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Piero Toresella
La mostra comprende un corpus di opere recentissime e inedite, nelle quali l’artista approfondisce la ricerca sul tema dell’estetica del sublime, ove l’irrapresentabile è la finitezza dell’uomo nello scorrere infinito del tempo.
Comunicato stampa
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Piero Toresella
La superficie pittorica di Piero Toresella si dà come campo in cui l’assenza di profondità prospettica è direttamente proporzionale allo sviluppo verticale del concetto; questo si realizza e si rivela lungo un’orbita costellata da avvistamenti interiori, evocazioni multiple e risonanze emblematiche. Le immagini si installano sul crinale di una doppia leggibilità: da una parte il dato oggettivo del loro essere, dall’altra il risvolto del loro “esistere”. Tale ambiguità del significante scaturisce da una riflessione convinta sul rapporto spazio-tempo nell’uomo, diviso tra la sua tensione a protendersi oltre il segmento anagrafico e la realtà effettuale, regolata da un ambito di durata ben definita; qui l’idea lucreziana del tempus edax (tempo divoratore) si riverbera con riflessi inquietanti, neutralizzando l’anelito dell’uomo stesso alla felicità con il decreto della sua sicura scadenza. È un’area di pensiero vicina al territorio della speculazione filosofica di Jean Francois Lyotard sul “sublime”, inteso nell’accezione di discrimine fra tragedia e felicità, dolore e piacere, slancio mirabolante e ripiegamento rassegnato. Piero Toresella innerva la ricerca con l’espressione sostanziale di un progetto, inscritto nelle tensioni più calde della quotidianità, dentro le pieghe di un vissuto continuamente sottoposto al vaglio dell’autoanalisi. Così indaga su alcuni aspetti della contemporaneità che legano gli individui e i loro gruppi associati; pertanto adotta la rete come metafora, che rimanda a situazioni ambivalenti, talora opposte fra loro: nella società di oggi il sistema reticolare governa il mondo delle relazioni a tutti i livelli, è il mezzo che rende più agile la comunicazione tra i componenti, ma è anche l’arma di costrizione dentro un determinato contesto. L’artista la riduce a segno e ingabbia la scena delle sue opere, nelle quali l’elemento ricorrente dell’intreccio di linee scandisce lo spazio dell’evento; qui sembra fluttuare una presenza che in realtà è colta nella fissità del suo “stare”, un’immagine ripresa originariamente in fotografia e poi elaborata pittoricamente fino a diventare traccia di una parvenza umana, qualche volta pienamente riconoscibile, qualche altra sfuggente alla definizione del proprio status anatomico e fisionomico. In realtà la figura “subisce” la rete che, nell’impalpabilità della sua consistenza, ingloba – e per alcuni tratti avvolge e nasconde - il peso di una fisicità esposta ai capricci di una fortuna, pronta a chiuderne l’esistenza. C’è una connessione logica profonda tra l’intreccio di linee parallele e perpendicolari e il tema figurale della tela, su cui la rete parcellizza di fatto l’unità dell’immagine, giungendo a una proposta visiva dalle molteplici potenzialità interpretative: dalla collocazione del singolo dentro un contesto più ampio, ordinato da norme razionali, alla frantumazione dell’io in tanti riquadri, quanti sono quelli prodotti dagli incroci delle linee. Nella riduzione massima del bianco e nero, il gioco di luci e di ombre che, da quadro a quadro, slabbrano i contorni o li definiscono meglio, è frequente l’accenno ad approdi quasi monocromatici, dentro un complesso di segni che esaltano il senso di una tragedia incombente: il termine temporale assegnato all’uomo, che può ricercare la felicità solo nel “prolungamento di sé” nell’opera d’arte.
Enzo Santese
27
maggio 2010
Piero Toresella
Dal 27 maggio al 27 giugno 2010
arte contemporanea
Location
PALAZZO COSTANZI – SALA VERUDA
Trieste, Piazza Piccola, 2, (Trieste)
Trieste, Piazza Piccola, 2, (Trieste)
Orario di apertura
ore 10/13 - 17/20, festivi compresi.
Vernissage
27 Maggio 2010, ore 17
Autore
Curatore