su due lati, composta di un’unica opera pensata per tre schermi su un lato e di tre proiezioni per uno schermo singolo sull’altro. L’installazione video per tre schermi - basata interamente su materiale inedito - riassembla immagini e suoni esplorando inedite soluzioni narrative e differenti visioni dei materiali, cercando di mettere in crisi la visione impositiva del dispositivo cinematografico, con le sue durate obbligate e di sfuggire alla sola esperienza contemplativa.
Sul lato opposto invece, sono presenti uno dietro l’altro i “fieldwork” realizzati in Patagonia, Uzbekistan e in Siberia, montati secondo un processo aleatorio che renderà l’intera installazione mai uguale a se stessa lungo la durata di tutta la mostra.
* La trilogia End è sia una serie di tre film documentari, di 52 o 87 minuti, sia una ricerca effettuata con fieldwork (riprese statiche o con lenti movimenti di camera, basate su radiofrequenze che entrano poi a fare parte dell’opera e che fungono da strumenti alternativi per catturare le stratificazioni invisibili dei luoghi) e materiali di archivio. Basata sulla disintegrazione, la sparizione e l’immaginario della fine nelle periferie della civiltà, la trilogia è stata girata in alcuni fra i più estremi ambienti del pianeta: in Tierra del Fuego, Patagonia, sul lago di Aral in Uzbekistan e nello Stretto di Bering in Chukotka, Siberia.
La trilogia è abitata al tempo stesso da una tensione futuristica e visionaria e da una sorta di nostalgia di un mondo passato inevitabilmente destinato a scomparire; End è come una radiografia, condotta con un inedito approccio fra l’antropologico e il documentaristico-narrativo, di terre e di persone al confine fra vulnerabilità e invulnerabilità.
“Ero interessato a vivere in queste terre cercando di catturare quegli stili di vita che stanno sparendo - dice Casas - ero interessato a luoghi che rappresentassero al tempo stesso uno scenario post apocalittico del futuro e un senso di civiltà arcaica. Ero interessato alle persone che vivono nelle periferie della civiltà e al modo in cui sopravvivono quotidianamente, a vivere tra loro, seguendone i ritmi e cercando di capirne le ragioni. Sono fermamente convinto che in quei luoghi ho trovato lo spirito umano nel suo stato più puro e sincero e spero che queste persone e le loro vite gettino una luce sui visitatori occidentali e civilizzati. Spero che questi filmati testimonieranno la loro esistenza”.
L’installazione verrà inoltre trasformata in live media e suonata dal vivo per una serata speciale che avrà luogo martedì 29 giugno alle 21.30 con la proiezione di TUNDRA con colonna sonora dal vivo di Carlos Casas.
Biglietto intero 15 €
Biglietto ridotto 10 €
Nei primi tre giovedì di luglio verrà proiettata la trilogia completa:
Solitude at the end of the world (52’, col., 2002-2005, Spagnolo con sottotitoli in italiano)
Aral. Fishing in an invisible sea (52’, col., 2005, Karakalpako/Russo con sottotitoli in italiano)
Hunters since the beginning of time (52’, 2008, Chukchi/Russo con sottotitoli in italiano)
Film Courtesy: Fabrica, RTSI, Colors Magazine.
Ringraziamenti speciali: Sebastian Escofet, Felipe Guerrero, Fernando Zuber, Saodat Ismailova.
Giovedì 1 luglio ore 18.00:
Solitude at the end of the world/ Aral. Fishing in an invisible sea/ Hunters since the beginning of time
Giovedì 8 luglio ore 18.00:
Aral. Fishing in an invisible sea/Hunters since the beginning of time/Solitude at the end of the world
Giovedì 15 luglio ore 18.00:
Hunters since the beginning of time/ Solitude at the end of the world/ Aral. Fishing in an invisible sea
Melting Pot 3.0 di Stefano Boccalini
All’esterno dell’Hangar, Melting Pot 3.0 di Stefano Boccalini, una struttura permanente, inizialmente pensata per accogliere un dialogo con i quartieri di Bicocca e dintorni, verrà utilizzata per le attività di laboratorio, di gioco e di interazione con il pubblico.
Questo lavoro nasce dalla volontà di creare un legame tra l'HangarBicocca e il contesto che lo circonda aprendo le porte ad un possibile dialogo con la città.
