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Détournement Venise 2010 – Brunone | Gonnelli | Windbichler
Come già nel 2009 l’itinerario di Détournement Venise ci invita a Palazzo Albrizzi, sede dell’Associazione Culturale Italo-Tedesca a Canaregio che accoglierà nell’arco dei mesi estivi tre mostre d¹ arte contemporanea.
Comunicato stampa
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Come già nel 2009 l'itinerario di Détournement Venise ci invita a Palazzo Albrizzi, sede dell'Associazione Culturale Italo-Tedesca a Canaregio che accoglierà nell'arco dei mesi estivi tre mostre d¹ arte contemporanea. Sabato 12 giugno alle ore 17.30 il ciclo si apre con due artisti affermati nel circuito internazionale, Tullio Brunone e Irmfried Windbichler, e con la giovane promettente Federica Gonnelli. Fare arte in una sede storica, rendere visibile il filo resistente che lega nel tempo e nello spazio la mente umana, mirare alla lettura della storia come indispensabile trama e tessuto sul quale ordire i percorsi contemporanei nell¹arte. E ancora, riunire i creativi di generazioni ed espressioni diverse negli stessi luoghi espositivi, senza porre un limite dettato dalla loro età fisica e professionale. Sono questi i principi di base di Elisabeth Sarah Gluckstein per Detournement Venise che svolge ormai la sua seconda edizione con nuovi scenari sparsi nel tessuto urbano di Venezia.
La convivenza concettuale dei tre artisti si estende dallo spazio “ Introitus” al pianoterra, dedicato agli interventi interattivi dal titolo Trittico Sensibile di Tullio Brunone, titolare della cattedra di Linguaggi Multimediali a Brera, alla Sala Neoclassica della Galleria, al primo piano dove l'architetto e designer austriaco Irmfried Windbichler presenta una serie di dodici disegni, Nächtliche Zeichen. La fiorentina Federica Gonnelli infine occupa la Sala centrale della Galleria con la sua video-installazione Spazio Corpo Tempo, che si propone come estensione del corpo ed è costituita dall'unione di varie componenti tra cui suoni, immagini ed oggetti.
La presentazione delle mostre è preceduta da un intermezzo musicale eseguito dal pianista Emanuele Frenzilli con un repertorio che spazia da Haydn a Chopin, Rachmaninov e Liszt.
Détournement Venise 2010
Tre monografie_ Tullio Brunone. Federica Gonnelli. Irmfried Windbichler
Palazzo Albrizzi, Cannaregio 4118
12 giugno / 10 agosto
Premessa
Dopo la metamorfosi globale dell’arte contemporanea il concetto di détournement non è più quello corrispondente all’invenzione situazionista di Guy Debord nel 1957, si trascrive invece in una nuova formula delle pratiche del convivere urbano. A questo titolo il progetto si articola geograficamente in una serie di luoghi che investono la mappa intera della città. Il paradigma trasversale formato dal collegamento di questi luoghi è la mappa della mente [the map of the mind] consegnata ai visitatori, il vademecum di una produzione culturale internazionale che insiste sulla continuità tra teoria, storia e progetto e soprattutto sulla stratificazione culturale nel tempo. L'obiettivo è molto semplice, vicino alla gente: per vivere la loro vita quotidiana e per scoprire o re-incontrare la loro Venezia, tutti oggi si servono del détournement, tutti si difendono con lo strumento del détournement urbain, tutti oggi procedono nella città, dopo la cognizione del ready-made diffuso e gli happening stranianti, che si sono sprigionati con la nostra partecipazione ad una rivendicazione politica e civile.
