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Carlo D’Oria – Ferite
Carlo D’Oria propone una serie di sculture e installazioni sintesi del lavoro svolto in questi ultimi anni.
Comunicato stampa
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CARLO D’ORIA - FERITE - A cura di MARINA GNOCCHI
In mostra presso la Galleria “MOMUS arte e design” in via Rocciamelone 12/D a Torino, Carlo D’Oria propone una serie di sculture e installazioni sintesi del lavoro svolto in questi ultimi anni. Carta, bronzo, resine, marmo e legno per esprimere con materiali differenti e differenti dimensioni il tema nodale che da sempre caratterizza l’opera dello scultore: l’Uomo, le sue passioni, le sue contraddizioni, solo e in relazione con gli altri, un universo infinito di individui differenti nelle pose e nell’atteggiamento ma uniti da un unico destino comune. Piccoli esseri persi nella solitudine, nel dolore, nella passione della vita “ in bilico su un bordo pronto a sconfinare nel baratro o in equilibrio perplesso sul punto più alto del mondo, si rivelano nella loro reale consistenza: essi, gravati dal passato della loro storia e dalla loro indifferenza ignave, sono in realtà pesanti, tanto da infossare la materia, scavandola, sotto il peso del loro stesso riflesso, diventando concreti persino nella loro ombra. L’artista coglie il momento più intimo e nascosto di uomini che, infinite repliche di Dorian Gray, scoprono con sorpresa come il ritratto loro e del loro mondo sia stato deformato dalla turpitudine. La loro ombra si fa sangue, o forse il sangue stesso – divenuto coscienza – si concretizza in forma umana. Lo scultore ci rivela per quello che siamo: una molteplicità immensa di creature vive, stanche, gobbe, simili nel loro anonimato e paradossalmente uniche” (Marina Gnocchi, storica dell’arte e curatrice).
In mostra presso la Galleria “MOMUS arte e design” in via Rocciamelone 12/D a Torino, Carlo D’Oria propone una serie di sculture e installazioni sintesi del lavoro svolto in questi ultimi anni. Carta, bronzo, resine, marmo e legno per esprimere con materiali differenti e differenti dimensioni il tema nodale che da sempre caratterizza l’opera dello scultore: l’Uomo, le sue passioni, le sue contraddizioni, solo e in relazione con gli altri, un universo infinito di individui differenti nelle pose e nell’atteggiamento ma uniti da un unico destino comune. Piccoli esseri persi nella solitudine, nel dolore, nella passione della vita “ in bilico su un bordo pronto a sconfinare nel baratro o in equilibrio perplesso sul punto più alto del mondo, si rivelano nella loro reale consistenza: essi, gravati dal passato della loro storia e dalla loro indifferenza ignave, sono in realtà pesanti, tanto da infossare la materia, scavandola, sotto il peso del loro stesso riflesso, diventando concreti persino nella loro ombra. L’artista coglie il momento più intimo e nascosto di uomini che, infinite repliche di Dorian Gray, scoprono con sorpresa come il ritratto loro e del loro mondo sia stato deformato dalla turpitudine. La loro ombra si fa sangue, o forse il sangue stesso – divenuto coscienza – si concretizza in forma umana. Lo scultore ci rivela per quello che siamo: una molteplicità immensa di creature vive, stanche, gobbe, simili nel loro anonimato e paradossalmente uniche” (Marina Gnocchi, storica dell’arte e curatrice).
23
giugno 2010
Carlo D’Oria – Ferite
Dal 23 giugno al 17 settembre 2010
arte contemporanea
Location
MOMUS
Torino, Via Rocciamelone, 12/d, (Torino)
Torino, Via Rocciamelone, 12/d, (Torino)
Orario di apertura
Da Lunedì a Venerdì ore 10-13 e 14.30-18.30
Sabato su appuntamento
Vernissage
23 Giugno 2010, ore 18.30
Autore
Curatore