Il progetto prenda forma dall'accostamento di una serie di elementi architettonici - le colonne fanno da sostegno ad una serie di travi che si intrecciano e vanno a comporre uno spazio - di provenienze geografiche e culture diverse, spogliate delle proprie caratteristiche decorative e portate ad una condizione dove la struttura prende il sopravvento. La struttura diviene così metafora di una possibile convivenza tra le diverse culture, passando attraverso una progressiva sottrazione rispetto alle nostre identità fino ad incontrarsi su un piano comune, dove poter costruire nuove identità condivise. Questo spazio vuole diventare un luogo, una sorta di piattaforma, dove si possono attivare piccole funzioni legate alle dinamiche interne al quartiere Bicocca e più in generale a quelle della città, ma anche legate alle attività culturali che un'istituzione come l'Hangar sarà in grado di produrre.
Collaborazioni Melting Pot 3.0 per l’inaugurazione il 24 Giugno
- Associazione Fior di Mylius
- Wurmkos + Filippo Monico
- Cinema Take Away di Alessandro Nassiri Tabibzadeh con video di Nicolò Lombardi
- Melting Pot 2.0 di Stefano Boccalini
- Archivio mobile di Stefano Boccalini + Studio Ghigos
Associazione Fior di Mylius
Fior di Milyus e’ un’ associazione costituita nel Marzo 2005. Ha lo scopo di promuovere e sviluppare le conoscenze botaniche e la cultura dei Giardini e del Paesaggio, intesa come conoscenza, progettazione, recupero e conservazione degli spazi verdi.
Wurmkos
Wurmkos è un laboratorio di arti visive creato nel 1987 da Pasquale Campanella e dalle persone con disagio psichico della Cooperativa Lotta contro l’Emarginazione di Sesto San Giovanni (Milano). È un luogo aperto, inteso come esperienza che mette in relazione arte e disagio senza porsi obiettivi di “salvezza”. Wurmkos lavora da diversi anni al suono contemporaneamente ad altri filoni di ricerca. Gli strumenti, o meglio gli oggetti sonori, progettati dal gruppo e suonati dal musicista d’avanguardia e improvvisatore Filippo Monico, saldano insieme l’aspetto visivo e sonoro.
Tutte le attività di HangarBicocca sono rese possibili grazie al contributo di:
Soci fondatori: Regione Lombardia, Camera di Commercio e Pirelli Re
Soci Partecipanti: Mba Group, Ogilvy e The Family
Per il Cubo: Bnl
Soci partecipanti Fondazione : Corriere della sera, April, Bpm, Dhl , Erco e Mainsoft
Media Partners: Mymi, Telesia e University.it
Opening: giovedì 24 giugno dalle ore 21.00
Date: 25 giugno - 19 settembre 2010
Sede: HangarBicocca, Via Chiese 2 (traversa V.le Sarca)
Orario: tutti i giorni dalle 11.00 alle 19.00, giovedì dalle 14.30 fino alle 22.00, lunedì chiuso
Ingresso: intero 8 euro, ridotto 6 euro
Informazioni: info@hangarbicocca.it - www.hangarbicocca.it
Ufficio Stampa: Lucia Crespi, tel. 02 89415532 - 89401645, lucia@luciacrespi.it
Press Office:
Marie Claude Esnault, ph. 0039 320 44 234 92 marie-claude.esnault@wanadoo.fr
Il progetto HangarBicocca
Il progetto HangarBicocca nasce con l’apertura all’arte contemporanea di un vasto stabilimento industriale appartenuto al Gruppo Ansaldo e dedicato alla produzione di bobine per i motori elettrici dei treni. Grazie alle sue particolari dimensioni (15.000 mq) e alle caratteristiche architettoniche di spazio industriale, HangarBicocca ha da subito suggerito la sua unicità e suggestività: completamente dipinto di blu scuro all’interno e all’esterno sigillato da una corazza di metallo color argento, con una visione sia longitudinale che verticale a perdita d’occhio, rappresenta un luogo eccellente per gli artisti che vengono catturati dallo spazio e stimolati a produrre lavori concepiti appositamente.