Dopo essere sopravvissuto alla museificazione degli oggetti quotidiani il detournement prova a proporre la crisi dell'etica, la crisi dell'economia e una critica della leggerezza della cultura alta. Lo spirito dell’iniziativa si articola in due paradigmi fondamentali: il primo indaga l’evoluzione delle pratiche di detournement; il secondo traccia vari case studies tra cui:
* la memoria di tecniche dimenticate come il restauro oppure certe espressioni artistiche come il disegno
* la memoria biografica: ricostruzione di alcuni periodi della storia collettiva o individuale al fine di tradurli nell’immaginario dell’arte
* la memoria tecnologica: uso del metodo della stratificazione digitale per la realizzazione di opere ipermediali
Queste tre categorie rappresentano le linee guida per la presentazione degli artisti, le cui opere vengono oggi qui esposte.
Tra i luoghi che ospitano i singoli interventi site specific, le esposizioni collettive e personali degli artisti, si annoverano palazzi celebri, in quanto sedi di istituzioni importanti. Uno di essi è Palazzo Albrizzi che, grazie a Nevia Pizzul Capello già nel 2009 durante la Biennale, ha dato accoglienza al “Teatro della Memoria” di Heinrich Nicolaus, alle sculture di Helga Elben e Riccarda Peters, alle installazioni di Mischa Kuball e al Cinema Mobile di RothStauffenberg.
Il Concetto
La prima “situazione di convivenza creativa” nel contesto di Détournement Venise 2010, a Palazzo Albrizzi, narra tre casi, tre microcosmi, tre vite. Qui si tratta di mettere a confronto opera ed esistenza di tre personaggi in modo poetico, per rinnovare il nostro sguardo nei confronti del visibile e del nostro rapporto con esso.
Iniziamo con Federica Gonnelli, artista fiorentina che, a solo 29 anni, svolge un’assidua, intensa attività espositiva sul territorio nazionale e anche al di là dei confini italiani. L'opera da lei proposta, Corpo Spazio Tempo, è un cubo di dimensione architettonica rivestito di organza. Questa seconda pelle quasi trasparente di un corpo assente ci rende partecipi di uno esperimento sin-estetico, multi-sensoriale: sull’organza si materializzano i segni, le tracce di uno spazio sottoposto allo scorrere del tempo, rappresentate attraverso elementi d’arredo, in bianco e nero, inanimati e immobili. Il corpo invisibile però si materializza attraverso i visitatori, ambientandosi in un'atmosfera di suoni, percezioni e riflessi. Il video che diventa il corpo virtuale, proiettato attraverso i veli, interagisce con lo spazio, gli oggetti e le superfici stampate dei veli stessi.
Diverso il caso di Irmfried Windbichler, architetto e designer austriaco. La serie dei dodici disegni a gessetto ad olio in mostra si chiama “Nachtzeichen”, il che mi sembra più idoneo del suo omonimo “Nocturnes”. Quest'ultimo copre un paradigma infinito di definizioni, dalle composizioni musicali, da Mozart a Chopin a Erik Satie, i dipinti di Whistler che ispiravano le musiche di Débussy, dalle case editrici contemporanee che portano lo stesso nome ai videogiochi horror di ultima generazione. Irmfried Windbichler disegna di notte: ma si può dire che questi disegni siano l’effetto secondario del sogno?
In verità c'è anche un altro motivo. La città in cui è nato, Innsbruck in Tirolo, è circondata da montagne altissime, spesso bianche di ghiaccio e di neve. Così, sin da piccolo, l'artista non si è mai liberato da una profonda nostalgia dell'orizzonte, cioè del mare azzurro che si fonde col cielo. Ma al di là della sua attività giornaliera di architetto egli si dedica al disegno notturno ispirato dai surrealisti. Il fare arte diventa una sorta di "scrittura automatica": un principio compositivo, applicato la prima volta da André Masson. Tale principio si basa sulle potenzialità di utilizzo dei meccanismi inconsci e su una idea di creazione di immagini, sia poetiche che pittoriche, sganciate dai sistemi di controllo dell'essere razionale. Il nostro artista utilizza una tecnica del genere “rayogramme” che favorisce la produzione di immagini imprevedibili. Tornano gli scenari frammentati di mare e di vento, di un cielo mai pettinato e di raggi di sole irrompenti: ogni tanto la gamma cromatica è oscurata dal nero, nei momenti in cui lo sguardo dell'artista non raggiunge l'azzurro dell'orizzonte.
