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Nicolas Zadounaïsky – I.L.R.I.
Verranno presentati per l’occasione una breve selezione dei lavori che l’artista ha dedicato nell’ultimo periodo al tema della crocifissione e il nuovo catalogo relativo al progetto, realizzato da Segnoperenne con contributi critici di Gaetano Salerno e Armel Cusin-Gogat.
Comunicato stampa
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Dopo la personale del 2009, realizzata in collaborazione con l’Associazione Culturale BelloFresco e patrocinata dal Comune di Piombino Dese e la personale (Dans Sa Maison), allestita presso la suggestiva Chiesetta di San Giuseppe di Serravalle di Vittorio Veneto, patrocinata dal Comune di Vittorio Veneto, Segnoperenne presenta venerdì 4 giugno alle ore 18.30, presso lo Spazio Espositivo Voltolina di Mestre, I.L.R.I., personale dell’artista parigino Nicolas Zadounaïsky.
Verranno presentati per l’occasione una breve selezione dei lavori che l’artista ha dedicato nell’ultimo periodo al tema della crocifissione e il nuovo catalogo relativo al progetto, realizzato da Segnoperenne con contributi critici di Gaetano Salerno e Armel Cusin-Gogat.
Nicolas Zadounaïsky, fedele all’iconografia occidentale sviluppata dalla pittura due-trecentesca e poi rinascimentale, recupera vecchie scatole di cartone inutilizzate, ne scolla i bordi e aprendole scopre inaspettate croci latine con le quali interpreta, con ironia, la forza comunicazionale ed evocativa del Cristo crocifisso.
Le scatole, piccole o grandi che siano, si svuotano del contenuto per il quale sono state create per riempirsi di nuovi, antitetici ed etici, contenuti, da scoprire lungo i collages (tecnica mista) di questa via crucis colorata e pop, realizzata con materiali poveri e di riciclo.
Come l’imperatore Costantino, il giorno precedente alla battaglia contro Massenzio, fu abbagliato dalla Croce e in hoc signo vicit, così anche in questa storia la Croce si concretizza inattesa. Strappa un sorriso il pensiero che si nascondesse nelle scatole di cartone ma ricordando gli indizi suggeriti dal Messia sul dove cercarlo (“Tagliate un ciocco di legno; io sono lì. Sollevate la pietra, e mi troverete…”) non dovrebbe apparire poi tanto strano.
L’artista trasfigura l’oggetto in concetto compiendo un’operazione sacra (e mai dissacrante), potente e allegorica come parabola profetica, rispettosa dei valori universali dei quali l’icona della Croce si fa portatrice nelle culture di ogni tempo eppure intelligentemente graffiante; dadaista indagine della società odierna attraverso i suoi valori fondanti –economici, politici, sociali- o la perdita di essi.
Da ready-made (rettificati) privati della loro immediatezza d’uso prende vita una poetica e apocrifa avventura dell’ individuo prossimo al martirio che dall’alto di molti Golgota osserva silenzioso un mondo griffato, vacuo e disattento –incomprensibile anche a chi ha rinunciato alla propria natura divina per essere uomo tra gli uomini- ancora oggi, come un tempo, incapace di impedirne la condanna.
Bandita dunque la natura truculenta e sanguinaria della martirio e addolciti i segni della passione (guardando con attenzione in realtà ancora ben presente, edulcorato memento mori) scorgiamo il Cristo odierno osservare il mondo piccolo e sottostante, dall’alto di un luogo scomodo ma pre-giudiziale, sorridente e rassegnato al proprio destino.
Nella calma che si evince da questo eccesso di stoicismo, da questi ritmi rilassati che non creano frattura, repulsione, allontanamento nell’occhio di fedeli laicizzati dalla secolarizzazione (ma ancora prede della seduzione) sembra insinuarsi la contraddizione che parafrasa la parabola fino a offrirne una lettura svilita ma inconfutabile e certa.
Perse ormai le speranze di redenzione, il Cristo odierno non è patiens (non interpreta compassionevoli agonie) né triumphans (non gioisce vittorioso sulla morte); semplicemente sorride rassegnato -i.l.r.i./ il rit - al proprio destino, inascoltato per omnia secula seculorum.
