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Meraviglie del Barocco nelle Marche
Nei saloni del settecentesco Palazzo Servanzi Confidati a San Severino Marche e nella chiesa della Misericordia, da poco restaurata, sono esposte novanta opere fra dipinti, sculture ed oreficerie destinate alle chiese ed ai palazzi del vasto territorio che da Macerata si inoltra verso i Sibillini, toccando San Severino, Camerino, Matelica e Fabriano. Luoghi oggi remoti, eppure nel Seicento capaci di attirare i maggiori artisti del secolo.
Comunicato stampa
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Bernini, Guercino Pomarancio, ed ancora Orazio Gentileschi, Valentin de Boulogne, Baciccio, Carlo Maratti… insomma il gotha dell’arte italiana del Seicento riunito per la mostra che torna a far parlare di San Severino Marche come tappa clou nel circuito dei grandi artisti del Seicento e delle grandi mostre oggi
La mostra appare dunque una occasione unica per conoscere capolavori ignoti del Seicento straordinariamente suggestivi protagonisti di una complessa e variegata stagione del barocco nelle Marche, ma anche per visitare luoghi indimenticabili, nei quali il tempo sembra essersi fermato senza recare violenza ad una civiltà fatta di armonia
Nei saloni del settecentesco Palazzo Servanzi Confidati a San Severino Marche e nella chiesa della Misericordia, da poco restaurata, sono esposte novanta opere fra dipinti, sculture ed oreficerie destinate alle chiese ed ai palazzi del vasto territorio che da Macerata si inoltra verso i Sibillini, toccando San Severino, Camerino, Matelica e Fabriano. Luoghi oggi remoti, eppure nel Seicento capaci di attirare i maggiori artisti del secolo.
I prelati al vertice delle diocesi, espressione delle famiglie più in vista dell’Urbe, come gli Altieri, i Barberini, i Mattei ed un folto manipolo di esponenti del patriziato locale legati da stretti rapporti di clientela con la curia pontificia, favorirono la venuta di artisti e di capolavori da Roma, riproponendo in un quieto e bellissimo angolo delle Marche le raffinate creazioni che nell’Urbe suscitavano la meraviglia di collezionisti e di appassionati d’arte.
Dopo le memorabili mostre dedicate ai Fratelli Salimbeni (1999) ed ai Pittori del Rinascimento nel 2001 e nel 2005, San Severino Marche, autentico gioiello di di architettura e urbanistica, riprende il percorso di promozione e di valorizzazione delle peculiarità storico-artistiche del territorio, organizzando un evento articolato che rappresenta il primo di una serie di progetti espositivi della Regione dedicati alla civiltà del Seicento.
La mostra Meraviglie del Barocco nelle Marche, catalogo SILVANA Editoriale, è promossa dal Comune di San Severino Marche in collaborazione con la Soprintendenza PSAE delle Marche, la Direzione Generale Beni e Attività Culturali delle Marche e la Fondazione Salimbeni per le Arti Figurative. La mostra, che riceve l’importante sostegno della Regione Marche, si tiene sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Il Comitato Scientifico è presieduto da Vittorio Sgarbi, presidente onorario Mina Gregori, e vede tra i presenti tra gli altri Antonio Paolucci, Francesco Scoppola, Maurizio Marini, Stefano Papetti, con il coordinamento e la direzione di Liana Lippi.
Un progetto e una mostra che rappresentano un percorso ambizioso volto ad illustrare i caratteri artistici e culturali in senso ampio, di un secolo per i più sconosciuto e comunque mai a fondo abbastanza valorizzato nelle Marche.
I vertici della Curia, spesso legati alle più importanti famiglie principesche dell'Urbe, nonché gli esponenti del patriziato locale animarono infatti una vivace stagione che intrecciava l'attività di validi artisti locali, come Giulio Lazzarelli, Cipriano Divini e Paolo Marini, con quella di maestri molto noti venuti da fuori e che lavorarono nelle Marche e in particolare nel maceratese.
