Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
In Con Tre – Fais | Grgeta | Stea
la mostra propone tre artisti di diversa provenienza e noti sia a livello locale ma anche nazionale e internazionale che presenteranno una decina di lavori ciascuno, appartenenti ad uno dei più recenti periodi di produzione e tra i più segnificativi della loro carriera artistica.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Inaugura sabato 5 giugno alle ore 17,00 presso la galleria d’arte comunale Agorà in piazza San Palmerio a Ghilarza, il secondo appuntamento della rassegna d’arte contemporanea In Con Tre, che prosegue con la mostra dei tre artisti Stella Grgeta, Lorenzo Stea e Rita Fais, realizzata, come tutta la rassegna, grazie all’iniziativa dell’Associazione Amici dell’arte e il contributo del Comune di Ghilarza.
Il progetto delle mostre, curato e diretto da Erica Olmetto, consiste infatti nella realizzazione di un Ciclo di Eventi d’arte che occuperanno i locali comunali di AGORA’ in piazza San Palmerio a Ghilarza dal 15 maggio al 9 luglio 2010.
La seconda esposizione, visitabile fino al 21 giugno 2010, propone tre artisti di diversa provenienza e noti sia a livello locale ma anche nazionale e internazionale che presenteranno una decina di lavori ciascuno, appartenenti ad uno dei più recenti periodi di produzione e tra i più segnificativi della loro carriera artistica.
Dal testo critico di Erica Olmetto: “….Nel corso della sua carriera pittorica Grgeta si avvicinò dapprima ad un linguaggio post-impressionista di cui è emblematica la mostra allestita a Olbia nel 2008 e in occasione della quale affrontò il delicato tema del “nomadismo…” (Stella Grgeta).
[…] il suo linguaggio pittorico affianca momenti di digressione metafisica, dove il tempo e lo spazio sembrano immobili, a istanti vissuti nel passato attraverso rivisitazioni classiche di esemplare esecuzione tecnica. (Lorenzo Stea).
La rievocazione della storia sarda [… ] come la Pietà della madre sarda, S'accabadora e la Stele di Boeri, emerge anche in altre opere tecnicamente evolute, come quelle dove le forme circolari e il dinamismo dei colori ricordano il ritmo delle danze sarde. (Rita Fais)”.
Inserite nella cornice di uno spazio artistico dedicato alla storica piazza ghilarzese, valorizzano con la loro presenza attraverso colori e forme significativi, le opere di nove artisti invitati a partecipare al ciclo di mostre di arte contemporanea in programma dal 15 maggio al 7 luglio nello spazio Agorà.
Franca Tronci
La partecipazione dell’artista a numerose mostre sia a livello nazionale che internazionale e l’alta considerazione a lei riservata da noti Critici d’Arte e insigni pittori di diversa provenienza le hanno permesso di ottenere la nomina a Parlamentare Europea della Cultura e dell’Arte nel 1991 a Firenze. L’esperienza maturata nel corso del tempo trova le sue radici nei combattuti anni 60, periodo nel quale l’artista si dedicava quasi interamente alla Pittura.
Le opere in mostra intitolate Oltre l’anima, come la precedente serie di dipinti dedicata a I muri, rappresentano per l’artista la condizione esistenziale dell’uomo, destinata inesorabilmente alla distruzione. Anche l’anima, come i muri, è ferita, sfrangiata, compromessa dalle sofferenze e dai dolori che la vita le arreca. Nei dipinti la nostra esistenza, il silenzio interiore dell’uomo e dell’artista, è davanti ai nostri occhi, è tangibile, così come lo è la lacerazione che attraversa a tratti il bianco della vernice sulla tela, impastata e solida come la pietra.
Giorgio Masili
Autorevole maestro ceramista, Masili, nei quaranta anni di esperienza, ha ritenuto fondamentale unire al lavoro manuale l’insegnamento delle discipline artistiche, occupandosi spesso, della direzione di importanti corsi di ceramica. Nel suo lungo percorso artistico è evidente l’esperienza acquisita dall’artista nel corso del tempo nelle arti visive ma soprattutto plastiche, così come prova la sua partecipazione a numerose mostre collettive e molteplici esposizioni personali, finalizzate ad approfondire la sua conoscenza nei vari settori dell’arte contemporanea.