Il primo passo verso la nuova destinazione dell’edificio è stato quello dunque di coinvolgere direttamente artisti di fama internazionale interessati a raccogliere la sfida di un progetto site-specific in dialogo con uno spazio così suggestivo e visivamente potente. Primo fra tutti Anselm Kiefer che a settembre 2004 ha realizzato la monumentale opera I Sette Palazzi Celesti nella navata principale dell’Hangar, oggi in esposizione permanente e divenuta oggetto di pellegrinaggio da parte degli amanti dell’arte contemporanea. Dal 2004 al 2008, l’attività dell’HangarBicocca si è articolata in una serie di mostre ed eventi, destinati a sperimentare le possibilità dello spazio e verificare la fattibilità del progetto, maturando nel frattempo la consapevolezza che l’unicità inizialmente suggerita andava con decisione confermandosi, sia per le scelte espositive sia per il potenziale sviluppo del luogo.
La Fondazione
Al momento della sua nascita, nel 2004 con l'esposizione dei Sette Palazzi Celesti di Kiefer, oggi permanenti grazie a Pirelli RE, Hangar era essenzialmente un esercizio di comunicazione, visto che dipendeva dalla Direzione Comunicazione di Pirelli RE e Pirelli Ambiente. Dalla mostra dedicata a Marina Abramovic si è capito che Hangar era qualcosa di più grosso di un semplice esercizio di immagine, qualcosa che rappresentava per la Città di Milano una grossissima opportunità. La Fondazione è sembrata la forma migliore per staccare Pirelli dall'iniziativa, pur riconoscendole il suo ruolo essenziale di Promotore e per trasformare HangarBicocca in una iniziativa istituzionale e non più di comunicazione. Per questo La Fondazione è grata al Gruppo Pirelli e a Carlo Puri Negri, al tempo CEO di Pirelli RE, che ha creduto nel progetto fin dagli esordi. Per lo stesso motivo l'immobile e' stato affidato in comodato gratuito per 30 anni alla Fondazione, così come le torri di Kiefer e la scultura La Sequenza di Fausto Melotti che viene svelata il giorno della riapertura, il 24 Giugno, insieme alle mostre di Christian Boltanski e Carlos Casas, alla installazione di Stefano Boccalini e naturalmente all’opera monumentale di Kiefer.
Oggi la Fondazione è impegnata nella realizzazione del progetto e anche nel terzo passaggio di maturazione di HangarBicocca, ossia quello di fare di Hangar una istituzione posseduta dai suoi cittadini e non solo da altre istituzioni. La campagna online SEI UN PEZZO DI HANGAR partita in questi giorni richiama proprio a questo passaggio.
Il Comitato Scientifico
Tutte le scelte di Hangar rispondono al criterio della UNICITA', derivante dagli spazi e dall'opera di Kiefer, la più grande al coperto al mondo. L'idea era di avere un Comitato Scientifico dinamico, in cui la parte intellettuale sfidasse la parte artistica sui contenuti e in cui la parte artistica a sua volta sfidasse la parte intellettuale sul modo di rappresentare questi contenuti. La scelta di governance è stata accolta con entusiasmo dai potenziali membri del Comitato, che si sono trovati in una situazione forse nuova, ma appunto stimolante. I nomi di coloro che hanno accettato - Jan Hoet, Hans-Ulrich Olbrist, Marc-Olivier Wahler, Marina Wallace, Lotte Darso, Paolo Fabbri, Giulio Giorello e Severino Salvemini - ne sono buona testimonianza. Sempre per l'unicità e' stato deciso di dare al Comitato Scientifico un peso che generalmente è rivestito dal Curatore, limitando il suo intervento a 3 anni. In questo modo è l'istituzione a garantire la continuità del progetto e della visione e i Direttori Artistici che si succederanno sono chiamati a condividere e interpretare questa visione. La partecipazione di 100 candidati al bando che abbiamo lanciato su internet, dei quali 40 stranieri, e tra i quali il Comitato Scientifico ha scelto dopo un lungo esame Chiara Bertola, conferma che questa visione è stata condivisa da molti.