La fusione di realtà e sogno si fa però ugualmente stimolo all’architettura: introdurre il sogno e il subconscio nella progettazione salva le nostre abitazioni dal ritmo noioso delle case popolari e trasforma anche le case di cura in luoghi di rifugio, lontani dalle preoccupazioni quotidiane.
Il terzo esempio tratta di memoria digitale e di linguaggi multimediali. Dagli Anni '70 Tullio Brunone ha intrapreso un cammino di sperimentazione e di creazione con le nuove tecnologie. Tutt'oggi insegna all'Accademia di Brera. Il suo tema è la conoscenza e la comunicazione e di conseguenza nelle sue opere la multimedialità è affiancata dall' interattività poiché permettono all'utente di interagire con esse a seconda delle informazioni fornite al sistema dall'utente. Spesso Brunone è artefice di drammaturgie sceniche, utilizzando software sofisticati per una gestione live di immagini, suoni e di sistemi interattivi. La sua recente mostra al Museo d'Arte Contemporanea di Napoli, PAN, ne dà atto. Per Détournement Venise Brunone ha realizzato un trittico sensibile con il suo ritratto quale immagine centrale interattiva.
È così che il détournement aiuta a fuggire dalle politiche di globalizzazione della cultura per esaltare la vita del singolo, suoi diritti e sue aspirazioni artistiche.
elisabeth sarah gluckstei, 2010
DÉTOURNEMENT VENISE 2010
II edizione
passeggiate di arte contemporanea nella memoria
di Elisabeth Sarah Gluckstein
Città di Venezia, Isole e Lagune
maggio / novembre 2010
SEZIONE UNDER 30
Una nuova sezione di artisti nati negli anni '80 per accompagnare il visitatore nelle passeggiate artistiche di Detournement Venise.
Il percorso en plein air d’arte contemporanea che si svolge tra spazi pubblici e privati della città di Venezia, ideato da Elisabeth Sarah Gluckstein lo scorso anno, ha inaugurato la sua seconda edizione il 28 e 29 maggio con l’apertura di tre scenari inediti: l’Isola della Certosa, i giardini di Palazzo Soranzo Cappello e l’Università Ca’Foscari, che ospitano installazioni d’arte contemporanea accuratamente ambientate con il proposito, comune a tutte le iniziative di Détournement, di mettere in relazione luoghi storici di Venezia e linguaggi dell’arte di oggi.
In particolare, a partire da questa edizione, si è ritenuto opportuno aggiungere una sezione intera e in progress di un gruppo di artisti nati negli anni '80, che sono stati invitati a realizzare opere site-specific, per dar voce e spazio anche a chi sta frequentando ancora l'Accademia o sta facendo i primi passi nel circuito dell'arte.
Per questa sezione UNDER 30 hanno collaborato al coordinamento curatoriale e ai testi Francesca Baboni e Stefano Taddei.