Gli intensi colori pastosi delle sue ceramiche, presenti anche in questi lavori, accentuano il valore che l’artista attribuisce alla forma. Come se fossero dei quadri, le piccole sculture a tre quarti emergono, dando risalto agli elementi culturali sardi, nelle tavole di medie e grandi dimensioni.
Dalle opere in mostra è visibile la sua versatilità, in particolare nella capacità di alternare la sua attività di ceramista a quella di pittore e scultore sperimentando nuovi modi espressivi, forme e materiali diversi quali pietre, legno, metalli, argilla e vetro.
Jole Maria Serreli
Conosciuta sia per le sue capacità esecutive nell’espressione pittorica sia per una personale e innata inclinazione alla Scultura, l’artista mostra anche nei lavori in esposizione un particolare interesse per la materia e l’importanza dell’utilizzo finalizzato a creare nuove forme sinuose, figurate o stilizzate. Nel modellare e plasmare la sostanza, manifesta in modo completo ciò che per lei è semplice e naturale così da realizzare opere pittoriche definite da una sensibile connotazione emotiva.
Gli impasti di olio e acrilico, spesso uniti allo stucco e al tessuto, alla sabbia o alla segatura, conferiscono ai lavori l’aspetto concreto e tangibile che li caratterizza.
L’esperienza nell’arte della scultura, che risale alla prima giovinezza, la condusse a sperimentare materiali come il tufo, la trachite e il basalto, mentre, come si può osservare, plasmando l’argilla è riuscita a donare all’opera d’arte quel valore aggiunto che ha reso alcune sue sculture tra le più importanti per qualità ed espressione. Il suo percorso artistico, figurativo e concettuale, attualmente è concentrato sia nella lavorazione della pietra sia nella pittura, attraverso un unico linguaggio stilistico ricco di valenze estetiche.
Lorenzo Stea
Le origini torinesi e i trascorsi che caratterizzarono la sua formazione in Italia e all’estero, hanno attribuito all’artista, che da oltre trenta anni ormai risiede in Sardegna, un volto e una personalità del tutto esclusivi sia per quanto riguarda il linguaggio, sia per la particolarità che traspare dalle sue opere. Nel campo della pittura, dove si cimenta sin dai primi anni giovanili, raggiunge in breve tempo un alto livello di esperienza, arricchita con la frequentazione delle Scuole di Arti Sceniche “Paravia” di Torino e con l’acquisizione di esperienze lavorative nel campo della grafica.
Come si può osservare anche dai lavori in mostra, il suo linguaggio pittorico affianca momenti di digressione metafisica, dove il tempo e lo spazio sembrano immobili, a istanti vissuti nel passato attraverso rivisitazioni classiche di esemplare esecuzione tecnica. Fantastici esseri animati, personaggi di dubbia origine e forma, popolano le scene dei suoi dipinti, appartenenti ad un mondo irreale e carico di elementi tra loro spesso non comunicanti, ma ricchi di fascino per l’aspetto insolito e intrigante che li caratterizza.
Stella Grgeta
Croata di origine, l'artista scoprì la pittura in territorio triestino, dove emigrò allo scoppio della guerra, scoprendo una fervida passione per la pittura alla quale si cimentò anche in seguito all’incontro col noto artista Livio Rosignano. Nel primo periodo formativo ebbe la possibilità di confrontarsi con le tecniche base della pittura, guidata da una innata inclinazione per la ricerca cromatica e le forme naturali.
Nella decisione di stabilirsi in Italia l’artista ha infine scelto la Sardegna, per l’esattezza Palau nel settentrione dell’Isola, dove ancora oggi vive e opera.
Nel corso della sua carriera pittorica Grgeta si avvicinò dapprima ad un linguaggio post-impressionista di cui è emblematica la mostra allestita a Olbia nel 2008 e in occasione della quale affrontò il delicato tema del “nomadismo” legato senz’altro alla propria condizione personale di emigrante. Di recente, è impegnata in una ricerca diversa, che studia e approfondisce sempre tematiche quotidiane ma affrontate con uno stile e un linguaggio più obiettivi, dove il soggetto umano rappresentato evidenzia interessanti rapporti con il Realismo contemporaneo.
