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Passion is the Difference
Avere passione significa arricchire il proprio obiettivo esistenziale di quello stupore infantile che è motore della crescita durante tutto l’arco della vita. Quello che si è, ciò che si diventa, è frutto di continue infinite scelte, il cui detonatore dovrebbe essere proprio la passione.
Comunicato stampa
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“La passione muove progetti e genera capolavori, grandi o piccoli, pubblici o privati, testimonianza del passionale entusiasmo dell’uomo verso la propria attività e, più in generale, verso l’esistenza. Avere passione significa arricchire il proprio obiettivo esistenziale di quello stupore infantile che è motore della crescita durante tutto l’arco della vita. Quello che si è, ciò che si diventa, è frutto di continue infinite scelte, il cui detonatore dovrebbe essere proprio la passione. Rivendicare ciò che siamo e ciò che ci appartiene, ritornare alla propria natura, ricrearla o trovarne una del tutto nuova. La passione è contagiosa. La passione come antidepressivo naturale o come sofferenza, dalla sua radice linguistica. Non si tratta di un soffrire sterile e fine a se stesso quanto piuttosto di un percorso di crescita e di rinnovamento, la rassicurante sensazione d’essere vivi con o per uno scopo.
Forza contraddittoria per raggiungere la vetta del godimento o il baratro della disperazione. Un sentimento viscerale che non può essere vissuto razionalmente e che diventa epidermico generando una fusione visibile tra mente e corpo.
In una società fondata su obiettivi e strategie, l’arte può essere ricondotta alla passione? Un invito all’opera e al tempo stesso una riflessione che coinvolge artisti, galleristi, collezionisti e curatori: collaborazione che nasce da una comunanza d’interessi e da una vicinanza affettiva. L’esito di questo confronto è un work in progress, frutto di imprevedibili combinazioni in continuo movimento ed evoluzione.
Le opere esposte sono di artisti di diverse nazionalità, dall’Italia alla Cina, dall’Olanda alla Nigeria, dall’Australia a Malta, e ci rivelano passioni diverse che nascono in modo spontaneo e autonomo. Le vere passioni s’intercettano e si riconoscono, vengono rilanciate da tutti coloro che sono coinvolti nel mondo dell’arte per creare un circolo virtuoso che riattiva altra passione.”
Cristina Lipanje, Marco Puntin – LipanjePuntin artecontemporanea
La mostra propone opere che esprimono diverse tipologie di passione. Esemplare in Portrait of Christa è l’omaggio dell’artista californiano James Brown alla passione di Christa McAuliffe, maestra elementare e membro dell’equipaggio del Challenger, lo shuttle esploso in fase di lancio nel 1986. Questo dipinto su tavola, proveniente dalla collezione di Leo Castelli (nato a Trieste, gallerista a New York), rappresenta per LipanjePuntin il legame di Trieste con il mondo. L’artista romano Luigi Serafini esprime la propria passione per la scrittura e per l’immaginario letterario anche attraverso una scultura in ceramica di una figura mitologica, ricca di rimandi alle leggende di Bacco e alla pompeiana lussuria. C’è la passione calda nei corpi femminili di Ugo Giletta così come nei ritratti maschili della spagnola Francesca Martí, figure energetiche e dinamiche. La religione e la devozione maltese sono rivisitate con una dose di surrealismo nelle foto di Maree Azzopardi. Si passa dai dipinti dell’olandese Jasper Krabbé che ritraggono la perfezione del gesto sportivo del campione olimpico di tuffi Matt Mitcham, al video Senza tela: La morte di Marat di Manuel Fanni Canelles (una collaborazione tra l’associazione culturale Openspace di Trieste e LipanjePuntin) sul capolavoro di Jacques-Louis David e la sua feticizzazione nell’immaginario attuale; dalle miniature d’interni legati all’arte dipinte in modo maniacale dall’artista scozzese Andrew Grassie alle sculture “tribali” in legno, bronzo e carta vetrata che evocano l’eredità africana di Jebila Wolfe-Okongwu; dalla xilografia del maestro giapponese Hokusai con la veduta del Monte Fuji (1830), primo acquisto di un critico alla precoce età di sedici anni, all’acquerello eseguito da Gao Xingjian (premio Nobel nel 2000 per la letteratura) sul significato dell’identità e dell’orgoglio di un dissidente; un’opera che qui ben rappresenta la passione della galleria Torbandena di Trieste e il suo dialogo pluriennale con LipanjePuntin artecontemporanea.
E ancora: Robert Mapplethorpe attraverso la reinvenzione del bianco e nero e la reinterpretazione di tòpoi fotografici quali i fiori e la scultura classica o Elio Caredda che in un’unica opera dal titolo Usch dar dam (dall’arabo “consapevolezza del respiro”) riesce a sintetizzare un ventennio di appassionata ricerca artistica ed allo stesso tempo una forte attenzione per la propria e l’altrui Vita.
