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James Kalinda / Moneyless – Eves preview
L’OpenLab art gallery presenta in collaborazione con EVES la doppia personale di James Kalinda e Moneyless due artisti che nonostante le differenze estetiche e stilistiche (uno figurativo, l’altro astratto-geometrico)risultano simili in quanto innovatori dei linguaggi visivi urbani trascorsi
Comunicato stampa
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James Kalinda (1981, Parma) si esprime per mezzo del disegno figurativo, ispirato dalle produzioni murali e ai temi mistici di alcuni tra i primi street artists italiani, James riesce ad evolvere il linguaggio stilistico del wall painting grafico tradizionale privo di profondità, per mezzo di una personale rappresentazione illustrativa, caratterizzata da ombre e volumi che conferiscono al soggetto personalità e innovazione.
Moneyless (Teo Parisi 1981, Milano, vive a Lucca) interpreta ed evolve il tema dell’astrattismo geometrico, riproponendolo nello spazio pubblico. Il suo lavoro è contaminato dai linguaggi grafici e teorici dell’attuale corrente post graffiti e dall’analisi delle arti razionaliste grafiche del 900.
(Testo a cura di: Bignotti Cesare / EVES)
…A volte bisogna chiedersi se ce l’hai o non ce l’hai!?
Cosa!?
Non lo so di preciso.
Ma sono sicuro che ci sono giorni in cui questa cosa manca.
Sono giorni pazzi e strani dove vorresti solamente adagiarti molle su te stesso e lasciare che la vita ti corroda lasciandoti lì come una carcassa.
Uno scheletro al sole.
(James Kalinda)
Quando chiedi a James Kalinda di rispondere a qualche domanda sul suo lavoro è bene sapere che ciò che ne verrà fuori non è esattamente quello che ti aspetti: “lenzuoloni” di parole autoreferenziali su intenti, poetica, tecnica e mano d’opera. Niente di tutto questo ma risposte asciutte tra l’ironico e il surreale.
Come nelle puntate di un sequel, in cui le immagini si susseguono ma non devono essere premeditatamente collegate, ti tocca aspettare la prossima visione. Si sa, saper attendere non è proprio la virtù dell’uomo contemporaneo abituato ad incamerare alla velocità della luce immagini, suoni, odori, sapori. A volte l’invisibile sfugge.
Chi sta leggendo questo testo probabilmente è entrato da OpenLab art gallery o ne è appena uscito e - lo dico con un po’ d’invidia - ne sa sicuramente molto più di me sul nuovo “mondo Kalinda” messo in scena in galleria. Probabilmente vi starete ponendo le stesse domande sorte a me la prima volta che ho visto le sue opere live, una su tutte: Chi sono i personaggi ritratti? E di seguito: Cosa fanno? Da dove vengono?
Visto che James Kalinda si serve del figurativo per attirare sensazioni impercettibili, sulle pareti, nelle tele, in disegni e sculture riconosciamo opere nate da un percorso iniziato circa due anni fa con la mostra La Malora. «Sostanzialmente sono quadri che ritraggono cose, persone e ambienti di un ipotetico villaggio-città. È un posto triste e desolato dove succede poco e niente, le persone sono schive e terrorizzate, escono poco e la notte si chiudono nelle loro case per sfogarsi. Le sculture invece sono feticci e reliquie delle mie domeniche sante» racconta James. Per gli interventi a parete segue un approccio istintivo, niente bozze o disegni preparatori, il punto di partenza sono per lo più fotografie trovate in rete e sui giornali da cui, a volte, preleva solo dei particolari, altre, sistematicamente stravolte dalla sua fervida immaginazione. Le nuvole nere che vediamo spuntare qua e là dalla bocca dei suoi personaggi macrocefali oltre ad essere la sua firma richiamano all’universo della carta stampata, precisamente al fumetto e alla grafica (È recente l’uscita di Tentacular , una raccolta di disegni frutto dell’ultimo anno edita da Fedelo’s per la nuova collana Graphite e presentata al Lucca Comics&Games 2010, n.d.a.). Vogliono dirci qualcosa? Hanno perso la parola? Quei fumetti attendono di essere riempiti da noi e da ciò che suscita la loro vista? Non è dato sapere…
Tutte giocate su i toni di bianco, nero e fucsia, i colori delle sue tele. Troppi colori lo distoglierebbero, forse, da quella continua corsa all’inseguimento di una sensazione fugace. Per dirla con le sue parole tramutate in versi: poco importa che si tratti di un foglio o di un muro, da dove e come siano arrivati a noi. Ciò che rende unico il lavoro di Kalinda è la ricerca e la volontà con cui viene concepito. (Testo a cura di Francesca di Giorgio)
Moneyless (Teo Parisi 1981, Milano, vive a Lucca) interpreta ed evolve il tema dell’astrattismo geometrico, riproponendolo nello spazio pubblico. Il suo lavoro è contaminato dai linguaggi grafici e teorici dell’attuale corrente post graffiti e dall’analisi delle arti razionaliste grafiche del 900.