Rita Fais
Usando le mani al posto del pennello l’artista che vive e opera ad Oristano, ha mostrato da sempre una particolare capacità tecnica nella esecuzione di lavori su tela e compensato sperimentando supporti di diversa foggia e materiale.
Uno dei motivi di ispirazione delle sue opere, come quelle presenti nell’esposizione, è la civiltà protonuragica che attraverso uno stile attuale e completo mostra l’importanza simbolica che i mezzi artistici a lei più congeniali, quali la pittura e la scrittura, possiedono.
La rievocazione della storia sarda in alcune sue opere di alto significato artistico come la Pietà della madre sarda, S'accabadora e la Stele di Boeri, emerge anche in altre tecnicamente evolute, come quelle dove le forme circolari e il dinamismo dei colori ricordano il ritmo delle danze sarde. E’ così che pittura e poesia sensibilmente si fondono, dando forma al colore e lasciando spazio all’anima e ai vari livelli dell’inconscio che si sovrappone alle figure e attribuisce all’insieme una emozionante dimensione onirica.
Michele D’Alba
Pugliese di origine e di formazione l’artista si trasferì in Sardegna, in un luogo incontaminato dell’oristanese, lontano dall’ambiente cittadino, dove cercò di non perdere mai le proprie radici. Per questo motivo la campagna ha sempre caratterizzato i suo lavori sin dalla giovinezza, quando, ad ispirarlo erano i verdi e sconfinati paesaggi della campagna pugliese che poteva contemplare dal suo casolare immerso nella natura.
La sua esperienza artistica iniziata negli anni 70 e integrata da un appassionato fervore per la pittura ma anche dalla partecipazione a numerosi concorsi di rilievo nazionale e internazionale, ha contribuito ad arricchire la crescita sul piano tecnico, dando vita ad un linguaggio pittorico caratterizzato da connotazioni appartenenti ad un Realismo moderno di grande respiro poetico. In breve tempo anche in Sardegna ha potuto dedicarsi sempre con maggiore frequenza alla pittura partecipando nuovamente a concorsi e mostre estemporanee e personali, a tal punto che molti dei suoi lavori più recenti sono ora presenti in diverse collezioni private.
Roberto Floris
Anche se le radici dell’artista si identificano con la Sardegna e in particolare con Nuoro, la tecnica e il linguaggio di Floris risentono inevitabilmente dell’influenza comasca, dal momento in cui si trasferì e vi rimase fino ad oggi. Vive e lavora infatti a Como, ma dopo la nascita trascorre la sua prima giovinezza a Tempio Pausania in Gallura dove si avvicina all’arte e alla pittura in particolare.
Gli aspetti che caratterizzano la pittura di Floris e che le conferiscono un sapore del tutto nuovo e del tutto personale, sono legati ad una singolare tecnica da lui sperimentata e approfondita di recente che denota anche i lavori presenti nell’ attuale esposizione. Di ricercata finezza cromatica e formale, le opere si distinguono per la stesura della materia pittorica sopra i supporti in plexiglas, sperimentati già in occasione di una mostra presso la Banca Nazionale del Lavoro di Olgiate Comasco (Como) nel 2005. L’esperienza si ripete nel 2007, presso l’Ospedale Regionale di Lugano in Svizzera, dove, vengono esposte ben venticinque opere eseguite con la nuova tecnica su plexiglas, ormai comprovata e adottata dall’artista.
Maria Grazia Oppo
Le origini, legate indissolubilmente alla Sardegna e a Ghilarza in primo luogo, tradiscono senz’altro l’importanza che l’artista ha sempre attribuito alla natura e al suo corso, senza mai tralasciare però un certo interesse riferito all’intervento dell’uomo e al suo ingegno.
Nelle sue opere l’apporto della tecnologia all’arte non altera e non limita la relazione e l’integrazione con la natura, al contrario nobilita il lavoro e lo rende più fruibile al pubblico. Questo aspetto è evidente in una delle sue ultime personali allestite nel Museo di Villanovaforru, dove l’artista ha utilizzato l’acqua come elemento primordiale ed essenziale per dare vita ad un percorso vorticoso ed entusiasmante di tubi ed elementi meccanici all’interno dei quali l’acqua scorreva e defluiva senza sosta. L’esperienza artistica della Oppo si è concentrata sia nella scultura e nell’installazione che nella pittura, come è visibile dalle opere in mostra che in modo astratto e naturale al tempo stesso riconducono alle tematiche care all’artista.
