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Vetrinetta delle Meraviglie
In questa mostra collettiva, siamo introdotti in uno spazio incantato dove creature insolite della mitologia greca, amazzoni, collage, libri in contenitori di argilla e altri oggetti curiosi convivono nelle vetrine dei numerosi negozi in via Aurelio Saffi a Spoleto
Comunicato stampa
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In questa mostra collettiva, siamo introdotti in uno spazio incantato dove creature insolite della mitologia greca, amazzoni, collage, libri in contenitori di argilla e altri oggetti curiosi convivono nelle vetrine dei numerosi negozi in via Aurelio Saffi a Spoleto dal 20 maggio al primo giugno 2010.
In uno spazio unico di fronte al duomo di Spoleto, si potranno ammirare opere degli artisti Yi Chen, Fulvio Di Piazza, Benedetto Marcucci, Sapna Shah e Nicola Verlato.
Nei lavori di Yi Chen la realtà sembra disperdersi in mille frammenti attraverso i molti livelli di cui sono costituiti i suoi collages di immagini provenienti da riviste di moda, distorcendo le allegorie della pubblicità e introducendo nuove associazioni verso qualcosa di nuovo. Il titolo Tiffany (2007) è un omaggio alla famosa gioielleria. L’artista posiziona la borsetta blu, collocata sul lato sinistro della composizione, vicino ad un’aureola di capelli, sospesa intorno ad una faccia sconosciuta, collocata sulla forma sinuosa del corpo di una modella. Lady in Black (2008), Aqua (2008) e Afro Lady (2008) riflettono la stessa tecnica ma mostrano una maggior varietà di colori sullo sfondo, che aumentano il senso di profondità di questi ritratti spumeggianti e leggeri. Self Rejuvenation (2010) è l’unico dipinto ad olio presente in mostra di Chen, ed anche in questo caso si tratta di forme piatte, risolte attraverso l’uso di pennellate sicure, dagli angoli pronunciati che rimandano alla figurazione astratta, cifra stilistica dell’artista fin dagli esordi.
Paesaggi fantastici turbinano nei quattro dipinti di Fulvio Di Piazza. Cascacalda (2008) è un’eccezionale descrizione pittorica, nello stile di Arcimboldo, di un mondo ultraterreno che permette allo spettatore di penetrare il paesaggio fantastico dell’immaginazione dell’artista. Catedral (2009) e Fog (2009) sono saturati delle tonalità blu verde e nere che descrivono masse vulcaniche di lava, punteggiate di piccole aree brillanti colorate di rosso o bianco, raffiguranti lava e fumo. Nella stessa misura Nativo (2009) allude a fiabe e storie mitologiche, dove la figura fitomorfa lascia emergere dalla superficie del tronco un viso umano.
La collezione di piccole sculture di Benedetto Marcucci è costituita di libri sigillati in barattoli di vetro riempiti con olii a bassa acidità in modo da farci considerare questi oggetti, prodotti del processo di stampa, relitti di un’era passata. Come Chen, Marcucci esplora il concetto di appiattimento della conoscenza e della cultura che stiamo attraversando in questo momento. Sulla Strada (2008) si riferisce al famoso libro di Jack Kerouac, modello narrativo per eccellenza della beat culture fin dal 1957, anno della pubblicazione, e baluardo della libertà per le generazioni che si susseguirono. Secondo una diversa modalità, invece, Dizionario delle Idee (2008) ci suggerisce quanto internet e le altre nuove forme di comunicazione, abbiano creato una situazione storica diffusa che tende verso un degrado della società occidentale. Come figlio di un collezionista, Marcucci divenne familiare ben presto con i metodi di assemblaggio degli oggetti. Nelle opere L’arte dei Rumori (2009), Il Contratto Sociale (2007), Marcucci imprigiona in uno dei suoi “barattoli” una edizione economica di un classico presentandocelo come se fosse un raro oggetto archeologico.
La fantasia slitta nel mito nei piccoli disegni a matita di Nicola Verlato, il quale rappresenta una narrativa di tipo epico. In The Beginning (2008) vediamo una figura maschile nell’atto di camminare fra due dipinti murali in stile Greco rappresentanti due guerrieri in battaglia. A sua volta Warriors (2008) ci riporta all’interno di una caverna provvista di figure senza vita fluttuanti nello spazio in attesa di essere selezionati per un ulteriore livello d’esistenza, laddove, invece, The Shield Room (2008) riflette la trasformazione dell’individuo sociale in colui che è pronto ad affrontare la battaglia. Ritual (2008) e Ritual 2 (2008) invece, ritraggono uomini e donne che celebrano selvaggiamente i riti dionisiaci.
I dipinti astratti, fortemente colorati, di Sapna Shah aggiungono un piano più meditativo all’iniziale effetto di distorsione, archeologia, fantasia, perdita e tradimento. In Philosofical Fragments XV (2009), Philosophical Fragments XIV (2009) e Philosophical Fragments XXV (2009) l’artista mescola i colori blu, rosso, giallo, verde e bianco, che intersecandosi, catturano l’occhio nella profondità delle tele. Le opere Purple Rain (2008) e Stained Glass (2008) si concentrano su di un movimento verticale di colori usando blu, rosso, verde e viola. I sottili contrasti delle nuances glissano rapidamente verso una sottile e mutevole impressione ottica. Il lavoro di Shah dona alla mostra una conclusione quieta e soggettiva, come a chiudere un percorso fatto di idée liberamente fluttuanti nello spazio dell’immaginazione necessariamente indefinito.