(Testo a cura di: Bignotti Cesare / EVES)
…A volte bisogna chiedersi se ce l’hai o non ce l’hai!?
Cosa!?
Non lo so di preciso.
Ma sono sicuro che ci sono giorni in cui questa cosa manca.
Sono giorni pazzi e strani dove vorresti solamente adagiarti molle su te stesso e lasciare che la vita ti corroda lasciandoti lì come una carcassa.
Uno scheletro al sole.
(James Kalinda)
Quando chiedi a James Kalinda di rispondere a qualche domanda sul suo lavoro è bene sapere che ciò che ne verrà fuori non è esattamente quello che ti aspetti: “lenzuoloni” di parole autoreferenziali su intenti, poetica, tecnica e mano d’opera. Niente di tutto questo ma risposte asciutte tra l’ironico e il surreale.
Come nelle puntate di un sequel, in cui le immagini si susseguono ma non devono essere premeditatamente collegate, ti tocca aspettare la prossima visione. Si sa, saper attendere non è proprio la virtù dell’uomo contemporaneo abituato ad incamerare alla velocità della luce immagini, suoni, odori, sapori. A volte l’invisibile sfugge.
Chi sta leggendo questo testo probabilmente è entrato da OpenLab art gallery o ne è appena uscito e - lo dico con un po’ d’invidia - ne sa sicuramente molto più di me sul nuovo “mondo Kalinda” messo in scena in galleria. Probabilmente vi starete ponendo le stesse domande sorte a me la prima volta che ho visto le sue opere live, una su tutte: Chi sono i personaggi ritratti? E di seguito: Cosa fanno? Da dove vengono?
Visto che James Kalinda si serve del figurativo per attirare sensazioni impercettibili, sulle pareti, nelle tele, in disegni e sculture riconosciamo opere nate da un percorso iniziato circa due anni fa con la mostra La Malora. «Sostanzialmente sono quadri che ritraggono cose, persone e ambienti di un ipotetico villaggio-città. È un posto triste e desolato dove succede poco e niente, le persone sono schive e terrorizzate, escono poco e la notte si chiudono nelle loro case per sfogarsi. Le sculture invece sono feticci e reliquie delle mie domeniche sante» racconta James. Per gli interventi a parete segue un approccio istintivo, niente bozze o disegni preparatori, il punto di partenza sono per lo più fotografie trovate in rete e sui giornali da cui, a volte, preleva solo dei particolari, altre, sistematicamente stravolte dalla sua fervida immaginazione. Le nuvole nere che vediamo spuntare qua e là dalla bocca dei suoi personaggi macrocefali oltre ad essere la sua firma richiamano all’universo della carta stampata, precisamente al fumetto e alla grafica (È recente l’uscita di Tentacular , una raccolta di disegni frutto dell’ultimo anno edita da Fedelo’s per la nuova collana Graphite e presentata al Lucca Comics&Games 2010, n.d.a.). Vogliono dirci qualcosa? Hanno perso la parola? Quei fumetti attendono di essere riempiti da noi e da ciò che suscita la loro vista? Non è dato sapere…
Tutte giocate su i toni di bianco, nero e fucsia, i colori delle sue tele. Troppi colori lo distoglierebbero, forse, da quella continua corsa all’inseguimento di una sensazione fugace. Per dirla con le sue parole tramutate in versi: poco importa che si tratti di un foglio o di un muro, da dove e come siano arrivati a noi. Ciò che rende unico il lavoro di Kalinda è la ricerca e la volontà con cui viene concepito. (Testo a cura di Francesca di Giorgio)
04
giugno 2010
James Kalinda / Moneyless – Eves preview
Dal 04 giugno al 20 luglio 2010
arte contemporanea
Location
OPENLAB IN COMPAGNIA UNICA
Genova, Vico San Vincenzo, 102/104 r, (Genova)
Genova, Vico San Vincenzo, 102/104 r, (Genova)
Orario di apertura
dal mercoledì al sabato ore 15.30-19.30
Vernissage
4 Giugno 2010, ore 18.00
Autore
Curatore