Erica Olmetto
Il progetto delle mostre, curato e diretto da Erica Olmetto, consiste infatti nella realizzazione di un Ciclo di Eventi d’arte che occuperanno i locali comunali di AGORA’ in piazza San Palmerio a Ghilarza dal 15 maggio al 9 luglio 2010.
La seconda esposizione, visitabile fino al 21 giugno 2010, propone tre artisti di diversa provenienza e noti sia a livello locale ma anche nazionale e internazionale che presenteranno una decina di lavori ciascuno, appartenenti ad uno dei più recenti periodi di produzione e tra i più segnificativi della loro carriera artistica.
Dal testo critico di Erica Olmetto: “….Nel corso della sua carriera pittorica Grgeta si avvicinò dapprima ad un linguaggio post-impressionista di cui è emblematica la mostra allestita a Olbia nel 2008 e in occasione della quale affrontò il delicato tema del “nomadismo…” (Stella Grgeta).
[…] il suo linguaggio pittorico affianca momenti di digressione metafisica, dove il tempo e lo spazio sembrano immobili, a istanti vissuti nel passato attraverso rivisitazioni classiche di esemplare esecuzione tecnica. (Lorenzo Stea).
La rievocazione della storia sarda [… ] come la Pietà della madre sarda, S'accabadora e la Stele di Boeri, emerge anche in altre opere tecnicamente evolute, come quelle dove le forme circolari e il dinamismo dei colori ricordano il ritmo delle danze sarde. (Rita Fais)”.
Inserite nella cornice di uno spazio artistico dedicato alla storica piazza ghilarzese, valorizzano con la loro presenza attraverso colori e forme significativi, le opere di nove artisti invitati a partecipare al ciclo di mostre di arte contemporanea in programma dal 15 maggio al 7 luglio nello spazio Agorà.
Franca Tronci
La partecipazione dell’artista a numerose mostre sia a livello nazionale che internazionale e l’alta considerazione a lei riservata da noti Critici d’Arte e insigni pittori di diversa provenienza le hanno permesso di ottenere la nomina a Parlamentare Europea della Cultura e dell’Arte nel 1991 a Firenze. L’esperienza maturata nel corso del tempo trova le sue radici nei combattuti anni 60, periodo nel quale l’artista si dedicava quasi interamente alla Pittura.
Le opere in mostra intitolate Oltre l’anima, come la precedente serie di dipinti dedicata a I muri, rappresentano per l’artista la condizione esistenziale dell’uomo, destinata inesorabilmente alla distruzione. Anche l’anima, come i muri, è ferita, sfrangiata, compromessa dalle sofferenze e dai dolori che la vita le arreca. Nei dipinti la nostra esistenza, il silenzio interiore dell’uomo e dell’artista, è davanti ai nostri occhi, è tangibile, così come lo è la lacerazione che attraversa a tratti il bianco della vernice sulla tela, impastata e solida come la pietra.
Giorgio Masili
Autorevole maestro ceramista, Masili, nei quaranta anni di esperienza, ha ritenuto fondamentale unire al lavoro manuale l’insegnamento delle discipline artistiche, occupandosi spesso, della direzione di importanti corsi di ceramica. Nel suo lungo percorso artistico è evidente l’esperienza acquisita dall’artista nel corso del tempo nelle arti visive ma soprattutto plastiche, così come prova la sua partecipazione a numerose mostre collettive e molteplici esposizioni personali, finalizzate ad approfondire la sua conoscenza nei vari settori dell’arte contemporanea.
Gli intensi colori pastosi delle sue ceramiche, presenti anche in questi lavori, accentuano il valore che l’artista attribuisce alla forma. Come se fossero dei quadri, le piccole sculture a tre quarti emergono, dando risalto agli elementi culturali sardi, nelle tavole di medie e grandi dimensioni.
Dalle opere in mostra è visibile la sua versatilità, in particolare nella capacità di alternare la sua attività di ceramista a quella di pittore e scultore sperimentando nuovi modi espressivi, forme e materiali diversi quali pietre, legno, metalli, argilla e vetro.