In uno spazio unico di fronte al duomo di Spoleto, si potranno ammirare opere degli artisti Yi Chen, Fulvio Di Piazza, Benedetto Marcucci, Sapna Shah e Nicola Verlato.
Nei lavori di Yi Chen la realtà sembra disperdersi in mille frammenti attraverso i molti livelli di cui sono costituiti i suoi collages di immagini provenienti da riviste di moda, distorcendo le allegorie della pubblicità e introducendo nuove associazioni verso qualcosa di nuovo. Il titolo Tiffany (2007) è un omaggio alla famosa gioielleria. L’artista posiziona la borsetta blu, collocata sul lato sinistro della composizione, vicino ad un’aureola di capelli, sospesa intorno ad una faccia sconosciuta, collocata sulla forma sinuosa del corpo di una modella. Lady in Black (2008), Aqua (2008) e Afro Lady (2008) riflettono la stessa tecnica ma mostrano una maggior varietà di colori sullo sfondo, che aumentano il senso di profondità di questi ritratti spumeggianti e leggeri. Self Rejuvenation (2010) è l’unico dipinto ad olio presente in mostra di Chen, ed anche in questo caso si tratta di forme piatte, risolte attraverso l’uso di pennellate sicure, dagli angoli pronunciati che rimandano alla figurazione astratta, cifra stilistica dell’artista fin dagli esordi.
Paesaggi fantastici turbinano nei quattro dipinti di Fulvio Di Piazza. Cascacalda (2008) è un’eccezionale descrizione pittorica, nello stile di Arcimboldo, di un mondo ultraterreno che permette allo spettatore di penetrare il paesaggio fantastico dell’immaginazione dell’artista. Catedral (2009) e Fog (2009) sono saturati delle tonalità blu verde e nere che descrivono masse vulcaniche di lava, punteggiate di piccole aree brillanti colorate di rosso o bianco, raffiguranti lava e fumo. Nella stessa misura Nativo (2009) allude a fiabe e storie mitologiche, dove la figura fitomorfa lascia emergere dalla superficie del tronco un viso umano.
La collezione di piccole sculture di Benedetto Marcucci è costituita di libri sigillati in barattoli di vetro riempiti con olii a bassa acidità in modo da farci considerare questi oggetti, prodotti del processo di stampa, relitti di un’era passata. Come Chen, Marcucci esplora il concetto di appiattimento della conoscenza e della cultura che stiamo attraversando in questo momento. Sulla Strada (2008) si riferisce al famoso libro di Jack Kerouac, modello narrativo per eccellenza della beat culture fin dal 1957, anno della pubblicazione, e baluardo della libertà per le generazioni che si susseguirono. Secondo una diversa modalità, invece, Dizionario delle Idee (2008) ci suggerisce quanto internet e le altre nuove forme di comunicazione, abbiano creato una situazione storica diffusa che tende verso un degrado della società occidentale. Come figlio di un collezionista, Marcucci divenne familiare ben presto con i metodi di assemblaggio degli oggetti. Nelle opere L’arte dei Rumori (2009), Il Contratto Sociale (2007), Marcucci imprigiona in uno dei suoi “barattoli” una edizione economica di un classico presentandocelo come se fosse un raro oggetto archeologico.
La fantasia slitta nel mito nei piccoli disegni a matita di Nicola Verlato, il quale rappresenta una narrativa di tipo epico. In The Beginning (2008) vediamo una figura maschile nell’atto di camminare fra due dipinti murali in stile Greco rappresentanti due guerrieri in battaglia. A sua volta Warriors (2008) ci riporta all’interno di una caverna provvista di figure senza vita fluttuanti nello spazio in attesa di essere selezionati per un ulteriore livello d’esistenza, laddove, invece, The Shield Room (2008) riflette la trasformazione dell’individuo sociale in colui che è pronto ad affrontare la battaglia. Ritual (2008) e Ritual 2 (2008) invece, ritraggono uomini e donne che celebrano selvaggiamente i riti dionisiaci.
I dipinti astratti, fortemente colorati, di Sapna Shah aggiungono un piano più meditativo all’iniziale effetto di distorsione, archeologia, fantasia, perdita e tradimento. In Philosofical Fragments XV (2009), Philosophical Fragments XIV (2009) e Philosophical Fragments XXV (2009) l’artista mescola i colori blu, rosso, giallo, verde e bianco, che intersecandosi, catturano l’occhio nella profondità delle tele. Le opere Purple Rain (2008) e Stained Glass (2008) si concentrano su di un movimento verticale di colori usando blu, rosso, verde e viola. I sottili contrasti delle nuances glissano rapidamente verso una sottile e mutevole impressione ottica. Il lavoro di Shah dona alla mostra una conclusione quieta e soggettiva, come a chiudere un percorso fatto di idée liberamente fluttuanti nello spazio dell’immaginazione necessariamente indefinito.
21
maggio 2010
Vetrinetta delle Meraviglie
Dal 21 maggio al primo giugno 2010
arte contemporanea
Location
VIA AURELIO SAFFI
Spoleto, Via Aurelio Saffi, (Perugia)
Spoleto, Via Aurelio Saffi, (Perugia)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 11 alle 19
Vernissage
21 Maggio 2010, ore 18 – 20
Autore