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Dino Maccini – A Villa Raggio
esposizione di mosaici artistici.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 29 maggio, alle ore 17,00, inaugurazione a Villa Raggio, Pontenure, della mostra di Dino Maccini, mosaicista piacentino.
Allievo di Marco Santi, Maestro della Scuola Internazionale del Mosaico di Ravenna, esordisce sperimentandosi nell’eccellenza tecnica e, nello specifico, cimentandosi nella resa figurativa, con particolare attenzione all’intensità psicologica.
Immediatamente dopo scatta il desiderio di allontanarsi dalla figuratività, già saldamente posseduta, anche se indagata in poche opere, e di aprirsi a nuove prospettive: innovazione plastica, con abbandono del “piano” tradizionale di rappresentazione; polimatericità, facendo dialogare tessere musive di varia natura materiale (vetro, marmo, pietre ecc.) con legno, fondi/cornice colorati, grigliati spaziali; fino a sconfinare nell’arte decorativa.
I soggetti attingono presto alla ricerca metafisica di un possibile senso della vita, sul quale tutti incessantemente ci interroghiamo. E’ in questo ambito che Maccini crea alcune delle sue opere più suggestive: Impatto, L’assenza, L’origine, E’ già domani.
Ma è nel lavorare, per così dire, in filigrana, che ottiene risultati espressivi davvero eccellenti. Opere come La mia estate, Verdi trame e Una strana storia stupiscono e rapiscono per la particolarità dei ritratti e per l’ineffabile luce che li attraversa e li vivifica, o ancora per lo stingersi dei segni, delle forme, quale metafora dello stingersi della memoria.
Un ultimo filone dell’indagine di Dino Maccini sulla vita consiste nelle compenetrazioni - di fogli nudi o scritti - che attraversano anche la scrittura. Viene in mente la splendida canzone Pagine di Ornella Vanoni.
Come tutti gli artisti, nei quali difficilmente si spegne la vitalità del bambino interiore, Maccini dedica alcune opere al gioco: Il sottile gioco delle parti, Io non gioco più, ma anche Cielo, opera realizzata in collaborazione con William Xerra per segnare la sede del Centro Psicopedagogico di Via Campagna 83.
Altre collaborazioni lo hanno visto attento e aperto al confronto e allo scambio con altri artisti: dall’atelier di espressione artistica tenuto con Alberto Gallerati per gli anziani della Casa protetta “Vittorio Emanuele” di Piacenza; ad esperienze di integrazione musiva di alcune sculture di Giorgio Groppi, definite “a quattro mani”; alla più recente opera realizzata con Franca Franchi, nella quale si confrontano due sensibilità e due modi di intendere, in chiave contemporanea, il mosaico.
Insomma, per la ricchezza dei temi e delle espressioni, una mostra, quella di Dino Maccini, che appagherà di certo curiosità e ricerca di senso di un vasto pubblico, desideroso di riconnettersi, attraverso la ricerca artistica e per un istante almeno, con la propria anima.
Sergio Signorini
Allievo di Marco Santi, Maestro della Scuola Internazionale del Mosaico di Ravenna, esordisce sperimentandosi nell’eccellenza tecnica e, nello specifico, cimentandosi nella resa figurativa, con particolare attenzione all’intensità psicologica.
Immediatamente dopo scatta il desiderio di allontanarsi dalla figuratività, già saldamente posseduta, anche se indagata in poche opere, e di aprirsi a nuove prospettive: innovazione plastica, con abbandono del “piano” tradizionale di rappresentazione; polimatericità, facendo dialogare tessere musive di varia natura materiale (vetro, marmo, pietre ecc.) con legno, fondi/cornice colorati, grigliati spaziali; fino a sconfinare nell’arte decorativa.
I soggetti attingono presto alla ricerca metafisica di un possibile senso della vita, sul quale tutti incessantemente ci interroghiamo. E’ in questo ambito che Maccini crea alcune delle sue opere più suggestive: Impatto, L’assenza, L’origine, E’ già domani.
Ma è nel lavorare, per così dire, in filigrana, che ottiene risultati espressivi davvero eccellenti. Opere come La mia estate, Verdi trame e Una strana storia stupiscono e rapiscono per la particolarità dei ritratti e per l’ineffabile luce che li attraversa e li vivifica, o ancora per lo stingersi dei segni, delle forme, quale metafora dello stingersi della memoria.
Un ultimo filone dell’indagine di Dino Maccini sulla vita consiste nelle compenetrazioni - di fogli nudi o scritti - che attraversano anche la scrittura. Viene in mente la splendida canzone Pagine di Ornella Vanoni.
Come tutti gli artisti, nei quali difficilmente si spegne la vitalità del bambino interiore, Maccini dedica alcune opere al gioco: Il sottile gioco delle parti, Io non gioco più, ma anche Cielo, opera realizzata in collaborazione con William Xerra per segnare la sede del Centro Psicopedagogico di Via Campagna 83.
Altre collaborazioni lo hanno visto attento e aperto al confronto e allo scambio con altri artisti: dall’atelier di espressione artistica tenuto con Alberto Gallerati per gli anziani della Casa protetta “Vittorio Emanuele” di Piacenza; ad esperienze di integrazione musiva di alcune sculture di Giorgio Groppi, definite “a quattro mani”; alla più recente opera realizzata con Franca Franchi, nella quale si confrontano due sensibilità e due modi di intendere, in chiave contemporanea, il mosaico.
Insomma, per la ricchezza dei temi e delle espressioni, una mostra, quella di Dino Maccini, che appagherà di certo curiosità e ricerca di senso di un vasto pubblico, desideroso di riconnettersi, attraverso la ricerca artistica e per un istante almeno, con la propria anima.
Sergio Signorini
29
maggio 2010
Dino Maccini – A Villa Raggio
Dal 29 maggio al 13 giugno 2010
arte contemporanea
Location
VILLA RAGGIO
Pontenure, Via Emilia Parmense Ovest, (Piacenza)
Pontenure, Via Emilia Parmense Ovest, (Piacenza)
Orario di apertura
feriali 16:30–19:30, festivi 10:30–12:30 e 16:30– 19:30, lunedì giorno di chiusura
Vernissage
29 Maggio 2010, ore 18
Sito web
www.dinomaccini.it
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