Jole Maria Serreli
Conosciuta sia per le sue capacità esecutive nell’espressione pittorica sia per una personale e innata inclinazione alla Scultura, l’artista mostra anche nei lavori in esposizione un particolare interesse per la materia e l’importanza dell’utilizzo finalizzato a creare nuove forme sinuose, figurate o stilizzate. Nel modellare e plasmare la sostanza, manifesta in modo completo ciò che per lei è semplice e naturale così da realizzare opere pittoriche definite da una sensibile connotazione emotiva.
Gli impasti di olio e acrilico, spesso uniti allo stucco e al tessuto, alla sabbia o alla segatura, conferiscono ai lavori l’aspetto concreto e tangibile che li caratterizza.
L’esperienza nell’arte della scultura, che risale alla prima giovinezza, la condusse a sperimentare materiali come il tufo, la trachite e il basalto, mentre, come si può osservare, plasmando l’argilla è riuscita a donare all’opera d’arte quel valore aggiunto che ha reso alcune sue sculture tra le più importanti per qualità ed espressione. Il suo percorso artistico, figurativo e concettuale, attualmente è concentrato sia nella lavorazione della pietra sia nella pittura, attraverso un unico linguaggio stilistico ricco di valenze estetiche.
Lorenzo Stea
Le origini torinesi e i trascorsi che caratterizzarono la sua formazione in Italia e all’estero, hanno attribuito all’artista, che da oltre trenta anni ormai risiede in Sardegna, un volto e una personalità del tutto esclusivi sia per quanto riguarda il linguaggio, sia per la particolarità che traspare dalle sue opere. Nel campo della pittura, dove si cimenta sin dai primi anni giovanili, raggiunge in breve tempo un alto livello di esperienza, arricchita con la frequentazione delle Scuole di Arti Sceniche “Paravia” di Torino e con l’acquisizione di esperienze lavorative nel campo della grafica.
Come si può osservare anche dai lavori in mostra, il suo linguaggio pittorico affianca momenti di digressione metafisica, dove il tempo e lo spazio sembrano immobili, a istanti vissuti nel passato attraverso rivisitazioni classiche di esemplare esecuzione tecnica. Fantastici esseri animati, personaggi di dubbia origine e forma, popolano le scene dei suoi dipinti, appartenenti ad un mondo irreale e carico di elementi tra loro spesso non comunicanti, ma ricchi di fascino per l’aspetto insolito e intrigante che li caratterizza.
Stella Grgeta
Croata di origine, l'artista scoprì la pittura in territorio triestino, dove emigrò allo scoppio della guerra, scoprendo una fervida passione per la pittura alla quale si cimentò anche in seguito all’incontro col noto artista Livio Rosignano. Nel primo periodo formativo ebbe la possibilità di confrontarsi con le tecniche base della pittura, guidata da una innata inclinazione per la ricerca cromatica e le forme naturali.
Nella decisione di stabilirsi in Italia l’artista ha infine scelto la Sardegna, per l’esattezza Palau nel settentrione dell’Isola, dove ancora oggi vive e opera.
Nel corso della sua carriera pittorica Grgeta si avvicinò dapprima ad un linguaggio post-impressionista di cui è emblematica la mostra allestita a Olbia nel 2008 e in occasione della quale affrontò il delicato tema del “nomadismo” legato senz’altro alla propria condizione personale di emigrante. Di recente, è impegnata in una ricerca diversa, che studia e approfondisce sempre tematiche quotidiane ma affrontate con uno stile e un linguaggio più obiettivi, dove il soggetto umano rappresentato evidenzia interessanti rapporti con il Realismo contemporaneo.
Rita Fais
Usando le mani al posto del pennello l’artista che vive e opera ad Oristano, ha mostrato da sempre una particolare capacità tecnica nella esecuzione di lavori su tela e compensato sperimentando supporti di diversa foggia e materiale.
Uno dei motivi di ispirazione delle sue opere, come quelle presenti nell’esposizione, è la civiltà protonuragica che attraverso uno stile attuale e completo mostra l’importanza simbolica che i mezzi artistici a lei più congeniali, quali la pittura e la scrittura, possiedono.