Come prima tappa della sezione, nella splendida cornice dei meravigliosi giardini di Palazzo Soranzo Cappello - sede della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso, eccezionalmente concessa per il valore artistico e culturale a Détournement - si possono vedere le installazioni di Dellaclà, Veronica Moricone, Alexandros Yiorkadjis e Matteo Lucca. Le installazioni, racchiuse nel titolo della mostra “Giardini incantati/Magic green dwellings” , interagiscono con le piante e i ruderi del parco dando un valore aggiunto a quello ambientale, contribuendo a risvegliare l'antica storia dell'edificio. Dall'installazione ambientale con i girasoli giganti in raffia e canna di bambù in fila sul sentiero erboso della giovanissima Veronica Moricone si passa al frutteto e all'albero di gelso dove si incontrano le sagome di barche di stoffa di Matteo Lucca, “Seconda pelle”, sculture installative che si appoggiano all'erba e al tronco, che si legano al concetto di viaggio che ogni persona traccia nel proprio arco vitale. I vestiti e le stoffe simboleggiano un corollario imprescindibile per tale tragitto, unico ed irrepetibilmente personale. L’autore combina la propria opera al concetto buddista di reincarnazione, in una declinazione in cui l’elaborazione vive una durata ulteriore rispetto a quella della sua manifestazione materiale. per poi passare al sentiero del sottobosco con Il sogno nel cassetto di Dellaclà, dove in una sorta di letto dei sogni piccole sfere di porcellana si accostano ad una lapide incisa di marmo di Carrara, per dimostrare come la terra si contrappone al cielo, esattamente come il corpo e l’anima, materia e spirito insieme. Sul cassetto-cuscino difatti, accanto al volto autoritratto, vi è la scritta “Qui giace un sogno” e l’osservatore è invitato a ricordare i sogni che ha lasciato chiusi nel cassetto, che ha dimenticato, ai quali ha rinunciato. Il percorso termina con la splendida loggia a giusa di tempio antico dove le cinque sculture in resina e scotch a grandezza naturale di Alexandros Yorkadjis, Terapia di gruppo, dialogano con i ruderi delle statue, creando così un singolare rapporto copia/originale. L’uomo, in questa manifestazione scultorea, appare un semplice involucro, impacchettato come una marionetta e senza grandi possibilità di rivelare un proprio percorso esistenziale. Le cinque personalità paiono essere vicine solo spazialmente, distanti invece come esemplificazione di una possibile compartecipazione al consorzio umano. Alexandros Yorkadjis trasporta perciò esteticamente un sentore post-umano della consueta manifestazione dell’essere contemporaneo.
La seconda tappa sarà sabato 12 giugno con la video installazione spaziale Corpo spazio tempo di Federica Gonnelli nella Galleria di Palazzo Albrizzi, in cui la presenza di un contenitore ha la funzione di rappresentare una pelle in cui si mostrano molteplici stimolazioni visive, amplificate dalla compartecipazione di sollecitazioni oggettuali e sonore, mentre il 10 luglio si potranno vedere gli Archi di Contrasto di Fabrizio Perghem in centro storico a Venezia, che nello spazio pubblico attraverso archi definisce l’indole aleatoria di qualsiasi estensione materiale, una seconda installazione - letto di Dellaclà nel giardino di Palazzo Albrizzi, all' Hilton Residence, Molino Stucky - sottopassaggio di Contrada San Biagio l'installazione Home, poesia visiva interattiva su parete, della giovanissima macedone Konstantina Tomoska studente all'Accademia di Belle Arti di Venezia e le architetture sculturali di Mattia Scappini (luogo da definire) che hanno la volontà di raccontare la consistenza leggera, falsa e ingannevole del mondo contemporaneo.
Ancora in fase di definizione le date (probabilmente per l'autunno) delle video – proiezioni cibernetiche di Mirco Rinaldi e i wall di Martina Della Valle in concomitanza della Biennale di Architettura.
Détournement Venise si avvale del patrocinio del Ministero per i Beni Culturali ed è realizzato dall’associazione culturale “the art & architecture factory”. La collaborazione tra ente pubblico e privato nasce dalla missione fondatrice e incontestabile della conservazione e della trasmissione del patrimonio ambientale e naturale alle generazioni future per cui il patrimonio diventa principio attivo per la sostenibilità del paesaggio e per uno sviluppo duraturo. Come in esperienze precedenti l'associazione culturale insiste su una pratica di contributo utile alla tutela oppure alla manutenzione del patrimonio. Détournement Venise è una produzione dell’associazione culturale non profit the art & architecture factory, Venezia con il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali Italiano, della Regione Veneto, della Provincia di Venezia, del Comune di Venezia e in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso, con l'Università degli Studi Cà Foscari e I.U.A.V, con vari istituti di cultura tra cui l'Associazione Italo Tedesca, Forum Austriaco di Cultura, Milano, l'Alliance Française, Istituto Cervantes, Istituto Europeo di Design, con il Polo Nautico Vento di Venezia e con la partecipazione di altri enti pubblici e privati che hanno sostenuto il progetto su piano morale, scientifico, organizzativo ed economico.