I linguaggi del contemporaneo
Fin dalla prime visioni di Hangar - e dai primi documenti divulgativi delle intenzioni di sviluppo che risalgono al 2006 - il progetto e' stato immaginato come un luogo di commistione dei diversi linguaggi del contemporaneo. L'arte rappresenta il timone principale sulla quale però si innestano una serie di iniziative collaterali quali Danza, Teatro e Musica Contemporanea. Abbiamo cominciato nel lontano 2005 con il concerto di Ludovico Einaudi, con Haim Baharier biblista, con Mixedmedia, con Eccellenti Letture, abbiamo ospitato l'Antigone dei Motus, letture di Scarpa... oggi grazie alla nomina del Direttore Artistico le attività sono più strutturate e cercano sempre di accompagnare le tematiche sviluppate dalla parte artistica, per il prossimo ottobre la Vulnerabilità. Hangar vuole essere un luogo vivo e frequentato aldilà dei vernissage. I progetti presentati dall’HangarBicocca si sono contraddistinti per un carattere fortemente sperimentale e di ricerca: si prevede di lavorare anche con i giovani talenti emergenti delle diverse discipline, gettando ancor di più uno sguardo sui protagonisti di domani, non solo dal punto di vista artistico ma anche curatoriale. Per tutto quanto accaduto in passato un riconoscimento va ai curatori che hanno seguito e sostenuto, alcuni già con profonda esperienza quali Adelina von Fürstenberg e Bartolomeo Pietromarchi, altri agli esordi quali Federica Schiavo e Serena Cattaneo, entrambe con mostre straordinarie (Daniele Puppi e Anthony McCall) che difficilmente avrebbero potuto curare in altri spazi. Il Direttore Artistico Chiara Bertola, che ha condiviso la visione di Hangar, si avvarrà inoltre della collaborazione di altri giovani curatori sia per le diverse aree tematiche accessorie sia per altre mostre, comunque inserite all'interno della programmazione che ha proposto al Comitato Scientifico e al Board della Fondazione. Questa attenzione rivolta ai giovani riveste un ruolo fondamentale e la Fondazione è in una posizione privilegiata e di totale indipendenza per poterlo fare al meglio.
I lavori di ristrutturazione
I lavori sono stati volutamente limitati al minimo cercando di raggiungere due obiettivi: da un lato dotare Hangar di una serie di soluzioni tecniche che lo mettessero in grado di ospitare delle mostre e dei visitatori in modo piacevole; dall'altro di mantenere il più possibile il sapore e la memoria industriale dei luoghi. Per questo motivo i lavori si sono concentrati sul riscaldamento, con una serpentina a terra e sull'impianto elettrico da 600 KW con derivazioni distribuite in tutto lo spazio. Sono quindi rimasti i muri scrostati, le scritte degli operai dell'Ansaldo, i tubi a vista. Si è voluto evitare il più possibile l'effetto di nuovo e asettico che purtroppo hanno tanti spazi ex industriali ristrutturati per diventare espositivi. Inoltre si è dotato Hangar di servizi igienici adeguati, di un Bistrot e di una Libreria/bookshop. Grazie al prezioso supporto di Mainsoft si sta inoltre procedendo a cablare tutto lo spazio, dotandolo di wireless e hotspot bluetooth per le spiegazioni multimediali delle opere.
Il rapporto con il pubblico
E’ l'offerta a fare la differenza, e si è già ampiamente dimostrato in passato e si dimostrererà ancora di più in futuro che Qualità è la parola d'ordine della Fondazione. I visitatori saranno chiamati a sperimentare molto di più e in modo molto più ampio, con l'obiettivo di dare a tutti, anche attraverso HBEdu (le attività di Education) gli strumenti per leggere il contemporaneo. E' il senso di inadeguatezza che spesso tiene lontano il pubblico dall'arte contemporanea: la Fondazione ha l'ambizione di voler trasmettere il piacere, sia pure con un piccolo sforzo, di capire che cosa l’arte contemporanea abbia da dirci.
Le opere permanenti
Oltre ai Sette Palazzi Celesti di Anselm Kiefer all’interno dell’Hangar, saranno collocate all’esterno La Sequenza di Fausto Melotti, e Melting Pot 3.0 di Stefano Boccalini che sarà inaugurata in occasione della nuova apertura. Per ora non sono previste altre opere permanenti, ma dipenderà dal tipo di lavoro, dagli artisti e da come questi si inseriranno nella narrativa di Hangar senza stravolgere la sua visione e la sua identità. La Fondazione non ha alcuna intenzione di far diventare Hangar una wunderkammer statica, ma intende rendere lo spazio dinamico e sperimentale per tutto lo sviluppo futuro.