La rievocazione della storia sarda in alcune sue opere di alto significato artistico come la Pietà della madre sarda, S'accabadora e la Stele di Boeri, emerge anche in altre tecnicamente evolute, come quelle dove le forme circolari e il dinamismo dei colori ricordano il ritmo delle danze sarde. E’ così che pittura e poesia sensibilmente si fondono, dando forma al colore e lasciando spazio all’anima e ai vari livelli dell’inconscio che si sovrappone alle figure e attribuisce all’insieme una emozionante dimensione onirica.
Michele D’Alba
Pugliese di origine e di formazione l’artista si trasferì in Sardegna, in un luogo incontaminato dell’oristanese, lontano dall’ambiente cittadino, dove cercò di non perdere mai le proprie radici. Per questo motivo la campagna ha sempre caratterizzato i suo lavori sin dalla giovinezza, quando, ad ispirarlo erano i verdi e sconfinati paesaggi della campagna pugliese che poteva contemplare dal suo casolare immerso nella natura.
La sua esperienza artistica iniziata negli anni 70 e integrata da un appassionato fervore per la pittura ma anche dalla partecipazione a numerosi concorsi di rilievo nazionale e internazionale, ha contribuito ad arricchire la crescita sul piano tecnico, dando vita ad un linguaggio pittorico caratterizzato da connotazioni appartenenti ad un Realismo moderno di grande respiro poetico. In breve tempo anche in Sardegna ha potuto dedicarsi sempre con maggiore frequenza alla pittura partecipando nuovamente a concorsi e mostre estemporanee e personali, a tal punto che molti dei suoi lavori più recenti sono ora presenti in diverse collezioni private.
Roberto Floris
Anche se le radici dell’artista si identificano con la Sardegna e in particolare con Nuoro, la tecnica e il linguaggio di Floris risentono inevitabilmente dell’influenza comasca, dal momento in cui si trasferì e vi rimase fino ad oggi. Vive e lavora infatti a Como, ma dopo la nascita trascorre la sua prima giovinezza a Tempio Pausania in Gallura dove si avvicina all’arte e alla pittura in particolare.
Gli aspetti che caratterizzano la pittura di Floris e che le conferiscono un sapore del tutto nuovo e del tutto personale, sono legati ad una singolare tecnica da lui sperimentata e approfondita di recente che denota anche i lavori presenti nell’ attuale esposizione. Di ricercata finezza cromatica e formale, le opere si distinguono per la stesura della materia pittorica sopra i supporti in plexiglas, sperimentati già in occasione di una mostra presso la Banca Nazionale del Lavoro di Olgiate Comasco (Como) nel 2005. L’esperienza si ripete nel 2007, presso l’Ospedale Regionale di Lugano in Svizzera, dove, vengono esposte ben venticinque opere eseguite con la nuova tecnica su plexiglas, ormai comprovata e adottata dall’artista.
Maria Grazia Oppo
Le origini, legate indissolubilmente alla Sardegna e a Ghilarza in primo luogo, tradiscono senz’altro l’importanza che l’artista ha sempre attribuito alla natura e al suo corso, senza mai tralasciare però un certo interesse riferito all’intervento dell’uomo e al suo ingegno.
Nelle sue opere l’apporto della tecnologia all’arte non altera e non limita la relazione e l’integrazione con la natura, al contrario nobilita il lavoro e lo rende più fruibile al pubblico. Questo aspetto è evidente in una delle sue ultime personali allestite nel Museo di Villanovaforru, dove l’artista ha utilizzato l’acqua come elemento primordiale ed essenziale per dare vita ad un percorso vorticoso ed entusiasmante di tubi ed elementi meccanici all’interno dei quali l’acqua scorreva e defluiva senza sosta. L’esperienza artistica della Oppo si è concentrata sia nella scultura e nell’installazione che nella pittura, come è visibile dalle opere in mostra che in modo astratto e naturale al tempo stesso riconducono alle tematiche care all’artista.
Erica Olmetto
05
giugno 2010
In Con Tre – Fais | Grgeta | Stea
Dal 05 al 21 giugno 2010
arte contemporanea
Location
AGORA’
Ghilarza, Piazza San Palmerio, (Oristano)
Ghilarza, Piazza San Palmerio, (Oristano)
Vernissage
5 Giugno 2010, ore 17
Autore
Curatore