La sezione under 30 si avvale anche del prestigioso patrocinio del GAI (GIOVANI ARTISTI ITALIANI).
Detournement Venise 2010 è un costante work in progress: sono previste altre edizioni nei prossimi anni.
© elisabeth sarah gluckstein, 2009/10
La convivenza concettuale dei tre artisti si estende dallo spazio “ Introitus” al pianoterra, dedicato agli interventi interattivi dal titolo Trittico Sensibile di Tullio Brunone, titolare della cattedra di Linguaggi Multimediali a Brera, alla Sala Neoclassica della Galleria, al primo piano dove l'architetto e designer austriaco Irmfried Windbichler presenta una serie di dodici disegni, Nächtliche Zeichen. La fiorentina Federica Gonnelli infine occupa la Sala centrale della Galleria con la sua video-installazione Spazio Corpo Tempo, che si propone come estensione del corpo ed è costituita dall'unione di varie componenti tra cui suoni, immagini ed oggetti.
La presentazione delle mostre è preceduta da un intermezzo musicale eseguito dal pianista Emanuele Frenzilli con un repertorio che spazia da Haydn a Chopin, Rachmaninov e Liszt.
Détournement Venise 2010
Tre monografie_ Tullio Brunone. Federica Gonnelli. Irmfried Windbichler
Palazzo Albrizzi, Cannaregio 4118
12 giugno / 10 agosto
Premessa
Dopo la metamorfosi globale dell’arte contemporanea il concetto di détournement non è più quello corrispondente all’invenzione situazionista di Guy Debord nel 1957, si trascrive invece in una nuova formula delle pratiche del convivere urbano. A questo titolo il progetto si articola geograficamente in una serie di luoghi che investono la mappa intera della città. Il paradigma trasversale formato dal collegamento di questi luoghi è la mappa della mente [the map of the mind] consegnata ai visitatori, il vademecum di una produzione culturale internazionale che insiste sulla continuità tra teoria, storia e progetto e soprattutto sulla stratificazione culturale nel tempo. L'obiettivo è molto semplice, vicino alla gente: per vivere la loro vita quotidiana e per scoprire o re-incontrare la loro Venezia, tutti oggi si servono del détournement, tutti si difendono con lo strumento del détournement urbain, tutti oggi procedono nella città, dopo la cognizione del ready-made diffuso e gli happening stranianti, che si sono sprigionati con la nostra partecipazione ad una rivendicazione politica e civile.
Dopo essere sopravvissuto alla museificazione degli oggetti quotidiani il detournement prova a proporre la crisi dell'etica, la crisi dell'economia e una critica della leggerezza della cultura alta. Lo spirito dell’iniziativa si articola in due paradigmi fondamentali: il primo indaga l’evoluzione delle pratiche di detournement; il secondo traccia vari case studies tra cui:
* la memoria di tecniche dimenticate come il restauro oppure certe espressioni artistiche come il disegno
* la memoria biografica: ricostruzione di alcuni periodi della storia collettiva o individuale al fine di tradurli nell’immaginario dell’arte
* la memoria tecnologica: uso del metodo della stratificazione digitale per la realizzazione di opere ipermediali
Queste tre categorie rappresentano le linee guida per la presentazione degli artisti, le cui opere vengono oggi qui esposte.
Tra i luoghi che ospitano i singoli interventi site specific, le esposizioni collettive e personali degli artisti, si annoverano palazzi celebri, in quanto sedi di istituzioni importanti. Uno di essi è Palazzo Albrizzi che, grazie a Nevia Pizzul Capello già nel 2009 durante la Biennale, ha dato accoglienza al “Teatro della Memoria” di Heinrich Nicolaus, alle sculture di Helga Elben e Riccarda Peters, alle installazioni di Mischa Kuball e al Cinema Mobile di RothStauffenberg.