Molti si chiedono se la Fondazione potrebbe diventare nel tempo quasi un museo del contemporaneo peculiare per opere di grande formato e site-specific difficilmente proponibili in altri contesti. In realtà Hangar non è mai stato né vuole diventare un Museo, ma certamente grazie alle dimensioni dei suoi spazi avrà un dialogo continuo con le altre istituzioni. Hangar avrà sempre un ruolo di continua sperimentazione che un Museo difficilmente riesce a rivestire. Per la Fondazione il tema dell'identità è fondamentale, quella prescelta è precisa e ben definita e qualsiasi forma di collaborazione con altre istituzioni pubbliche e private non potrà prescindere da questo.
Il quartiere Bicocca
Nella storia recente, il quartiere Bicocca è stato il cuore di quell’area industriale che si è rapidamente costituita ai primi del Novecento e che per molti decenni ha rappresentato il simbolo dell’industrializzazione lombarda. Falck, Pirelli, ma anche Ansaldo e Campari avevano tutte in quest’area la sede dei loro estesi stabilimenti industriali. A partire dalla fine degli anni Settanta, in seguito soprattutto alla riorganizzazione dei grandi gruppi a livello internazionale, si assiste ad un progressivo disimpegno dell’industria dalle aree urbane del nostro Paese dove si erano fino ad allora concentrate. Il Progetto Bicocca è così nato a metà degli anni ‘80 con l’obiettivo di riqualificare l’area industriale del quartiere, restituendola al tessuto urbano milanese e trasformandola in un nuovo polo della città. L’operazione, che interessa una superficie di 960.000 mq, è il più grande intervento di trasformazione urbanistica in Italia e in Europa è secondo solo a quello di Berlino. Il progetto di riqualificazione ha da subito privilegiato un aspetto multifunzionale portando a un’integrazione tra realtà culturali, economiche e sociali diverse: dalla fondamentale presenza dell’Università degli Studi Milano – Bicocca con oltre 45.000 studenti, al Teatro degli Arcimboldi, dal Cinema Multisala e dai diversi centri di ricerca (Consiglio Nazionale delle Ricerche, Laboratori Tecnologici Avanzati di Ricerca dell’Università) allesedi di grandi società multinazionali (Hachette-Rusconi, Deutsche Bank, Pirelli, Siemens).
PROGETTO 2010-2011
Direzione artistica di Chiara Bertola.
Collaborazione curatoriale di Roberto Casarotto, Susanne Franco e Andrea Lissoni.
La nuova programmazione del 2010 inaugura HangarBicocca restaurato: le navate, la piazza e lo shed. Lo spazio è restituito con un sistema di riscaldamento a pavimento, un Bistrot, una Libreria e la possibilità di una connessione wi-fi gratuita. Di fronte all’ingresso sarà realizzato un giardino che ospiterà la scultura La Sequenza di Fausto Melotti, restaurata e restituita alla città.
Tutta la programmazione artistica di HangarBicocca articola e dà visione ad un unico tema principale che costituisce il terreno d’indagine su cui s’innestano i vari eventi, la vulnerabilità, intesa nei suoi aspetti più diversi e profondi.
La vulnerabilità è quella singolare capacità empatica che permette a tutti gli esseri umani di riconoscere la propria fragilità ed accettare la propria responsabilità etica verso l'altro, verso la comunità e verso l'ambiente.
La spina dorsale del programma è costituita dai progetti di arte visiva: la grande installazione di Christian Boltanski1 (giugno 2010 – settembre 2010), che occuperà gli spazi di HangarBicocca da giugno a settembre, lascerà poi il posto al secondo grande evento dell’anno: la mostra Terre Vulnerabili (ottobre 2010 - giugno 2011).
Intorno alla spina dorsale del programma, costituita da progetti di arte visiva, si apriranno delle Fessure: eventi e spettacoli di altri linguaggi contemporanei come la musica, la danza, la poesia, il teatro.
Il tema della vulnerabilità sarà approfondito attraverso l’organizzazione di 6 Piattaforme teoriche: momenti di incontro e discussione in cui diversi esponenti della cultura si incontrano per discutere nelle principali sedi del sapere di Milano.