Come la passione può trasformarsi da un momento all’altro, così questa mostra è in continua evoluzione. Nel suo percorso fino a ottobre essa andrà mutando grazie alla collaborazione e il contributo di altri artisti, atelier, gallerie, collezioni private e musei.
Forza contraddittoria per raggiungere la vetta del godimento o il baratro della disperazione. Un sentimento viscerale che non può essere vissuto razionalmente e che diventa epidermico generando una fusione visibile tra mente e corpo.
In una società fondata su obiettivi e strategie, l’arte può essere ricondotta alla passione? Un invito all’opera e al tempo stesso una riflessione che coinvolge artisti, galleristi, collezionisti e curatori: collaborazione che nasce da una comunanza d’interessi e da una vicinanza affettiva. L’esito di questo confronto è un work in progress, frutto di imprevedibili combinazioni in continuo movimento ed evoluzione.
Le opere esposte sono di artisti di diverse nazionalità, dall’Italia alla Cina, dall’Olanda alla Nigeria, dall’Australia a Malta, e ci rivelano passioni diverse che nascono in modo spontaneo e autonomo. Le vere passioni s’intercettano e si riconoscono, vengono rilanciate da tutti coloro che sono coinvolti nel mondo dell’arte per creare un circolo virtuoso che riattiva altra passione.”
Cristina Lipanje, Marco Puntin – LipanjePuntin artecontemporanea
La mostra propone opere che esprimono diverse tipologie di passione. Esemplare in Portrait of Christa è l’omaggio dell’artista californiano James Brown alla passione di Christa McAuliffe, maestra elementare e membro dell’equipaggio del Challenger, lo shuttle esploso in fase di lancio nel 1986. Questo dipinto su tavola, proveniente dalla collezione di Leo Castelli (nato a Trieste, gallerista a New York), rappresenta per LipanjePuntin il legame di Trieste con il mondo. L’artista romano Luigi Serafini esprime la propria passione per la scrittura e per l’immaginario letterario anche attraverso una scultura in ceramica di una figura mitologica, ricca di rimandi alle leggende di Bacco e alla pompeiana lussuria. C’è la passione calda nei corpi femminili di Ugo Giletta così come nei ritratti maschili della spagnola Francesca Martí, figure energetiche e dinamiche. La religione e la devozione maltese sono rivisitate con una dose di surrealismo nelle foto di Maree Azzopardi. Si passa dai dipinti dell’olandese Jasper Krabbé che ritraggono la perfezione del gesto sportivo del campione olimpico di tuffi Matt Mitcham, al video Senza tela: La morte di Marat di Manuel Fanni Canelles (una collaborazione tra l’associazione culturale Openspace di Trieste e LipanjePuntin) sul capolavoro di Jacques-Louis David e la sua feticizzazione nell’immaginario attuale; dalle miniature d’interni legati all’arte dipinte in modo maniacale dall’artista scozzese Andrew Grassie alle sculture “tribali” in legno, bronzo e carta vetrata che evocano l’eredità africana di Jebila Wolfe-Okongwu; dalla xilografia del maestro giapponese Hokusai con la veduta del Monte Fuji (1830), primo acquisto di un critico alla precoce età di sedici anni, all’acquerello eseguito da Gao Xingjian (premio Nobel nel 2000 per la letteratura) sul significato dell’identità e dell’orgoglio di un dissidente; un’opera che qui ben rappresenta la passione della galleria Torbandena di Trieste e il suo dialogo pluriennale con LipanjePuntin artecontemporanea.
E ancora: Robert Mapplethorpe attraverso la reinvenzione del bianco e nero e la reinterpretazione di tòpoi fotografici quali i fiori e la scultura classica o Elio Caredda che in un’unica opera dal titolo Usch dar dam (dall’arabo “consapevolezza del respiro”) riesce a sintetizzare un ventennio di appassionata ricerca artistica ed allo stesso tempo una forte attenzione per la propria e l’altrui Vita.
Come la passione può trasformarsi da un momento all’altro, così questa mostra è in continua evoluzione. Nel suo percorso fino a ottobre essa andrà mutando grazie alla collaborazione e il contributo di altri artisti, atelier, gallerie, collezioni private e musei.
11
giugno 2010
Passion is the Difference
Dall'undici giugno al 16 ottobre 2010
arte contemporanea
Location
LIPANJEPUNTIN ARTE CONTEMPORANEA
Trieste, Via Armando Diaz, 4, (Trieste)
Trieste, Via Armando Diaz, 4, (Trieste)
Orario di apertura
da martedì a sabato 15.30-19.30
Vernissage
11 Giugno 2010, ore 18.00
Autore