Il Concetto
La prima “situazione di convivenza creativa” nel contesto di Détournement Venise 2010, a Palazzo Albrizzi, narra tre casi, tre microcosmi, tre vite. Qui si tratta di mettere a confronto opera ed esistenza di tre personaggi in modo poetico, per rinnovare il nostro sguardo nei confronti del visibile e del nostro rapporto con esso.
Iniziamo con Federica Gonnelli, artista fiorentina che, a solo 29 anni, svolge un’assidua, intensa attività espositiva sul territorio nazionale e anche al di là dei confini italiani. L'opera da lei proposta, Corpo Spazio Tempo, è un cubo di dimensione architettonica rivestito di organza. Questa seconda pelle quasi trasparente di un corpo assente ci rende partecipi di uno esperimento sin-estetico, multi-sensoriale: sull’organza si materializzano i segni, le tracce di uno spazio sottoposto allo scorrere del tempo, rappresentate attraverso elementi d’arredo, in bianco e nero, inanimati e immobili. Il corpo invisibile però si materializza attraverso i visitatori, ambientandosi in un'atmosfera di suoni, percezioni e riflessi. Il video che diventa il corpo virtuale, proiettato attraverso i veli, interagisce con lo spazio, gli oggetti e le superfici stampate dei veli stessi.
Diverso il caso di Irmfried Windbichler, architetto e designer austriaco. La serie dei dodici disegni a gessetto ad olio in mostra si chiama “Nachtzeichen”, il che mi sembra più idoneo del suo omonimo “Nocturnes”. Quest'ultimo copre un paradigma infinito di definizioni, dalle composizioni musicali, da Mozart a Chopin a Erik Satie, i dipinti di Whistler che ispiravano le musiche di Débussy, dalle case editrici contemporanee che portano lo stesso nome ai videogiochi horror di ultima generazione. Irmfried Windbichler disegna di notte: ma si può dire che questi disegni siano l’effetto secondario del sogno?
In verità c'è anche un altro motivo. La città in cui è nato, Innsbruck in Tirolo, è circondata da montagne altissime, spesso bianche di ghiaccio e di neve. Così, sin da piccolo, l'artista non si è mai liberato da una profonda nostalgia dell'orizzonte, cioè del mare azzurro che si fonde col cielo. Ma al di là della sua attività giornaliera di architetto egli si dedica al disegno notturno ispirato dai surrealisti. Il fare arte diventa una sorta di "scrittura automatica": un principio compositivo, applicato la prima volta da André Masson. Tale principio si basa sulle potenzialità di utilizzo dei meccanismi inconsci e su una idea di creazione di immagini, sia poetiche che pittoriche, sganciate dai sistemi di controllo dell'essere razionale. Il nostro artista utilizza una tecnica del genere “rayogramme” che favorisce la produzione di immagini imprevedibili. Tornano gli scenari frammentati di mare e di vento, di un cielo mai pettinato e di raggi di sole irrompenti: ogni tanto la gamma cromatica è oscurata dal nero, nei momenti in cui lo sguardo dell'artista non raggiunge l'azzurro dell'orizzonte.
La fusione di realtà e sogno si fa però ugualmente stimolo all’architettura: introdurre il sogno e il subconscio nella progettazione salva le nostre abitazioni dal ritmo noioso delle case popolari e trasforma anche le case di cura in luoghi di rifugio, lontani dalle preoccupazioni quotidiane.
Il terzo esempio tratta di memoria digitale e di linguaggi multimediali. Dagli Anni '70 Tullio Brunone ha intrapreso un cammino di sperimentazione e di creazione con le nuove tecnologie. Tutt'oggi insegna all'Accademia di Brera. Il suo tema è la conoscenza e la comunicazione e di conseguenza nelle sue opere la multimedialità è affiancata dall' interattività poiché permettono all'utente di interagire con esse a seconda delle informazioni fornite al sistema dall'utente. Spesso Brunone è artefice di drammaturgie sceniche, utilizzando software sofisticati per una gestione live di immagini, suoni e di sistemi interattivi. La sua recente mostra al Museo d'Arte Contemporanea di Napoli, PAN, ne dà atto. Per Détournement Venise Brunone ha realizzato un trittico sensibile con il suo ritratto quale immagine centrale interattiva.
