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Axel Jaroslavsky – I ponti di Pangea
E’ una riflessione sulla differenza di significato tra la costruzione di un muro e quella di un ponte che Axel Jaroslavsky, fotografo russo residente in Argentina, ha portato a Roma con dei montaggi fotografici molto vicini alla pittura.
Comunicato stampa
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I ponti di Pangea
E’ una riflessione sulla differenza di significato tra la costruzione di un muro e quella di un ponte che Axel JAROSLAVKY, fotografo russo residente in Argentina, ha portato a Roma con dei montaggi fotografici molto vicini alla pittura. Il colore, la composizione, le sovrapposizioni, le trasparenze dei segni, ma soprattutto la ricerca dei significati sono alla base della sua ricerca sul “ponte” come esigenza dell’uomo a ricreare quello spazio totale di comunicazione e di esistenza che fa riferimento allo stato primordiale di Pangea, ossia alla terra prima della deriva dei continenti. Una visione apocalittica, ma di ricomposizione. Così scrive Axel: “Tal vez las células tengan memoria y la memoria se remonte a los pretéritos tiempos sin hombres. Algunos años, más de 200 millones, tiempos de pangea, un solo territorio, una masa sin escisiones ni continentes con nombres, sin océanos que surcar, sin extremos que alcanzar. Los puentes hacen posible lo imposible, ponen a nuestro alcance el mundo ajeno, vinculan culturas y razas. Permiten el tránsito de la materia. Unen lo que el tiempo separó, para alcanzar lo que quizás perdimos sin saber y generar los lazos para conformar un todo.” “Forse le cellule hanno una memoria che ricorda i tempi in cui la terra era senza uomini. Più di 200 milioni di anni fa, tempi di pangea, un solo territorio, una massa unica, senza scissioni né continenti con i loro nomi, senza oceani da solcare, senza estremi da raggiungere. I ponti rendono possibile l’impossibile, pongono a nostra portata mondi estranei, associano culture e razze. Permettono il passaggio della materia. Uniscono ciò che il tempo ha separato per raggiungere ciò che, forse, si è perso senza sapere e così generare legami per conformare un tutto.”
I fotomontaggi (alcuni misurano120 x 80 cm), stampati su carta da acquerello, hanno un grande impatto visivo.
E’ una riflessione sulla differenza di significato tra la costruzione di un muro e quella di un ponte che Axel JAROSLAVKY, fotografo russo residente in Argentina, ha portato a Roma con dei montaggi fotografici molto vicini alla pittura. Il colore, la composizione, le sovrapposizioni, le trasparenze dei segni, ma soprattutto la ricerca dei significati sono alla base della sua ricerca sul “ponte” come esigenza dell’uomo a ricreare quello spazio totale di comunicazione e di esistenza che fa riferimento allo stato primordiale di Pangea, ossia alla terra prima della deriva dei continenti. Una visione apocalittica, ma di ricomposizione. Così scrive Axel: “Tal vez las células tengan memoria y la memoria se remonte a los pretéritos tiempos sin hombres. Algunos años, más de 200 millones, tiempos de pangea, un solo territorio, una masa sin escisiones ni continentes con nombres, sin océanos que surcar, sin extremos que alcanzar. Los puentes hacen posible lo imposible, ponen a nuestro alcance el mundo ajeno, vinculan culturas y razas. Permiten el tránsito de la materia. Unen lo que el tiempo separó, para alcanzar lo que quizás perdimos sin saber y generar los lazos para conformar un todo.” “Forse le cellule hanno una memoria che ricorda i tempi in cui la terra era senza uomini. Più di 200 milioni di anni fa, tempi di pangea, un solo territorio, una massa unica, senza scissioni né continenti con i loro nomi, senza oceani da solcare, senza estremi da raggiungere. I ponti rendono possibile l’impossibile, pongono a nostra portata mondi estranei, associano culture e razze. Permettono il passaggio della materia. Uniscono ciò che il tempo ha separato per raggiungere ciò che, forse, si è perso senza sapere e così generare legami per conformare un tutto.”
I fotomontaggi (alcuni misurano120 x 80 cm), stampati su carta da acquerello, hanno un grande impatto visivo.
27
maggio 2010
Axel Jaroslavsky – I ponti di Pangea
Dal 27 maggio al 09 giugno 2010
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
STUDIO DR SPAZIO VISIVO
Roma, Via Tolemaide, 19A, (Roma)
Roma, Via Tolemaide, 19A, (Roma)
Orario di apertura
10.30 - 13.00 / 16.30 - 19.30 – festivi su appuntamento
Vernissage
27 Maggio 2010, dalle ore 18:00 alle ore 21:00
Autore