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Mara Gessi – Sospensioni
Sono piccole sculture, le sue, realizzate con materiali poveri eppure flessibili, fungibili al contesto in cui vengono collocati. Questi materiali sono importanti per la nostra artista proprio perché sono senza aura o sacralità di sorta,…
Comunicato stampa
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Uno sguardo sospeso
Sollevati, sostenuti in alto, appesi, gli organismi architetturali di Mara Gessi vòlitano sul soffitto della Galleria del Carbone. Interrompono il nostro ambito spaziale quotidiano, lo differiscono, anzi, di quel tanto che è necessario a rendere meno incerto il loro modo di porsi.
Le sospensioni di stato di questi assemblaggi concettuali declinano una lista di un insieme infinito: di oggetti, di frammenti vegetali o animali, di manufatti ... di orpelli poetici del reale.
L'atto, l'effetto del sospendere che l'artista sviluppa in questa sua ricerca spiazza il visitatore. Lo schema della casa, che raccoglie e racchiude, diventa una forma – inventario entro la quale rifondare la natura e la cultura. All'interno di questa struttura Mara svolge poi sapientemente un'attività testuale, dipana un suo privato viluppo narrativo, capace di fondare percezioni, argomentazioni e concetti tenuti insieme da una fine ironia.
Per un qualche verso questo mondo sospeso mi ricorda una situazione apparentemente simile, colta in una commedia di Aristofane, Le Nuvole.
Socrate viene rappresentato in una cesta sospesa in aria alla macchina del volo. Il filosofo, a chi gli chiede ragione di quella sua collocazione, risponde: <> … <>.
In effetti il graffiante modo parodico di Aristofane coglie la procedura conoscitiva classica della somiglianza (il simile conosce il simile). Ripetutamente l'autore mette in crisi il livello astratto e quello teorico della speculazione, giocando sulla nozione di “sottile” o richiamando l'uso dell'analogia, strumento con cui i presocratici illustravano le loro teorie.
I labirinti testuali che Mara Gessi propone forniscono pretesti continui per sconfinare in altri pretesti dimostrativi. La leggerezza diventa il filo conduttore di un percorso tanto più articolato e complesso quanto più la presenza della materia si fa sempre più rarefatta e “sottile”.
Sono piccole sculture, le sue, realizzate con materiali poveri eppure flessibili, fungibili al contesto in cui vengono collocati. Questi materiali sono importanti per la nostra artista proprio perché sono senza aura o sacralità di sorta, brillano per l'assenza delle qualità che la scultura ha ricercato da sempre nella materia: il raro, il desueto, il durevole.
In questo senso il nido, intreccio di pagliuzze per una cova annuale, raccolto da terra viene ricollocato in alto. Ora che è posto nella struttura della piccola casa diventa una reiterata dichiarazione di ricovero. L'effetto di ridondanza che la presenza di questi due oggetti comporta, l'uno simbolico e l'altro totalmente prestato dalla natura, non finisce mai di sollecitare catene di riflessioni e pensieri.
Anche il frammento di ceramica graffita ferrarese racconta di una città e di una cultura figurativa, narra di volizioni e di innamoramenti, produce intrecci di storie e affabulazioni anche al di fuori della Storia.
Appesa nello spazio ogni forma creata o ricreata si porta appresso un tempo altrettanto sospeso. Vi è, infatti, un tempo lungo che caratterizza tutta l'opera di Mara Gessi, fatto di decantazioni, di dilazioni e incantamenti. Le procedure slittano silenziose l'una nell'altra. Le azioni dell'aggiungere e del togliere lasciano le composizioni e i supporti privi di ogni eccesso, di ogni esorbitanza. Tutto è equilibrio, misura e moderazione.
Come lei stessa confessa:
Evito, talvolta, di ricorrere a pretesti figurativi, perché bastano le azioni di asporto, di copertura, l’arrendevole e inoffensiva reazione della materia più debole a quella più forte “per rivelare” sensi specifici, non confutabili, per condurre alle corde della tensione mentale e sentimentale, alla condizione di “esistere”... È qui che la mia ricerca si indirizza, procede cioè nella direzione del transito, dell’instabilità, del divenire che è il “destino dello spirito”.
L'artista contemporaneo esplora un mondo oltremodo complesso, fatto di segni, di oggetti, di simboli. Andando alla ricerca delle fonti della percezione, mette in dubbio il nostro modo di aderire al reale. Il suo occhio sospende ogni giudizio sulle condizioni di esistenza delle cose che guarda. Eppure, preso nel vortice della fluttuazione dell'esserci dei segni, ad ogni azione visiva che compie, anche la più piccola, riesce a trasformare, a metamorfosare il reale attraverso un processo di contaminazioni, di caratterizzazioni, di sospensioni e di riprese. Pittura, scrittura, scultura realizzano allora la stessa inquietudine del segno: generano un flusso liquido, labile, precario, mai fermo.