È così che il détournement aiuta a fuggire dalle politiche di globalizzazione della cultura per esaltare la vita del singolo, suoi diritti e sue aspirazioni artistiche.
elisabeth sarah gluckstei, 2010
DÉTOURNEMENT VENISE 2010
II edizione
passeggiate di arte contemporanea nella memoria
di Elisabeth Sarah Gluckstein
Città di Venezia, Isole e Lagune
maggio / novembre 2010
SEZIONE UNDER 30
Una nuova sezione di artisti nati negli anni '80 per accompagnare il visitatore nelle passeggiate artistiche di Detournement Venise.
Il percorso en plein air d’arte contemporanea che si svolge tra spazi pubblici e privati della città di Venezia, ideato da Elisabeth Sarah Gluckstein lo scorso anno, ha inaugurato la sua seconda edizione il 28 e 29 maggio con l’apertura di tre scenari inediti: l’Isola della Certosa, i giardini di Palazzo Soranzo Cappello e l’Università Ca’Foscari, che ospitano installazioni d’arte contemporanea accuratamente ambientate con il proposito, comune a tutte le iniziative di Détournement, di mettere in relazione luoghi storici di Venezia e linguaggi dell’arte di oggi.
In particolare, a partire da questa edizione, si è ritenuto opportuno aggiungere una sezione intera e in progress di un gruppo di artisti nati negli anni '80, che sono stati invitati a realizzare opere site-specific, per dar voce e spazio anche a chi sta frequentando ancora l'Accademia o sta facendo i primi passi nel circuito dell'arte.
Per questa sezione UNDER 30 hanno collaborato al coordinamento curatoriale e ai testi Francesca Baboni e Stefano Taddei.
Come prima tappa della sezione, nella splendida cornice dei meravigliosi giardini di Palazzo Soranzo Cappello - sede della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso, eccezionalmente concessa per il valore artistico e culturale a Détournement - si possono vedere le installazioni di Dellaclà, Veronica Moricone, Alexandros Yiorkadjis e Matteo Lucca. Le installazioni, racchiuse nel titolo della mostra “Giardini incantati/Magic green dwellings” , interagiscono con le piante e i ruderi del parco dando un valore aggiunto a quello ambientale, contribuendo a risvegliare l'antica storia dell'edificio. Dall'installazione ambientale con i girasoli giganti in raffia e canna di bambù in fila sul sentiero erboso della giovanissima Veronica Moricone si passa al frutteto e all'albero di gelso dove si incontrano le sagome di barche di stoffa di Matteo Lucca, “Seconda pelle”, sculture installative che si appoggiano all'erba e al tronco, che si legano al concetto di viaggio che ogni persona traccia nel proprio arco vitale. I vestiti e le stoffe simboleggiano un corollario imprescindibile per tale tragitto, unico ed irrepetibilmente personale. L’autore combina la propria opera al concetto buddista di reincarnazione, in una declinazione in cui l’elaborazione vive una durata ulteriore rispetto a quella della sua manifestazione materiale. per poi passare al sentiero del sottobosco con Il sogno nel cassetto di Dellaclà, dove in una sorta di letto dei sogni piccole sfere di porcellana si accostano ad una lapide incisa di marmo di Carrara, per dimostrare come la terra si contrappone al cielo, esattamente come il corpo e l’anima, materia e spirito insieme. Sul cassetto-cuscino difatti, accanto al volto autoritratto, vi è la scritta “Qui giace un sogno” e l’osservatore è invitato a ricordare i sogni che ha lasciato chiusi nel cassetto, che ha dimenticato, ai quali ha rinunciato. Il percorso termina con la splendida loggia a giusa di tempio antico dove le cinque sculture in resina e scotch a grandezza naturale di Alexandros Yorkadjis, Terapia di gruppo, dialogano con i ruderi delle statue, creando così un singolare rapporto copia/originale. L’uomo, in questa manifestazione scultorea, appare un semplice involucro, impacchettato come una marionetta e senza grandi possibilità di rivelare un proprio percorso esistenziale. Le cinque personalità paiono essere vicine solo spazialmente, distanti invece come esemplificazione di una possibile compartecipazione al consorzio umano. Alexandros Yorkadjis trasporta perciò esteticamente un sentore post-umano della consueta manifestazione dell’essere contemporaneo.