Ecco allora che dalla mostra emergono le dinamiche artistiche del Seicento e si mettono in luce i legami culturali del territorio con i due centri più importanti dello Stato Pontificio: Roma e Bologna. Lungo le sale di Palazzo Servanzi Confidati sfilano tele di artisti come Pomarancio e Andrea Lilli, figure di collegamento tra il Tardo Manierismo e il Barocco, alcune significative testimonianze del caravaggismo, Orazio Gentileschi, Giovanni Francesco Guerrieri, Valentin de Boulogne, Ribera e interessanti copie antiche e famose del Caravaggio come San Francesco e l’Angelo proveniente dal Museo Civico di Udine e testimonianze del Classicismo con Guido Reni, Guercino, Sassoferrato, Paolo Marini.
“Notevoli furono nei primi tre decenni del Seicento gli arrivi di opere legate al naturalismo caravaggesco: tele di Valentin, di Guerrieri, di Gentileschi, di Ribera attestano il successo che una pittura severa, giuocata su forti contrasti di luce, aveva riscosso nella provincia pontificia. Non a caso un saggio del catalogo, a firma di uno dei più noti studiosi di Caravaggio, ha come oggetto proprio il caravaggismo nelle Marche. Ma ciò non escludeva la possibilità di altre presenze più legate al contesto barocco, come le ricordate opere berniniane, le tele di Baciccio, le pale d’altare di Maratti che introducono nelle chiese del maceratese l’enfasi e la retorica tipiche di quello stile” illustra Stefano Papetti, Presidente della Fondazione Salimbeni per le Arti Figurative che collabora con il Comune di San Severino alla realizzazione della mostra.
L’esposizione evidenzia anche l’attività di alcuni artisti locali come il settempedano Paolo Marini o Giacomo Giorgetti (umbro di Assisi che lavorò molto nell’Alto Maceratese) che, forti di un soggiorno di studi a Roma, ma soprattutto suggestionati dalle opere giunte dall’Urbe nelle chiese del territorio, seppero sintonizzarsi su quelle lunghezze d’onda offrendone una versione più domestica e “dialettale”.
L'affermarsi del nuovo gusto viene documentato anche con la presentazione di alcuni capolavori di Gian Lorenzo Bernini e dei suoi collaboratori, di Giovanni Battista Gaulli, di Carlo Maratti e di intagliatori e di orafi che introducono, in ambito locale, le novità del Barocco trionfante.
Anche nel campo delle arti minori, dell'intaglio ligneo e dell'oreficeria, troviamo in mostra, infatti, oggetti di elevatissimo livello artistico prodotti anche da artisti di grande fama, come ad esempio, il francese Denis Plouvier. Suoi i candelieri con putto, i busti reliquario, gli angeli porta torcia. In mostra anche il Busto reliquario di Santa Maria Maddalena, il busto d’argento di Santi Lotti.
I dipinti di Valentin e le sculture di Bernini donate alle chiese di Camerino dal cardinale Angelo Giori, i dipinti di Guercino e Guido Reni commissionati e raccolti dal nobile tolentinate Benadduce Benadduci, le tele ferraresi dello Scarsellino commissionate dal capitano Margarucci, compongono una trama che si sovrappone a quella tessuta dalle committenze ecclesiastiche, restituendoci l’immagine di un secolo animato da vivaci fermenti intellettuali che si esprimono anche in ambito teatrale e letterario.
Proprio a questi aspetti è dedicata una sezione della mostra ospitata presso la Pinacoteca Civica dove è possibile ammirare incisioni, antichi testi teatrali e strumenti scientifici che illustrano le passioni segrete dell’aristocrazia marchigiana. Un percorso che tocca anche due importanti chiese di San Severino Marche, i Santuari del Glorioso e della Madonna dei Lumi, che con i loro imponenti apparati decorativi, che vedono l’integrazione di sculture e dipinti, ci offrono un quadro complessivo dell’aggiornamento culturale di committenti e devoti di provincia.
