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Storia di un’anima. Immagini e memorie dal Diario di Olivia Cushing (1871-1917)
in mostra dipinti, testimonianze fotografiche e documentarie la vita di Olivia Cushing Andersen: seguendo il Diario di questa aristocratica americana si sviluppa la storia emozionante del suo rapporto con la famiglia Andersen sullo sfondo di un’epoca sconvolta da grandi cambiamenti.
Comunicato stampa
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L’allestimento proposto dal Museo H. C. Andersen per i prossimi mesi intende seguire attraverso dipinti, testimonianze fotografiche e documentarie la vita di Olivia Cushing Andersen: seguendo il Diario di questa aristocratica americana si sviluppa la storia emozionante del suo rapporto con la famiglia Andersen sullo sfondo di un’epoca sconvolta da grandi cambiamenti.
Olivia Cushing nasce nel 1871 a Newport (Rhode Island) da una facoltosa famiglia di educazione puritana appartenente alla società dei “nuovi ricchi” anglo-americani. Fin da bambina, per la sua formazione culturale, Olivia viaggia molto tra l’Europa e l’America e a vent’anni, con l’intento di apprendere ed accrescere la sua conoscenza attraverso il contatto diretto con i luoghi della cultura, compie il suo grand tour: Londra, Parigi, Norimberga, Bayreuth, Venezia, Torino, Aix-les-Bains, Siena, Perugia, Firenze, Napoli, Roma.
Nel 1892 a Parigi in rue de l’Université avviene l’incontro della sua vita con Andreas Andersen, artista, pittore di umili origini, grande amico del fratello maggiore di Olivia, Howard, dedito anch’egli allo studio e alla pratica dell’arte. Da questo momento tutto l’impegno spirituale, intellettuale e fisico di Olivia sarà profuso verso la famiglia Andersen. All’inizio, innamorata, dedicherà le sue attenzioni e il suo incoraggiamento economico e spirituale ad Andreas, di cui diventerà nel 1902 l’amatissima consorte per circa un mese; poi, per il resto della sua vita, si occuperà con decisione e dedizione (fino alla morte nel dicembre 1917) a Hendrik Andersen, di cui diverrà il nume tutelare, sorella, amica intima con cui condividerà ambiziosi progetti (La Città mondiale della comunicazione, i suoi Drammi religiosi). Trasferitasi definitivamente a Roma a partire dal 1903, la sua vita quotidiana si svolge vicina a tutta la famiglia Andersen, l’adorata maman Helene, la sorella adottiva e modella Lucia, Arthur il giovane fratello musicista. In un susseguirsi di continui viaggi tra l’America e l’Italia al fine di concretizzare il suo personale impegno di scrittrice e quello legato al grande sogno dell’utopica città della comunicazione mondiale, The world communication centre, condiviso con Hendrik. Olivia si preoccupa sempre con dedizione di incitare e sostenere non solo spiritualmente ma anche materialmente i grandi progetti scultorei di Hendrik, a partire dalla Fontana della vita.
L’allestimento si articola attraverso una cinquantina di opere e numerose foto e cartoline (dipinti e sculture di Andreas e Hendrik, disegni e pastelli di Howard Cushing e James Brigg Potter), in un curioso “ritratto di Signora” amante dei viaggi e delle amicizie raffinate, in una continua fuga anticonvenzionale, tipicamente anglo-americana, dalla propria famiglia di origine e con un grande amore per la cultura e per l’espiazione-elevazione della propria anima.
Il profilo che ne viene fuori è molto vicino ai personaggi letterari femminili creati dall’amico (rivale di Olivia nell’affetto per Hendrik) Henry James, sicuramente incarnazione di una donna di fine secolo piena di fermenti e di slanci femministi, ancora sentiti come intimo contraddittorio, eppure in sintonia con la rapida evoluzione della società dell’epoca.
Olivia Cushing nasce nel 1871 a Newport (Rhode Island) da una facoltosa famiglia di educazione puritana appartenente alla società dei “nuovi ricchi” anglo-americani. Fin da bambina, per la sua formazione culturale, Olivia viaggia molto tra l’Europa e l’America e a vent’anni, con l’intento di apprendere ed accrescere la sua conoscenza attraverso il contatto diretto con i luoghi della cultura, compie il suo grand tour: Londra, Parigi, Norimberga, Bayreuth, Venezia, Torino, Aix-les-Bains, Siena, Perugia, Firenze, Napoli, Roma.
Nel 1892 a Parigi in rue de l’Université avviene l’incontro della sua vita con Andreas Andersen, artista, pittore di umili origini, grande amico del fratello maggiore di Olivia, Howard, dedito anch’egli allo studio e alla pratica dell’arte. Da questo momento tutto l’impegno spirituale, intellettuale e fisico di Olivia sarà profuso verso la famiglia Andersen. All’inizio, innamorata, dedicherà le sue attenzioni e il suo incoraggiamento economico e spirituale ad Andreas, di cui diventerà nel 1902 l’amatissima consorte per circa un mese; poi, per il resto della sua vita, si occuperà con decisione e dedizione (fino alla morte nel dicembre 1917) a Hendrik Andersen, di cui diverrà il nume tutelare, sorella, amica intima con cui condividerà ambiziosi progetti (La Città mondiale della comunicazione, i suoi Drammi religiosi). Trasferitasi definitivamente a Roma a partire dal 1903, la sua vita quotidiana si svolge vicina a tutta la famiglia Andersen, l’adorata maman Helene, la sorella adottiva e modella Lucia, Arthur il giovane fratello musicista. In un susseguirsi di continui viaggi tra l’America e l’Italia al fine di concretizzare il suo personale impegno di scrittrice e quello legato al grande sogno dell’utopica città della comunicazione mondiale, The world communication centre, condiviso con Hendrik. Olivia si preoccupa sempre con dedizione di incitare e sostenere non solo spiritualmente ma anche materialmente i grandi progetti scultorei di Hendrik, a partire dalla Fontana della vita.
L’allestimento si articola attraverso una cinquantina di opere e numerose foto e cartoline (dipinti e sculture di Andreas e Hendrik, disegni e pastelli di Howard Cushing e James Brigg Potter), in un curioso “ritratto di Signora” amante dei viaggi e delle amicizie raffinate, in una continua fuga anticonvenzionale, tipicamente anglo-americana, dalla propria famiglia di origine e con un grande amore per la cultura e per l’espiazione-elevazione della propria anima.
Il profilo che ne viene fuori è molto vicino ai personaggi letterari femminili creati dall’amico (rivale di Olivia nell’affetto per Hendrik) Henry James, sicuramente incarnazione di una donna di fine secolo piena di fermenti e di slanci femministi, ancora sentiti come intimo contraddittorio, eppure in sintonia con la rapida evoluzione della società dell’epoca.
04
giugno 2010
Storia di un’anima. Immagini e memorie dal Diario di Olivia Cushing (1871-1917)
Dal 04 giugno al 03 ottobre 2010
fotografia
disegno e grafica
arte moderna
disegno e grafica
arte moderna
Location
MUSEO HENDRIK CHRISTIAN ANDERSEN
Roma, Via Pasquale Stanislao Mancini, 20, (Roma)
Roma, Via Pasquale Stanislao Mancini, 20, (Roma)
Vernissage
4 Giugno 2010, ore 17
Curatore