La seconda tappa sarà sabato 12 giugno con la video installazione spaziale Corpo spazio tempo di Federica Gonnelli nella Galleria di Palazzo Albrizzi, in cui la presenza di un contenitore ha la funzione di rappresentare una pelle in cui si mostrano molteplici stimolazioni visive, amplificate dalla compartecipazione di sollecitazioni oggettuali e sonore, mentre il 10 luglio si potranno vedere gli Archi di Contrasto di Fabrizio Perghem in centro storico a Venezia, che nello spazio pubblico attraverso archi definisce l’indole aleatoria di qualsiasi estensione materiale, una seconda installazione - letto di Dellaclà nel giardino di Palazzo Albrizzi, all' Hilton Residence, Molino Stucky - sottopassaggio di Contrada San Biagio l'installazione Home, poesia visiva interattiva su parete, della giovanissima macedone Konstantina Tomoska studente all'Accademia di Belle Arti di Venezia e le architetture sculturali di Mattia Scappini (luogo da definire) che hanno la volontà di raccontare la consistenza leggera, falsa e ingannevole del mondo contemporaneo.
Ancora in fase di definizione le date (probabilmente per l'autunno) delle video – proiezioni cibernetiche di Mirco Rinaldi e i wall di Martina Della Valle in concomitanza della Biennale di Architettura.
Détournement Venise si avvale del patrocinio del Ministero per i Beni Culturali ed è realizzato dall’associazione culturale “the art & architecture factory”. La collaborazione tra ente pubblico e privato nasce dalla missione fondatrice e incontestabile della conservazione e della trasmissione del patrimonio ambientale e naturale alle generazioni future per cui il patrimonio diventa principio attivo per la sostenibilità del paesaggio e per uno sviluppo duraturo. Come in esperienze precedenti l'associazione culturale insiste su una pratica di contributo utile alla tutela oppure alla manutenzione del patrimonio. Détournement Venise è una produzione dell’associazione culturale non profit the art & architecture factory, Venezia con il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali Italiano, della Regione Veneto, della Provincia di Venezia, del Comune di Venezia e in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso, con l'Università degli Studi Cà Foscari e I.U.A.V, con vari istituti di cultura tra cui l'Associazione Italo Tedesca, Forum Austriaco di Cultura, Milano, l'Alliance Française, Istituto Cervantes, Istituto Europeo di Design, con il Polo Nautico Vento di Venezia e con la partecipazione di altri enti pubblici e privati che hanno sostenuto il progetto su piano morale, scientifico, organizzativo ed economico.
La sezione under 30 si avvale anche del prestigioso patrocinio del GAI (GIOVANI ARTISTI ITALIANI).
Detournement Venise 2010 è un costante work in progress: sono previste altre edizioni nei prossimi anni.
© elisabeth sarah gluckstein, 2009/10
12
giugno 2010
Détournement Venise 2010 – Brunone | Gonnelli | Windbichler
Dal 12 giugno al 10 agosto 2010
arte contemporanea
Location
PALAZZO ALBRIZZI CAPELLO
Venezia, Cannaregio, 4118, (Venezia)
Venezia, Cannaregio, 4118, (Venezia)
Orario di apertura
dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 19.00. Giorni festivi chiuso
Vernissage
12 Giugno 2010, ore 17.30
Sito web
www.detournementvenise.it
Autore
Curatore