Una mostra che ha il merito oltre che di portare alla luce alcuni aspetti poco noti dell’arte barocca marchigiana, quello di aver concorso al restauro di numerose opere esposte: l’antica copia per esempio della tela di Caravaggio raffigurante “San Francesco e l’angelo” ritrovata a San Severino nella chiesa di San Rocco che verrà messa confronto con la versione del Museo Civico di Udine; il busto in bronzo di Urbano VIII del palazzo comunale di Camerino finalmente visibile da vicino, evidenziandone la qualità straordinaria di un originale di Gian Lorenzo Bernini, capace di cogliere con grande forza introspettiva l’indole indomita del pontefice.
Con la mostra di Palazzo Servanzi Confidati, nella Chiesa della Misericordia e nella Pinacoteca Civica non si esaurisce l’intero progetto: al fine di ritessere infatti la trama di questo complesso periodo, ricco di testimonianze in gran parte inedite, in calendario ci sono una serie articolata di appuntamenti e di iniziative sul territorio e di eventi collegati al contesto culturale seicentesco a cominciare da un itinerario nel “sommerso” collegato all’ambito culturale della mostra attraverso alcune chiese segnalate, spazi architettonici e contenitori straordinari di altrettanto preziosi e sconosciuti documenti della Storia e dell’Arte del XVII secolo.
E ancora, concerti di organo di musica barocca nelle chiese cittadine, una rassegna cinematografica dei film che hanno rappresentato o anche solo citato il barocco, conferenze a tema e perfino incontri conviviali legati alla gastronomia barocca a partire da un patrimonio del gusto ancora oggi rintracciabile sul territorio.
La mostra appare dunque una occasione unica per conoscere capolavori ignoti del Seicento straordinariamente suggestivi protagonisti di una complessa e variegata stagione del barocco nelle Marche, ma anche per visitare luoghi indimenticabili, nei quali il tempo sembra essersi fermato senza recare violenza ad una civiltà fatta di armonia
Nei saloni del settecentesco Palazzo Servanzi Confidati a San Severino Marche e nella chiesa della Misericordia, da poco restaurata, sono esposte novanta opere fra dipinti, sculture ed oreficerie destinate alle chiese ed ai palazzi del vasto territorio che da Macerata si inoltra verso i Sibillini, toccando San Severino, Camerino, Matelica e Fabriano. Luoghi oggi remoti, eppure nel Seicento capaci di attirare i maggiori artisti del secolo.
I prelati al vertice delle diocesi, espressione delle famiglie più in vista dell’Urbe, come gli Altieri, i Barberini, i Mattei ed un folto manipolo di esponenti del patriziato locale legati da stretti rapporti di clientela con la curia pontificia, favorirono la venuta di artisti e di capolavori da Roma, riproponendo in un quieto e bellissimo angolo delle Marche le raffinate creazioni che nell’Urbe suscitavano la meraviglia di collezionisti e di appassionati d’arte.
Dopo le memorabili mostre dedicate ai Fratelli Salimbeni (1999) ed ai Pittori del Rinascimento nel 2001 e nel 2005, San Severino Marche, autentico gioiello di di architettura e urbanistica, riprende il percorso di promozione e di valorizzazione delle peculiarità storico-artistiche del territorio, organizzando un evento articolato che rappresenta il primo di una serie di progetti espositivi della Regione dedicati alla civiltà del Seicento.
La mostra Meraviglie del Barocco nelle Marche, catalogo SILVANA Editoriale, è promossa dal Comune di San Severino Marche in collaborazione con la Soprintendenza PSAE delle Marche, la Direzione Generale Beni e Attività Culturali delle Marche e la Fondazione Salimbeni per le Arti Figurative. La mostra, che riceve l’importante sostegno della Regione Marche, si tiene sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Il Comitato Scientifico è presieduto da Vittorio Sgarbi, presidente onorario Mina Gregori, e vede tra i presenti tra gli altri Antonio Paolucci, Francesco Scoppola, Maurizio Marini, Stefano Papetti, con il coordinamento e la direzione di Liana Lippi.