Gianni Cerioli
Sollevati, sostenuti in alto, appesi, gli organismi architetturali di Mara Gessi vòlitano sul soffitto della Galleria del Carbone. Interrompono il nostro ambito spaziale quotidiano, lo differiscono, anzi, di quel tanto che è necessario a rendere meno incerto il loro modo di porsi.
Le sospensioni di stato di questi assemblaggi concettuali declinano una lista di un insieme infinito: di oggetti, di frammenti vegetali o animali, di manufatti ... di orpelli poetici del reale.
L'atto, l'effetto del sospendere che l'artista sviluppa in questa sua ricerca spiazza il visitatore. Lo schema della casa, che raccoglie e racchiude, diventa una forma – inventario entro la quale rifondare la natura e la cultura. All'interno di questa struttura Mara svolge poi sapientemente un'attività testuale, dipana un suo privato viluppo narrativo, capace di fondare percezioni, argomentazioni e concetti tenuti insieme da una fine ironia.
Per un qualche verso questo mondo sospeso mi ricorda una situazione apparentemente simile, colta in una commedia di Aristofane, Le Nuvole.
Socrate viene rappresentato in una cesta sospesa in aria alla macchina del volo. Il filosofo, a chi gli chiede ragione di quella sua collocazione, risponde: <
In effetti il graffiante modo parodico di Aristofane coglie la procedura conoscitiva classica della somiglianza (il simile conosce il simile). Ripetutamente l'autore mette in crisi il livello astratto e quello teorico della speculazione, giocando sulla nozione di “sottile” o richiamando l'uso dell'analogia, strumento con cui i presocratici illustravano le loro teorie.
I labirinti testuali che Mara Gessi propone forniscono pretesti continui per sconfinare in altri pretesti dimostrativi. La leggerezza diventa il filo conduttore di un percorso tanto più articolato e complesso quanto più la presenza della materia si fa sempre più rarefatta e “sottile”.
Sono piccole sculture, le sue, realizzate con materiali poveri eppure flessibili, fungibili al contesto in cui vengono collocati. Questi materiali sono importanti per la nostra artista proprio perché sono senza aura o sacralità di sorta, brillano per l'assenza delle qualità che la scultura ha ricercato da sempre nella materia: il raro, il desueto, il durevole.
In questo senso il nido, intreccio di pagliuzze per una cova annuale, raccolto da terra viene ricollocato in alto. Ora che è posto nella struttura della piccola casa diventa una reiterata dichiarazione di ricovero. L'effetto di ridondanza che la presenza di questi due oggetti comporta, l'uno simbolico e l'altro totalmente prestato dalla natura, non finisce mai di sollecitare catene di riflessioni e pensieri.
Anche il frammento di ceramica graffita ferrarese racconta di una città e di una cultura figurativa, narra di volizioni e di innamoramenti, produce intrecci di storie e affabulazioni anche al di fuori della Storia.
Appesa nello spazio ogni forma creata o ricreata si porta appresso un tempo altrettanto sospeso. Vi è, infatti, un tempo lungo che caratterizza tutta l'opera di Mara Gessi, fatto di decantazioni, di dilazioni e incantamenti. Le procedure slittano silenziose l'una nell'altra. Le azioni dell'aggiungere e del togliere lasciano le composizioni e i supporti privi di ogni eccesso, di ogni esorbitanza. Tutto è equilibrio, misura e moderazione.
Come lei stessa confessa:
Evito, talvolta, di ricorrere a pretesti figurativi, perché bastano le azioni di asporto, di copertura, l’arrendevole e inoffensiva reazione della materia più debole a quella più forte “per rivelare” sensi specifici, non confutabili, per condurre alle corde della tensione mentale e sentimentale, alla condizione di “esistere”... È qui che la mia ricerca si indirizza, procede cioè nella direzione del transito, dell’instabilità, del divenire che è il “destino dello spirito”.
L'artista contemporaneo esplora un mondo oltremodo complesso, fatto di segni, di oggetti, di simboli. Andando alla ricerca delle fonti della percezione, mette in dubbio il nostro modo di aderire al reale. Il suo occhio sospende ogni giudizio sulle condizioni di esistenza delle cose che guarda. Eppure, preso nel vortice della fluttuazione dell'esserci dei segni, ad ogni azione visiva che compie, anche la più piccola, riesce a trasformare, a metamorfosare il reale attraverso un processo di contaminazioni, di caratterizzazioni, di sospensioni e di riprese. Pittura, scrittura, scultura realizzano allora la stessa inquietudine del segno: generano un flusso liquido, labile, precario, mai fermo.
Gianni Cerioli
23
maggio 2010
Mara Gessi – Sospensioni
Dal 23 maggio al 06 giugno 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA DEL CARBONE
Ferrara, Via Del Carbone, 18, (Ferrara)
Ferrara, Via Del Carbone, 18, (Ferrara)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì 17.00-20.00; sabato e festivi 17.00-20.00 martedì chiuso
Vernissage
23 Maggio 2010, ore 18.00
Autore
Curatore