PROGRAMMA 2010-2011
24 Giugno 2010
Grande riapertura
Hangar Grande
Christian Boltanski, Personnes
25 giugno – 19 settembre 2010
installazione
in collaborazione con Grand Palais (Monumenta 2010), Parigi
Anselm Kiefer, I Sette Palazzi Celesti
Installazione permanente
Shed
Fessura
Carlos Casas
25 giugno – 1° agosto 2010
performance musicale e video
A cura di Andrea Lissoni
Apertura ristorante e libreria
Video interviste agli abitanti del quartiere Bicocca
di Nicolò Lombardi
Esterno
Fausto Melotti, La Sequenza
Scultura
Stefano Boccalini, Melting Pot 3.0
Installazione/spazio interattivo
Settembre 2010
Fessura
16 settembre 2010
Phill Niblock The movement of people working
performance musicale e video
A cura di Andrea Lissoni
Ottobre 2010
(data da definire)
Terre Vulnerabili, Primo quarto 1/4
Ackroyd & Harvey / Mario Airò / Stefano Arienti / Alice Cattaneo / Rä di Martino / Yona Friedman (shed) / Alberto Garutti / Gelitin / Mona Hatoum / Christiane Löhr / Hans Op de Beeck
Febbraio 2011
(data da definire)
Terre Vulnerabili, Secondo quarto 2/4
Ackroyd & Harvey / Mario Airò / Stefano Arienti/ Alice Cattaneo /Rä di Martino / Elisabetta di Maggio / Yona Friedman (Hangar) / Carlos Garaicoa / Alberto Garutti / Gelitin /Mona Hatoum / Christiane Löhr / Adele Prosdocimi / Remo Salvadori / Pascale Marthine Tayou / Nico Vascellari
Aprile 2011
(data da definire)
Terre Vulnerabili, Terzo quarto 3/4.
Ackroyd & Harvey / Mario Airò / Stefano Arienti / Massimo Bartolini / Stefano Boccalini / Ludovica Carbotta / Alice Cattaneo / Elisabetta Di Maggio / Rä di Martino / Yona Friedman / Carlos Garaicoa / Alberto Garutti / Gelitin / Mona Hatoum / Invernomuto / Kimsooja / Christiane Löhr / Roman Ondák / Hans Op De Beeck / Adele Prosdocimi / Remo Salvadori / Alberto Tadiello / Pascale Marthine Tayou / Nico Vascellari / Nari Ward
Giugno 2011(prima della Biennale)
(data da definire)
Terre Vulnerabili, Ultimo quarto 4/4.
Ackroyd & Harvey / Mario Airò / Stefano Arienti / Massimo Bartolini / Stefano Boccalini / Ludovica Carbotta / Alice Cattaneo / Elisabetta Di Maggio / Rä di Martino / Bruna Esposito / Yona Friedman / Carlos Garaicoa / Alberto Garutti / Gelitin / Mona Hatoum / Invernomuto / Kimsooja / Christiane Löhr / Marcellvs L. / Margherita Morgantin / Roman Ondák / Hans Op De Beeck / Adele Prosdocimi / Remo Salvadori/ Alberto Tadiello / Pascale Marthine Tayou / Nico Vascellari / Nari Ward / Franz West
Giugno 2011
(data da definire)
Fessura
Yasmeen Godder
performance di danza contemporanea
A cura di Roberto Casarotto e Susanne Franco
Giugno 2011
(data da definire)
Fessura
Emio Greco
danza
A cura di Roberto Casarotto e Susanne Franco
Ottobre 2010 – giugno 2011
Piattaforme teoriche (date da definire)
6 incontri che attraversano e approfondiscono il tema della vulnerabilità nei 6 luoghi del sapere a Milano.
Temi: Architettura Vulnerabile, Scienza Vulnerabile, Economia Vulnerabile, Segni Vulnerabili, Spiritualità Vulnerabili e Terra Vulnerabile.
Lungo tutto il periodo del progetto Terre Vulnerabili si terranno una serie di incontri teorici in collaborazione con il Comitato scientifico di HangarBicocca e i luoghi del sapere della città tra i quali l’Accademia di Belle Arti di Brera, la Nuova Accademia delle Belle Arti, il Politecnico, l’università Bicocca, l’Università Bocconi, l’Università Cattolica.