L’artista sarà presente durante la vernice di venerdì 4 giugno
Verranno presentati per l’occasione una breve selezione dei lavori che l’artista ha dedicato nell’ultimo periodo al tema della crocifissione e il nuovo catalogo relativo al progetto, realizzato da Segnoperenne con contributi critici di Gaetano Salerno e Armel Cusin-Gogat.
Nicolas Zadounaïsky, fedele all’iconografia occidentale sviluppata dalla pittura due-trecentesca e poi rinascimentale, recupera vecchie scatole di cartone inutilizzate, ne scolla i bordi e aprendole scopre inaspettate croci latine con le quali interpreta, con ironia, la forza comunicazionale ed evocativa del Cristo crocifisso.
Le scatole, piccole o grandi che siano, si svuotano del contenuto per il quale sono state create per riempirsi di nuovi, antitetici ed etici, contenuti, da scoprire lungo i collages (tecnica mista) di questa via crucis colorata e pop, realizzata con materiali poveri e di riciclo.
Come l’imperatore Costantino, il giorno precedente alla battaglia contro Massenzio, fu abbagliato dalla Croce e in hoc signo vicit, così anche in questa storia la Croce si concretizza inattesa. Strappa un sorriso il pensiero che si nascondesse nelle scatole di cartone ma ricordando gli indizi suggeriti dal Messia sul dove cercarlo (“Tagliate un ciocco di legno; io sono lì. Sollevate la pietra, e mi troverete…”) non dovrebbe apparire poi tanto strano.
L’artista trasfigura l’oggetto in concetto compiendo un’operazione sacra (e mai dissacrante), potente e allegorica come parabola profetica, rispettosa dei valori universali dei quali l’icona della Croce si fa portatrice nelle culture di ogni tempo eppure intelligentemente graffiante; dadaista indagine della società odierna attraverso i suoi valori fondanti –economici, politici, sociali- o la perdita di essi.
Da ready-made (rettificati) privati della loro immediatezza d’uso prende vita una poetica e apocrifa avventura dell’ individuo prossimo al martirio che dall’alto di molti Golgota osserva silenzioso un mondo griffato, vacuo e disattento –incomprensibile anche a chi ha rinunciato alla propria natura divina per essere uomo tra gli uomini- ancora oggi, come un tempo, incapace di impedirne la condanna.
Bandita dunque la natura truculenta e sanguinaria della martirio e addolciti i segni della passione (guardando con attenzione in realtà ancora ben presente, edulcorato memento mori) scorgiamo il Cristo odierno osservare il mondo piccolo e sottostante, dall’alto di un luogo scomodo ma pre-giudiziale, sorridente e rassegnato al proprio destino.
Nella calma che si evince da questo eccesso di stoicismo, da questi ritmi rilassati che non creano frattura, repulsione, allontanamento nell’occhio di fedeli laicizzati dalla secolarizzazione (ma ancora prede della seduzione) sembra insinuarsi la contraddizione che parafrasa la parabola fino a offrirne una lettura svilita ma inconfutabile e certa.
Perse ormai le speranze di redenzione, il Cristo odierno non è patiens (non interpreta compassionevoli agonie) né triumphans (non gioisce vittorioso sulla morte); semplicemente sorride rassegnato -i.l.r.i./ il rit - al proprio destino, inascoltato per omnia secula seculorum.
L’artista sarà presente durante la vernice di venerdì 4 giugno
04
giugno 2010
Nicolas Zadounaïsky – I.L.R.I.
Dal 04 al 06 giugno 2010
arte contemporanea
Location
STUDIO LUIGI VOLTOLINA
Venezia, Calle Della Testa, 1, (Venezia)
Venezia, Calle Della Testa, 1, (Venezia)
Orario di apertura
sabato 5 e domenica 6 giugno 2010, ore 16.00 – 19.30
Vernissage
4 Giugno 2010, ore 18.30
Sito web
www.segnoperenne.it
Autore
Curatore