Un progetto e una mostra che rappresentano un percorso ambizioso volto ad illustrare i caratteri artistici e culturali in senso ampio, di un secolo per i più sconosciuto e comunque mai a fondo abbastanza valorizzato nelle Marche.
I vertici della Curia, spesso legati alle più importanti famiglie principesche dell'Urbe, nonché gli esponenti del patriziato locale animarono infatti una vivace stagione che intrecciava l'attività di validi artisti locali, come Giulio Lazzarelli, Cipriano Divini e Paolo Marini, con quella di maestri molto noti venuti da fuori e che lavorarono nelle Marche e in particolare nel maceratese.
Ecco allora che dalla mostra emergono le dinamiche artistiche del Seicento e si mettono in luce i legami culturali del territorio con i due centri più importanti dello Stato Pontificio: Roma e Bologna. Lungo le sale di Palazzo Servanzi Confidati sfilano tele di artisti come Pomarancio e Andrea Lilli, figure di collegamento tra il Tardo Manierismo e il Barocco, alcune significative testimonianze del caravaggismo, Orazio Gentileschi, Giovanni Francesco Guerrieri, Valentin de Boulogne, Ribera e interessanti copie antiche e famose del Caravaggio come San Francesco e l’Angelo proveniente dal Museo Civico di Udine e testimonianze del Classicismo con Guido Reni, Guercino, Sassoferrato, Paolo Marini.
“Notevoli furono nei primi tre decenni del Seicento gli arrivi di opere legate al naturalismo caravaggesco: tele di Valentin, di Guerrieri, di Gentileschi, di Ribera attestano il successo che una pittura severa, giuocata su forti contrasti di luce, aveva riscosso nella provincia pontificia. Non a caso un saggio del catalogo, a firma di uno dei più noti studiosi di Caravaggio, ha come oggetto proprio il caravaggismo nelle Marche. Ma ciò non escludeva la possibilità di altre presenze più legate al contesto barocco, come le ricordate opere berniniane, le tele di Baciccio, le pale d’altare di Maratti che introducono nelle chiese del maceratese l’enfasi e la retorica tipiche di quello stile” illustra Stefano Papetti, Presidente della Fondazione Salimbeni per le Arti Figurative che collabora con il Comune di San Severino alla realizzazione della mostra.
L’esposizione evidenzia anche l’attività di alcuni artisti locali come il settempedano Paolo Marini o Giacomo Giorgetti (umbro di Assisi che lavorò molto nell’Alto Maceratese) che, forti di un soggiorno di studi a Roma, ma soprattutto suggestionati dalle opere giunte dall’Urbe nelle chiese del territorio, seppero sintonizzarsi su quelle lunghezze d’onda offrendone una versione più domestica e “dialettale”.
L'affermarsi del nuovo gusto viene documentato anche con la presentazione di alcuni capolavori di Gian Lorenzo Bernini e dei suoi collaboratori, di Giovanni Battista Gaulli, di Carlo Maratti e di intagliatori e di orafi che introducono, in ambito locale, le novità del Barocco trionfante.
Anche nel campo delle arti minori, dell'intaglio ligneo e dell'oreficeria, troviamo in mostra, infatti, oggetti di elevatissimo livello artistico prodotti anche da artisti di grande fama, come ad esempio, il francese Denis Plouvier. Suoi i candelieri con putto, i busti reliquario, gli angeli porta torcia. In mostra anche il Busto reliquario di Santa Maria Maddalena, il busto d’argento di Santi Lotti.