L’idea è quella di avvicinare il tema della vulnerabilità ai diversi saperi e alle diverse scienze per sollecitare nuovi pensieri, nuove parole e nuove immagini.
Settembre 2011
Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi
mostra video, documentazione, proiezioni pellicole
a cura di Andrea Lissoni
Terre vulnerabili
Progetto di Chiara Bertola
Mostra curata da Chiara Bertola in collaborazione con Andrea Lissoni
Artisiti coinvolti:
Ackroyd & Harvey / Mario Airò / Stefano Arienti / Massimo Bartolini / Stefano Boccalini / Ludovica Carbotta / Alice Cattaneo / Elisabetta Di Maggio / Rä Di Martino / Bruna Esposito / Yona Friedman / Carlos Garaicoa / Alberto Garutti / Gelitin / Mona Hatoum / Invernomuto / Kimsooja / Christiane Löhr / Marcellvs L. / Margherita Morgantin / Roman Ondák / Hans Op De Beeck / Adele Prosdocimi / Remo Salvadori / Alberto Tadiello / Pascale Marthine Tayou / Nico Vascellari / Nari Ward / Franz West
Tema della mostra
Si tratta di riconoscere il concetto di vulnerabilità dal punto di vista fisico e morale accogliendolo come centro positivo e vitale.
Vulnerabilità e’ quella singolare capacità empatica che permette a tutti gli esseri umani di riconoscere ed accettare la propria responsabilità etica verso l'altro, verso la comunità e verso l'ambiente.
Un progetto in evoluzione, germinativo e organico, che cresce nel tempo della sua vita espositiva permettendo al pubblico di prendersi cura del luogo stesso e della mostra e agli artisti di continuare a crescerlo e a nutrirlo. In questo modo i diversi soggetti si renderanno responsabili della sua cura e del suo stesso stare in vita.
Il progetto non si esaurisce soltanto nel traguardo di una mostra, ma inizia e si sviluppa attraverso un processo che comprende una serie di incontri con gli artisti coinvolti per creare insieme una nuova modalità di condivisione dell’evento stesso. La vulnerabilità si esprime così non soltanto nelle opere, ma anche in questa modalità curatoriale basata soprattutto sul mutuo riconoscimento, sulla condivisione e collaborazione tra gli artisti che necessariamente porterà a vivere esperienze inaspettate.
Le varie fasi in cui si articola la mostra sono anche il risultato degli incontri collegiali con gli artisti che si sono tenuti a Milano a partire da settembre 2009 e che hanno accompagnato con cadenza mensile la discussione e lo sviluppo processuale della mostra.
Struttura e vita del progetto
L'idea è che l'opera di ogni artista non si cristallizzi a inaugurazione finita, ma che continui a crescere e a evolversi lungo tutto il periodo del progetto con aggiunte, correzioni, dialoghi con gli altri artisti invitati e con il pubblico.
In questo modo i diversi soggetti si renderanno responsabili della sua cura e del suo stesso stare in vita.
Il progetto, a cui parteciperanno 30 artisti internazionali, sarà cadenzato da attività inaugurative (4 quarti come le fasi lunari). Tutti gli artisti parteciperanno in modo continuativo alle diverse fasi dell'evento, vale a dire che ogni nuova fase che s'inaugura dovrà innestarsi su quella precedente, che non viene annullata ma “sommata” all’altra.
In questo modo si rende il progetto “vivo”, nel senso che prosegue al di là della singola inaugurazione: uno dei tasselli di un progetto più ampio e costantemente in movimento verso “qualcos’altro”.
24
giugno 2010
Christian Boltanski – Personnes
Dal 24 giugno al 26 settembre 2010
arte contemporanea
Location
Pirelli HangarBicocca
Milano, Via Chiese, 2, (Milano)
Milano, Via Chiese, 2, (Milano)
Biglietti
intero 8 euro, ridotto 6 euro
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 11.00 alle 19.00, giovedì dalle 14.30 fino alle 22.00, lunedì chiuso
Vernissage
24 Giugno 2010, ore 21
Ufficio stampa
LUCIA CRESPI
Autore
Curatore