I dipinti di Valentin e le sculture di Bernini donate alle chiese di Camerino dal cardinale Angelo Giori, i dipinti di Guercino e Guido Reni commissionati e raccolti dal nobile tolentinate Benadduce Benadduci, le tele ferraresi dello Scarsellino commissionate dal capitano Margarucci, compongono una trama che si sovrappone a quella tessuta dalle committenze ecclesiastiche, restituendoci l’immagine di un secolo animato da vivaci fermenti intellettuali che si esprimono anche in ambito teatrale e letterario.
Proprio a questi aspetti è dedicata una sezione della mostra ospitata presso la Pinacoteca Civica dove è possibile ammirare incisioni, antichi testi teatrali e strumenti scientifici che illustrano le passioni segrete dell’aristocrazia marchigiana. Un percorso che tocca anche due importanti chiese di San Severino Marche, i Santuari del Glorioso e della Madonna dei Lumi, che con i loro imponenti apparati decorativi, che vedono l’integrazione di sculture e dipinti, ci offrono un quadro complessivo dell’aggiornamento culturale di committenti e devoti di provincia.
Una mostra che ha il merito oltre che di portare alla luce alcuni aspetti poco noti dell’arte barocca marchigiana, quello di aver concorso al restauro di numerose opere esposte: l’antica copia per esempio della tela di Caravaggio raffigurante “San Francesco e l’angelo” ritrovata a San Severino nella chiesa di San Rocco che verrà messa confronto con la versione del Museo Civico di Udine; il busto in bronzo di Urbano VIII del palazzo comunale di Camerino finalmente visibile da vicino, evidenziandone la qualità straordinaria di un originale di Gian Lorenzo Bernini, capace di cogliere con grande forza introspettiva l’indole indomita del pontefice.
Con la mostra di Palazzo Servanzi Confidati, nella Chiesa della Misericordia e nella Pinacoteca Civica non si esaurisce l’intero progetto: al fine di ritessere infatti la trama di questo complesso periodo, ricco di testimonianze in gran parte inedite, in calendario ci sono una serie articolata di appuntamenti e di iniziative sul territorio e di eventi collegati al contesto culturale seicentesco a cominciare da un itinerario nel “sommerso” collegato all’ambito culturale della mostra attraverso alcune chiese segnalate, spazi architettonici e contenitori straordinari di altrettanto preziosi e sconosciuti documenti della Storia e dell’Arte del XVII secolo.
E ancora, concerti di organo di musica barocca nelle chiese cittadine, una rassegna cinematografica dei film che hanno rappresentato o anche solo citato il barocco, conferenze a tema e perfino incontri conviviali legati alla gastronomia barocca a partire da un patrimonio del gusto ancora oggi rintracciabile sul territorio.
24
luglio 2010
Meraviglie del Barocco nelle Marche
Dal 24 luglio 2010 al 16 gennaio 2011
arte antica
Location
PALAZZO SERVANZI CONFIDATI
San Severino Marche, Via Cesare Battisti, (Macerata)
San Severino Marche, Via Cesare Battisti, (Macerata)
Biglietti
intero Euro 8, ridotto Euro 6, gruppi e scuole Euro 5 Il biglietto comprende anche per la visita alla Pinacoteca (con lo stesso orario della mostra) e al Museo Archeologico “Giuseppe Moretti” (con l’orario del Museo)
Orario di apertura
25 luglio-19 settembre 10,00- 12,30 (ultimo ingresso);16,30-20,00 (ultimo ingresso)
venerdì, sabato, domenica apertura serale fino alle 23,00 (ultimo ingresso)
lunedì chiuso
20 settembre-12 dicembre 9,30-12,30 (ultimo ingresso; 16,00-19,00 (ultimo ingresso)
Vernissage
24 Luglio 2010, ore 17.30 su invito presso il Teatro Feronia, piazza del Popolo, San Severino Marche. A seguire visita della mostra
Sito web
www.comune.sanseverinomarche.mc.it
Editore
SILVANA EDITORIALE
Ufficio stampa
LR COMUNICAZIONE
Autore
Curatore